Lug 25, 2018 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
È in corso a Seggau (Austria, dal 24 luglio al 1° agosto) l’incontro dei vescovi membri del Movimento dei Focolari. 64 vescovi (tra i quali cardinali della Curia e nunzi apostolici) di 31 Paesi e quattro continenti, vivranno “alcuni giorni di esperienza di Chiesa universale tra vescovi in Stiria”, si legge in un comunicato pubblicato sul sito della diocesi austriaca. A ospitare l’incontro il vescovo Wilhelm Krautwaschl. “La tradizione di questi incontri episcopali ha avuto inizio decenni fa, quando la fondatrice del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich (1920-2008), invitava d’estate per qualche giorno in Svizzera alcuni vescovi legati al Movimento”, si legge nella nota. È stato poi il defunto vescovo di Aquisgrana, mons. Klaus Hemmerle, ad avviare e moderare questi incontri che hanno “un carattere deliberatamente privato” e si svolgono ogni anno ma in luoghi diversi. Scopo dell’incontro è “approfondire il carisma dell’unità, coltivare gli scambi tra vescovi a livello mondiale e trascorrere alcuni giorni in comunione fraterna”. Sabato 28 luglio, il vescovo Krautwaschl celebrerà insieme ai confratelli nell’episcopato una messa nella basilica di Seckau, “a cui sono invitati tutti coloro che desiderano partecipare”. In Austria il Movimento conta 1.300 membri e oltre 20mila simpatizzanti. Fonte: AgenSir (altro…)
Lug 25, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
1968-2018: qual è l’eredità della contestazione partita dagli Stati Uniti e dalla Francia 50 anni fa e cosa hanno da dire oggi quelle esperienze ad un’Italia che fu protagonista di quella stagione e che oggi si interroga sul suo presente e sul suo futuro? Come ogni anniversario che si rispetti, è l’occasione per una riflessione su un fenomeno che con la sua richiesta di cambiamento ha trasformato la società e la cultura dell’Occidente. Non un ricordo del ‘68, ma l’attualità di una rivoluzione, per passare dal sogno all’impegno in tre ambiti specifici fra i tanti che meriterebbero attenzione: educazione, partecipazione, lavoro. È l’obiettivo della nona edizione di LoppianoLab, il laboratorio nazionale di economia, cultura, comunicazione e formazione promosso dal Polo Lionello Bonfanti, dal Gruppo Editoriale Città Nuova, dall’Istituto Universitario Sophia, dal Movimento dei Focolari in Italia e dal Centro internazionale di Loppiano (FI), dove ancora grande è l’eco della recente visita di Papa Francesco, il 10 maggio scorso. Dalla prima edizione nel 2010, LoppianoLab coinvolge migliaia di cittadini, imprenditori, operatori della comunicazione, studenti e docenti, politici impegnati in vari ambiti, membri dell’associazionismo, giovani, di tutte le regioni italiane. Attraverso la formula laboratoriale che contraddistingue l’evento, LoppianoLab raccoglierà interrogativi e problemi, ma anche risorse ed energie, proponendo piste di riflessione per costruire il presente e progettare il futuro. Ciascuno dei tre temi – educazione, partecipazione, lavoro – sarà al centro di una plenaria, cui farà seguito una serie di laboratori che punteranno al coinvolgimento dei partecipanti. Ø Sabato 29 mattina: la grande questione del lavoro e le straordinarie trasformazioni che lo hanno investito e le domande sul senso del lavoro che innovazione e rivoluzione tecnologica costringono a porsi. Ø Sabato 29 pomeriggio: le eredità del ‘68 in tema di partecipazione, con approfondimenti sul ruolo delle donne negli anni della contestazione. Si discuterà anche di Chiesa e ‘68 e della nascita di una sensibilità nuova ai temi dell’ambiente. Ø Domenica 30 mattina: l’educazione, con un’attenzione alla sfida posta al rapporto intergenerazionale e alle moderne tecnologie coi loro rischi (dal cyberbullismo al sexting), con proposte educative per la famiglia e la scuola. Novità dell’edizione 2018 saranno specifici programmi per bambini e ragazzi. LoppianoLab junior. Per i più piccoli (4 – 10 anni), in collaborazione con la rivista Big: un laboratorio sull’educazione alle emozioni e un percorso formativo tra natura, arte e divertimento. LoppianoLab teens. Per i ragazzi (12 – 17 anni), a cura della redazione della rivista Teens: un laboratorio giornalistico; un workshop sui Social Media e laboratori che intendono sensibilizzare i giovani ai temi della distribuzione delle ricchezze e delle risorse sul pianeta. Programma dettagliato LoppianoLab 2018 Ufficio stampa LoppianoLab: Elena Cardinali – mob: 347.4554043 – 339.7127072– ufficiostampa@cittanuova.it Tamara Pastorelli – mob: 338.5658244 – 335.6165404 –ufficio.comunicazione@loppiano.it Web: www.loppianolab.it Facebook: www.facebook.com/loppianolab – Twitter: @LoppianoLab Gruppo Editoriale Città Nuova – www.cittanuova.it Polo Lionello Bonfanti – www.pololionellobonfanti.it Istituto Universitario Sophia – www.sophiauniversity.org Economia di Comunione: http://www.edc-online.org/it/ Loppiano – www.loppiano.it Movimento dei Focolari in Italia: www.focolaritalia.it
Lug 23, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
Immaginate di scoprire nei materiali di scarto la possibilità di una forma nuova, già presente in potenza, di trasformarli in “qualcosa” di bello, utile e prezioso, che prima non esisteva. Poi, coinvolgete in questo processo virtuoso delle persone vulnerabili come, per esempio, le donne che, scontata la loro pena in carcere, fanno fatica a reintegrarsi nella società, a trovare un posto di lavoro e l’indipendenza economica. È questa la mission del “Project Lia”, un’associazione non profit e un’impresa sociale sorta nella città di Indianapolis (USA). «Da noi, queste donne che cercano di reinserirsi nella società, imparano a creare oggetti d’arredo e mobili, in un ambiente di lavoro educante, che è uno spazio di comprensione e rispetto reciproco, dove si trasformano i materiali ma anche le vite delle persone attraverso relazioni basate sulla reciprocità e la fiducia,» spiega Elizabeth Wallin fondatrice e direttore esecutivo di Project Lia «forniamo anche opportunità educative in materia finanziaria, di comunicazione, di etica aziendale, salute e benessere, oltre a promuovere la partecipazione alla vita comunitaria e sociale». Secondo le statistiche pubblicate sul loro sito, estratte da dati del Bureau of Justice, negli ultimi tre decenni e mezzo, la popolazione carceraria femminile degli Stati Uniti è cresciuta di oltre il 700 per cento. Nel 1980, erano 12.144 le donne sotto la giurisdizione statale o federale. Cifra salita a più di 100.000, nel 2015. Se a queste aggiungiamo le detenute nelle strutture carcerarie locali, in libertà sulla parola o agli arresti domiciliari, la somma raggiunge e supera il milione di donne. «Quando queste persone escono dal carcere», continua Elizabeth Wallin «devono trovarsi un lavoro stabile e una casa, mentre cercano di riallacciare i rapporti con le proprie famiglie. Se a questo si associa lo stigma generato dal carcere e la discriminazione razziale, è molto difficile per loro riuscire a reintegrarsi, escludendo il rischio di recidiva». Per questo, Project Lia ha scelto di dedicare la sua azione alle donne. Aiutando loro, si rafforza indirettamente la famiglia e la comunità perché, secondo importanti studi, queste donne responsabilizzate pensano “comunitario”, reinvestendo il 90% del loro reddito nelle proprie famiglie. A questo punto, viene da chiedersi qual è stata l’idea ispiratrice. «Durante un mio viaggio in Argentina», comincia a raccontare Elizabeth «ho partecipato all’organizzazione di un festival giovanile dal titolo “No Te Detengas” (in italiano: “non ti trattenere”). Un festival che ha riunito oltre 1.000 giovani e che parlava di quelle gabbie in cui spesso ci imprigioniamo per paura, pressioni altrui, situazioni di comodo o pregiudizio. Tornando negli Stati Uniti, mi sono resa conto che lì, le donne uscite di prigione continuavano ad essere “trattenute” da una gabbia più grande e sistematica. Per me, Project Lia è una risposta alla paura, alle pressioni, alle comodità e ai pregiudizi di un sistema di giustizia penale e di una società che, anche dopo aver scontato la pena, continua a “trattenere” gli ex prigionieri, senza offrire possibilità di vera integrazione sociale». Insomma, un progetto inclusivo, che mira a costruire ponti di vera solidarietà sociale. L’unica curiosità che rimane da soddisfare, giunti a questo punto è il nome: perché proprio “Lia”? Elizabeth mi spiega che:«“Lia” è il nome di una donna che ha dedicato tutta la sua vita a costruire ponti tra persone di razze, culture, religioni e background sociali diversi. Il suo nome completo era Lia Brunet, era di Trento e fu una delle prime compagne di Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento dei Focolari». Lia Brunet, nel 1961, raggiunse l’Argentina, dove sorge nel cuore della pampas la cittadella che oggi porta il suo nome. Là dove anche Elizabeth ha potuto sperimentare l’ideale di un mondo unito. Fonte: United World Project (altro…)
Lug 19, 2018 | Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
Ai piedi di due piccole montagne, nel cuore dell’Argentina, La Falda è una cittadina della provincia di Córdoba, situata su un dolce pendio montagnoso, parte di un rinomato circuito turistico nella Valle di Punilla. È qui che abitava, fino a quattro anni fa, la famiglia Bongiovanni: Esteban e Victoria, insieme ai loro due figli. Poi, inaspettata, una svolta e il trasferimento a San Marcos Sierras, poco più a nord. È la risposta, generosa, alla richiesta di andare a vivere all’Hogar Sierra Dorada, una casa di accoglienza per minorenni che sulle loro giovani spalle portano già troppi e gravi problemi. Storie di maltrattamenti, violenza, abbandono, sottoalimentazione. Attualmente il centro ospita 28 ragazzi. «Prima di arrivare a l’Hogar, avevamo una pessima idea delle case di accoglienza per minori, come quelle che si vedono nei film, dove i ragazzi e i bambini vengono picchiati o maltrattati. Invece abbiamo trovato una realtà molto diversa, come una grande famiglia. Ci sforziamo di migliorare la loro situazione e di svuotare dal di dentro la violenza e le condizioni in cui hanno vissuto, in modo che capiscano che la cosa normale, alla loro età, è vivere in pace, giocare e studiare». L’obiettivo della Casa, fondata quasi vent’anni fa da Julio e Patricia Laciar e sostenuta da una fondazione senza scopo di lucro che opera, con vero spirito cristiano, nella provincia di Córdoba , è quello di migliorare le loro condizioni di vita e di aiutarli a reintrodursi nel proprio contesto famigliare o in famiglie adottive. All’inizio Julio e Patricia Laciar non avevano nulla, tranne il desiderio di voler migliorare la situazione di tanti ragazzi. Poco a poco, grazie alla solidarietà di tante persone, questa realtà è cresciuta: oggi la Fondazione Sierra Dorada gestisce quattro Case-Laboratori: San Marcos Sierras (dove vivono Victoria e Esteban), Embalse de Río Tercero, Rumipal e Salsipuedes, oltre a vari programmi di accompagnamento familiare, borse di studio per volontari e numerose altre attività. Seduti a un tavolo nella sala da pranzo esterna, Victoria e Esteban spiegano: «Tante persone dimostrano una grande solidarietà, specie quando cominciano a coltivare un rapporto con i ragazzi. Ci sono giovani stranieri che intraprendono stage di assistenza sociale, ma anche studenti universitari argentini. Il nostro lavoro inizia con l’accoglienza. Dal momento del loro arrivo, cerchiamo di contenerli, di dare loro amore, come una mamma e un papà. Con l’aiuto di uno staff di psicologi, cerchiamo di dare un ordine alla loro vita. A cominciare dall’uso dello spazzolino per i denti, a lavarsi ogni giorno, a mettersi vestiti puliti, fino ad educarli a essere responsabili dei loro compiti e a scuola». Con un grande sorriso, Victoria sceglie una delle decine di storie che potrebbe raccontare. «Qualche settimana fa siamo andati tutti in un hotel, dove eravamo stati invitati per il fine settimana. Non avevo rifatto il mio letto, pensando: siamo in un hotel. Poi però mi sono accorta che i ragazzi avevano lasciato tutte le loro stanze in perfetto ordine, anche i bagni erano impeccabili. Allora sono tornata di corsa nella mia stanza per rifarmi il letto, perché mi ero resa conto che solo io non l’avevo fatto». «Cerchiamo di vivere bene questa vocazione al servizio. Ma, certamente, non è sempre necessario lasciare tutto, la propria città e la propria casa, e andare a vivere in una casa per bambini. Si può farlo ovunque, con chi ci sta accanto. A partire dalle cose più piccole, come cedere il posto ad una persona anziana sull’autobus, o guidare la macchina senza aggressività. È dai piccoli gesti che cominciano e si diffondono le buone azioni». E conclude Esteban: «Abbiamo capito che Dio non ci abbandonerà mai se facciamo le cose bene, senza aspettarci nulla in cambio, con umiltà e fiducia. E la realtà è che così facendo … funziona». Fonte: United World Project (altro…)
Lug 18, 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Chiara Lubich è tra le donne italiane più stimate e per questo da ricordare, secondo il Comitato organizzatore dell’ “Italian week”. Nella kermesse lunga dieci giorni, che si è svolta a Ottawa, capitale del Canada, dal 6 al 25 giugno scorso, figurano nomi illustri, simbolo della cultura italiana, da Giacomo Puccini a Sophia Loren, da Vittorio De Sica a Alda Merini. Più inaspettata la proposta del Comitato di inserire anche Chiara Lubich tra le donne italiane da celebrare. Alla proposta, la comunità dei Focolari si è chiesta: come presentare il carisma dell’unità in una società multiculturale e multireligiosa, costantemente alla ricerca di soluzioni di convivenza pacifiche e rispettose di tutte le diversità? In una società, in cui il rapporto con gli aborigeni rimane una sfida sempre aperta, con tutte le contraddizioni e le conseguenze sul piano relazionale e sociale? «Durante il periodo di preparazione dell’evento – spiegano tra gli altri Fernando e Lucie – abbiamo saputo che alcuni musulmani di Montréal, discepoli del Dott. Shomali, avevano partecipato ad un recente Congresso da noi promosso a Castelgandolfo, nei pressi di Roma. Nel desiderio di lavorare insieme, ci hanno dato la loro disponibilità a offrire una testimonianza». Il 16 giugno, scrivono, «la sala San Marco, nel cuore della “Little Italy” a Ottawa, ha cominciato a popolarsi di persone originarie dall’Africa, dall’Asia, dal Medio Oriente e, naturalmente, dall’Italia e dal Canada, presente anche il nunzio apostolico, Mons. Luigi Bonazzi, e il Ministro Fabrizio Nava, in rappresentanza dell’Ambasciata italiana». Diverse le esperienze che in quel contesto testimoniano l’attualità del carisma di Chiara Lubich. A cominciare da quella di Jacques, focolarino a Toronto e “pioniere” della diffusione dell’ideale dell’unità in Canada, dopo un incontro casuale con due italiani a Vancouver. Poi è la volta di Anne, manager di un tour operator dal nome emblematico, “Spiritours”, che racconta la scoperta dell’Economia di Comunione come occasione per vivere concretamente il Vangelo, anche in azienda. Poi prende la parola Maria, focolarina brasiliana a Montréal, testimone di un’esperienza di incontro con gli aborigeni di Wati, nel Gran Nord. Insieme ad altre quattro persone, ha trascorso un mese con loro, lo scorso anno, su richiesta della Chiesa locale. E ancora: Edwige, originaria del Togo, attualmente a Rimouski, provincia di Québec. Dopo essere stata tra le prime studentesse all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, in Italia, ha cominciato a mettere “la persona al centro”: per questo suo stile di vita, di recente ha ottenuto una menzione d’onore, di solito riservata ai docenti, dall’Università che ora frequenta. Poi è la volta di Fatima, che insieme a Mostapha offre una esperienza di dialogo tra musulmani e cristiani, a contatto con il carisma di Chiara. «Una delle lezioni più importanti che ho imparato – dice – è che l’unità è un dono di Dio e che una manifestazione dell’unità è l’armonia nella diversità». Infine il Nunzio in Canada, Mons. Luigi Bonazzi, che più volte ha incontrato la fondatrice dei Focolari, confida ai presenti di aver fatto con lei, nel lontano 1975, il patto di “stare sempre su” nonostante le difficoltà, patto che lo ha sempre sostenuto nella sua intensa attività diplomatica. Al termine del programma viene proposto un discorso pronunciato a Washington, nel 2000, da Chiara Lubich, sul tema “l’arte di amare”. «Grazie a questo evento – concludono – pubblicizzato attraverso i social e diversi siti web, il seme della spiritualità dell’unità è stato lanciato lontano anche in Canada, e promette nuovi frutti». Chiara Favotti (altro…)
Lug 16, 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Dopo tre anni eccomi nuovamente a Tonadico, nella valle di Primiero (nord Italia). Con noi ci sono gli amici Indù, venuti dall’India per un “pellegrinaggio” alle fonti del carisma dell’unità. Si tratta di vecchie conoscenze, soprattutto del mondo accademico, con le quali da anni abbiamo condiviso momenti di studio e di vita, l’ultimo dei a gennaio scorso, quando sono stato a Mumbai. È una gioia ritrovarsi insieme. Sono persone affascinate da Chiara Lubich, che vogliono andare in profondità nella conoscenza della sua esperienza mistica. E quale ambiente più adatto se non Tonadico, dove Chiara nel 1949 ha avuto una straordinaria esperienza di luce? L’incontro inizia con una profonda comunione, in un grande spirito di famiglia. La mistica unisce le religioni nel profondo. Le vie che ogni religione percorre, con i mezzi che mette a disposizione, conducono nel cuore del Mistero, unico per tutte. Le vie e gli strumenti sono diversi, ma il punto d’arrivo è lo stesso, per questo nella mistica vi è convergenza e ci si ritrova uniti. Anche i linguaggi e i modi di esprimere le fedi sono molto diversi, ma i simboli sono comuni: il sole, la fiamma, l’oro, il nulla, il tutto… e attraverso essi ci si comprende. Noi sappiamo che “la Via” è Gesù, ma egli, nei modi che lui solo conosce, sa farsi “Viatore” con tutti e condurre tutti al Padre. Allora ci auguriamo un buon viaggio!» P. Fabio Ciardi è professore presso l’Istituto di Teologia della vita consacrata “Claretianum” (Roma) e direttore del Centro di studi dei Missionari Oblati di Maria Immacolata. Attualmente è responsabile della Scuola Abba, Centro di studi interdisciplinare fondato da Chiara Lubich nel 1990, con il contributo del vescovo Klaus Hemmerle (3 aprile 1929 – 23 Gennaio 1994), noto teologo e filosofo. Il suo scopo è quello di approfondire il carisma dell’unità da diversi punti di vista. Fonte: Blog P.Ciardi
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