Un invito chiaro, tratto dalla Parola di vita di aprile 2019, di Gesù che per primo ha lavato i piedi ai discepoli. Un invito che tutti possiamo comprendere e mettere in pratica, in ogni situazione, in ogni contesto sociale e culturale. Il componente mancante Lavoro in un’azienda che produce computer. Da mesi stavo cercando uno specifico componente elettronico che avrebbe ridotto di molto i costi di un prodotto, ma nessun fornitore me l’aveva trovato. Per questo avevo deciso di progettarlo io, e alla successiva riunione settimanale avrei chiesto di posticipare di una settimana la consegna, visto il lungo lavoro necessario. Durante quella riunione, però, un collega che stava passando un difficile momento familiare ci comunicò che non era riuscito a terminare un lavoro che gli era stato affidato. Il direttore generale cominciò a fare la voce grossa con lui, così proposi di terminare io quel lavoro al suo posto. Subito dopo pensai che non avrei più avuto il tempo per terminare il mio progetto e che avrei fatto sempre tardi a casa. Ma tornato nel mio ufficio trovai ad aspettarmi un fornitore che, senza appuntamento, era venuto a portarmi proprio il componente che cercavo. (M. A. – Italia) Nel cortile Nel cortile del condominio dove viviamo giocano molti ragazzi del quartiere. Tra questi c’è anche Robert, un ragazzo problematico, che passa il tempo girovagando per le strade e spesso litiga con gli altri. Abbiamo saputo che i suoi genitori non hanno tempo per lui e che lui stesso è in cura da uno psichiatra. Un giorno, al ripetersi dei litigi, mia moglie e io siamo scesi nel cortile e abbiamo invitato Robert a salire a casa nostra, dove è rimasto fino a sera giocando con i nostri due figli, più piccoli di lui. Nei giorni seguenti, ogni volta che la situazione si faceva difficile, loro lo accompagnavano da noi. In seguito abbiamo saputo che Robert ha raccontato allo psichiatra come passava i pomeriggi. Da quando ha cominciato a frequentare casa nostra il suo comportamento è migliorato, tanto che ha potuto sospendere i farmaci. (D. H. – Usa) L’uovo di Pasqua Nel congedarmi da un amico malato che ero andato a trovare, la moglie mi consegna un uovo di Pasqua per mio figlio Cesare. Tornato a casa, lo trovo che sta giocando con un nipotino che viene spesso da noi a motivo del clima difficile nella sua famiglia. Strizzo l’occhio a mio figlio e l’uovo va nelle mani del cuginetto, che ne è felice. Cesare sta al gioco, poi quando siamo da soli gli spiego che fare un dono ci fa sentire più vicini a Gesù. Nel pomeriggio arriva la nonna con un uovo di Pasqua ancora più grande. Felice, Cesare mi dice: «Papà, perché non diciamo a tutti questo segreto?». (Z. C. – Italia) Una grande famiglia Dopo tanti tentativi un immigrato africano che avevamo accolto in parrocchia era riuscito a far venire dall’Africa anche la moglie e i sei figli, ma mancava loro tutto il necessario. L’alloggio era ancora un cantiere e non c’era la corrente elettrica. Così mi sono offerta di lavare la loro biancheria e altri hanno dato la loro disponibilità per il cibo e altre necessità. Questi fratelli hanno sperimentato la gioia di aver ritrovato la grande famiglia che pensavano di aver perso per sempre lasciando il loro Paese. (F. F.- Belgio)
a cura di Chiara Favotti
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