Movimento dei Focolari

Famiglie in crisi e il mondo della separazione: l’aiuto di Famiglie Nuove

La sfera delle coppie in difficoltà, dei separati e dei separati che vivono nuove unioni è un grido di dolore nel mondo che chiede aiuto. Il Movimento Famiglie Nuove, diramazione dei Focolari, ha avviato percorsi di affiancamento per queste famiglie. Sono tante le coppie in difficoltà che a causa di incomprensioni, perdita di dialogo, freddezza nel rapporto arrivano alla decisione più drastica: la separazione. Famiglie in crisi che si lacerano, separati e nuove unioni che si formano. Spesso i problemi di coppia, piccoli o grandi non si riescono a risolvere da soli ma c’è bisogno di un aiuto dall’esterno. Il Movimento Famiglie Nuove da un po’ di anni ha cura per queste famiglie che si sentono “diverse” solo per non aver avuto nella vita un percorso lineare. Giulia e Andrea (nomi di fantasia) sono la prova che nonostante le imperfezioni della vita si può essere comunque una famiglia. Durante l’adolescenza lei conosce i Focolari e scopre l’unico ideale che vale la pena vivere: Dio-Amore. Il tempo passa, le sue amiche si fidanzano, si sposano, qualcuna si consacra a Dio ma per lei ancora non si prospetta un futuro certo. Intanto si laurea ma i suoi genitori si separano. “Vivo il dolore per una famiglia che scopro dopo quasi 30 anni, essere diversa da ciò che immaginavo – racconta -. Eppure l’amore è possibile anche dopo tanti anni, perché io nell’ideale l’ho sperimentato!” Intanto Giulia cambia città per inseguire il suo sogno lavorativo. Una sera un’amica insiste affinché escano insieme ad altri amici per una sagra di paese. Così conosce Andrea, carino e gentile… ma è separato e con due bambini. “No, grazie! Alle sue telefonate rispondo, ma quando mi invita fuori sono turbata perché io non voglio e non posso avere una storia con un separato. Come avrei fatto a conciliare la mia vita, il mio essere cristiana con uno come lui?” Con il tempo la storia prende forma ma il suo cuore è sempre più inquieto. “Sapendo il pensiero della Chiesa su queste unioni vado a messa ma decido di non fare più la comunione non sentendomi più degna. Decido di condividere questa storia con il sacerdote che mi conosce da sempre. E così ci affidiamo a Maria”. La storia va avanti. “Sento che la mia storia con lui forse è la “mia strada” – aggiunge Giulia – ma ciò mi fa soffrire è soprattutto il pensiero di non poter più ricevere Gesù eucaristia. Tuttavia se questa è l’indicazione della Chiesa, io la rispetto e vado avanti. Così rimango fedele alla messa domenicale, anche se priva di eucaristia. Nel 2016 arriva da Famiglie Nuove l’invito a partecipare ad un convegno a Roma per coppie di separati in nuova unione. “Io e Andrea aderiamo alla proposta. Da una parte sono impaurita per la reazione che potrebbe avere lui, dall’altra sento che si tratta di una opportunità per noi. Sono tre giorni intensi. Vedo Andrea coinvolto e molto contento. Per me è sentirmi a “casa” con la persona che è importante per me, anche se canonicamente non perfetti. Andrea si porta a casa il sentirsi parte viva della Chiesa. Non emarginato a causa di un matrimonio finito ma membro di un Corpo vivo e non più additato od escluso. Ho detto ad Andrea che la famiglia che volevo nella mia vita doveva essere costruita su quell’amore che avevamo sperimentato in quei giorni, in quella misura e dimensione e se anche lui condivideva il mio pensiero, allora potevamo sposarci. Sì, un matrimonio civile, ma la famiglia che si creava doveva avere quel sigillo: l’amore scambievole che ci era stato rivelato”. A settembre del 2017 arrivano le nozze in Comune. “Penso che il mio grande desiderio giovanile di andare nel mondo, si sia realizzato proprio nel giorno del nostro matrimonio dove erano rappresentate tutte le generazioni e le culture, dove c’erano persone di varie provenienze, credenti e non credenti, ma tutti felici di poter condividere la nostra gioia. Da anni siamo inseriti in un gruppo di Famiglie Nuove dove vi sono coppie che vivono la nostra stessa realtà e proprio questo ci dà la possibilità di esprimerci liberamente senza il timore di essere giudicati. Questo non ci fa più sentire di serie B ma pienamente accettati e riconosciuti come famiglia. Ci aiuta nel cammino di coppia a non chiuderci, a mantenere vivo il dialogo tra di noi nella condivisione con altre coppie, a coltivare relazioni positive e belle amicizie”.

Lorenzo Russo

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La porta accanto

Vivere nello stesso palazzo ed essere estranei. È quello che succede nella maggior parte dei casi. Basterebbe un pizzico di coraggio e un semplice gesto per incontrarsi davvero, un po’ come ha fatto la famiglia Scariolo. “L’incontro con l’altro è un arricchimento reciproco, al di là delle culture, delle religioni e delle ideologie. Ogni volta facciamo la scoperta che l’altro è stato creato come dono d’amore per me ed io per lui”. Con queste parole Adriana e Francesco Scariolo, focolarini svizzeri, sposati da 42 anni, raccontano un’esperienza che, qualche mese fa, li ha particolarmente arricchiti. “Viviamo nel Canton Ticino, nella Svizzera italiana, e da un anno e mezzo abitiamo in un palazzo con 13 appartamenti. Nei giorni prima di Natale 2021, abbiamo pensato di fare un giro di auguri, porta a porta . La sorpresa e la gratitudine di tutti i vicini è stata grande: ‘Io sono stato il primo inquilino di questo stabile e non è mai successo che qualcuno a Natale ci venisse a fare gli auguri’ ha detto uno di loro. ‘Noi siamo musulmani, ma vogliamo augurare anche a voi Buon Natale’ ha aggiunto un altro. Abbiamo anche distribuito a tutti un invito per un momento di festa di fine Anno e di auguri per un Buon 2022 a casa nostra. Così il 29 dicembre abbiamo tenuto un aperi-cena con tre famiglie, una musulmana e due cristiane delle quali una evangelica ed una cattolica, rispettando le norme di sicurezza e rigorosamente in mascherina. È stato un bel momento in cui ciascuno si è fatto conoscere con spontaneità. ‘É bello sapere che ci sono dei vicini con cui darsi una mano, salutarsi- ha affermato il marito della signora musulmana- ci fa sentire meno soli’”. È una cosa che avevate già fatto in passato? “Sì, non è la prima volta che cerchiamo di creare rapporti con gli altri condomini. Tutto è partito tanti anni fa sentendo parlare della “festa dei vicini”, un’ iniziativa proposta per dare alle persone la possibilità di incontrarsi. Ci siamo accorti che ci voleva anche un po’ di coraggio e di fantasia per fare la nostra parte e così abbiamo provato. All’inizio, approfittando del nuovo anno, mettendo nelle cassette della posta un biglietto di auguri, poi, secondo la reazione delle persone, facendo più amicizia, provando ad organizzare prima dell’estate un pranzo in giardino tutti insieme. In seguito abbiamo lasciato quel caseggiato per un periodo di volontariato all’estero durato 7 anni, ma al rientro, da quando siamo in questo nuovo palazzo, abbiamo voluto mantenere la tradizione”. Cosa vi ha sorpreso delle loro reazioni? “Vedere i loro volti sorridenti. Non se lo aspettavano, soprattutto in un periodo delicato come questo a causa della pandemia. Inoltre ci è sembrato un dono poter terminare gli ultimi giorni del 2021 con un momento di socialità dopo tanto isolamento, un segno che dà speranza e non frena la voglia di amare gli altri e costruire rapporti fraterni. Il 2 gennaio 2022 aspettavamo altre famiglie che si erano prenotate e che, per il distanziamento, non potevamo ospitare insieme alle altre. Alcune sono state colpite dal covid e quindi non sono potute venire, ma la cena con loro è solo rinviata a tempi migliori”. Cosa vuol dire per voi andare incontro al fratello? “Vuol dire andare incontro all’umanità di oggi attraverso semplici e quotidiani gesti d’amore. Per esempio, aiutare la vicina di casa che ogni tanto ha problemi con la TV, ascoltare la coppia che ha appena avuto un figlio, sciogliere i muri di indifferenza, di anonimato di cui sono fatti i rapporti e che la pandemia  ha ingigantito. La frase di Gesù “tutto quello che avrete fatto ad uno dei miei fratelli più piccoli l’avrete fatto a me” ci interpella. Allora ogni prossimo è veramente la persona che Lui ci mette accanto per essere accolto ed amato. E chi è più prossimo dei vicini di casa?”

Maria Grazia Berretta

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Quando Dio ti prende in parola

“L’Amore familare: Vocazione e via di Santità” è il tema del X Incontro Mondiale delle Famiglie che si terrà a Roma  dal 22 al 26 giugno 2022. Marcelo Chávez e Pia Noria, focolarini sposati cileni, responsabili del Movimento Famiglie Nuove del Cono Sud (Argentina, Cile, Uruguay e Paraguay), raccontano la loro storia e  l’attesa di questo evento. “Fin da bambino, sentivo che Dio mi chiamava a seguirlo, malgrado non sapessi bene ancora quale fosse il cammino da intraprendere. Dopo un periodo di discernimento ho capito che la mia strada era il matrimonio”. Sono le parole con le quali Marcelo Chávez, marito di Pia e papà di tre splendide figlie, racconta del meraviglioso disegno che Dio aveva in mente per entrambi. Una vocazione, la loro, nata da un’amicizia decennale vissuta condividendo lo stesso ideale di vita; un bellissimo viaggio di fidanzamento che ha dato inizio ad una nuova grande avventura nel matrimonio. La loro è una famiglia che oggi si fa “Chiesa viva” attorno a molte altre, tutte protagoniste del X Incontro Mondiale delle Famiglie “L’Amore familare:Vocazione e via di Santità” che si terrà a Roma (Italia)  dal 22 al 26 giugno 2022. Come vi state preparando a questo evento che, come Papa Francesco ha scritto nel suo messaggio di presentazione, data la pandemia assumerà una forma “multicentrica e diffusa”? Quando Papa Francesco ha inaugurato l’anno Amoris Laetitia nel marzo 2021, indicando che si sarebbe concluso con il X Incontro Mondiale delle Famiglie a Roma, ci siamo subito sentiti chiamati a partecipare all’evento in presenza. Poi, a luglio 2021, quando il Papa ha invitato tutti a vivere insieme questo evento attraverso una nuova modalità, ognuno con le proprie diocesi, abbiamo sentito che si trattava di vedere Roma che allargava le braccia verso il mondo, andando incontro a tutte le famiglie, fino alle periferie, affinchè nessuno rimanesse fuori. Abbiamo intuito che potevamo vivere questo miracolo dell’unità familiare essendone protagonisti, e non solo guardandolo da lontano. Per questo vivremo l’incontro dal luogo in cui siamo, aderendo alle iniziative che scaturiranno dall’Arcidiocesi di Santiago del Cile insieme ad altri movimenti. Cosa vuol dire, da famiglia, percorrere una via verso la santità? Il 6 settembre del 2021 abbiamo festeggiato 18 anni di matrimonio e, anche nei momenti difficili, non ci sono stati dubbi: la nostra chiamata è ed è sempre stata amare l’altro come vuole Dio. Dio ha preso in parola il nostro “sì” e ci ha aiutato ad andare avanti. Questo cammino di santità nel matrimonio, lo intendiamo come un cammino condiviso, fatto insieme, uniti, in cui ciascuno contribuisce anche alla santificazione dell’altro. In che modo Gesù è sostegno nella vostra vita e che ruolo ha giocato la preghiera soprattutto in  questo tempo di pandemia? In questi 18 anni, giorno dopo giorno, ci siamo accorti che la misura dell’amore coniugale era davvero dare la vita per l’altro. Renderci disponibili a questo con la grazia di Cristo ci ha permesso di cogliere quanto le nostre differenze potessero assumere una dimensione diversa. Naturalmente ci sono state situazioni in cui non è stato facile affrontare i conflitti, alcuni più difficili di altri, ma è stato in quei momenti che abbiamo sentito il desiderio forte di essere fedeli al sacramento del matrimonio e continuare ad amare Gesù anche nella difficoltà. Questo richiede ed esige coraggio ed è con grande forza di volontà che ci affidiamo a Dio, alla Sacra Famiglia per affrontare le complesse situazioni che le sfide di oggi comportano. La preghiera ci ha sostenuti e ci sostiene in questo viaggio, ci dà forza e la certezza che tutto è Amore di Dio. In questo periodo di pandemia, in particolare, la preghiera in famiglia è stata importante quanto quella con la comunità dei Focolari e  con le altre famiglie. Anche se non potevamo ricevere Gesù nell’Eucarestia, abbiamo capito che questo incontro con Lui sarebbe avvenuto comunque e che il Suo amore si sarebbe manifestato tra noi. Durante la conferenza stampa di presentazione dell’Incontro il Card. Kevin Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita ha detto: “Le famiglie sono il seme che può fecondare il mondo. Sono loro gli evangelizzatori che testimoniano al mondo la bellezza della vita familiare”. Come portare questa testimonianza fuori dalle mura domestiche? Questa realtà la troviamo riflessa nella Santa Famiglia di Nazareth. È questa la grandezza e l’importanza di essere famiglia anche oggi: essere il luogo dove Gesù nasce e viene donato al mondo. Noi sperimentiamo che l’amore di Dio che si è manifestato nella nostra vita non può rimanere solo nella nostra famiglia, ma deve irradiarsi ed essere la base per incontrare altre famiglie, coppie, fidanzati. Tutto è un’opportunità per amare e per donare l’amore di Dio. Camminare insieme ad altre famiglie significa fare comunità, condividendo i beni, le necessità, le preoccupazioni e facendo attenzione ai bisogni di tutti.

Maria Grazia Berretta

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Prima giornata mondiale dei nonni e degli anziani

Papa Francesco ha indetto questa ricorrenza al 25 luglio per sottolineare la vocazione della Terza età. “Custodire le radici, trasmettere fede ai giovani e prendersi cura dei piccoli” sostiene Francesco nel suo messaggio. Per l’occasione abbiamo raccolto alcune esperienze di nonni e nipoti che testimoniano l’amore fra generazioni.  “Quando tutto sembra buio, come in questi mesi di pandemia, il Signore continua ad inviare angeli a consolare la nostra solitudine e a ripeterci: ‘Io sono con te tutti i giorni’”. Nel suo messaggio per la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che si celebra il 25 luglio 2021, Papa Francesco ha voluto dare un messaggio di speranza e vicinanza ai nonni e agli anziani di tutto il mondo. Vorrei che “ogni nonno, ogni anziano, ogni nonna, ogni anziana – specialmente chi tra di noi è più solo – riceva la visita di un angelo!” attraverso un nipote, un familiare, un amico. Durante questo periodo di pandemia abbiamo compreso quanto siano importanti gli abbracci, le visite, i gesti d’amore. Segni che si vivono quotidianamente fra nonni e nipoti o con i vicini di casa anziani. Martin, ad esempio, ha 8 anni ed è un Gen4 – i bambini dei Focolari – che vive in Uruguay. Abita vicino ad una anziana nonnina, che nel suo giardino coltiva fiori. Alcuni bambini qualche volta buttano il pallone nel suo giardino facendola arrabbiare, poi ridono di lei. Martin ha pensato che così non va bene e allora ha deciso di aiutare la signora. Ha preso una carriola e ha portato via le erbacce e i rifiuti dal giardino. La signora lo ha ringraziato e, ogni volta che l’aiuta, gli regala qualche soldino, che lui dà per i poveri. Nicola invece è nonno di 8 nipoti. Un giorno viene invitato da un Gen4 a parlare al catechismo sulla famiglia. Andando all’incontro si chiede come interessare i bimbi su questo argomento. Mentre cammina il suo sguardo è attirato da un nido caduto da un ramo e ormai abbandonato. Lo raccoglie e lo porta al catechismo. Che bella idea, ora spiega come nasce un nido ma anche come nasce una famiglia. Tutti hanno qualcosa da aggiungere e l’ora di catechismo passa in fretta. Rosaria ha 70 anni ed è una nonna che si dedica tanto sia per i propri nipoti che per i Gen4 della sua comunità locale. “Mi sembra sempre di fare poco – racconta – però mi accorgo che qualcosa passa, fanno delle esperienze che non mi aspetto. Per esempio Tommaso, a scuola riceve un graffio sulla guancia da una bimba. Quando la maestra se ne accorge, chiede perché non glielo avesse detto. E lui ha risposto scusando la compagna perché non lo aveva fatto apposta. Quando la maestra lo racconta ai genitori, rimangono stupiti positivamente perché non era mai successo un comportamento così”. Nonna Rosaria ha un segreto: prega ogni giorno per tutti i Gen4 e per tutti i bambini del mondo. “Credo che questa sia la cosa più importante”. Nonna Mary da New York racconta a Living city: “Qualche anno fa prima di Natale la nostra nipote Cecilia, allora undicenne, tornò a casa da scuola con una borsa piena di regali con i soldi che le aveva dato la mamma. Era così felice mentre ci mostrava quello che aveva preso per un paio di amici ed alcuni familiari. Mi meravigliavo con quanto amore avesse scelto quei regali! Ho iniziato a raccontarle com’era il mio Natale quando ero bambina e vivevo nelle Filippine. Eravamo abbastanza poveri. Dopo la messa di mezzanotte andammo a casa dei nostri vicini per cenare insieme. Ognuno di noi ricevette una mela rossa deliziosa come regalo di Natale. Era qualcosa di veramente speciale! Cecilia ascoltandomi, dice: “Davvero? Una mela rossa deliziosa?”. “Sì”, ho detto, “una mela rossa deliziosa!”. E appena suo padre è tornato a casa, gli ha detto: “Sai cosa ha ricevuto la nonna per Natale? Una mela rossa deliziosa!”. Il giorno di Natale, stavamo festeggiando nella nostra casa di New York con alcuni dei nostri figli e le loro famiglie. Mia nuora ha portato un cesto con la scritta “Buone Feste” con dentro una dozzina di mele, dicendo: “Cecilia mi ha chiamato e mi ha chiesto: ‘Compreresti 12 mele per la nonna, così che non ne abbia solo una ma 12 per Natale? Che regalo di Natale! Abbiamo scoperto più e più volte che non abbiamo bisogno di molti regali per amare Dio e gli altri a Natale. A volte basta una mela rossa e deliziosa”.

Lorenzo Russo

  Videomessaggio del Papa per la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani  https://youtu.be/1qhzDGFl-6w (altro…)

Nonni e nipoti: come trasmettere i valori della vita

Nonni e nipoti: come trasmettere i valori della vita

Si avvicina la prima giornata mondiale dei nonni e degli anziani indetta da Papa Francesco per il 25 luglio 2021. I nonni Sarah e Declan O’Brien ci raccontano come vivono il loro dialogo con i nipoti che non hanno mai conosciuto Dio. Sono stata profondamente influenzata nel mio percorso di fede da mio nonno. Veniva da una famiglia tradizionale irlandese che si stabilì nello Yorkshire alla fine del 1800. Alla fine divenne, grazie al suo duro lavoro e alla sua natura onesta, un uomo d’affari rispettato e di successo a Bradford. Essenzialmente, era un uomo di Dio e amava la chiesa, ma non parlava molto di queste cose. La cosa che ho notato di lui era il suo amore per tutti e il suo amore gentile per me, sua nipote. Il suo modo di vivere ha avuto un grande effetto su di me e ha influenzato molto le decisioni che ho preso in seguito. Ora io e mio marito Declan siamo nonni! I genitori dei nostri quattro nipoti hanno scelto di non educare i loro figli alla fede in Dio. Noi rispettiamo le loro decisioni mentre cerchiamo di scoprire nuovi modi per trasmettere i valori della fede, offerti con creatività, divertimento e amore. Uno è quello di passare del tempo con i nostri nipoti dove vivono a Parigi. Papa Francesco ci dice: “Il tempo è più grande dello spazio”. Poiché i nostri quattro nipoti vivono all’estero, il tempo che passiamo con loro è ancora più importante. In questo tempo trascorso insieme, cerchiamo di amare i nostri nipoti con pazienza, tenerezza, gentilezza, misericordia e perdono. Anche noi sperimentiamo il loro amore e la loro misericordia. Naturalmente, siamo lontani dalla perfezione e facciamo molti errori lungo la strada, e nella vita familiare non possiamo nasconderci dietro una maschera. I nostri nipoti possono vedere la nostra autenticità o la mancanza di essa. Quando andiamo a trovarli ci sediamo tutti insieme intorno al tavolo per la cena. Ma a volte nostro figlio, una persona che ci impressiona per il suo amore verso tutti, instaura discussioni polemiche con noi. I nostri nipoti possono vedere come rispondiamo a queste situazioni, se cerchiamo solo di guadagnare punti l’uno sull’altro o se cerchiamo di avere un vero dialogo. Spesso non ci riusciamo, ma quando proviamo a metterci nei panni di nostro figlio, ascoltando bene, perdonandolo per alcune osservazioni oltraggiose, versandogli un altro bicchiere d’acqua, portando una luce positiva alla discussione, quando riusciamo in queste cose, e le nostre azioni sono ispirate dall’amore, questo speriamo sia notato dai nostri nipoti. Un secondo modo per trasmettere la nostra fede è condividere cose importanti con i nostri nipoti. Passare del tempo con loro ci permette di parlare, quando è il momento, “di cose importanti con semplicità e preoccupazione” (Amoris Laetitia 260). Cerchiamo di avere il coraggio di dire ciò che è veramente importante per loro. E anche loro possono parlare con noi, se siamo lì per ascoltarli, di cose importanti. E così riusciamo a vivere brevi dialoghi con loro, come tra amici. “Niente lunghe prediche, bastano poche parole”, dice Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari. Una terza via è la preghiera. Non siamo in grado di pregare con i nostri nipoti, ma naturalmente possiamo pregare per loro. E quando usciamo insieme per una passeggiata, a volte possiamo visitare una chiesa. Una volta siamo capitati in un’adorazione eucaristica dove hanno ricevuto la benedizione. Abbiamo goduto con loro del silenzio di stare in chiesa. Si accorgono che andiamo a messa e qualche volta hanno chiesto di venire con noi. I nostri nipoti non leggono storie della Bibbia, ma a Natale abbiamo ricevuto un bel libro pop-up per bambini e ho letto ai nostri due nipoti la storia del Natale, che non avevano mai sentito. Forse l’unica Bibbia che possono leggere è attraverso di noi. La nostra speranza, la nostra gioia, il nostro amore possono essere la loro buona notizia, “una fonte di luce lungo il cammino”, come ha scritto Papa Francesco nell’Amoris Laetitia (290).

Sarah e Declan O’Brien

  Pubblicato per la prima volta su Living City e condiviso all’Incontro Mondiale delle Famiglie 2018 a Dublino (altro…)

Settimana ‘Laudato Si’’ 2021

Settimana ‘Laudato Si’’ 2021

Dal 16 al 25 maggio 2021 l’evento vedrà la partecipazione di oltre 1 miliardo di persone nel mondo per dare testimonianza che si può ancora fare qualcosa per il pianeta. Il 9 maggio scorso, a conclusione della Settimana Mondo Unito, i Giovani per un Mondo Unito dei Focolari per il prossimo anno 2021-2022 hanno lanciato una nuova azione: #daretocare per le persone e per il pianeta, proponendo una “conversione ecologica” attraverso iniziative che possano coinvolgere associazioni, enti, Istituzioni, ma anche attraverso i nostri semplici gesti quotidiani, per spezzare la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo, tipica della cultura dello scarto. Il Movimento dei Focolari è partner del Global Catholic Climate Movement (Movimento Cattolico Globale per il Clima) e collabora con associazioni, enti, organizzazioni, istituzioni, movimenti di Chiese diverse e con varie religioni e culture per la cura del pianeta. Una rete globale di persone che hanno a cuore la cura del pianeta. Lo scorso anno Papa Francesco aveva lanciato la Settimana Laudato Si’ in occasione del 5° anno dell’enciclica sull’ambiente. Al termine Francesco ha indetto l’Anno Speciale Laudato Si’ per approfondire l’enciclica sull’ecologia, dando appuntamento alla prossima “Settimana Laudato Si” dal 16 al 25 maggio 2021, che coincide con il sesto anniversario (24 maggio) dell’enciclica. L’evento è organizzato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano e Integrale insieme a Renova, CIDSE, Caritas Internationalis, Gesuiti – Compagnia di Gesù, Unione Internazionale Superiore Generali, GPIC – Curia Generale Francescani OFM, Unione Superiore Generali. U.S.G. e facilitato dal Movimento Cattolico Mondiale per il Clima in collaborazione con circa 150 organizzazioni cattoliche tra cui i Focolari. L’obiettivo è quello di far maturare una conversione ecologica soprattutto attraverso il dialogo ed è previsto anche un evento dove ci saranno testimonianze di leader religiosi in paesi di tutto il mondo, compresi quelli devastati dalla pandemia COVID-19, come India, Stati Uniti, e le Filippine. La “Settimana Laudato Si’” servirà anche per pianificare ulteriori azioni in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità (COP15), la 26esima Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP26), e per il decennio a venire. La “Settimana Laudato Si’”  avrà un programma ricco di azioni, webinar e testimonianze per dialogare, scambiarsi opinioni, proporre azioni concrete per il pianeta. Il tema è “Poiché sappiamo che le cose possono cambiare” (Laudato Si’ 13), per mettere in luce la speranza nel mondo che ancora qualcosa si può fare per invertire la rotta. La Settimana mostrerà anche l’impatto trasformativo della “Laudato Si’” sull’educazione mondiale e prevederà il festival “Canzoni per il Creato”, la giornata di azione mondiale ed il lancio della Piattaforma di Iniziative “Laudato Si’”. Tutti gli eventi mondiali saranno tradotti simultaneamente in inglese, spagnolo, italiano, portoghese, polacco e francese. Leader di varie religioni da tutto il mondo, relatori e autori di fama mondiale, più di un miliardo di persone si riuniranno per celebrare anche la conclusione dell’Anno Speciale Laudato Si’ alla fine di questo mese. “In un momento in cui il grido della terra e il grido dei poveri diventano sempre più intensi, la ‘Settimana Laudato Si’’ è l’opportunità perfetta per prenderci cura della nostra casa comune – afferma Tomás Insua, Direttore Esecutivo dal Movimento Cattolico Mondiale per il Clima -. Il tempo scorre. Tutti sono invitati e desiderati a partecipare alla celebrazione e all’azione, attraverso attività locali, eventi online e tanto altro”.

Lorenzo Russo

https://www.youtube.com/watch?v=iwQbXuIvWuE (altro…)