Movimento dei Focolari
Il 50° Anniversario di Earth Day si trasferisce in Rete

Il 50° Anniversario di Earth Day si trasferisce in Rete

In Italia la celebrazione del Villaggio per la Terra si trasforma in una maratona multimediale Tutto è interconnesso. È questa la chiave che unisce le celebrazioni per il 50° Anniversario di Earth Day, il 22 aprile, alla pandemia da coronavirus che oggi sfida l’umanità. Nella Giornata per la Terra, l’emergenza sanitaria suscita una comunità globale che chiede modelli economici e sociali più giusti. Le celebrazioni hanno luogo nel 5° Anniversario dell’Enciclica Laudato Si di Papa Francesco sul tema dell’ecologia integrale, e sarà il web ad ospitare eventi in 193 Paesi. In Italia il Villaggio per la Terra, da tradizione a Villa Borghese, in Roma, si trasforma in una maratona multimediale in diretta su Rai Play e con incursioni in altre emittenti. Ne abbiamo parlato con Pierluigi Sassi, Presidente di Earth Day Italia. Il 50° Anniversario di Earth Day ha luogo mentre l’umanità si confronta con la sfida del coronavirus che ci porta a rivedere le nostre priorità, i valori e gli obiettivi… Oggi più che mai sentiamo l’urgenza di cambiare il modello economico e sociale che ha governato lo sviluppo negli ultimi decenni e vogliamo dare un messaggio di speranza, offrire una chiave di lettura che evidenzi la centralità dell’uomo e la necessità di rispettare il pianeta. Abbiamo alzato l’attenzione del mondo su questi temi ed è stata dirimente l’Enciclica di Papa Francesco Laudato Si con il principio dell’ecologia integrale. Si è creata oggi una sensibilità mondiale ma bisogna passare all’azione. Il coronavirus alimenta questa esigenza di cambiamento.

VILLAGGIO PER LA TERRA, Earth Day Italia, Villa Borghese, Roma 21 aprile 2018
© Lorenzo Gobbi/Smile Vision Srls

Ciò che emerge osservando lo sviluppo della pandemia è l’interdipendenza dei problemi e delle soluzioni. Un elemento chiave anche nella battaglia per la tutela della terra… Il grande concetto che il Papa ha trasmesso al mondo è che non esiste una questione ambientale, una questione sociale e una economica, ma ne esiste una umana in cui tutti questi fattori sono interdipendenti. Questa coscienza diventa operativa quando ci si rende conto che basta poco perché una crisi sanitaria come questa metta in luce problemi che sembravano scollegati. Emerge qui l’importanza delle relazioni umane e dell’impegno per una solidarietà economica e sociale. La Giornata ha un respiro mondiale. Che legame c’è fra le celebrazioni in Italia e quelle in altri paesi? Il coronavirus ha costretto tutti noi a digitalizzare le celebrazioni portandole in Rete. Abbiamo visto che dando vita ad una maratona digitale tante connessioni si sono andate creando. È la bellezza di un passo avanti che quasi miracolosamente, nell’emergenza, è avvenuto in spirito di unità, e che oggi nei 193 Paesi dove si festeggia l’Earth Day ci fa sentire più collegati e ci porta a unire gli sforzi per un maggiore rispetto per l’uomo e per il pianeta. Per l’Italia, come si svolgeranno le celebrazioni? Abbiamo organizzato una maratona multimediale chiamata “OnePeople, OnePlanet” per ricordare che apparteniamo a un’unica famiglia umana e viviamo in un unico pianeta. La realizzeremo con tanti partner mediatici fra cui la Rai che la trasmetterà in modo integrale dalle 8 alle 20 su Rai Play, ma anche con innesti in altri media, in contenitori rai e con collegamenti internazionali con tanti paesi dove parleremo di popolazioni indigene, deforestazione, della bellezza del nostro pianeta.

Claudia Di Lorenzi

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Centenario, le novità di Chiara: un ateneo a misura del mondo

Centenario, le novità di Chiara: un ateneo a misura del mondo

Com’è nata l’idea di realizzare l’Istituto Universitario Sophia e come si è sviluppato fino ad oggi: la portata culturale del carisma dell’unità di Chiara Lubich   L’Istituto Universitario Sophia (IUS) nasce come patrimonio spirituale cristiano in costante dialogo con i principi su cui sono fiorite e si sviluppano le civiltà dei popoli. Ha sede a Loppiano (Italia), una cittadella dei Focolari che, dalla sua fondazione nel 1964, è luogo di formazione per famiglie, giovani e adulti ad uno stile di vita basata sul Vangelo. Il prof. Piero Coda, Preside dell’Istituto universitario dalla nascita fino a febbraio scorso ci spiega come si è realizzato questo progetto nel corso degli anni. Prof. Coda, com’è nata in Chiara Lubich l’idea di fare un’università? “L’idea – da quanto mi ha confermato nel 2008, quand’è stata inaugurata Sophia, P. Casimiro Bonetti, il Cappuccino che ha accompagnato Chiara nei primi anni ‘40 – c’è stata sin dall’inizio. È nel DNA del carisma dell’unità, perché si tratta di un carisma da cui si sprigiona una cultura: una visione concreta della persona umana e del mondo. Lo start, in concreto, è scattato dopo il rodaggio negli anni ‘90 della Scuola Abbà che con Chiara ha cominciato a studiare la portata culturale del carisma attingendo al patrimonio di luce del Paradiso ‘49.” Quando è nata e come si è sviluppata? “L’università è nata, in una prima tappa, con l’Istituto Superiore di Cultura rivolto ai Gen (i giovani dei Focolari) inaugurato il 15 agosto del 2001 da Chiara con un discorso che ne costituisce la magna charta. Nel 2005 – visto il successo dell’esperimento e per sollecitazione di esponenti della cultura come Stefano Zamagni, Presidente della pontificia Accademia delle Scienze Sociali – iniziò la progettazione di un vero e proprio Istituto Universitario: ma di forma originale, secondo l’“idea” scaturente dal carisma. Il quale fu eretto dalla Santa Sede il 7 dicembre del 2007”. Che legame c’è con la Santa Sede? “Fu una scelta meditata di Chiara quella di erigere un’Università che non fosse riconosciuta, immediatamente, da uno Stato ma dalla Chiesa Cattolica con il suo respiro universale. Ciò significava anche, per Chiara, un riconoscimento del fatto che il carisma dell’unità, come i grandi carismi della storia cristiana (da Benedetto a Domenico e Francesco, sino a Ignazio di Loyola e don Bosco), è un carisma in cui la Chiesa riconosce in atto un progetto di formazione umana e sociale che esprime il Vangelo. Con l’estendersi poi del “processo di Bologna” – il riconoscimento bilaterale dei titoli di studio a livello europeo e oltre, al quale la Chiesa partecipa – si prospettavano scenari praticabili per l’istituzione che così nasceva”. Com’è cambiata nel corso degli anni? “Sophia è nata e si è sviluppata camminando su tre gambe: quella dell’insegnamento e della ricerca a livello accademico; quella dell’esperienza formativa condivisa nella community life tra docenti e studenti di tutte le culture; quella del rapporto con le espressioni concrete d’incarnazione dei valori insiti nel carisma dell’unità nei vari ambiti della vita sociale, politica, economica. Sotto tutti questi profili si sono fatti passi da gigante. Basti dire, per un esempio, che siamo partiti con un unico corso di Laurea e ora ce ne sono quattro: l’originario programma in “cultura dell’unità” è sbocciato in ambito teologico e filosofico, economico e politico, dell’educazione, del dialogo e della comunicazione”. Cos’è Sophia oggi? “Una conferma importante, una speranza sicura, un investimento strategico. Una conferma del valore e dell’attualità dell’intuizione di Chiara. Una speranza che la ricerca del nuovo paradigma culturale che il cambio d’epoca ci chiede non è un’utopia. Un investimento per promuovere con serietà e visione lo sviluppo, non solo culturale, del carisma dell’unità e della sua incidenza storica”. In passato c’è sempre stato un Preside, oggi c’è un Rettore, cosa vuol dire per l’università? “Il fatto che il dicastero vaticano per gli studi e l’università abbia voluto questo passaggio sottolinea la validità del cammino fatto ed è un riconoscimento dell’accesso dell’Istituto allo status di Ateneo. Ci si può vedere anche un’eco di quanto Papa Francesco ci ha detto nell’udienza del 14 novembre scorso: «Sono contento del cammino che avete fatto in questi dodici anni di vita. Avanti! Il cammino è appena iniziato»”.

 Lorenzo Russo

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Il Gen Rosso incontra il mondo… da casa

Il Gen Rosso incontra il mondo… da casa

Le loro live sessions  in streaming da Loppiano tengono viva la speranza che la fraternità può arrivare ovunque. A giorni l’uscita del nuovo singolo. In questi giorni di emergenza per il Coronavirus bisogna stare a casa il più possibile. Il gruppo musicale e artistico internazionale Gen Rosso dal 20 marzo scorso ha quindi pensato di realizzare dei live streaming da casa. Ne parliamo con Tomek Mikusinski, portavoce del gruppo. Com’è nata l’idea dei live streaming? “Nasce per far sentire la nostra vicinanza a chi soffre, a chi quotidianamente dà la vita per salvare quella degli altri, a tutte quelle persone che negli anni abbiamo incontrato nei nostri concerti. Poi vogliamo donare qualcosa di positivo e di bello in questa situazione di quasi totale isolamento. Penso che tutti noi, almeno una volta, ci saremo chiesti: “perché”? Non è facile dare risposte, però “noi abbiamo creduto all’amore”, lo abbiamo cantato più volte. Crediamo che ogni avvenimento, anche il più doloroso, abbia un motivo d’amore”. Riuscite a raggiungere un pubblico vario e vasto in giro per il mondo a conferma dell’universalità del vostro messaggio. “Il nostro messaggio è soprattutto quello dell’amore, dell’unità e di una cultura di condivisione. E’ un messaggio che non ha etichette, comprensibile per chiunque, universale. Vorremmo portare gli spettatori a fare un’esperienza: quella di scoprire e diventare consapevoli del bene, del desiderio di felicità e di unità che c’è in ciascuno. Il vostro pubblico interagisce moltissimo con voi durante gli streaming: qual è il messaggio che vi ha colpito di più? “Riceviamo tanti messaggi di chi lavora negli ospedali, ne riporto 3: “Lavoro in rianimazione Covid. Samo quelli con il viso bruciato dalle mascherine, quelli a cui si vedono solo gli occhi e ci riconosciamo dallo sguardo, che non abbiamo più un orario in ospedale ma, non moliamo. Continuate per favore ad essere portatori di gioia. Io e i miei colleghi vi promettiamo che ce la metteremo sempre tutta, senza mai mollare”. “Un grazie enorme al Gen Rosso per il loro collegamento. L’ho visto oggi prima di prepararmi per andare a fare il turno in ospedale qui ad Asti. È stata una boccata d’ossigeno per l’anima.” “Sono infermiera in rianimazione Covid, sento il vostro CD in macchina mentre vado al lavoro mi da la carica e la serenità giusta per affrontare il turno… Grazie!” Sta per uscire un vostro nuovo singolo “NOW”: dacci qualche anticipazione. Com’è nato e di cosa parla? “In realtà non si tratta soltanto di un singolo, abbiamo in progetto un intero nuovo album, che però vogliamo pubblicare canzone per canzone nell’arco dei prossimi 2 anni. NOW è una canzone che fonde molto bene le più attuali sonorità electro pop con i suoni vintage del funky anni ’70. Il testo del brano, in lingua inglese, esprime una nostra convinzione: anche se dovessimo commettere errori gravi, si può sempre ricominciare, perché la voce di Dio-Padre che è Amore si può far sentire. Il 15 aprile prossimo il singolo“NOW” uscirà sugli store digitali più utilizzati come Spotify, iTunes, Google Play,ecc”. Il prossimo appuntamento live streaming è l’8 aprile 2020, alle ore 16:00, ora italiana, con qualche canzone e saluti speciali sul canale @YouTube. Ecco il link: https://www.youtube.com/watch?v=o17WFM3tos4&feature=youtu.be  Non mancate! #distantimauniti

Lorenzo Russo

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Un salotto spalancato per tutta l’umanità

Il Gen Verde in diretta streaming da Loppiano… #distantimauniti Riccardo, Anna, Cristian, Paola… e l’elenco non finirebbe più. Sono solo alcuni degli oltre 4mila fan che la scorsa settimana hanno seguito la diretta streaming del Gen Verde direttamente da casa loro. Non è questo il tempo dei concerti, gli assembramenti pubblici sono proibiti e così alcune domande diventano un chiodo fisso: come far sentire il sostegno a chi è solo, a chi sta vivendo questa epidemia in prima linea sul fronte, come essere portatori di pace e di speranza in questo contesto? Nasce così l’idea di “Live from Home Gen Verde”: le piazze e i palazzetti si trasformano nel salotto di casa. Gli strumenti ci sono: una chitarra, una tastiera, un flauto, i microfoni e… un computer per entrare in punta di piedi in tutte le case di coloro si collegano. Ma non si tratta di un concerto, bensì di un appuntamento un po’ straordinario: si canta, si raccontano esperienze di vita, si presenta il frutto della creatività di questo momento e… come diceva Beethoven “Dove le parole non arrivano… la musica parla”. In tempo reale ognuno da casa può esprimere un pensiero, lanciare un messaggio e letteralmente la chat esplode e non riesce a contenere la gratitudine e l’entusiasmo di tutti i collegati dai 5 continenti. All’appello non manca nessuno: dall’Argentina alla Corea, dal Canada all’Ungheria, dall’Italia all’Australia. Improvvisamente, quasi un miracolo frutto della tecnologia, il salotto aperto a tanti diviene contemporaneamente un luogo intimo dove cantare e pregare sono sinonimi, dove festeggiare un compleanno e ricordare chi ha perso la battaglia contro il COVID-19 hanno la stessa importanza e tutto è un dono d’amore. “In questo ultimo tempo – racconta Colomba – sento tante notizie, non solo dalla tv, ma anche dai nostri vicini, familiari, ecc. Sono purtroppo notizie dolorose. Provo dentro tanta paura, preoccupazione, e anche un forte senso di impotenza… di non poter fare nulla per chi soffre.  Mi chiedo “perché?, fino a quando?” Nei giorni scorsi, una mattina, mentre pulivo casa ho sentito dentro una voce: “tranquilla, se tu fai bene le piccole cose con amore lì dove sei, questo darà un contributo per sostenere l’umanità“. Un’esperienza semplice quella di Colomba che come le altre ragazze del Gen Verde cerca un senso al suo stare a casa, a sbrigare le faccende domestiche come tante donne in tutto il mondo “Da quel giorno la situazione non è cambiata tanto – continua Colomba – ma io posso cambiare il mio atteggiamento credendo che questo può cambiare il mondo”. Ecco allora la ricetta per trasformare le 4 mura di casa (che talvolta appaiono anche molto strette) in un salotto spalancato per tutta l’umanità, una ricetta tutta da provare e vivere. E Colomba è già all’opera e tra una telefonata e un lavoretto di casa la sua esperienza è divenuta musica… pronta per essere condivisa durante la diretta streaming il 3 aprile alle ore 16 (ora italiana). Un’occasione da non perdere. Basta collegarsi cliccando su https://youtu.be/NLsPTyuITu0

Tiziana Nicastro

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