Vivere esperienze di fraternità, generare rapporti di unità, creare legami di reciprocità sono tra gli obiettivi delle relazioni che quotidianamente intrecciamo. Ma dove nasce quella scintilla di luce che ci spinge ad osare e ad andare incontro all’altro? Chiara Lubich suggerisce una risposta raccontando un episodio della sua vita.
E adesso passiamo al secondo aspetto: l’irradiazione. L’argomento è vastissimo. Ci limitiamo a cogliere qua e là negli scritti dei primi anni alcune indicazioni. Ma, già leggendo qualche pagina riguardante questo aspetto, si capisce che “La prima scintilla ispiratrice è l’amore”. Sì, è stato l’amore, una scintilla accesa, che ha diffuso luce attorno ed è esplosa in incendio nel mondo. L’amore irradia, l’amore stesso dà testimonianza. Anche quando la parola entra in azione. Essa ha da essere sorretta dalla testimonianza, dall’amore: aver amato prima, e corredata dall’esperienza: raccontare le esperienze. Così è stato dei primi cristiani, così è ora. C’è un episodio che è rimasto impresso nel fondo del mio cuore. Mi sembra bellissimo a me, questo. Esso è il segreto della nostra irradiazione, il punto da cui occorre partire. “(…) andavo per le strade di Einsiedeln, e vedevo passare tante persone di vari Ordini religiosi – perché è un ambiente di santuario, bellissimo. […] (Fra gli altri) mi facevano impressione, ma un’impressione particolare le piccole sorelle di Foucauld. Passavano in bicicletta, avevano una faccetta vivissima con quei fazzoletti da lavandaie; un viso vivo ricordava alla mia anima quella frase che riguardava il fondatore Foucauld, il quale – così si disse – ha gridato il Vangelo con tutta la sua vita. Infatti quelle suore sembrava dicessero: ‘Beati i poveri di spirito, beati quelli che piangono…’. Non erano le beatitudini che il mondo vorrebbe, erano lo scandalo del Vangelo. Mi è venuto dentro, allora, un grande desiderio di dare anch’io, anche esternamente, la mia testimonianza. (Ma) (…) non mi veniva la risposta. A un dato momento mi incontro con una mia compagna – era la Natalia – e le dico: ‘Sai, ho visto come quelle suore fanno apostolato su di me e non tanto a parole, ma con la loro divisa…, e desideravo che anche noi lo potessimo fare; ma da che cosa possono conoscere Dio da noi? Ah! – faccio io – da questo conosceranno che siete miei discepoli, se vi amerete gli uni gli altri’.” L’amore reciproco era, dunque, la nostra divisa.
Chiara Lubich
https://youtu.be/RaJVe4WyqoE
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