A Firenze il Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira promuove la cultura del dialogo, l’accoglienza e il rispetto, per riscoprirsi tutti membri dell’unica famiglia umana. “Frequentare il Centro La Pira ci ha dato la consapevolezza che la scuola è fondamentale per costruire un futuro di pace e serenità, e ci ha ispirato il desiderio di creare qualcosa che potesse permettere a tanti ragazzi di ricevere una buona istruzione”. Armand Josè e Armand Xavier Mabiala sono due giovani fratelli angolani. Il primo si è laureato in economia a Firenze, il secondo studia ingegneria civile. Entrambi nel capoluogo toscano hanno frequentato il Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, dove hanno seguito corsi di italiano e partecipato ad attività culturali e dove hanno costruito rapporti di amicizia con giovani di provenienze, culture e religioni diverse. Un luogo che è diventato per loro un punto di riferimento, tanto da voler portare nella loro terra i valori che esprime. Nato nel 1978 per volere del Cardinale Giovanni Benelli, Arcivescovo di Firenze, per dare sostegno agli studenti provenienti da altri Paesi, e affidato al Movimento dei Focolari, il Centro dedicato a Giorgio La Pira – che fu tra i padri costituenti della Repubblica italiana e sindaco della città dal 1951 al 1965 – vuole essere “un luogo di accoglienza fraterna, d’incontro e dialogo” – si legge sul sito che lo presenta www.centrointernazionalelapira.org – una “porta aperta su un’Europa pronta a dare, ma anche a ricevere, a imparare da tutti”. Il suo orizzonte è “il sogno del Vangelo, l’ideale della fraternità universale, il sogno della Pace che ha di fronte a sé la meta del mondo unito”. A questo sogno Josè e Xavier vogliono appassionare tanti altri giovani: ricevuta una somma di denaro dal padre, piuttosto che spendere per sé quelle risorse hanno deciso di investire sul bene che consideravano più importante per il loro Paese: l’educazione, come strumento di pace, sviluppo e benessere. E a Luanda, capitale dell’Angola, hanno costruito una scuola. Anch’essa intitolata a Giorgio La Pira e ispirata dall’ideale della fraternità universale. È solo una delle tante storie che attraversano il Centro La Pira e parlano di accoglienza, solidarietà e amicizia fra persone diverse per provenienza, convinzioni, fede e cultura. Anche in questo tempo di pandemia. Mohamed Abou El Ela è uno studente fiorentino, fa parte del direttivo dei Giovani Musulmani Italiani ed è segretario della Comunità Islamica di Firenze e Toscana. Insieme ad altri giovani musulmani e col sostegno della comunità islamica, la Caritas, il Banco Alimentare e il Centro La Pira – che con i suoi amici ha frequentato – ha dato vita ad un gruppo di trenta persone che portano soccorso a centinaia di studenti e famiglie in difficoltà, e si offrono come volontari per la Croce Rossa, la Misericordia, la mensa della Caritas. “Nei momenti difficili non dobbiamo agire separati, ma più uniti – spiega – Questa è la lezione che impariamo dalla crisi che ci impone il Covid19”. Una storia di condivisione e collaborazione che supera le barriere ideologiche e valorizza la comune appartenenza alla famiglia umana. È lo spirito che anima ogni attività e ogni progetto del Centro La Pira.
Claudia Di Lorenzi
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