Movimento dei Focolari

Simposio sulla Dottrina Sociale di Igino Giordani nel ventennale della sua scomparsa

Un Convegno internazionale sul pensiero sociale di Igino Giordani, si è tenuto alla Pontificia Università Lateranense, a Roma, per iniziativa dell’università stessa e del Centro Igino Giordani. Dai molti interventi è emersa la ricchezza umana e spirituale di una delle figure più significative nella storia italiana di questo secolo: sposato e padre di quattro figli, fu scrittore, giornalista, intellettuale, uomo politico, cristiano convinto e focolarino. Giordani è stato definito anche ‘un cristiano ingenuo’ per la sua capacità di guardare al mondo con lo sguardo di Dio, con uno sguardo – cioè – d’amore, in grado di andare oltre le apparenze per scorgere quello che di positivo c’è in tutti. Pur di non scendere a compromessi, Giordani pagò con l’esilio in epoca fascista la sua passione per la libertà e la democrazia. Fu uomo di pace: per primo si batté per l’obiezione di coscienza al servizio militare. Che cos’ha da dire Giordani al politico di oggi? Oggi Giordani ripete l’invito ai grandi ideali, a considerare la politica come un grande atto di amore all’umanità intera. Ai politici diceva allora: “Tutti abbiamo bisogno di santità. I politici ne hanno bisogno in razione doppia, perché sono più esposti ai pericoli della corruzione, dell’ambizione, della lotta, dell’odio, della vendetta …”. Quanto al rapporto tra la religione e la vita dell’uomo, il concetto di fondo per lui era questo: l’uomo è immagine di Dio. Qualche volta usava questo termine, “Dio in effigie”: l’uomo è Dio in effigie. Questa è una cosa che trasforma tutti i rapporti umani. Chiunque, anche un ricco, anche un potente, anche un altro politico, è Gesù. Diceva che la storia è un “quinto Vangelo”, che Dio ci parla attraverso gli avvenimenti, anche negativi. La presenza di Dio è vera nella storia umana. Giordani si occupò anche di economia e di lavoro. La sua attenzione andava soprattutto all’uomo. In una sua opera, Giordani afferma che “la produzione è per l’uomo e non l’uomo per la produzione”. Sottolineava inoltre che la persona si realizza proprio nell’attività lavorativa, che dev’essere vissuta e animata dalla carità. Fondamentale, per Giordani, fu l’ incontro con Chiara Lubich e il Movimento dei Focolari, in cui vide una via di santità aperta a tutti. Fu come immergere la sua immensa cultura “nelle onde vivificanti della carità e dell’unità”. A partire da quel momento, il suo pensiero prese un afflato nuovo, e lui lo dice in modo concreto: “Prima ero un uomo che faceva delle battaglie”, ma da quel momento, divenne un uomo che ama, che serve.     (altro…)

Esce a vita pubblica un nuovo soggetto politico: il Movimento dell’unità per una politica di comunione

“Il grande progetto politico della modernità prevedeva, come sintetizza il motto della rivoluzione francese, ‘libertà, uguaglianza, fraternità’. Se i primi due principi hanno conosciuto forme parziali di attuazione, la fraternità, invece, sul piano politico, è stata pressoché dimenticata. Proprio questa la caratteristica specifica del nostro Movimento: la fraternità; e per essa acquistano significati nuovi e potranno venire più pienamente raggiunte anche la libertà e l’uguaglianza”.  (Chiara Lubich) E’ un nuovo volto del mondo della politica quello che si è intravisto al 1° Convegno mondiale del Movimento dell’unità. Lo si desume anche dai partecipanti: più di 800. Oltre alle personalità, un universo composito: vengono dai cinque continenti, appartengono a diverse formazioni politiche – dal segretario di un partito comunista europeo a rappresentanti di partiti di destra –, fanno politica ai livelli più diversi o invece la studiano. Non mancano segretari comunali e membri di organismi europei. In comune, una passione: quell’arte del gestire la cosa pubblica che sembra aver perso il contatto con la gente. Una passione condivisa da Chiara Lubich: “Al mondo politico – dice nel suo intervento – abbiamo sempre riservato particolare attenzione, perché esso ci offriva la possibilità di amare il prossimo in un crescendo di carità: dall’amore interpersonale ad un amore più grande verso la polis”. Commenterà Livia Turco, del partito Democratico della Sinistra, ministro italiano per la solidarietà sociale: “Mai avevo udito una persona che, a partire dal Vangelo, attribuiva una così grande autorevolezza e importanza alla politica. Mi ha scosso, perché di solito ci si aspetta molto poco dalla politica e anzi se ne parla male”. E Gianfranco Fini, Segretario del partito italiano di destra Alleanza nazionale: “Una proposta da meditare a fondo”. Non solo idee, ma molti fatti. Dai partecipanti emerge questa convinzione: nella fraternità può trovarsi la base su cui lavorare per ogni altro valore, perché l’uguaglianza vissuta senza fraternità diventa massificazione e la libertà lasciata in balia di se stessa diventa individualismo. La fraternità assume diverse sfumature. C’è quella sottolineata da Roberto Mazzarella di Palermo, che, lavorando per gli immigrati siciliani all’estero, ha introdotto questo concetto al centro della propria azione. Johnson, di Recife, racconta come sia passato dall’estrema povertà ad assumere un compito politico, quale rappresentante di s. Teresina, un’isola prima talmente degradata da essere denominata Isola dell’Inferno. Dall’Irlanda del Nord, giungono note di fraternità anche dai campi minati della convivenza tra cattolici e protestanti: “Possiamo far avanzare nei rapporti interpersonali quella fraternità che è contagiosa e che prima o poi porta frutto”. Fraternità anche nel rapporto tra eletti ed elettori. Un esempio viene da Piracicaba, in Brasile, dove un gruppo di una cinquantina di elettori è riuscito a convincere i candidati a promuovere valori positivi nel loro programma, verificandone poi l’attuazione con puntualità e efficacia. Dalle Filippine, invece, una testimonianza dello sforzo di preparare con una vasta azione informativa, i cittadini più poveri e analfabeti a prendere coscienza dei loro diritti, a fare scelte libere. Mezzi: media, incontri nelle scuole, nei quartieri, lettere. Il pensiero politico e la storia in cui ha radice il Movimento dell’unità sono stati approfonditi dagli interventi di Chiara Lubich e Tommaso Sorgi che, con Igino Giordani, fu tra i primi deputati che trovarono nella spiritualità dell’unità nuova ispirazione politica. Non è mancata la dimensione internazionale, essendo la mondialità uno degli orizzonti primari del Movimento, approfondita dal prof. Vincenzo Buonomo. Si è parlato d’Europa: è emersa una visione non solo economica, ma culturale, secondo un modello di unità nella molteplicità che consente ad ogni popolo di vivere la propria diversità come dono. Alla tavola rotonda hanno partecipato politici dell’Est e dell’Ovest europeo e rappresentanti del continente sud-americano. (altro…)