Movimento dei Focolari
Compagni di viaggio fidati

Compagni di viaggio fidati

La nostra esperienza quotidiana non è mai esente da problemi e da sfide, di salute, familiari, di lavoro, difficoltà impreviste, ecc. Per non parlare delle immani sofferenze che vivono oggi tantissimi nostri fratelli e sorelle a causa della guerra, delle conseguenze del cambiamento climatico, delle migrazioni, della violenza…  Si tratta di situazioni che spesso sono più grandi di noi.

Di fronte ad esse è normale essere preoccupati e sentire il bisogno di sentirci al sicuro. Non sempre il problema si risolve, ma la vicinanza di amici veri ci consola e ci dà forza. Le difficoltà vissute e affrontate insieme sono il richiamo quotidiano a continuare a credere in quei valori di fraternità, reciprocità e solidarietà che rendono possibile il cammino. In questo rapporto fraterno possiamo sentire la stessa sicurezza che i figli sentono affidandosi a genitori che li amano e così vivere l’esistenza in modo diverso, con più slancio.

Per Chiara Lubich e per tanti che hanno seguito e seguono le sue intuizioni, questa sicurezza nasce dalla fede di avere un Padre. Chiara diceva: «…la persona sa di essere amata e crede con tutto il suo essere a questo amore. Ad esso si abbandona fiduciosa ed esso vuol seguire. Le circostanze della vita, tristi o gioiose, risultano illuminate da un perché di amore che tutte le ha volute o permesse». Le sue parole si possono applicare a tutti coloro che hanno vissuto almeno una volta nella vita l’esperienza di un amore vero.

La caratteristica di un buon compagno di viaggio è quella di essere a servizio, in una dimensione personale fatta di conoscenza e condivisione profonda nel rispetto di ognuno. Si tratta di vivere con trasparenza, con coerenza, senza seconde intenzioni, con un amore puro e incondizionato che porta la pace, la giustizia e la fraternità.

Può emergere, così, la nuova leadership di cui c’è bisogno nel nostro tempo. Una leadership che favorisca anche una dinamica comunitaria nella reciprocità in cui ci riconosciamo l’un l’altro senza perdere la nostra identità. Per il contrario, lo sappiamo, nella solitudine si vive disorientamento e perdita di orizzonti.

Potremo noi stessi essere “guida” per chi vive momenti di difficoltà solo se a nostra volta avremo sperimentato questa fiducia nell’altro. Come dice il pedagogo e filosofo brasiliano Paulo Freire, “Nessuno educa nessuno; nessuno educa sé stesso; gli uomini si educano a vicenda attraverso la mediazione del mondo”1.  In altre parole: nella comunità educativa nessuno insegna niente a nessuno, ma tutti imparano da tutti in un contesto di dialogo e riflessione critica sulla realtà.

1 Freire, Paulo (2012)”Pedagogía del oprimido” Ed. Siglo XXI

Foto: © Lâm Vũ en Pixabay


L’IDEA DEL MESE è attualmente prodotta dal “Centro del Dialogo con persone di convinzioni non religiose” del Movimento dei Focolari. Si tratta di un’iniziativa nata nel 2014 in Uruguay per condividere con gli amici non credenti i valori della Parola di Vita, cioè la frase della Scrittura che i membri del Movimento si impegnano a mettere in atto nella vita quotidiana. Attualmente L’IDEA DEL MESE viene tradotta in 12 lingue e distribuita in più di 25 Paesi, con adattamenti del testo alle diverse sensibilità culturali.

Pace e dialogo come metodologia: “Insieme per l’umanità”

Pace e dialogo come metodologia: “Insieme per l’umanità”

“Abbracciare la speranza”. Con questo auspicio circa 200 persone provenienti dalle Americhe, dall’Africa, dal Medio Oriente, dall’Asia e da tutta Europa, si sono incontrate presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (Roma), dal 16 al 19 maggio scorso.

Sono i referenti del movimento Umanità Nuova, espressione sociale del Movimento dei Focolari, di New Humanity la ONG con lo status consultivo nelle Nazioni Unite, insieme ai rappresentanti delle discipline che dialogano con la cultura contemporanea, i referenti di Ragazzi per l’unità e di AMU (Azione Mondo Unito), la ONG che si occupa di progetti speciali e di sviluppo.

Presente anche una delegazione di giovanissimi studenti di scuole superiori che aderiscono a Living Peace International, insieme ai giovani ambasciatori di pace, come Joseph,

 dalla Sierra Leone, che ha raccontato che all’ età di soli sei anni è stato reclutato come bambino soldato, fino a diventare ora un giovane leader di pace.

Da tempo ormai, queste diverse espressioni sociali – ciascuna con caratteristiche e finalità proprie – lavorano insieme per contribuire a rispondere concretemente alle problematiche scottanti e alle attese del mondo contemporaneo: “Insieme per l’umanità” è il loro nuovo nome. Cogliendo l’invito del Papa rivolto al Movimento dei Focolari in occasione dell’udienza privata del 7 dicembre 2023, ossia quello di “essere artigiani di pace in un mondo dilaniato dai conflitti”, hanno voluto dedicare l’incontro proprio alla pace.

Un’esperienza di ascolto, riflessione comune e progettazione concreta, realizzata nelle otto comunità distinte per ambiti e passioni. Un percorso che continuerà col Genfest in Brasile, nel prosimo luglio, si intreccerà col Summit for Future dell’ONU nel settembre 2024 e con l’appuntamento a  Nairobi con i giovani e le città del mondo, in occasione degli 80 anni delle Nazioni Unite. Durante l’incontro, i presenti,con l’aiuto di esperti e testimoni, docenti, diplomatici, attori sociali e culturali, cittadini organizzati,  si sono interrogati su cosa sia la pacese sia davvero possibile raggiungerlae con quali mezzi.

Tante le esperienze toccanti dai Paesi in conflitto. Dalla Siria hanno raccontato la crudezza della guerra che vivono dal 2011, aggravata dall’embargo che colpisce una popolazione stremata. Progetti dell’AMU come RESTART, che supporta microimprese con prestiti e accompagnamento personalizzato, hanno contribuito a rallentare processi di migrazione costanti. Christiane, dal Libano, nonostante la situazione del suo Paese, caratterizzato da inflazione elevatissima e da forte tasso di emigrazione aggravato dagli impatti della guerra in Medio Oriente, non si è arresa: ha creato con suo marito un’impresa produttiva per il sostegno familiare e per aiutare anche gli altri artigiani e i produttori rurali a vendere i loro prodotti. L’iniziativa produttiva si è estesa anche all’Egitto. Dal Congo, sono stati presentati i frutti della scuola per la formazione di leader per la pace. Una diplomata di questa scuola, Joëlle, giornalista e candidata alla presidenza della Repubblica del Congo, ha lanciato la sua piattaforma presidenziale con i valori della pace e della giustizia sociale. I ragazzi ucraini hanno salutato i presenti con un video e altrettanto hanno fatto alcuni ragazzi da Betlemme, dal Pakistan, da Cuba e dalle Filippine. E’ stato presentato il progetto “Insieme per una nuova Africa”, destinato ai giovani africani interessati a cambiare il continente: formati centinaia di giovani e coinvolti altri 9000 giovani in un’esperienza che ha raggiunto 14 nazioni africane.  Altrettanto si fa in Messico con l’Agenda Nazionale per la Pace, negli Stati Uniti con le conversazioni coraggiose contro il razzismo.

C’è l’esigenza di una vera formazione alla pace e ai diritti umani nonchè quella di dare un nome ai conflitti, approfondendo le loro ragioni, provando a risolverli con una strategia comunitaria, che ascolti le diverse e plurali posizioni e che preceda e accompagni ogni negoziato. Si è detto che la pace non è solo assenza di guerra. Non tutto ciò che viene definito ordine, è pace. Non è un fatto ideologico: non è pacifismo. E’ la condizione in cui ogni persona può pensare e realizzare il proprio futuro. Ma occorre imparare il dialogo come metodologia, col quale essere disponibili a perdere qualcosa per un bene più grande. In fondo, è questa la motivazione per cui forse non vanno avanti i negoziati e anche le organizzazioni internazionali non sembrano in grado di gestire la crisi. Dialogo, fiducia, reti locali e globali, intergenerazionalità, comunità. Si riparte da qui, da queste parole chiave, incoraggiati anche da Margaret Karram e Jesús Morán , Presidente e Copresidente del Movimento dei Focolari, presenti nella giornata conclusiva. È questa la strada per la pace, alla quale si vuole contribuire concretamente, e insieme.

Mario Bruno

Un nuovo anno accademico per l’Istituto Universitario Sophia

Un nuovo anno accademico per l’Istituto Universitario Sophia

Si è svolta venerdì, 12 aprile 2024, la cerimonia di Inaugurazione dell’Anno Accademico 2023/2024 dell’Istituto Universitario Sophia (I.U.S.), presso l’Auditorium della cittadella internazionale di Loppiano (Figline e Incisa Valdarno – FI). “Che Sophia possa essere uno di quei laboratori che formano donne e uomini capaci di essere portatori di pace e unità in questo tempo”. Con queste parole Margaret Karram, Presidente del Movimento dei Focolari, ha rivolto i suoi auguri agli studenti che, in questo momento storico, hanno scelto “con coraggio e speranza”, di prepararsi al futuro frequentando l’Istituto Universitario Sophia (I.U.S.), in occasione della cerimonia di inaugurazione del XVI Anno Accademico che si è svolta il 12 aprile 2024, presso la sala A dell’Auditorium di Loppiano (Figline e Incisa Valdarno – FI). Tra le autorità religiose e civili presenti il cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze e Gran Cancelliere dello I.U.S., il vescovo di Fiesole, Mons. Stefano Manetti e Giulia Mugnai, Sindaca di Figline e Incisa Valdarno. In un tempo di crisi come quello che stiamo vivendo, l’evento è stato un momento di riflessione sul ruolo delle università, e di Sophia in particolare, alle quali spetta – ha affermato il card. Betori nei saluti iniziali – “il compito di testimoniare la ragionevolezza della fede. E dunque educare a leggere, ad interpretare, la realtà, accompagnando lo sguardo di ogni giovane verso quella verità che ciascuno, anche inconsapevolmente cerca”. Il Rettore Declan O’Byrne, teologo irlandese, recentemente nominato, ha dichiarato aperto l’Anno Accademico 2023-2024 al termine di un discorso che ha portato i partecipanti a riflettere sul valore sociale delle università. “Se gli Stati investono nelle università, è perché si ritiene che sia di interesse nazionale investire sui giovani. Si investe perché i giovani ben formati portano a benefici sociali. Si pensa che una nazione che garantisce la formazione delle nuove generazioni saprà adattarsi e portare innovazione che, a sua volta, garantirà la futura competitività della nazione stessa” ha affermato. E riguardo alla missione particolare dell’Istituto Universitario Sophia, ha ribadito: “Vogliamo essere un luogo dove, pur consapevoli di star vivendo un momento storico drammatico, si guarda alla capacità umana di costruire la pace duratura. Vogliamo studiare e insegnare a vedere quei ‘semi’ che già oggi esprimono la possibilità di risolvere la crisi che viviamo”. La cerimonia si è conclusa con la prolusione tenuta da Massimiliano Marianelli, Professore Ordinario di Storia della Filosofia all’ Università degli studi di Perugia dal titolo “Sophia, ritrovare l’umano nel ‘tra’” con uno sguardo e un’attenzione all’essere umano e al primato delle relazioni. L’ evento, trasmesso in diretta streaming, è disponibile su Youtube in italiano e inglese ai link accessibili da www.sophiauniversity.org.

Maria Grazia Berretta

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Insieme per l’Europa: un “Sì” alla creazione

“Chiamati all’unità – Verso un’ecologia delle relazioni” è il titolo del workshop online promosso dalla rete di Insieme per l’Europa (IpE). L’evento è stato preparato con esponenti di varie Chiese, Movimenti e Comunità, con l’obiettivo di evidenziare uno dei “7 SÌ” del cammino insieme: il “SÌ alla creazione”. Le sfide per la salvaguardia del creato ed una ecologia integrale crescono in modo esponenziale nel mondo e la rete di Insieme per l’Europa ha dedicato a questo tema un’intera giornata durante un workshop online. Professionisti e cristiani di varie Chiese appartenenti a diversi Movimenti, di 9 Paesi europei, sono intervenuti al Seminario dal titolo: “Chiamati all’unità – Verso un’ecologia delle relazioni”. Un “viaggio” coinvolgente, in cui i relatori in un’atmosfera di crescente convergenza hanno esposto le proprie ricerche ed il proprio impegno per la tutela dell’ambiente, entrando poi in dialogo con le circa 130 persone presenti nella “sala virtuale”. Le esperienze già in atto in tanti posti e le incoraggianti buone pratiche, facilmente imitabili, hanno evidenziato il desiderio e l’impegno di rispettare e conservare la creazione per le future generazioni. Un vincolo di unità che si rafforza tra i cristiani e mette tutti in rapporto con altri. Cuore di questo evento: approfondire uno dei “7 SÌ” per il quale, la rete di Insieme per l´ Europa, si è impegnata durante il Congresso di Stoccarda del 2007. Un “SÌ al creato, difendendo la natura e l’ambiente, doni di Dio da tutelare con rispettoso impegno per le generazioni future”. “Nessuna cosa, nessuna creatura esiste al di fuori della relazione, ogni essere è inconcepibile senza la comunione” – ha affermato il Prof. Nicolaos Asproulis, Vicedirettore dell’Accademia di studi teologici di Volos (Grecia), uno dei relatori che hanno illuminato da angolazioni diverse la tematica di una Ecologia delle relazioni. Nella sua introduzione alla giornata Stefania Papa, Professoressa all’Università della Campania, aveva messo in luce la “’logica dell’armonia relazionale’ che ci libera dall’egoismo promuovendo la prima e più essenziale forma di ecologia”. Gerhard Pross, moderatore della rete, ha sostenuto: “Per molti dei nostri movimenti il tema dell’ecologia ha un grande valore ed oggi lo colleghiamo con il nostro carisma dell’unità, delle relazioni”. Si tratta di arrivare ad una visione olistica, del nostro rapporto con la natura, con la creazione e con il suo creatore. In sintesi, pottremmo chiamarla anche “ecologia del cuore”, ha riassunto Pross, citando lo scrittore Johannes Hartl. Dopo un intenso scambio di testimonianze ed esperienze di persone di varie Chiese sul tema, durante il Workshop, che è parte di un progetto sostenuto dall‘Unione Europea, DialogUE, è stato presentato il documento Europea Green Deal. Si tratta di un progetto ambizioso, in cui l’Unione Europea ha sviluppato norme ambientali fra le più rigorose al mondo. I contenuti del Webinar e le risposte dei partecipanti ai questionari inerenti questo evento aiuteranno ad elaborare un KIT con suggerimenti concreti all’Unione Europea. Quest’ultimo sarà consegnato il 16 ottobre 2024 alle Istituzioni Europee a Bruxelles (Belgio), insieme ai risultati dei workshop precedenti sulla comunicazione e sulle politiche sociali, svoltisi nel 2023 e co-finanziati come quest’ultimo dall’Unione Europea. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito: Together4Europe | Una Rete Europea di Cristiani, per Unire Persone e Culture. Per rileggere tutti gli interventi dei relatori: Il nostro comune SÌ alla tutela del creato | Together4Europe

Maria Wienken, Segreteria internazionale di Insieme per l’Europa

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Sinodalità e comunicazione

Giornalisti, docenti, esperti della comunicazione: un laboratorio internazionale sul cammino sinodale “Quale comunicazione per la sinodalità?” Questo è il titolo di un webinar del 7 marzo scorso in diretta Youtube nato dopo un lungo confronto fra esperti della comunicazione. Un cammino sinodale avviato lo scorso anno con incontri mensili. Così su iniziativa di NetOne, la rete internazionale dei comunicatori del Movimento dei Focolari si è poi sviluppata l’idea del webinar. Papa Francesco durante la prima sessione del Sinodo di ottobre scorso aveva chiesto ai partecipanti il digiuno della parola. “La vera comunicazione ha un ritmo da rispettare: un tempo per tacere e un tempo per parlare – ha affermato Mons. Brendan Leahy, membro dell’Assemblea sinodale collegato da Limerick, Dublino -. La sinodalità comporta un’ascesi, quella capacità di guardare dentro di noi e offrire il ‘vino distillato’. Usare quindi le parole giuste e non parole vuote che portano a pettegolezzi. Penso che il Papa ci invita soprattutto ad imitare Maria, nella sua contemplazione”. “Una Chiesa sinodale è essenzialmente una Chiesa della comunione, che diventa reale quando c’è la comunicazione dei doni di ognuno – sostiene Mons. Piero Coda, segretario della Commissione Teologica Internazionale intervenuto all’evento -. Occorre puntare alla qualità della comunicazione: non proporre risposte supponenti ma scoprire le vere domande che albergano nella società per dare delle risposte profetiche”. Alle parole di Mons. Coda si lega l’intervento di Thierry Bonaventura, communication manager della Segreteria Generale del Sinodo: “La comunicazione è alla base di qualsiasi relazione umana. Dio è comunicazione, si auto comunica, è dialogo tra le Persone della Trinità. Tutte le questioni emerse durante la prima sessione del Sinodo di ottobre scorso sono legate al tema della relazionalità, la comunicazione ha permeato il Sinodo, anche se si è privilegiato il fare comunicazione piuttosto che il pensare la comunicazione”. A seguire l’intervento dall’Argentina Isabel Gatti, coordinatrice internazionale NetOne: “Dalla teoria della comunicazione è possibile offrire chiavi di lettura affinché i concetti filosofici e teologici della sinodalità possano migliorare le nostre pratiche ecclesiali nella dimensione individuale e in quella più sociale”. “La nostra Chiesa può essere una famiglia se, come Gesù e Maria, assumiamo i dolori dell’umanità sofferente che oggi ha tanti volti connessi alla comunicazione: polarizzazioni sociali, guerre, disuguaglianze sociali”. Un esempio di cammino sinodale è la riforma della comunicazione vaticana. “Il Papa desidera una Chiesa che sia in uscita, nella quale ci sia posto per tutti – sostiene Mons. Lucio Adrian Ruiz, segretario del Dicastero per la Comunicazione -. Questo implica una comunicazione che da una parte abbraccia tutte le nuove tecnologie e dall’altra non dimentica nessuna delle vecchie, perché nessuno deve rimanere escluso. Poi c’è l’esperienza del Sinodo digitale, un processo missionario per andare a portare la carezza, l’annuncio di Gesù anche alle persone che non vivono nelle istituzioni della Chiesa”. Spazio poi all’intelligenza artificiale: in che modo ci interroga nella nostra professione di comunicatori? “La risposta va data con tre parole: conoscenza, creatività e responsabilità – afferma da Roma Giovanni Tridente, direttore della Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce -. Questa innovazione tecnologica bisogna conoscerla per capire come usarla. Va utilizzata con creatività per migliorare le nostre esistenze e c’è bisogno di responsabilità per utilizzarla anche dal punto di vista etico per far conoscere e rendere libere le persone di farsi una loro opinione”. Infine l’intervento di Liliane Mugombozi, giornalista della Repubblica Democratica Congo: “Quando comunichiamo stiamo donando qualcosa di noi, la nostra visione sul mondo, i valori in cui crediamo, le nostre paure, i dispiaceri, ma anche le conquiste, le vittorie, i dubbi, le speranze, le nostre domande più profonde. Un atto di comunicazione può essere un dono che favorisce incontri di persone, che crea contesti di dialogo e fiducia anche nelle situazioni difficili, e camminare insieme. Un proverbio Amhara (Etiopia) dice che “quando le ragnatele si uniscono, possono intrappolare anche un leone”. Spazio infine al dialogo e alle domande, esperienze e impressioni. Si avvertiva il desiderio di trasmettere e vivere una comunicazione più incisiva e sincera. Questo webinar è solo l’inizio di un percorso di sinodalità e comunicazione. Per info: net4synodcom@gmail.com

Lorenzo Russo

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La sfida dell’ascolto e del reciproco apprendimento

La sfida dell’ascolto e del reciproco apprendimento

Mons. Piero Coda, teologo, Segretario della Commissione teologica internazionale, già Preside dell’Istituto Universitario Sophia, ha ricevuto la laurea honoris causa dall’Università Cattolica di Córdoba in Argentina. Una settimana di eventi ha caratterizzato l’inizio del mese di marzo 2024 presso l’Università Cattolica di Córdoba (UCC) in Argentina.  Tra questi: il Seminario Itinerario Córdoba 2024, Università dei Gesuiti e antropologia trinitaria e il conferimento del Dottorato honoris causa a Mons. Piero Coda teologo, Segretario della Commissione teologica internazionale, già Preside dell’Istituto Universitario Sophia. Altri eventi correlati hanno permesso di far conoscere il pensiero e il contributo di Mons. Coda, che non si limita all’antropologia e alla teologia, ma raggiunge la Chiesa nel suo cammino sinodale e in quello del dialogo ecumenico e interreligioso. Il Seminario di Antropologia Trinitaria si è svolto dal 4 al 6 marzo. Il gruppo di studio, attivo da 11 anni, è composto da 14 persone, donne e uomini, francescani, gesuiti, sacerdoti, religiosi, focolarini e laici di diversi movimenti ecclesiali.  Sonia Vargas Andrade, della Facoltà di Teologia San Pablo dell’Università Cattolica Boliviana, ha affermato: “Ci siamo incontrati per riflettere sul percorso che un teologo latinoamericano deve seguire nel dialogo con la teologia europea, in particolare con l’Antropologia Trinitaria, tenendo conto di ciò che è tipico nostro, cioè la pluralità”. Il Seminario si è concluso evidenziando che l’elemento distintivo della Teologia Trinitaria – oggetto di studio del gruppo – è proprio l’unità nella pluralità: “il pensiero dell’altro vale quanto il mio, devo pensare dall’altro e nell’altro”, ha aggiunto Vargas Andrade. Mons. Piero Coda ha raccontato la sua esperienza diretta e la sua lettura della prima sessione dell’Assemblea sinodale, alla quale ha partecipato come membro della Commissione teologica della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi. Coda ha definito la prima sessione come una pausa per imparare a incontrarsi, ascoltarsi e dialogare nello Spirito. E ha aggiunto: “Il viaggio è appena iniziato. La pazienza e la perseveranza devono andare di pari passo con la saggezza e la prudenza, ma anche con l’entusiasmo e il coraggio di rischiare”. Il dott. Tommaso Bertolasi, docente presso l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), ha chiuso la discussione affrontando il tema “giovani e sinodalità”, sottolineando che i giovani sperimentano il Dio assente: “Dio è sperimentato come l’assente, colui che non c’è”. Di conseguenza, è necessario considerare l’esperienza dell’abbandono di Gesù sulla croce. “È proprio lì, nella morte e nella risurrezione, che Dio entra in ogni esperienza umana: da quel momento in poi non c’è più distanza da Dio, perché Dio è nell’assenza di Dio”. Da questa tesi ha dedotto diverse implicazioni per la Chiesa in generale, soprattutto per la pastorale giovanile. Il 6 marzo è stato il giorno del conferimento del dottorato honoris causa a Mons. Piero Coda. In questa occasione il Cardinale Ángel Rossi S.J., Arcivescovo di Córdoba, ha definito Piero Coda un “pellegrino della verità, che ha vissuto la sua vita in chiave di esodo e lo ha portato a lasciare la propria ‘terra’ per mettere il suo pensiero e le sue intuizioni teologiche in dialogo permanente con culture diverse, con coloro che non professano una fede esplicita o con altre discipline”. Padre Gonzalo Zarazaga S.J., Direttore del Dottorato in Teologia dell’UCC, presentando il contributo di Coda, ha affermato che “l’Ontologia Trinitaria di Piero Coda ci apre all’intimità del Dio Trino e ci invita a partecipare al suo amore in pienezza”. La rabbina Silvina Chemen, attraverso un videomessaggio, ha espresso il suo affetto, la sua ammirazione e la sua gratitudine a Piero Coda per il suo lavoro di rafforzamento dei legami interreligiosi con il Movimento dei Focolari Nelle sue parole di ringraziamento, Mons. Piero Coda ha dichiarato di considerare il riconoscimento ricevuto come un apprezzamento dello stile di comprensione e di realizzazione del lavoro filosofico e teologico, che si sta rivelando di grande attualità nel processo di riforma sinodale e missionaria in cui è impegnata la Chiesa, sotto la guida di Papa Francesco. E ha aggiunto: “Si tratta di imparare gli uni dagli altri, ascoltando insieme ciò che lo Spirito dice alle Chiese: nello scambio dei doni delle rispettive esperienze di inculturazione della fede e della missione, di cui le nostre comunità e culture sono portatrici”. La sua lectio magistralis aveva come titolo “Abitare la reciprocità del Padre e del Figlio nello Spirito Santo per ravvivare il senso e il destino della storia”.

María Laura Hernández Foto: per gentile concessione dell’UCC e di Guillermo Blanco

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