Dal 2019 il Paese sudamericano vive proteste sociali contro le scelte dell’attuale Governo. Il racconto di Daniel, giovane dei Focolari sul loro impegno verso soluzioni pacifiche delle tensioni. Cosa succede in Colombia? Il Paese vive forti tensioni fra le forze dell’ordine e i cittadini. Proteste contro le scelte dell’attuale Governo che – secondo i manifestanti – sta attuando politiche che aumentano disuguaglianze. Per capire cosa sta succedendo abbiamo intervistato Daniel Osorio uno dei Giovani per un Mondo Unito del Movimento dei Focolari in Colombia. Qual è la situazione attuale nel tuo Paese? Dal 2019 in Colombia ci sono state proteste di massa che mettono in discussione l’operato del Governo. Sono principalmente causate dai dissensi per politiche governamentali e l’esigenza di avere una educazione pubblica gratuita, ma non solo. Tra i motivi delle proteste anche l’uso eccessivo della forza pubblica contro i civili, a volte veri e propri i massacri. I manifestanti chiedono l’intervento della Commissione interamericana per i diritti umani per verificare i molti casi di presunte violazioni. Molti i feriti e le vittime in questi anni, in cifre: dal 2016 al 2020 sono stati registrati 971 omicidi di difensori dei diritti umani e leaders sociali. In particolare, nel mese di maggio 2021, la tensione è aumentata a causa del disegno di legge per la riforma fiscale che andava a colpire la fragile classe media e gli strati sociali più deboli e che maggiormente hanno sofferto l’impatto economico della pandemia. Le proteste sono sfociate in uno sciopero nazionale che ha coinvolto oltre 5 milioni di persone. E se gran parte delle proteste sono state pacifiche e culturali, ci sono stati anche alcuni atti vandalici e una repressione violenta da parte dello Stato che ha provocato vittime e feriti. Che ruolo hanno i social nel rendere il mondo consapevole di ciò che stai vivendo? Grazie all’influenza dei social, alla facilità nella generazione di contenuti audiovisivi e alla grande quantità di informazioni che circolano, le persone possono essere consapevoli di ciò che sta accadendo nel nostro Paese. A volte però è difficile essere certi dell’affidabilità e della veridicità dei contenuti replicati negli spazi digitali. D’altra parte la grande diffusione delle reti sociali facilita la diffusione di contenuti che avvisano tutti sulle richieste dei manifestanti, ma anche sulle segnalazioni di violazione dei diritti umani, aiutando ad avere un quadro sempre più completo e reale di ciò che sta accadendo. Cosa fanno in questa situazione la comunità dei Focolari e i Giovani per un Mondo Unito? Una volta iniziate le proteste come Giovani per un Mondo Unito abbiamo provato due sentimenti molto forti: una grande impotenza di fronte agli episodi concreti di violenza e un forte desiderio di poter fare qualcosa di concreto. Abbiamo iniziato subito con tre azioni:
- a livello locale, abbiamo creato uno spazio virtuale dove ognuno poteva esprimere ciò che sentiva, inteso come un mezzo per condividere e per ricevere nuove proposte e idee.
- Abbiamo lanciato un video sui nostri social network per rendere visibili ed incoraggiare le proteste pacifiche e culturali, certi che per cambiare la situazione del Paese sia questa la strada e non quella della violenza.
- Stiamo creando delle infografiche – che diffondiamo attraverso i social – per raggiungere il maggior numero possibile di persone in Colombia e nel mondo, spiegando le cause delle proteste, la situazione attuale nel nostro Paese, ma anche inviando un messaggio di speranza, comunicando l’importanza di essere uniti come Paese, come popolo, come società e come mondo.
Come vedi il tuo futuro e quello della Colombia? Nonostante la difficile situazione sento che c’è speranza, perché la ragione per la quale stiamo protestando e parlando è proprio questa: crediamo che la Colombia e il mondo possano essere luoghi migliori in cui vivere, con più giustizia, equità e unità.
Lorenzo Russo
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