Mar 2, 2020 | Cultura
Dopo dodici anni di presidenza, il Prof. Piero Coda, che ha guidato l’Istituto Universitario Sophia fin dalla sua fondazione, passa il testimone al Prof. Giuseppe Argiolas, docente di Management nello stesso Istituto. È il primo cambio della guardia per l’Istituto Universitario Sophia (I.U.S.), che coincide anche con l’attribuzione da parte della Congregazione per l’Educazione Cattolica del titolo di “Rettore” a colui che prima era il Preside dell’Istituto. Quindi, il Prof. Giuseppe Argiolas è il nuovo Rettore di Sophia. Succede al Prof. Piero Coda che ha guidato l’Istituto fin dalla sua fondazione, con sapienza e spirito di profezia. L’elezione è avvenuta il 9 gennaio scorso, da parte del Consiglio Accademico dell’Istituto. Il 20 febbraio 2020, con una lettera, la Congregazione per l’Educazione Cattolica ha nominato il Prof. Giuseppe Argiolas Rettore dell’Istituto Universitario Sophia, per un quadriennio. Si è tenuta questa mattina, presso l’Aula Magna dell’Istituto Universitario Sophia la cerimonia di insediamento del nuovo Rettore.
Argiolas è nato a Cagliari nel 1969. È docente stabile dell’I. U. Sophia dal 2016, quando ha lasciato il suo ruolo presso l’Università di Cagliari per dedicarsi al progetto di sviluppo del corso di laurea in Management e dirigere la Scuola di Dottorato dell’Istituto. La sua attività di ricerca si concentra principalmente sui temi della Responsabilità Sociale delle Imprese e delle Organizzazioni e del Management di Imprese “Mission-Driven” (vedi Biografia). «Innanzitutto voglio esprimere profonda ammirazione per il Prof. Piero Coda e un grande ringraziamento per ciò che ha fatto fino ad oggi – ha commentato il prof. Argiolas – da parte mia, cercherò di fare del mio meglio nell’esercitare il compito affidatomi, interpretando questa responsabilità come un servizio di unità». E continua: «Finisce la fase fondativa e comincia quella di consolidamento e sviluppo con il passaggio generazionale. Ma ciò che non dovrà mancare è la dimensione carismatica. Sophia continuerà a compiere, con fedeltà creativa, la missione per cui è stata fondata da Chiara Lubich, percorrendo insieme a tanti compagni di viaggio – come ci ha detto Papa Francesco – con “gioia, visione e decisione” sempre nuove “il cammino appena iniziato». Aggiunge il prof. Piero Coda, che lascia dopo dodici anni di presidenza: «Sono felice della nuova tappa nel cammino di Sophia che inizia sotto la guida esperta e ispirata di Giuseppe Argiolas, frutto di una costante e consolidata maturazione a tutti i livelli. La nomina non più a Preside ma a Rettore da parte della Congregazione per l’Educazione Cattolica giunge inaspettata e benvenuta come sigillo e ulteriore impulso. L’occasione è propizia per rinnovare con slancio e gioia con il Rettore e con tutta la comunità accademica quel patto di unità che qualifica lo spirito che ci anima e che è rilanciato oggi con vigore dal Global Compact on Education di Papa Francesco». Maria Voce, Vice Gran Cancelliere dell’Istituto e Presidente del Movimento dei Focolari, ha augurato: «Sono lieta di rinnovare le mie congratulazioni al Prof. Giuseppe Argiolas, nuovo Rettore dell’Istituto Universitario Sophia. La sua elezione segna senz’altro un passaggio di generazione e di ambito accademico rispetto alla presidenza uscente. Sono certa che il prof. Argiolas vi porterà il dono delle sue caratteristiche personali, restando fedele all’origine carismatica della cultura dell’unità e attualizzandola per rispondere nel miglior modo possibile alle domande del tempo attuale».
Fonte: Ufficio Stampa Istituto Universitario Sophia
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Nov 15, 2019 | Cultura
L’esortazione di Francesco all’istituto universitario: «Vi lascio tre parole, esortandovi a continuare con gioia, visione e decisione il vostro cammino: sapienza, patto, uscita». «Sono contento del cammino che avete fatto in questi dodici anni di vita. Avanti! Il cammino è appena iniziato» ha esordito Papa Francesco, salutando la comunità accademica dell’Istituto Universitario Sophia, che ha ricevuto oggi in udienza privata. «Nel percorso che sta davanti a voi non vi mancano i punti di riferimento: in particolare, l’ispirazione del carisma dell’unità da cui è nata la vostra Università e insieme le linee che ho tracciato nella Costituzione apostolica Veritatis Gaudium, in cui il vostro progetto accademico e formativo vuole rispecchiarsi. Anche la vostra partecipazione alla preparazione e agli sviluppi del Patto Educativo Globale va in questa direzione».

© Servizio Fotografico Vaticano
All’udienza, che si è svolta il 14 novembre scorso nella sala del Concistoro, hanno partecipato il Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo Metropolita di Firenze e Gran Cancelliere dell’Istituto, la dottoressa Emmaus Maria Voce, Vice Gran Cancelliere dell’Istituto e Presidente del Movimento dei Focolari, l’intera comunità accademica dell’Istituto Universitario Sophia, una rappresentanza del gruppo di lavoro di “antropologia trinitaria” del CELAM e i docenti della futura sede locale di “Sophia” in America Latina e Caraibi. «Vi lascio tre parole, esortandovi a continuare con gioia, visione e decisione il vostro cammino: sapienza, patto, uscita» ha detto loro Papa Francesco. La Sapienza che, ha spiegato il Santo Padre, illumina “tutti gli uomini”, con cui “siamo chiamati a camminare insieme”. Il Patto, perché “è la chiave di volta della creazione e della storia”, “il patto tra Dio e gli uomini, il patto tra le generazioni, il patto tra i popoli e le culture, il patto – nella scuola – tra i docenti e i discenti e anche i genitori, il patto tra l’uomo, gli animali, le piante e persino le realtà inanimate che fanno bella e variopinta la nostra casa comune”. Papa Francesco ha esortato la comunità accademica di Sophia a vivere questo patto per “aprire le strade del futuro a una civiltà nuova che abbracci nella fraternità universale l’umanità e il cosmo”. Infine, 
© Servizio Fotografico Vaticano
“uscita”: «Dobbiamo imparare con il cuore, con la mente, con le mani a “uscire dall’accampamento” – come dice la Lettera agli Ebrei (13,13) – per incontrare, proprio lì fuori, il volto di Dio nel volto di ogni fratello e ogni sorella». Al termine dell’udienza, Piero Coda, Preside dell’Istituto, ha commentato: «Siamo grati a Papa Francesco che ha apprezzato la partecipazione di studenti provenienti dai cinque continenti e anche da diverse tradizioni religiose, e il nostro impegno a non guardare dal balcone ma a mettere le “mani in pasta” per camminare da protagonisti su strade nuove di fraternità». L’udienza con papa Francesco giunge solo pochi giorni dopo la cerimonia di inaugurazione dell’a.a. 2019/2020 (lunedì 11 novembre 2019), con il conferimento del dottorato h.c. in Cultura dell’Unità al filosofo e teologo prof. Juan Carlos Scannone S.J., esponente della “teologia del popolo” e professore del giovane seminarista Jorge Mario Bergoglio.
Tamara Pastorelli
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Nov 13, 2019 | Cultura
“Sfidare il futuro. Uomini e donne in dialogo” era il titolo dell’appuntamento che si è tenuto dal 18 al 20 ottobre 2019 a Castel Gandolfo, promosso dal Centro per il dialogo con persone di convinzioni non religiose dei Focolari. Dar voce ad esigenze, aspirazioni e ideali da prospettive culturali differenti attraverso un dialogo a tutto campo tra persone senza un preciso riferimento religioso e cristiani cattolici; presenti anche due giovani musulmane. È stata questa la cifra del convegno “Sfidare il futuro. Uomini e donne in dialogo”, tenutosi a Castelgandolfo (Roma, Italia) dal 18 al 20 ottobre scorsi e promosso dal Movimento dei Focolari. Una scelta tematica dettata dallo sforzo di leggere nel profondo delle donne e degli uomini di oggi, adulti e giovani, appartenenti a diverse fedi o a convinzioni diverse. Cosa li tiene insieme? Qual è il contributo specifico della sinergia uomo-donna per un futuro di pace e per lavorare al bene comune? Quando e come inizia l’educazione al rapporto uomo-donna? “Ognuno è diverso, ma a volte i ragazzi vengono esclusi per il loro aspetto. I veri eroi questo non lo fanno, anche se non è sempre facile”. E’ l’incipit di “Eroi veri”, il cortometraggio del regista belga Erik Hendricks , ha aperto il convegno. Girato con un cast di studenti, il documentario ha aperto la strada ai molteplici contributi che sono stati l’anima e la ricchezza di questi tre giorni. Al centro del convegno, l’approfondimento di una peculiarità dello stile operativo dei Focolari: il lavoro insieme e la corresponsabilità di uomini e donne. Molto importante anche il contributo di Piero Taiti, medico, pioniere del dialogo con persone di convinzioni non religiose, sull’apporto profetico di Chiara Lubich. Moreno Orazi, architetto, che potremmo definire un cristiano inquieto, in ricerca e con molte domande di fede, ha presentato delle testimonianze al maschile e al femminile in ambito sociale. «Pur nel rilevare una forte differenza di impatto dal punto di vista psicologico tra il corpo femminile e quello maschile, constato una sostanziale reciprocità di sentimenti dal punto di vista della condizione esistenziale e affettiva a livello più profondo; per entrambi la solitudine e il mancato riconoscimento del proprio sé e delle proprie aspettative ed aspirazioni è fonte di profonda sofferenza. Esiste una voce interiore che promana dal corpo delle donne, nei confronti della quale l’uomo si è posto in modo ambiguo in passato, amplificata o inascoltata a seconda del proprio interesse del momento ma mai percepita come la chiave per cogliere l’essenza della femminilità». Per Giuseppe Auriemma, medico psichiatra, la reciprocità che scaturisce dal rapporto uomo-donna è una risorsa per superare le differenze. «La reciprocità costa fatica e chiede impegno, chiede di superare la rigidità della contrapposizione, di bloccare la tentazione di risolvere le differenze nell’identità del più forte, superare la mentalità del possedersi e dell’appropriarsi. È in realtà un duro cammino di liberazione. Uomini e donne dovrebbero essere più consapevoli delle loro caratteristiche peculiari, sia come doni e ricchezze, sia come limiti. Solo allora potranno vivere una relazione, un incontro, perché ciascuno avrà qualcosa da dare e qualcosa da ricevere». Donatella Abignente, docente di Teologia morale, ha illustrato il punto di vista cattolico: «Nella Chiesa cattolica c’è un dibattito molto vivace. Al sinodo sull’Amazzonia il Papa chiede che venga riconosciuto ufficialmente il ministero della donna sulla Parola. Ci sono delle resistenze da parte di persone che hanno posto troppo l’accento sui diritti individuali e sui diritti dei più forti, per cui le donne sono diventate importanti solo quando hanno acquistato forza per far valere i propri diritti. Il diritto si afferma sulla base della comunione. Riguardo la reciprocità, essa si costruisce con la gratuità che non è il non occuparsi della piena realizzazione di sé, il volontarismo della mortificazione o un altruismo troppo simile alla ricerca della propria perfezione attraverso il servizio. Non si tratta di divenire donna o uomo ma di divenire persone nella comunione gratuita, compromettendo noi stessi in una trasformazione che dura tutta una vita». Non sono mancati contributi da persone provenienti dai continenti extraeuropei, come per esempio Vania Cheng che ha parlato del rapporto uomo-donna in Cina, di Ray Asprer nella società filippina e quelli di Mounir Farag, Haifa Alsakkaf e Giovanna Perucca sulla donna nei Paesi islamici. Nella sua relazione “Chiavi interpretative della storia delle relazioni uomo-donna” la sociologa Giulia Paola Di Nicola ha presentato una panoramica storica, inquadrando i mutamenti avvenuti nel corso dei secoli e la divisione dei ruoli, gerarchie e valori che hanno caratterizzato, nei millenni, un certo ordine sociale e di pensiero.
A cura della redazione
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Nov 3, 2019 | Cultura
Si è concluso il 27 ottobre 2019 a Castel Gandolfo il laboratorio culturale dei Focolari. Obiettivo: creare sinergie tra discipline e professioni per comprendere come costruire un mondo più unito in una società in continua evoluzione. Provate a immaginare il mondo domani. Provate a proiettarvi in un futuro prossimo e fatevi delle domande su come sarà tra vent’anni il nostro pianeta. Provate a “osare” le idee più utopiche e a sognare di cambiare il mondo, oggi. L’ antico proverbio africano che recita: “Se volete andare in fretta, andate soli; se volete andare lontano, andate insieme” esprime bene la sfida accolta dal gruppo internazionale e multiculturale di adulti e giovani, accademici e professionisti, che si sono ritrovati a Castel Gandolfo (Italia): gestire le complessità del mondo insieme, non da soli, mettendo in rete le singole competenze. Provenienti da più di quaranta nazioni, i partecipanti si sono messi in gioco, accogliendo le proposte delle diverse testimonianze e riflessioni, ciascuno nel proprio campo d’azione e di lavoro, avviando un dialogo ampio, sostenendo e portando avanti proposte concrete. “Cambia il mondo che cambia” era il titolo dell’ultimo giorno e mezzo di programma, gestito dai giovani e rivolto ai loro coetanei. Alcuni hanno sottoscritto la richiesta di poter partecipare ad Assisi, dal 26 al 28 marzo 2020, all’appuntamento “The economy of Francesco”, che il papa rivolge a giovani economisti, imprenditori e change-makers. La proposta è di stringere con essi, al di là delle differenze di credo e di nazionalità, un patto per cambiare l’attuale economia e dare un’anima a quella di domani perché sia più giusta, sostenibile e con un nuovo protagonismo di chi oggi è escluso. E a proposito dell’essere protagonisti, Adelard Kananira, un giovane del Burundi, ha illustrato il progetto Together for a new Africa (T4NA) che ha l’ambizione di creare le basi per una nuova classe dirigente e un nuovo modello di leadership in Africa. Nel 2019 in Kenya è iniziata la prima scuola per questo progetto, con più di 150 tra giovani, tutor e docenti provenienti dall’Africa orientale, con l’obiettivo di fare crollare i muri che esistono tra tribù, partiti politici, etnie ed anche tra Paesi, per raggiungere lo scopo comune dello sviluppo e della pace. Giada e Giorgia vogliono invece cambiare attraverso il loro impegno la realtà dove lavorano. Giada, 23 anni, lavora nel campo del cinema come assistente alla regia, lavoro faticosissimo ma che non cambierebbe per nulla al mondo. Aspira un domani di poter anche realizzare film che trasmettano l’armonia, che lei si sforza di creare ogni giorno con i suoi colleghi, certa che il cinema sia un mezzo potentissimo che può davvero dare un contributo a cambiare il mondo. Giorgia, 32 anni, è assessore in un comune italiano con deleghe alle politiche giovanili, innovazione, partecipazione e distretto di economia civile. Il suo sogno è già diventato realtà: nel suo comune si attua il bilancio partecipato, si tengono presenti gli obiettivi dell’Agenda 2030, si cercano nuovi modelli di sviluppo, si portano avanti iniziative che salvaguardano l’ambiente come gli orti urbani. Attraverso il loro impegno giovani e adulti insieme già toccano il futuro con idee da realizzare e buone pratiche da diffondere e portare avanti, provando a cambiare, già da adesso, il mondo che cambia.
Patrizia Mazzola
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Set 27, 2019 | Cultura
Dodici brani che hanno fatto la storia di questo complesso diventano una raccolta , tratta dal loro tour mondiale “Life” che continuerà anche nei prossimi mesi. Nel futuro del Gen Rosso anche corsi, progetti educativi, coproduzioni e la terza edizione del “Gen Rosso Music and Arts Village”.
Oltre cinquant’anni di vita ed una proposta artistica capace di rinnovarsi continuamente. Ma tenendo la bussola su alcuni punti cardine: una vita vissuta all’insegna della fraternità; una produzione frutto della collaborazione tra artisti di varie nazionalità che parla di unità tra uomini e popoli; un messaggio che, attento alle sfide del nostro pianeta, propone una cultura del dare e del condividere. Questo è il complesso internazionale Gen Rosso, formato da musicisti e tecnici, di diverse vocazioni provenienti da Europa, Asia e America Latina. Recentemente il loro tour “Life” è diventato un album con diciotto brani scelti tra le canzoni che hanno fatto la storia del Gen Rosso. Ne parliamo con uno dei suoi componenti, Michele Sole. Il primo luglio è uscito il vostro album live del Tour “LIFE”. Come nasce questo nuovo lavoro e quali sono le sue caratteristiche? Dall’autunno del 2018 fino ad oggi abbiamo avuto dei concerti bellissimi in tutta Italia con il nostro concerto “LIFE” e da lì ci è nato il desiderio di mettere in un cd questo lavoro “live” che ha entusiasmato tanto il pubblico, e anche noi. Riversate le registrazioni fatte sui palchi, le abbiamo mixate cercando di mantenere tutta l’energia e l’emozione che respiriamo nei nostri concerti. Si sente il pubblico che canta insieme a noi, con i loro applausi e le loro voci che danno all’ascoltatore la sensazione di essere proprio lì con noi sul palco. Insomma un vero disco dal vivo!
Recentemente avete dato vita, nella cittadella internazionale di Loppiano dove avete la vostra sede, al “Gen Rosso Music and Village”. Di che cosa si tratta e quali sono gli obiettivi? Il “Gen Rosso Music and Arts Village” giunge quest’anno (27 dicembre 2019 – 5 gennaio 2020) alla sua terza edizione ed è un’esperienza di approfondimento artistico e di condivisione di valori alla luce del carisma dell’unità. Coinvolge giovani professionisti e studenti di diverse discipline quali musica, danza, canto, teatro dai 18 anni in su. La metodologia didattica è progettata dai tutor del Gen Rosso insieme a docenti dalla riconosciuta capacità ed esperienza artistica. Il programma prevede l’approfondimento di tematiche specifiche del mondo dell’arte, lo scambio di esperienze, spazi creativi e laboratori pratici che convergeranno in una performance finale. Ci si può iscrivere presso village@genrosso.com. Il programma inizierà il 27 dicembre 2019 e si concluderà il 5 gennaio 2020.
Nei vostri viaggi partecipate ad appuntamenti che promuovono la pace, l’amicizia tra i popoli e la fraternità universale. Ce n’è uno recente che ricordate in particolare e perché? Sì, in primavera abbiamo avuto la gioia di essere in Giordania, grazie alla “Caritas Jordan”, per realizzare il progetto “Be the change” insieme a centinaia di studenti di diverso ceto sociale, di diverse religioni e diverse nazionalità per favorire il dialogo e promuovere una cultura di pace e amicizia, essendo loro stessi i promotori di un cambio nelle loro vite e nelle loro città per un futuro migliore. Quali sono i vostri progetti e appuntamenti futuri? Innanzitutto riprendiamo i tours in giro per il mondo con il concerto “Life” accompagnato da progetti educativi e l’inserimento sul palco di giovani preparati in vari workshop. Saranno prima in Italia (28 settembre a Venosa; 12 ottobre a Piacenza; 23 e 24 ottobre ad Acerra; 26 ottobre a Prato, 1 novembre a Teano), poi un tour asiatico in Indonesia per quasi tutto il mese di novembre 2019.
Intanto continueremo con i corsi nella cittadella di Loppiano con scambi di esperienze, formazione e arte. Dal 15 al 17 ottobre approfondiremo il light design, destinato a persone interessate ad ampliare le proprie conoscenze nel campo dello studio della luce e del colore. Inoltre, per sostenere giovani artisti emergenti, abbiamo iniziato delle coproduzioni. La prima è Stabat in Silentium, la messa in scena dell’opera teatrale del giovane scrittore Francesco Bertolini, nato da una sua profonda esperienza di solidarietà emersa dopo il terremoto ad Amatrice (Italia). “Come si può credere ancora in Dio in seguito ad un terremoto?” è la domanda “scomoda” da cui parte questa opera nella quale i protagonisti sono le giovani vittime, ma anche i volontari che lasciano la loro quieta realtà per andare dove la tragedia si è consumata.
Anna Lisa Innocenti
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Set 23, 2019 | Cultura
Comunicazione ed evangelizzazione oggi – Un seminario di studi il 1 ottobre a Roma promosso dalla Pontificia Università Salesiana di Roma e dalla sua Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale, dal Centro Chiara Lubich del Movimento dei Focolari e dal Gruppo Editoriale Città Nuova.
Intervengono: Mauro Mantovani, Magnifico Rettore Università Pontificia Salesiana; Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede; Fabio Pasqualetti, Decano della Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale; Giulia Paola Di Nicola, Sociologa, Università Leonardo da Vinci – Chieti; Cesare Borin, IT manager – Movimento dei Focolari; Michel Vandeleene, curatore del volume; Cristiana Freni, docente di filosofia del linguaggio presso l’Università Salesiana; Marco Aleotti, regista televisivo RAI. Modera: Alessandro De Carolis, Radio Vaticana L’urgenza di diffondere il messaggio di fede e la Parola di Dio caratterizza da sempre la storia della Chiesa; un impegno che di volta in volta l’ha spinta ad avvalersi della tradizione orale e scritta, delle varie espressioni d’arte, della liturgia fino ad arrivare ai moderni mass media. Di fronte al cambiamento continuo dei mezzi di comunicazione come cambia tale impegno oggi? È attorno a questo interrogativo che ruoteranno le riflessioni del Seminario di studi. Spunto e stimolo per il confronto sarà l’esperienza “a dimensione mondiale” e la dottrina spirituale raccolte e rappresentate nel volume Conversazioni. In collegamento telefonico di Chiara Lubich (edito da Città Nuova, 2019). Nel testo infatti a partire da una limitata conferenza telefonica, Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari, ha utilizzato lo sviluppo tecnologico dei mezzi di comunicazione per dialogare, condividere, incoraggiare, sollecitare al bene un numero crescente di persone (possiamo realmente parlare di alcune decine di migliaia), avendo chiaro che una risposta concreta e positiva alle domande urgenti dei nostri contemporanei la si può dare soltanto “insieme”, come persone in forte relazione le une con le altre, persone per le quali l’impegno a cambiare il mondo parte dal “cambiare se stessi” ma non “per se stessi”. In occasione dell’uscita del volume Opere di Chiara Lubich CONVERSAZIONI in collegamento telefonico Vol. 8.1 – a cura di Michel Vandeleene (Città Nuova, 2019) Sin dai primi anni Ottanta Chiara Lubich, avvalendosi dei moderni mezzi di comunicazione, ha dato vita a una conferenza telefonica mensile o bimensile che collegava contemporaneamente dalla Svizzera (da cui il nome Collegamento CH) i più importanti centri del Movimenti dei Focolari sparsi nei cinque Continenti. In quell’occasione comunicava un pensiero spirituale, frutto della sua vita e del suo carisma. Ne è nata un’originalissima esperienza di vita cristiana comunitaria, a livello mondiale, che ha visto una fol¬la di persone camminare insieme, aiutandosi reciprocamente, sulla via della santità. Il volume raccoglie i quasi 300 pensieri spirituali comunicati da Chiara Lubich tra il 1981 e il 2004 e alcuni altri inediti.
Fonte: Ufficio Comunicazione Focolari
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