Le comunità ebraiche di tutto il mondo celebrano nei giorni 10 e 11 settembre, con vigilia il 9, la festività di Rosh ha-shanah, il Capodanno ebraico, dell’anno 5779. «La festa – spiega l’UCEI, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – ha un carattere e un’atmosfera assai diversi da quella normalmente vigente nel capo d’anno “civile”. Piuttosto è considerato giorno di riflessione, di introspezione, di auto esame e di rinnovamento spirituale. È il giorno in cui, secondo la tradizione, il Signore esamina tutti gli uomini e tiene conto delle azioni buone o malvagie che hanno compiuto nel corso dell’anno precedente. Nel Talmud infatti è scritto “A Rosh Ha-Shanah tutte le creature sono esaminate davanti al Signore”. Non a caso tale giorno nella tradizione ebraica è chiamato anche “Yom Ha Din”, giorno del giudizio. Il giudizio divino verrà sigillato nel giorno di Kippur, il giorno dell’espiazione. Tra queste due date corrono sette giorni che sommati ai due di Rosh Ha-Shanà e a quello di Kippur vengono detti i “dieci giorni penitenziali”. Rosh Ha-Shanah riguarda il singolo individuo, il rapporto che ha con il suo prossimo e con Dio, le sue intenzioni di miglioramento».
Mettere in pratica l’amore
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