La Lucila è una graziosa cittadina di villeggiatura che si affaccia sul mare, a 350 km da Buenos Aires. È qui che si svolgono, da tredici anni, le settimane di “Vacanze scuole” come le hanno chiamate. Omar e Susana Zazzerini, del Movimento Parrocchiale di Buenos Aires, organizzatori di questa iniziativa insieme al loro parroco e ad altre famiglie , raccontano: “Abbiamo incominciato dalle parole di Gesù ‘Venite in disparte e riposatevi un po’’ (Mc 6,31) pensando soprattutto alle famiglie che avevano meno possibilità di fare vacanze. Volevamo che fosse, oltre al riposo, una scuola di vita generata dall’amore reciproco e vissuta alla presenza spirituale di Gesù tra noi. Come agli inizi dei Focolari quando ci si ritrovava a riposare insieme sulle Dolomiti e tante persone sperimentavano questo stile evangelico di vita e scoprivano Dio come Amore”. I partecipanti provengono da diverse parrocchie dell’hinterland di Buenos Aires. Il primo anno erano in 23. A questa tredicesima edizione vi hanno partecipato in 140, di cui 115 tutta la settimana. Finora hanno vissuto questa esperienza circa 1200 persone. “La cosa più importante – afferma Omar – è amare con la potenza del momento presente, nell’attenzione verso gli altri, guardandoci sempre con ‘occhi nuovi’”. Dimenticando magari difetti o incomprensioni, soprattutto con chi si conosce da più tempo. “Altrimenti – continua – non sarebbe così bello stare insieme una settimana nella quale, distribuendoci in equipe, ci tocca un giorno cucinare, un altro lavare i piatti, un terzo servire a tavola, mantenendo l’armonia negli ambienti”. “Questa è una scuola – aggiunge Susana– dove possiamo imparare ad aiutarci a superare le circostanze dolorose o di conflitto. Quando proviamo fastidio per ciò che gli altri fanno, nella convivenza impariamo ad accogliere il disagio”. E si portano così le relazioni interpersonali su un piano più alto. Approfondimento spirituale, condivisione di quanto si vive: “Anche i dolori…” – continua ancora Susana: “certe situazioni difficili si risolvono nella comunione. Il momento culmine è la messa. Il resto della giornata si va in spiaggia, si gioca, si fanno passeggiate, colloqui e tanti altri modi per svagarsi”. Da sottolineare, la crescita spirituale dei partecipanti e l’impatto sui giovani: “Crescono in quantità, ma anche in qualità: si vede dall’amore per le persone anziane e i bambini, e dal rapporto tra loro. Alcuni si sono già formati una famiglia, altri hanno fatto l’esperienza alla Mariapoli Lia o hanno partecipato al Genfest di Budapest. Una delle ragazze ha potuto partecipare, con l’aiuto di tutti, alla GMG in Spagna e adesso è la referente per quella di Rio de Janeiro. Abbiamo anche avuto tra di noi persone consacrate, membri di altre chiese, seminaristi e vari sacerdoti”. Un’esperienza di fraternità, come l’ha definita uno di quelli che vi partecipavano per la prima volta che poi continua durante l’anno nelle varie parrocchie di provenienza.
A cura di Carlos Mana
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