Dall’impegno di una piccola comunità nel territorio della Murcia (Spagna) sono nate molte attività per aprire spazi di dialogo e solidarietà: incontri tra cittadini e politici, eventi culturali, attività per emergenze sociali ed umanitarie. Aljucer è una piccola città della regione della Murcia, nel sud della Spagna. Qui dodici anni fa la comunità locale dei Focolari si è chiesta come concretizzare l’impegno a vivere la fraternità e incidere a livello sociale in questa località immersa in una zona fertile e vicino al mare Mediterraneo, nella quale non mancano anche emergenze piccole e grandi. Il primo passo è stato trovare la strada per attuare forme di partecipazione alla vita della città più aperte ed inclusive. Per questo, in collaborazione con altri gruppi, hanno dato vita all’associazione culturale “ACLF Aljucer”. “La prima esperienza che abbiamo fatto come associazione – raccontano – è stata quella di riunire i vari Sindaci che hanno amministrato la città nel periodo democratico spagnolo. Non è stato facile fare gli inviti, ma alla fine tutti hanno accettato di partecipare. Hanno avuto l’opportunità di presentarsi, ricordare i tempi in cui hanno svolto i loro incarichi e, in alcuni casi, di riconciliarsi. Alla fine, ringraziandoci, ci hanno incoraggiato a continuare su questa linea”. Un’esperienza che ha fatto nascere un’idea: replicare ogni anno incontri per avvicinare politici e cittadini. Così sono nati: “Nelle nostre mani” e “The Speaker”. “Il primo evento, arrivato alla dodicesima edizione – spiegano – si svolge prima delle elezioni e offre un ambiente sereno che favorisca il dialogo tra cittadini e candidati. Nel secondo evento invece si sceglie un argomento di attualità e si dà la parola a politici e cittadini. Gli interventi e le proposte vengono raccolte, pubblicate sul sito dell’Associazione e offerte come contributo al Consiglio Comunale. Alcuni temi proposti sono stati approfonditi e, da questa esperienza, è sorta l’idea di un Centro Culturale alle dipendenze del Comune che si sta realizzando”. Un altro campo di attività dell’Associazione è quello culturale: concerti, presentazioni di libri e mostre. E poi “Aljucereños”, un evento nel quale personaggi della cultura, della musica, della pittura, della letteratura, della politica, dell’economia e della medicina, raccontano le loro esperienze di vita e le motivazioni delle loro scelte. Con altre associazioni promuovono un incontro mensile e organizzano una Fiera annuale delle Associazioni. Ma per realizzare la fraternità occorre anche ascoltare e rispondere ai dolori e alle ferite del territorio. “Il primo passo nel campo della solidarietà – proseguono – è stata una cena per il progetto ‘Fraternity with Africa’, per finanziare borse di studio per giovani africani che si sono impegnati a lavorare nel loro Paese per almeno cinque anni. In poco tempo è divenuta la nostra principale attività, quella per la quale tanti ci conoscono”. Alla realizzazione delle cene, che riuniscono circa duecento persone, collaborano negozianti e associazioni. In ogni edizione vengono forniti aggiornamenti sull’evoluzione del progetto”. Ma l’Associazione collabora anche a iniziative promosse da altri enti a sostegno di emergenze umanitarie (Filippine, Madagascar, Croazia) e si è impegnata per i rifugiati a causa della guerra in Siria. L’ultima attività è stata una raccolta fondi per il Libano, dopo le esplosioni a Beirut dell’agosto 2020. E anche quando le emergenze sono arrivate vicino a casa non si sono tirati indietro. “L’anno scorso – spiegano – la nostra priorità è stata la raccolta di acqua e cibo per le persone colpite dalle inondazioni della nostra regione. Abbiamo anche organizzato attività di volontariato e raccolte di materiale scolastico per una scuola del nostro territorio con un’alta percentuale di popolazione a rischio di esclusione sociale. Nell’ultimo anno abbiamo sostenuto tre famiglie vittime della pandemia, con la fornitura di cibo, medicine e aiuti economici. Diffondiamo tutte queste attività attraverso il sito web e il profilo facebook dell’Associazione, mezzi che ci aiutano a promuovere una cultura solidale su larga scala”.
Anna Lisa Innocenti
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