“Infine in noi sarà effuso uno spirito dall’alto; allora il deserto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato una selva“. Così inizia il testo da cui è tratta la Parola di vita di questo mese. Il profeta Isaia, nella seconda metà dell’VIII secolo avanti Cristo, annuncia un futuro di speranza per l’umanità, quasi una nuova creazione, un nuovo “giardino”, abitato da diritto e giustizia, capaci di generare pace e sicurezza.
Questa nuova èra di pace (shalom) sarà opera dello Spirito divino, forza di vita capace di rinnovare la creazione, e insieme sarà frutto del rispetto del patto tra Dio e il suo popolo e tra i componenti del popolo stesso, essendo inseparabili comunione con Dio e comunità degli uomini.
“Effetto della giustizia sarà la pace, frutto del diritto una perenne sicurezza”
Le parole di Isaia richiamano la necessità di un impegno serio e responsabile nel seguire le norme comuni della convivenza civile che impediscono l’individualismo egoistico e il cieco arbitrio, favoriscono la coesistenza armoniosa e l’operosità finalizzata al bene comune.
Sarà possibile vivere secondo giustizia e praticare il diritto? Sì, a condizione di riconoscere in tutte le altre persone dei fratelli e delle sorelle e se vedremo l’umanità come una famiglia, nello spirito della fraternità universale.
E come vederla tale senza la presenza di un Padre per tutti? Egli ha già iscritto la fraternità universale, per così dire, nel DNA di ogni persona. La prima volontà di un padre è infatti che i figli si trattino da fratelli e sorelle, si vogliano bene, si amino.
Per questo il “Figlio” per eccellenza del Padre, il Fratello di ogni uomo, è venuto e ci ha lasciato come norma del vivere sociale l’amore vicendevole. È espressione dell’amore rispettare le regole della convivenza, compiere il proprio dovere.
L’amore è la norma ultima di ogni agire, quella che anima la vera giustizia e porta la pace. Le nazioni hanno bisogno di leggi sempre più adeguate alle necessità della vita sociale e internazionale, ma soprattutto hanno bisogno di uomini e donne che ordinino nel proprio intimo la carità. Quest’ordine è giustizia, e solo in quest’ordine le leggi hanno valore.
“Effetto della giustizia sarà la pace, frutto del diritto una perenne sicurezza”
Come vivremo dunque la Parola di vita durante questo mese?
Impegnandosi di più ancora nei doveri professionali, nell’etica, nell’onestà, nella legalità.
Riconoscendo negli altri persone della stessa famiglia che attendono da noi attenzione, rispetto, vicinanza solidale.
Se a base della tua vita, nei tuoi rapporti con il prossimo, metterai la mutua e continua carità (che precede tutte le cose), quale più piena espressione del tuo amore verso Dio, allora la tua giustizia sarà proprio grata a Dio.
“Effetto della giustizia sarà la pace, frutto del diritto una perenne sicurezza”
Un vigile urbano del Sud dell’Italia, per una scelta di condivisione con le persone più disagiate della città, ha deciso di risiedere con la famiglia in uno dei quartieri di nuova formazione: le strade sono sterrate, non c’è l’illuminazione pubblica, non esiste la rete idrica né quella fognaria, di servizi sociali e trasporto pubblico neanche a parlarne.
«Abbiamo cercato di creare con ciascuna famiglia e abitante del quartiere – racconta – un rapporto di conoscenza e di dialogo, tentando di ricucire lo strappo tra i cittadini e l’amministrazione pubblica. Pian piano i circa tremila abitanti del quartiere sono diventati soggetti attivi nel rapporto con le istituzioni pubbliche attraverso un comitato creato appositamente.
Si è giunti ad ottenere dall’amministrazione regionale lo stanziamento pubblico di una forte somma per il risanamento del quartiere, diventato ora un quartiere-pilota, che ha dato vita ad attività formative per i rappresentanti di tutti i comitati di quartiere della città».
Chiara Lubich
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