(…) S’avvicina Pasqua, la più grande festa dell’anno, e con essa la Settimana Santa stracolma dei misteri più preziosi della vita di Gesù.
Essi ci sono ricordati soprattutto il Giovedì, il Venerdì, il Sabato Santo e la Domenica della Risurrezione e rappresentano per noi altrettanti aspetti centrali della nostra spiritualità. Sono: la consegna del comandamento nuovo, l’istituzione del sacerdozio e dell’Eucaristia, la preghiera dell’unità, la morte di Gesù Abbandonato in croce, la Desolata, il Risorto.
Noi li celebreremo con la Chiesa attraverso la santa liturgia, ma giacché la nostra è una “via della vita” ci apprestiamo ad onorarli anche con la nostra vita. (…)
Che cosa vivere allora nell’appressarsi della settimana santa e durante quei giorni benedetti?
Io penso che, se viviamo la Pasqua, se lasciamo vivere cioè il Risorto in noi, abbiamo il miglior modo per viverli tutti.
Affinché il Risorto infatti splenda in noi, dobbiamo amare Gesù Abbandonato ed essere sempre – come noi diciamo – “al di là della sua piaga” dove la carità è regina. E’ lei poi che ci spinge ad essere il comandamento nuovo in atto; che ci spinge ad accostarci all’Eucaristia la quale alimenta questa carità divina nel nostro cuore e ci fa proprio essere ciò di cui noi ci cibiamo che è appunto Gesù Risorto; è la carità che ci porta a vivere l’unità con Dio e con i fratelli. E’ per la carità che possiamo essere, in certo modo, altre Maria.
Sì, non si possono vivere meglio i vari aspetti della vita di Gesù ricordati nella Settimana Santa che proponendoci di far vivere ogni attimo il Risorto in noi. (…)
Chiara Lubich
(Chiara Lubich, Per essere un popolo di Pasqua, 24 marzo 1994 in Conversazioni in collegamento telefonico, Città Nuova, 2019, pp. 461-2)
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