Movimento dei Focolari

Maria Voce: salvare il mondo con l’amore

Cosa abbiamo imparato dalla pandemia? Con quali strumenti costruire un mondo nuovo? Qual è il contributo specifico di ciascuno di noi? Il dialogo spontaneo di Maria Voce del 16 luglio scorso con una comunità dei Focolari (video).  Da un po’ di anni il 16 luglio è sempre festa doppia per le comunità dei Focolari nel mondo: si ricorda lo speciale patto di unità che Chiara Lubich visse con Igino Giordani nel ‘49 ed anche il compleanno della sua presidente, Maria Voce. Anche quest’anno il momento di festa per lei si è trasformato in un’occasione di dialogo spontaneo e informale per  parlare a cuore aperto con i presenti sul senso di quella speciale giornata, sulla la vita dei Focolari in questi ultimi tempi e sul contributo del carisma dell’unità in questo periodo così cruciale per l’umanità. Le espressioni di augurio e di affetto che le sono giunte sono state numerosissime e da tutto il mondo, per questo Maria Voce desidera ringraziare particolarmente ciascuno.  Pubblichiamo di seguito parte del suo dialogo, allegando anche stralci delle riprese video amatoriali di quel momento. “(…) anche questa pandemia ci ha fatto una grande lezione, no? Bisogna riconoscere. Ci ha fatto soffrire, ci sta facendo ancora soffrire? Non sappiamo quante conseguenze potranno venire ancora di dolore da questa pandemia, no? Però è stata anche una grande lezione. La lezione principale è stata quella di dirci: siete tutti uguali. Siete tutti uguali: ricchi, poveri, potenti, miserabili, ragazzini, grandi, immigrati… siete tutti uguali. Prima cosa. Seconda cosa: siete tutti uguali, però c’è qualcuno che soffre di più nonostante l’uguaglianza. Allora come mai siete tutti uguali? Siete tutti uguali perché Dio ha fatti tutti uguali; diversissimi gli uni dagli altri ma tutti figli suoi, tutti creati da lui con lo stesso amore, un amore grande. Poi sono arrivati gli uomini e hanno cominciato a fare le distinzioni,  ancora adesso continuiamo a fare le distinzioni: questo sì, questo no; questo vale di più, questo meno. Questo mi può dare qualche cosa, questo non mi può dare niente; questo mi sfrutta, questo meno… e iniziamo a fare i distinguo e nei distinguo cosa succede?. Succede che ci sono i paesi dove ci sono gli ospedali ben attrezzati e quelli dove non ci sono; ci sono i Paesi dove hanno le mascherine per tutti e ci sono quelli dove non ce le hanno. Ci sono dei paesi, anche nella nostra Italia, dove arriva la fibra ottica e possono fare la scuola a distanza e ci sono paesi dove non c’è. Quindi: tutti uguali davanti a Dio e non tutti uguali davanti agli uomini, non tutti uguali per il cuore degli uomini. Anche per noi è così? Magari anch’io certe volte sto più volentieri con una persona che con un’altra e faccio questa differenza tra una persona e l’altra, lo vedo anch’io e allora vivo veramente il patto se sono così?, cioè quel patto che mi dice di essere pronta veramente a dare la vita l’uno per l’altro? Ma non l’altro che mi piace, ma l’altro chiunque. Oggi si dice che si deve creare un mondo nuovo, l’umanità, tutti dicono che bisogna fare un mondo nuovo. Ecco, in piccolo Chiara l’ha fatto un mondo nuovo; in piccolo la famiglia di Chiara sparsa nel mondo è un mondo nuovo. Naturalmente è un tentativo, è un bozzetto, un piccolo segno, però vuol dire che è possibile. Allora se in piccolo è stato possibile farlo, perché questo piccolo gruppo – che poi è piccolo relativamente perché sono alcune centinaia di migliaia di persone sparse nel mondo – questo piccolo popolo, che è il popolo di Chiara, non è a disposizione di tutti per dire che il mondo nuovo è possibile? E’ possibile: dobbiamo essere convinti che è possibile e poi il passaparola di oggi qual era? ‘Credere nella forza dell’amore’. Perciò, prima di tutto: crederci che l’amore è una forza. L’abbiamo provato? Sì, tante volte l’abbiamo provato. Ma adesso, un pochino è diminuito; è diminuito il termometro dell’amore. Mettiamo un po’ di mercurio che lo faccia salire! Facciamo risalire l’amore e vedrai che tutto risale. Saremo questa realtà che passa nel mondo che beneficheremo, senza bisogno di andare a dire: ‘Sai noi facciamo così, vieni con noi perché noi siamo così’. No, noi siamo quelli che siamo, siamo come gli altri; siamo dei poveri disgraziati come tutti, però viviamo il paradiso e non vogliamo uscire dal paradiso, ma vogliamo stare con gli altri, non vogliamo stare tra di noi in paradiso. Vogliamo portare questo paradiso agli altri, non vogliamo tenercelo, perché sarebbe comodo… e poi il mondo vada a farsi friggere. No! Il mondo deve salvarsi, il mondo dobbiamo salvarlo con il nostro amore”. a cura di Stefania Tanesini https://vimeo.com/439499696 (altro…)

Rinviata l’Assemblea Generale ordinaria dell’Opera di Maria

L’appuntamento ci sarà dal 24 gennaio al 7 febbraio 2021 A causa dell’emergenza sanitaria originata dal Covid-19, con l’approvazione del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, l’Assemblea Generale dell’Opera di Maria (Movimento dei Focolari) – che era prevista per il mese di settembre 2020 – è stata rinviata dal 24 gennaio al 7 febbraio 2021. Ricordiamo che l’Assemblea Generale viene convocata in modo ordinario ogni sei anni o in modo straordinario quando emergono motivi tali da richiederne le deliberazioni (Statuti Generali Art. 73, 75). Cosa avviene all’Assemblea Generale All’Assemblea generale vengono affidati quattro compiti principali (SG, Art. 74): 1)  eleggere la Presidente, il Copresidente, i Consiglieri e le Consigliere generali; 2)  deliberare su modifiche degli Statuti Generali dell’Opera di Maria, che vengono poi sottoposte all’approvazione dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita; 3)  deliberare sulla modifica dei Regolamenti delle diramazioni e del Regolamento dell’Assemblea generale stessa; 4)  deliberare su argomenti raccolti e ordinati dal Centro dell’Opera di Maria, che le siano presentati su iniziativa della Presidente, del Consiglio generale, di una sezione, branca o movimento. Ogni partecipante all’Assemblea può proporre che siano esaminati altri argomenti relativi alla vita dell’Opera. La premessa di Chiara Chiara Lubich ha voluto scrivere una premessa agli Statuti Generali, per dare un senso a tutti i contenuti degli Statuti, e quindi anche all’Assemblea Generale: “La premessa di ogni altra regola – la mutua e continua carità, che rende possibile l’unità e porta la presenza di Gesù nella collettività, è per le persone che fanno parte dell’Opera di Maria la base della loro vita in ogni suo aspetto: è la norma delle norme, la premessa di ogni altra regola.” (SG, p.7).

Ufficio Comunicazione Focolari

(altro…)

Coronavirus: superare la paura e moltiplicare la solidarietà

Maria Voce, Presidente dei Focolari, all’“Elijah Interfaith Institute” di Gerusalemme “Tutto quello che avviene nella vita è condotto da un Autore della storia che è Dio, e Dio vuole il bene degli uomini […] Quindi anche se qualche volta forse la libertà delle creature porta a delle conseguenze negative, Dio è capace […] di far venir fuori il bene anche da queste situazioni negative”. Secondo Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari, questo è l’insegnamento più grande che la crisi del coronavirus può offrire agli uomini. In una intervista per il rabbino Alon Goshen-Gottstein, direttore del “Elijah Interfaith Institute” di Gerusalemme, la Presidente dei Focolari parla anche dei possibili benefici che la pandemia può portare al mondo. L’intervista fa parte del progetto Coronaspection, una serie di interviste video con leader religiosi di tutto il mondo, che condividono saggezza e consigli spirituali mentre affrontiamo congiuntamente una crisi globale (qui puoi vedere il trailer del progetto, che riassume lo spirito del progetto). “Ci sono valori che in questo momento vengono più in evidenza di altri – sostiene Maria Voce -, come la solidarietà, l’uguaglianza fra gli uomini, la preoccupazione per l’ambiente”. Il mondo uscirà migliore da questa crisi se sapremo “superare le divisioni legate ai pregiudizi, alla cultura, per vedere tutti come fratelli che appartengono all’unica famiglia dei figli di Dio”. Una certezza che viene da una profonda fiducia nell’uomo: “negli uomini c’è sempre una scintilla di bene e si può far leva su quella”; l’uomo risponde “perché (il bene) è insito dentro di lui”. È l’interiore convinzione che “Dio è Amore e ama tutte le creature” a suscitare speranza. In effetti – continua – basta guardarsi intorno per scorgere esempi di solidarietà. Gli sforzi di medici e infermieri che cercano di suscitare fiducia, un sorriso, e il loro dolore per le persone che non sono riusciti a salvare, hanno avuto l’effetto di “edificare” i pazienti che sono usciti guariti. Inoltre “Nel nostro Movimento tante persone sono state capaci di mettersi a disposizione del vicino di casa per portargli quello di cui aveva bisogno; tanti bambini hanno messo a disposizione di altri i giocattoli che per loro sono stati di conforto”. A livello di rapporti internazionali – osserva Maria Voce – “esempi di solidarietà li vediamo nella partecipazione di medici e infermieri che da altri Paesi sono venuti in Italia. […] Anche a livello di pensiero economico si sta cercando di fare di tutto perché i Paesi non pensino soltanto a difendere i propri beni ma ad integrare la propria visione con quella degli altri Paesi”. Testimonianze che tuttavia non nascondono le sfide che la crisi impone. Accanto a quelle personali – racconta – ci sono quelle che vengono dal guidare un movimento internazionale: “prendere decisioni che comportano difficoltà sia a livello personale che economico”. Qui “ho sentito di dover chiamare i miei diretti collaboratori, perché le decisioni fossero condivise, per far prevalere l’interesse delle persone su tutti gli altri interessi”. Anche la paura – osserva infine – non va negata, ma accettata per superarla: “direi di imparare a convivere con la paura e nello stesso tempo di non lasciarsi fermare da essa” restando – secondo l’esempio di Chiara Lubich – “ancorati al presente”. “Solo l’amore – conclude citando la fondatrice dei Focolari – scaccia la paura, e non c’è paura dove c’è il perfetto amore. Quindi aumentare l’amore fa diminuire la paura perché l’amore ti aiuta a fare delle azioni che la paura cercherebbe invece di condizionare”. Per guardare l’integrale dell’intervista clicca qui

Claudia Di Lorenzi

(altro…)

“Più amiamo il fratello, più il dolore si dilegua”

In occasione della giornata di preghiera, di digiuno e di invocazione per l’umanità del 14 maggio, riportiamo la preghiera di Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari. In questo tempo di prova, di solitudine, di angoscia e di sgomento, sentiamo il bisogno di ritrovare il senso della vita e della morte, di ciò che non passa e rimane in eterno. I nostri cuori, purificati dal dolore e disarmati, si uniscono per implorare Te, l’Onnipotente, il Clemente, il Misericordioso, Padre di tutti noi. Rafforza in noi la fede che tutto quello che permetti è per un bene più grande, e nulla di ciò che succede è al di fuori della Tua bontà infinita. Aiutaci a continuare il viaggio della vita con rinnovata fiducia e speranza, radicati nella Tua divina volontà di ogni attimo presente. Conforta quelli che sono nella sofferenza per le perdite di parenti e amici; dona forza per andare avanti e pazienza nelle avversità. Fa’ che davanti all’angoscia per il futuro, alla perdita del lavoro, alle conseguenze economiche e sociali che la pandemia porta, riusciamo a scoprire in esse occasioni per vivere la solidarietà e alimentare la giustizia. Forgia sempre più in noi un animo capace di amore concreto, per condividere il dolore di chi piange e rallegrarci con chi è nella gioia. Dacci di considerare l’altro come noi stessi e di desiderare per lui ciò che desideriamo per noi stessi. Facci sperimentare, Dio Altissimo ed Onnipotente, che più amiamo il fratello, dimentichi di noi, più il dolore si dilegua e rimane nel cuore la dolcezza ineffabile e tangibile della Tua presenza. Dà vigore, salute, protezione e sapienza a medici, infermieri, personale sanitario e a tutti quelli che si prodigano a favore dei fratelli malati e nel bisogno, perché possano essere Tuoi strumenti nell’accompagnare chi è affidato alle loro cure. O Dio, Luce del mondo, fa che gli scienziati siano illuminati dalla Tua Sapienza, e mettano a disposizione il loro sapere per il bene di tutta l’umanità. Sostieni i responsabili delle nazioni e tutti quelli che decidono le sorti dei popoli, affinché sappiano prendere decisioni lungimiranti e trovare soluzioni sociali ed economiche a favore dei più deboli. Tocca le loro coscienze, perché trovino tutti i mezzi per prevenire i conflitti e promuovere la pace. Fa che ognuno si senta responsabile non solo del proprio popolo, ma di tutta l’umanità. Che Maria, amata e venerata da molti, ci aiuti a stare saldi nella fede e a portare consolazione e speranza a tutti. Amen.   Scarica la preghiera (altro…)

Verso un tempo nuovo: quello della famiglia universale

Verso un tempo nuovo: quello della famiglia universale

Cos’ha fatto emergere questa pandemia nella vita sociale ed ecclesiale? Cos’ha suscitato nel Movimento dei Focolari? Come vivere il tempo nuovo e sconosciuto che ci aspetta? Dialogo a tutto campo con Maria Voce. Da un’intervista a Radio Inblu (Italia) D.: Dal 18 maggio potranno essere nuovamente celebrate le sante Messe, con tutte le accortezze naturalmente. Un suo breve commento… Maria Voce: Abbiamo sempre seguito la Messa del Papa, ci sono state mille occasioni per pregare insieme in streaming. Però non possiamo nascondere che il cristianesimo è una religione incarnata, c’è bisogno anche di essere presenti fisicamente alle cose, di partecipare più direttamente e in un modo più vivo dei misteri del cristianesimo stesso. Quindi partecipare all’Eucaristia in modo reale è qualcosa che sicuramente ci mancava ed è un dono che adesso ci ritorna. Quindi siamo pronti a fare qualsiasi attenzione, qualsiasi cautela pur di non perdere questa occasione. D.: Certo. In questo tempo sono successe tante cose, abbiamo dovuto rimettere in discussione comportamenti, acquisizioni… Secondo lei cosa sta facendo emergere nella vita sociale e quindi anche in quella ecclesiale la pandemia? Maria Voce: Sta facendo emergere delle cose belle che possono essere anche delle cose brutte. Una prima cosa che mi sembra di sottolineare è l’uguaglianza fra tutti, cioè questa pandemia ci ha dimostrato che gli uomini di fronte a questo piccolo microbo, virus che ci ha colpito, sono tutti uguali perché colpisce il potente come il povero, il ricco come quello che non ha niente, il bambino come l’adulto, quello che è in carcere come quello che è fuori. Quindi in questo senso siamo veramente tutti uguali. Nello stesso tempo questa pandemia ha fatto emergere anche tante disuguaglianze che non sono create dal fatto di essere umani, di essere uomini, ma sono create dalle culture, dai pregiudizi, dagli stili di vita, per cui c’è chi si può permettere la cura e chi non se la può permettere; c’è chi ha la casa dove poter mettersi in isolamento e chi invece è costretto a stare con più persone in un piccolissimo spazio; chi perdendo il lavoro può attingere al conto in banca che aveva messo da parte con i suoi risparmi, e chi non ha quello a cui attingere e quindi, perdendo il lavoro, rischia la fame per sé e per la sua famiglia. Quindi le disuguaglianze purtroppo sono venute ancora più in evidenza. E questo deve farci pensare, perché logicamente sono disuguaglianze che non sono volute da Dio, non sono volute dalla natura umana, ma sono volute dalla cattiva volontà degli uomini che non hanno saputo amministrare bene i doni che Dio ci ha fatto. Quindi bisogna riparare a queste disuguaglianze per non trovarci, quando la pandemia sarà passata, peggio di come eravamo prima; per trovarci invece avvantaggiati da questa constatazione dell’uguaglianza nel fare programmi che rispettino questa uguale dignità di tutti. D.: Invece per la comunità ecclesiale? Maria Voce: Per la comunità ecclesiale ha fatto emergere quello che è essenziale, mi sembra, perché sono cadute tante cose: si è visto che non è essenziale la Chiesa come mura ma è essenziale la Chiesa come comunione; che non è essenziale andare ogni giorno a fare la visita a Gesù sacramentato ma è essenziale amare il fratello, è essenziale rispondere con amore a chi ci sta vicino, è essenziale ripescare nel Vangelo le parole che Lui ha lasciato e a cui dobbiamo ispirarci. Quindi ha fatto cadere tante cose anche a livello ecclesiale. Però questo non ci fa che bene, perché ci spinge a quella rinascita di cui Papa Francesco parla continuamente, a quella risurrezione, a quel ripartire daccapo per riformare veramente la Chiesa in un modo vitale, non in un modo istituzionale o formale. D.: Quali di questi essenziali è più essenziale? Maria Voce: A me sembra che la cosa più essenziale è tenere presente che siamo l’unica famiglia umana. Quindi l’unica famiglia umana deve spingerci tutti a prenderci cura gli uni degli altri, a prenderci cura anche del creato che è l’unica casa che contiene questa unica famiglia umana; a prenderci cura con responsabilità, con attenzione, proprio perché il cristianesimo ci fa guardare a questa realtà anche con la responsabilità. Siamo tutti membri di una famiglia ma siamo tutti responsabili di questa famiglia, quindi ogni persona di questa famiglia è importante, ha dei diritti ma ha anche dei doveri. È questa responsabilità collettiva. E questo io penso che ci deve spingere a fare proposte, a fare programmi, a vedere che cosa si può fare per arrivare veramente all’inclusione di tutti; a fare proposte sia nell’economia, sia nella politica, capaci di guardare veramente al bene comune, non al bene dell’uno o dell’altro, non agli interessi di una parte o dell’altra ma al bene di tutti. Quindi fare proposte che mirino alla comunione dei beni a livello più universale. Poi la Chiesa – del resto anche noi come Movimento dei Focolari – è universale, non ha confini. La Chiesa in un certo senso compete ad armi pari con il virus; il virus non ha paura dei confini ma anche la Chiesa non ha paura dei confini, la Chiesa è universale perché è la famiglia di Dio su tutta la terra. E’ a questa famiglia di Dio che si deve guardare per vedere come farla essere tale, cioè come creare strutture che favoriscano lo sviluppo integrale di tutti, che rispettino la storia di ogni popolo, la cultura di ogni popolo, il modo di vivere di ogni popolo, senza volerlo coartare con l’idea di farlo sviluppare secondo i nostri modelli, secondo i nostri programmi. Nello stesso tempo mettendo a disposizione gli uni degli altri tutti i talenti di cui Dio ha dotato ogni popolo, ogni cultura, ogni persona; mettendoli a disposizione gli uni degli altri perché tutti insieme si possa fare del mondo quella casa comune sempre più bella, sempre più degna di essere abitata dai figli di Dio. D.: Maria Voce, come Movimento dei Focolari questo tempo come vi ha provocato? Quali riflessioni state facendo? Maria Voce: Ci ha provocato come ha provocato tutti, nel senso che ci siamo trovati anche noi da un giorno all’altro a non poter più disporre di noi stessi, né personalmente né come Movimento. Quindi abbiamo dovuto cambiare tutti i programmi. È un anno importante per noi perché è l’anno del centenario della nascita di Chiara Lubich; abbiamo in programma l’Assemblea generale del Movimento per il mese di settembre; c’erano in programma diversi incontri preliminari all’Assemblea per prepararla. E tutto questo è saltato da un momento all’altro, da un giorno all’altro, quindi ci siamo trovati di fronte ad una assoluta incapacità di prevedere, di programmare e di pensare che cosa si poteva fare. Questo logicamente ci ha sconvolti. Nello stesso tempo abbiamo imparato da Chiara Lubich a vivere l’attimo presente, a voler fare solo quello che Dio ci chiede di fare, quindi non volere altro che la Sua volontà e a cercare insieme – proprio ascoltandoci gli uni gli altri, cercando di capire le esigenze degli uni e degli altri – ascoltare insieme quello che Dio voleva dirci attraverso questa cosa. E per fare questo innanzitutto abbiamo cambiato tutti i programmi, ma sempre guardando sia all’interesse di quelli che dovevano partecipare a questi programmi, sia all’interesse di quelli che da questo cambiamento magari subivano perdite economiche, subivano sconvolgimenti, tante realtà così. L’abbiamo fatto, l’abbiamo fatto con gioia senza lasciarci sconvolgere del tutto da questa cosa. E stiamo vedendo che era nei piani di Dio perché questo ci ha portato ad una maggiore essenzialità nella vita, ad un voler rivedere anche i nostri stili di vita; ad una maggiore sobrietà nel decidere se acquistare una cosa o non acquistarla adesso, a rimandare una spesa che era programmata, a procrastinarla o ad annullarla del tutto per mettere a disposizione quello che avevamo pensato per un bisogno più immediato. Ci ha portato a vedere tutte le nostre famiglie in che condizioni sono. Tanti dei nostri come gli altri hanno perso il lavoro e non sanno come fare; questo ha mosso una comunione dei beni più completa, più aperta, più trasparente fra tutti. Per cui ci siamo comunicati di più i bisogni e le necessità ma anche quello che la Provvidenza ci ha mandato. E veramente bisogna dire che la Provvidenza ancora una volta ci ha fatto vedere che è vera, che è una realtà, che il Padre manda quello che è necessario ai suoi figli se i suoi figli vogliono vivere per lui e vivono nell’amore scambievole. Quindi ci ha rimesso come in luce, in un certo senso, la molla che ci muove e questo amore che è l’amore che Dio ha messo nei nostri cuori, non come focolarini ma come persone, come esseri umani. Come focolarini si colora anche di più perché diventa amore fino all’unità, amore cioè che è capace di dare la vita gli uni per gli altri, di rischiare qualsiasi cosa. Questa veramente è stata una cosa che ha mosso il Movimento nel mondo intero. Anche il Movimento come la Chiesa è universale, quindi abbiamo sofferto di quello che soffrivano i nostri in Cina, come i nostri in America, come i nostri in Medio Oriente, dappertutto, o come in Italia, e abbiamo vissuto insieme tutto in modo che quelli dei nostri che avevano di più davano a quelli che avevano di meno. Sono arrivati aiuti dalla Cina, dalla Corea, dal Giappone, dal Medio Oriente e dalla Siria. Magari aiuti di incoraggiamento, messaggi di saluto, ma tutti dicevano che questa grande famiglia che vive l’Ideale che la nostra fondatrice, Chiara Lubich, ci ha lasciato voleva essere una sola cosa ed essere a disposizione degli altri con questa unità per aiutare il mondo a diventare una cosa sola. Da un’intervista ad Alessandra Giacomucci per la rubrica Ecclesia (Radio InBlu), 8 maggio 2020 (altro…)

Radicarsi nel presente

Radicarsi nel presente

Un modo inatteso di vivere il centenario di Chiara Lubich. L’intervento di Maria Voce su “Osservatore Romano”. 02 aprile 2020 «Celebrare per incontrare» è il motto che, come Movimento dei Focolari, abbiamo scelto per ricordare nel 2020, in tutto il mondo, i 100 anni dalla nascita della nostra fondatrice Chiara Lubich. Fino a poche settimane fa questo motto ci sembrava una scelta azzeccata per celebrare, nelle modalità più varie, la persona della nostra fondatrice e il carisma che Dio le ha donato e che lei ha trasmesso generosamente. Desideriamo infatti che le persone la incontrino viva oggi e non la evochino come un ricordo nostalgico; che la ritrovino nella sua spiritualità, nelle sue opere e soprattutto nel suo “popolo”, cioè in quanti vivono nel presente il suo spirito di fraternità, di comunione, di unità. E a partire dal 7 dicembre 2019 abbiamo gioito per i tantissimi eventi che si sono svolti in tutto il mondo. Avremmo voluto che la festa continuasse. Ma in poco tempo lo scenario è cambiato e il motto «celebrare per incontrare» rischia di apparire anacronistico: anche noi abbiamo sospeso ogni tipo di celebrazione o evento. La pandemia causata dal coronavirus sta costringendo sempre più Paesi su tutto il pianeta a misure drastiche per rallentarne il contagio: l’isolamento e la lontananza fisica sono per ora gli strumenti più efficaci. Lo dimostrano i segnali che ci stanno arrivando dalla Cina, che per settimane abbiamo accompagnato con trepidazione. Ma qui in Italia e in diversi altri Paesi del mondo la situazione è ancora molto seria.

© Horacio Conde – CSC Audiovisivi

Per molti di noi che viviamo in isolamento è un’esperienza totalmente nuova. Essa non ha solo una dimensione sociale o psicologica, ma anche una forte ripercussione spirituale. Ciò vale per tutti e in modo particolare per i cristiani. Una situazione che tocca anche nell’intimo la nostra specifica spiritualità come Focolari. Noi siamo fatti per la comunione e l’unità. Saper creare rapporti è forse la qualità più caratteristica di una persona che ha conosciuto e accolto lo spirito di Chiara. E proprio questa dimensione ora sembrerebbe limitata al massimo. Ma l’amore non si lascia limitare. È questa la grande esperienza che si sta facendo in questi giorni drammatici e dolorosi. Più che mai e da ogni dove mi arrivano testimonianze di persone che mettono in moto la creatività e la fantasia, e che sono in donazione verso gli altri anche in condizioni difficili e insolite: bambini che raccontano i piccoli-grandi atti di amore per superare le difficoltà del dover restare a casa; ragazzi che si mettono in rete per creare una staffetta di preghiera; imprenditori che vanno controcorrente per non approfittare dell’emergenza, ma anzi mettersi al servizio del bene comune anche a scapito del guadagno personale. Sono molti i modi con i quali si cerca di offrire sostegno e conforto: con la preghiera prima di tutto; con una telefonata, un messaggio WhatsApp, una mail…, perché nessuno si senta solo, quelli che sono a casa, ma anche gli ammalati e quanti si prodigano per curare, consolare, accompagnare coloro che subiscono le conseguenze di questa situazione. E poi ci sono messaggi di solidarietà che ci aiutano a spalancare il cuore anche oltre l’emergenza coronavirus, come quello dei giovani in Siria che, nonostante le loro drammatiche condizioni, trovano la forza di pensare a noi in Italia. Sono i giovani a insegnarci che queste esperienze condivise sui social media si possono moltiplicare, perché anche il bene può essere contagioso. Attraverso queste testimonianze è maturata in me una convinzione: il centenario di Chiara Lubich non è sospeso e il motto «Celebrare per incontrare» è più attuale che mai. È il nostro Padre nel cielo però, o forse anche la stessa Chiara, che ci invita a vivere questo anno giubilare in una maniera più profonda e più autentica. Al di là dei condizionamenti, anche nell’impossibilità di celebrare insieme l’eucaristia, stiamo riscoprendo la presenza di Gesù, viva e forte nel Vangelo vissuto, nel fratello che amiamo e in mezzo a quanti — anche a distanza — sono uniti nel suo nome. Ma in modo particolare la nostra fondatrice ci fa riscoprire il suo grande amore, il suo sposo: Gesù Abbandonato — «il Dio di Chiara», come ama definirlo monsignor Lauro Tisi, l’arcivescovo di Trento. È il Dio che è andato al limite, per accogliere in sé ogni esperienza limite e darle valore. È il Dio che si è fatto periferia per farci capire che anche nella più estrema esperienza possiamo ancora incontrare Lui. È il Dio che ha fatto sua ogni sorta di dolore, di angoscia, di disperazione, di malinconia, per insegnarci che il dolore accettato e trasformato in amore è fonte inesauribile di speranza e di vita. Ecco la sfida di questa emergenza planetaria: non sfuggire, non cercare soltanto di sopravvivere per arrivare sani e salvi al traguardo, ma radicarci bene nel presente, guardando, accettando e affrontando ogni situazione dolorosa — personale o di altri — per farne un luogo di incontro con “Gesù Abbandonato” e trovare, nell’amore per Lui, la forza e la creatività di costruire rapporti di fraternità e di amore anche in questa difficile situazione. Per Chiara ogni incontro con “lo Sposo”, con Gesù Abbandonato, era festa, era celebrazione. Incontrando Lui — ne sono convinta —, incontreremo anche lei perché impareremo, come ha cercato di fare lei, a guardare ogni situazione con gli occhi di Dio. Forse anche noi potremo ripetere l’esperienza di Chiara e delle sue compagne, che non si erano “quasi” accorte né della guerra né della sua fine, perché, prese da Dio e dal suo amore, sentivano che la realtà che vivevano, l’amore concreto che circolava tra loro e con tanti nella loro città, era più forte di tutto. Non sappiamo quanto durerà questa emergenza: saranno forse settimane o mesi. Comunque passeranno. Il mondo che troveremo alla fine del tunnel, lo stiamo costruendo adesso.

di Maria Voce

Fonte Osservatore Romano – https://www.vaticannews.va/it/osservatoreromano/news/2020-04/radicarci-bene-nel-presente.html   (altro…)

Consenso ai cookie con Real Cookie Banner
This site is registered on wpml.org as a development site. Switch to a production site key to remove this banner.