«Ricordiamo oggi, in occasione del decimo anniversario della sua morte, una grande donna». A parlare è l’Arcivescovo di Belgrado, Mons. Hočevar, durante una Santa Messa il 14 marzo scorso: «Mentre nel mondo governavano le tenebre, una nuova Luce illuminava il cuore di Chiara Lubich. Dove il peccato, l’odio e il male creavano divisione, l’amore avvicinava, connetteva, univa, costruiva e restaurava. Sotto il fragore di conflitti storici, culturali e sociali, oggi, come allora, siamo chiamati ad accendere una nuova luce di comprensione, unità e cooperazione». Avvicinare, connettere, unire, costruire: sono i verbi che forse meglio esprimono il senso di una “festa” planetaria iniziata lo scorso mese di marzo, e ancora in corso, per ricordare e rilanciare l’eredità spirituale lasciata dalla fondatrice dei Focolari. «Se oggi dovessi lasciare questa terra e mi si chiedesse una parola, come ultima che dice il nostro Ideale, vi direi, sicura d’esser capita nel senso più esatto: siate una famiglia». Pronunciate da Chiara Lubich nel dicembre 1973, queste parole risuonano come un testamento sempre attuale. Piccoli flash, tra i tantissimi echi arrivati da ogni angolo del mondo. A Chiang Mai, tra le montagne della Thailandia settentrionale, dove centinaia di templi buddisti riccamente decorati sono il simbolo culturale della nazione, una sessantina di membri della comunità dei Focolari, appartenenti a cinque diversi gruppi etnici (Thai, Karen, Akha, Lahu, Kachin), insieme ad altri provenienti dalle Filippine, hanno voluto ricordare Chiara Lubich con una iniziativa di aiuto a una comunità povera della tribù Kachin. «Dopo la Celebrazione Eucaristica, bambini e adulti della comunità ci siamo messi in viaggio verso un villaggio povero, a 7 km dalla città, dove abitano dei nostri amici della tribù Kachin. Ci siamo messi a pulire e a preparare, su richiesta degli abitanti, un luogo dove i bambini potessero giocare. Alla fine, la trasformazione di quel piccolo posto era avvenuta, ma quella più grande era avvenuta nel cuore e nei rapporti personali, mentre lavoravamo sudando sotto il sole bruciante. In questo quartiere spoglio c’era la presenza di Dio. Cerchiamo di cambiare il mondo, un villaggio alla volta». In sei regioni del Kenya, in contesti politico-sociali caratterizzati da tensioni, incertezza, sfiducia e in alcuni casi da veri e propri conflitti tra le persone, le comunità del posto hanno dato vita a diverse giornate, per incarnare con nuovo slancio un messaggio di unità e affrontare le sfide e difficoltà di un Paese multietnico e multireligioso: a Garissa, nella zona orientale, provata da forti tensioni tra cristiani e musulmani, a Amukura e a Seme nell’ovest, a Mombasa, sulla costa, ma anche a Karatina nel centro e Meru nel nord est. «Chiara continua a guidarci anche in questo momento della nostra storia». Quasi ovunque, nei diversi Paesi, le autorità religiose o i rappresentanti della Chiesa sono presenti e partecipi. Come a Varsavia, in Polonia. Qui alla comunità riunita il Vescovo della Chiesa Metodista invia un messaggio, mentre il Nunzio della Chiesa cattolica porta a tutti il saluto di Papa Francesco. A Mosca, durante una serata arricchita dallo scambio spontaneo tra i partecipanti, il ricordo dell’arrivo, negli anni ‘70, dei primi focolarini nell’allora Unione Sovietica è motivo di rinnovata gratitudine. Anche a Chelyabinsk, sulle pendici orientali degli Urali, a circa 1900 km da Mosca, si riunisce la comunità dei Focolari, mentre a Krasnojarsk, nella Russia siberiana centrale, si svolge per tre giorni una “mariapoli”, definita non a caso “di famiglia”. L’”eredità” di Chiara Lubich risuona con particolare intensità a Dublino, in Irlanda, scelta per ospitare, nel prossimo mese di agosto, l’Incontro Mondiale delle Famiglie. Qui la sua figura viene ricordata anche con testimonianze di accoglienza e cura tra generazioni. A Stoccolma, in Svezia, un gruppo di giovani prepara per tutti una cena, occasione per uno scambio profondo tra i partecipanti sugli effetti della spiritualità dell’unità nella propria vita. Un anniversario “di famiglia” anche qui. Chiara Favotti
Mettere in pratica l’amore
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