Dic 29, 2021 | Sociale
Parte una raccolta fondi straordinaria a sostegno delle popolazioni delle Filippine colpite dal super-tifone Odette-Rai tra il 16 e il 17 dicembre scorsi. Di seguito tutte le indicazioni per inviare contributi attraverso le ONLUS Azione per un Mondo Unito (AMU) e Azione per Famiglie Nuove (AFN) “Sono appena rientrata in Italia da Cebu e anch’io ho ricevuto notizie sporadiche via Messenger – racconta Alessandra Emide, responsabile dei programmi di Bukas Palad Cebu Foundation – perché al momento non è facile l’accesso a internet in quelle zone. I danni più grossi sono stati nelle isole Visayas, l’arcipelago al centro del Paese con capoluogo Cebu”. A dieci giorni di distanza i numeri del super tifone Odette-Rai, come è stato rinominato, sono infatti impressionanti: secondo il principale coordinatore umanitario delle Nazioni Unite nelle Filippine, Gustavo Gonzalez, da quando la tempesta si è abbattuta sull’Arcipelago, circa 2 milioni di persone sono state colpite dalla catastrofe e almeno 300 sono morte, ma si teme che questo numero cresca, perché non tutte le vittime sono state segnalate ufficialmente; le inondazioni sono molto estese e le frane che hanno travolto abitazioni sono moltissime. Con circa 300.000 persone evacuate mentre il super tifone colpiva le regioni centrali delle Filippine, i bisogni immediati e prioritari includono cibo, acqua pulita, riparo, carburante, kit igienici, medicinali e servizi di protezione. Alessandra aggiunge poi che il problema principale sono le linee elettriche completamente distrutte con il conseguente blocco della rete idrica. Per procurarsi l’acqua la gente deve fare lunghe file e la mancanza di elettricità rende difficilissime le comunicazioni, i trasporti e i rifornimenti. I supermercati stanno esaurendo i beni di prima necessità, la benzina scarseggia e il prezzo è alle stelle; senza contare gli enormi danni subiti dalle abitazioni, molte delle quali rase al suolo. “Anche il centro dei Focolari di Bukas Palad, sull’isola di Cebu, dove lavoro – prosegue Alessandra – è stato danneggiato: vetri, porte e finestre rotte, alberi caduti e, nonostante ciò, ospita alcune famiglie che hanno perso tutto. Le autorità locali dicono che ci vorrà un mese per iniziare a ripristinare corrente e acqua, intanto ci stiamo attivando per far arrivare alle famiglie contenitori di acqua potabile, torce solari e batterie ricaricabili, riso e cibi a lunga conservazione”. Giò Francisco racconta che assieme ai soccorritori anche i Giovani per un Mondo Unito delle Filippine (Y4UW PH) hanno concentrato i loro sforzi su quattro delle sei regioni più colpite, compresa la provincia di Cebu dove si trova Bukas Palad. Finora, Y4UW ha raccolto fondi per fornire centinaia di pacchi di cibo e acqua alle famiglie nelle aree meno accessibili. Si tratta di aiuti di prima emergenza che tuttavia non basteranno. “Le famiglie dovranno rimettersi in piedi – racconta Giò Francisco – e al lavoro, specialmente i molti che dipendono dall’agricoltura e dalla pesca. Le barche dei pescatori sono state distrutte. Gli agricoltori hanno perso il raccolto. Pensate che una città, nota per le piantagioni di banane, si è vista spazzar via fino all’ultima pianta”. Il Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari ha avviato una raccolta fondi straordinaria in sostegno alle popolazioni filippine colpite e per sostenere la ricostruzione. È possibile donare attraverso i seguenti conti correnti:
Azione per un Mondo Unito ONLUS (AMU) IBAN: IT 58 S 05018 03200 000011204344 presso Banca Popolare Etica Codice SWIFT/BIC: CCRTIT2T
Azione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN) IBAN: IT 92 J 05018 03200 000016978561 presso Banca Popolare Etica Codice SWIFT/BIC: CCRTIT2T84A Causale: Emergenza Tifone Filippine
Stefania Tanesini
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Dic 29, 2021 | Nuove Generazioni, Sociale
Un’iniziativa che unisce la voglia di fare ai tanti bisogni che ci sono nel mondo. È il desiderio che nel 2016 ha generato“Milonga”, un programma di volontariato internazionale interculturale e fraterno. Una nuova opportunità, una proposta rinnovata per portare aiuto dove necessario. È la mission che ancora oggi, a distanza di 5 anni, “Milonga” porta avanti. Nata dal contributo di New Humanity, Giovani per un Mondo Unito e la Rete Latinoamericana delle organizzazioni sociali ispirate al carisma dell’unità, con la collaborazione di Sociedade Movimento dos Focolares-Brasile, Sumà Fraternidad e Promoción Integral de la Persona, questa piattaforma di volontariato internazionale è frutto di un desiderio sempre più diffuso tra i giovani di fare esperienze sociali globali. I primi volontari sono partiti nel 2016 con destinazione Bolivia e Brasile. In seguito, oltre 200 giovani hanno seguito i loro passi, attraversando le frontiere per offrire il loro tempo, i loro talenti, le loro professionalità. Un piccolo ma importante contributo al superamento delle disuguaglianze nel mondo. Ma cosa ha di caratteristico “Milonga” rispetto ad altri programmi di volontariato? Per Virginia Osorio, uruguaiana dell’Equipe di Coordinamento, “Milonga è stata l’opportunità di mettere in rete diversi attori e così generare un sistema di cooperazione internazionale diverso, che mette la fraternità al centro, in cui il servizio viene potenziato dall’interculturalità e la formazione alla cittadinanza globale e locale, intessendo dei legami non solo dal nord verso il sud, ma in tutte le direzioni”. Ragazzi tra i 21 e i 35 anni, collaborano così, ancora oggi, in sinergia col lavoro delle ONG che, ogni giorno, si spendono nelle diverse periferie del pianeta. Marco Provenzale, italiano, dice: “Per queste ragioni il programma prende il nome di una danza latinoamericana con radici africane e gioca con l’acronimo ONG: Mille ONG in Azione”. A tale iniziativa hanno aderito anche le comunità e le cittadelle del Movimento dei Focolari quali significativi spazi di azione e formazione per giovani motivati e desiderosi di impegnarsi nel sociale. In questi cinque anni, “Milonga” ha constatato quanto questo percorso abbia segnato la vita di tanti ragazzi. “L’esperienza che fanno fra loro si riflette sul ruolo che ognuno svolge come cittadino del mondo – continua Virginia Osorio –, e li stimola a voler agire sul posto, lì dove nasce la sofferenza”. Ai tanti che hanno svolto volontariato in presenza in questi anni, durante la pandemia se ne sono aggiunti oltre un centinaio che hanno realizzato un’esperienza interculturale virtuale. Questa possibilità ha permesso di sostenere delle azioni quali raccolta fondi, aiuto ai bambini in età scolare, preparazione di esami, pratica delle diverse lingue e tanto altro. Antonella, una giovane argentina, ha svolto volontariato virtuale in Brasile e ora si prepara a farlo finalmente di persona: “Prima non partecipavo a cose simili. Oggi, invece, se non faccio qualcosa di concreto, mi sento come vuota. Questa coscienza nuova me l’ha trasmessa l’esperienza fatta con Milonga”.
Janeth Lucía Cárdenas e l’equipe di MilONGa
(assistente sociale, impegnata con Milonga e nel progetto globale di comunicazione)
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Nov 16, 2021 | Focolari nel Mondo, Sociale
Un delivery speciale, un’attività alternativa che la Spiga Dorata (Espiga Dourada), panificio alle porte della Mariapoli Ginetta (San Paolo, Brasile), ha creato per poter garantire il suo servizio quotidiano anche in tempo di pandemia. “Questa emergenza ha cambiato davvero tutto, ma allo stesso tempo ci ha donato una visione nuova, diversa, aggiungerei molto più bella, più libera. Ci siamo accorti delle nuove necessità che le persone hanno”. Sono le parole di Adriana Valle, focolarina italiana trapiantata in Brasile ormai da 41 anni. A pochi passi dalla Mariapoli Ginetta, la cittadella dei Focolari alle porte di San Paolo, Adriana è responsabile della Spiga Dorata (Espiga Dourada), attività messa in piedi nel 1988 sulla strada e, solo in seguito, trasformata in un vero panificio. Oggi come allora, questo luogo offre ai suoi clienti molto più del semplice pane: essere un punto di riferimento per tutti coloro che lo vogliono è una missione che nemmeno il covid è riuscito a frenare. “La pandemia è arrivata così all’improvviso da mettere in crisi tutti i nostri piani – continua Adriana. Malgrado fossimo tra le poche attività a poter rimanere aperte, le nuove direttive non ci consentivano di fare il nostro lavoro come sempre. Non potevamo avvicinarci alla gente, servire ai tavoli e il cliente poteva solo entrare e prendere il pane velocemente, privandosi anche di una chiacchierata. Molti non uscivano più di casa e allora ci siamo chiesti cosa potessimo fare per queste persone, per far arrivare loro i nostri prodotti e la nostra presenza in un periodo così difficile. È cosi che è nata l’idea di creare un delivery. Abbiamo ingaggiato un aderente del Movimento dei Focolari che in quel momento era senza lavoro e con un piccolo furgone abbiamo dato il via alle consegne. C’è stata una pioggia di prenotazioni. Abbiamo iniziato a creare nuovi prodotti, ad offrire anche un pasto caldo, fare dei pacchetti con i beni di prima necessità e ci siamo resi conto che, quando le persone ricevevano il loro, erano felici. Inoltre, grazie alla Provvidenza, siamo sempre riusciti a superare la crisi economica e questo ci ha permesso di tenere con noi tutti i nostri dipendenti”. Che tipo di esperienze avete vissuto in questo periodo? “Abbiamo assistito a veri miracoli d’amore in tempo di pandemia. Durante la festa della mamma dello scorso anno era ancora proibito incontrarsi e abbiamo ricevuto tantissime prenotazioni da parte dei figli dei nostri clienti i quali, non potendo far visita alle mamme, volevano inviare loro dei cesti in regalo. Conoscendo i gusti delle persone abbiamo preparato degli ordini ad hoc e scritto anche dei biglietti di auguri. Abbiamo lavorato giorno e notte in quel periodo e la stessa cosa è successa sotto Natale. Riempire la solitudine delle persone, anche solo con un sorriso, non ha prezzo. La pandemia ci ha permesso anche di approfondire la conoscenza con i nostri dipendenti. Molti prendevano i mezzi pubblici per venire al lavoro e questo era davvero un rischio per la loro salute. Allora alcuni giovani e alcuni focolarini si sono offerti di andarli a prendere al mattino e riportarli a casa alla sera. Si è creata una rete bellissima di aiuto e, attraverso questo servizio, avvicinandoci alla loro quotidianità, siamo venuti a conoscenza anche di alcune difficoltà che questi dipendenti vivevano. Ci siamo messi in moto per dare una mano, come si fa in una famiglia, e questo ha davvero coinvolto tutti. Perfino un nostro cliente non credente, sapendo delle difficoltà che hanno alcune persone che conosciamo, ogni mese ci lascia piccole offerte ed è così che, man mano, l’impasto continua a crescere e questo lievito che è l’amore, continua a diffondersi”. Adriana, cosa rappresenta per te oggi la Spiga Dorata? “Questo posto è nato per volere della gente e qui ciascuno può sempre sentirsi a casa. Il nostro è un luogo di passaggio per tantissime persone appartenenti a tutte le classi sociali. Imprenditori, persone facoltose ma anche operai, uomini e donne semplici. Tutti entrano qui e difficilmente lo fanno solo per acquistare qualcosa. A volte vengono per ricevere un buongiorno, per fare due chiacchiere, per chiedere un aiuto. Le persone più povere vengono all’alba per ritirare il pane del giorno prima che noi doniamo, coloro che invece hanno più possibilità magari lasciano un contributo”.
Maria Grazia Berretta
Vedi anche: Brasile: Le “ragazze del pane” | CollegamentoCH (dev.focolare.org) (altro…)
Ott 15, 2021 | Cultura, Nuove Generazioni, Sociale
Continua il progetto dei Ragazzi per l’unità dei Focolari per sconfiggere la fame nel mondo. Sabato 16 ottobre 2021 un live streaming globale dalle ore 14.30 p.m. alle 16 p.m. (UTC+2 – ora italiana) dove centinaia di giovani si riuniranno per testimoniare il loro impegno. “Siamo sicure che da adesso ci impegneremo con tanto più entusiasmo per questo obiettivo. Ci sentiamo ormai parte della generazione Fame Zero. È un grande sogno immaginare che anche grazie al nostro contributo tra pochi anni non ci sarà più la fame nel mondo”. Con queste parole Elena e Agnese, Ragazze per l’unità del Movimento dei Focolari, parlavano alla Fao, a giugno del 2018. Elena e Agnese insieme ad altre 630 ragazze dai 9 ai 14 anni di 16 Paesi sedevano nella grande sala plenaria (vedi il video) della sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) a Roma (Italia). Il messaggio di invito della Fao ai Ragazzi per l’unità era molto chiaro: “Giovani, abbiamo bisogno di voi, aiutateci a sconfiggere la fame nel mondo”. Sono 17 gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che il 25 settembre del 2015 i 193 Stati Membri delle Nazioni Unite hanno approvato impegnandosi ad attuarli entro quindici anni (2015-2030). Il secondo obiettivo è Fame Zero: sconfiggere la fame dal nostro pianeta. Queste ragazze firmarono la carta di impegno, diventando così le prime cittadine Fame Zero. Da quel giorno è partita una gara d’amore globale dai Ragazzi per l’unità per raggiungere l’obiettivo Fame Zero. In Venezuela ad esempio la situazione è scoraggiante. Le famiglie povere temono più la fame che la pandemia di Covid 19. Ma attraverso un Centro di alimentazione i ragazzi riescono ad aiutare un gruppo di famiglie. Dal 2017 inoltre, grazie ad una rete di professionisti medici, psicologi, nutrizionisti e alcuni parroci si cerca di costruire rapporti sociali più sereni sulla base della Regola d’oro: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. In Thailandia invece i ragazzi distribuiscono semi di verdura ad amici e alle loro famiglie per piantare verdure organiche e aiutarli a risparmiare denaro, dato che soffriamo di questa crisi globale. In Argentina Fran fa parte di un gruppo chiamato “Corazones solidarios”, giovani studenti universitari che ogni giorno escono in strada per offrire la colazione alle persone che sono senza casa. “Quando ti avvicini a loro – racconta – i loro volti cambiano, ti accolgono a braccia aperte e fanno un posto per te nel loro cuore. Ogni mattina, usciamo di casa per fornire il servizio, andiamo con le borse piene e torniamo con i thermos vuoti e i cuori felici”. In Portogallo i ragazzi di Lisbona vanno in un quartiere dove vivono molte famiglie in difficoltà. È iniziata una gara d’amore per recuperare coperte, cibo in scatola, e varie persone si sono offerte per cucinare pasta e riso. Ma appena consegnavano del cibo, ecco che arriva la provvidenza con altro cibo da distribuire ad altre famiglie. Queste ed altre testimonianze saranno raccontate durante il live streaming – adatto a ragazzi, giovani e adulti – di sabato 16 ottobre 2021 dalle ore 14.30 p.m. alle 16 p.m. (UTC+2 – ora italiana). La diretta sarà tradotta in 12 lingue, basta accedere a questo link. La carta d’impegno #testacuoremani. Per vivere e diffondere un nuovo stile di vita, i Ragazzi per l’unità hanno ideato otto sentieri da vivere personalmente o in gruppo. C’è poi la carta di impegno, che li rende cittadini attivi mettendo in moto la testa, il cuore, le mani. Testa. Usiamo la testa per studiare ed informarci. Più conosco la realtà in cui vivono i poveri, più efficace sarà il mio impegno. Cuore. Ascoltiamo col cuore il grido di chi soffre: sensibilizziamo noi stessi e tanti altri. Non posso sconfiggere la fame nel mondo da solo ma posso coinvolgere più persone possibili per raggiungere l’obiettivo. Mani. Apriamo le mani al dono dell’accoglienza, mettiamoci in azione concretamente e quotidianamente per sconfiggere la fame. Impegniamoci ad evitare ogni tipo di spreco.
Lorenzo Russo
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Ott 3, 2021 | Cultura, Sociale
Il Movimento dei Focolari è partner del Movimento Laudato Si’ per la cura del Creato. Una sinergia molto forte per migliorare la nostra casa comune, raccontata dal direttore esecutivo Tomas Insua Il 4 ottobre 2021 si conclude il “Tempo del Creato”, iniziativa di preghiera e di azioni concrete per salvaguardare e proteggere la nostra casa comune, che si volge ogni anno dal 1 settembre al 4 ottobre. Ci sarà inoltre l’appello di 46 leader religiosi di tutto il mondo – fra i quali Papa Francesco – per un’azione concreta sui cambiamenti climatici attraverso il lancio dell’iniziativa mondiale “Faith Plans for People and Planet” a cui il Movimento dei Focolari partecipa. Ne parliamo con Tomas Insua, direttore Esecutivo del Movimento Laudato Si’, una rete mondiale di associazioni e movimenti che lavorano insieme per l’ecologia e l’ambiente. Qual è il percorso sinodale che il Movimento Laudato Si’ vuole condurre verso la conversione ecologica? Prima vi chiamavate “Movimento cattolico globale per il clima”, come mai questo cambiamento di nome? Il Movimento Laudato Si’ è una realtà nuova nella vita della Chiesa. È stato fondato solo sei anni fa, nel 2015, poco prima dell’uscita dell’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco. Il nome “Movimento cattolico mondiale per il clima” era troppo lungo, non tutti lo ricordavano. Inoltre la crisi climatica, che continuerà ad essere una grandissima priorità per il Movimento, non è l’unica nostra via. Negli ultimi anni, ad esempio, abbiamo iniziato a lavorare anche sulla crisi delle biodiversità e anche su altro. È quindi iniziato un percorso sinodale, di discernimento e dialogo tra le diverse realtà che compongono il Movimento – fra le quali c’è il Movimento dei Focolari – e, dopo due anni di lavoro, è venuto fuori il nuovo nome, Movimento Laudato Si’, perché l’Enciclica di Papa Francesco ed i suoi contenuti sono al cuore di tutto quello che facciamo. Che cosa avete in programma per il futuro? Fra i vari progetti c’è quello più a breve termine che è la petizione “Pianeta sano, persone sane”. È importante firmarla, perché dal 1 al 12 novembre 2021 ci sarà il grande vertice sul clima dell’Onu (COP26) che si terrà a Glasgow (Regno Unito). I leader mondiali possono fissare obiettivi significativi per proteggere il creato. È nostra responsabilità far sentire la voce dei più vulnerabili e mobilitarci in loro nome. In questo “Tempo del Creato” poi è stato meraviglioso vedere quante attività sono state svolte e sono tuttora in corso a livello locale, in giro per il mondo, grazie ai circoli Laudato Si’. È un segno di speranza, che si muove dal basso e cresce con la consapevolezza della crisi della nostra casa comune, ma anche con il desiderio di fare qualcosa. Il 26 agosto 2021 hai incontrato la Presidente dei Focolari Margaret Karram. Cos’è stato per te questo incontro e come i Focolari possono interagire nel vostro Movimento? L’incontro con Margaret è stato bellissimo. Ero insieme alla nostra presidente, Lorna Gold. Per me è stato stupendo conoscere la realtà dei Focolari. Ciò che mi è piaciuto tanto è il parallelismo tra i due movimenti. Il Movimento dei Focolari è ovviamente molto più grande e ha più anni di vita. Noi siamo una giovanissima realtà, ma, per alcuni aspetti, siamo simili ai Focolari, come ad esempio l’impegno per il dialogo tra diverse Chiese e dialogo tra grandi religioni. Fra di noi nel Movimento Laudato Si’ infatti c’è chi vive la fede cattolica, ma allo stesso tempo abbiamo animatori appartenenti a varie Chiese e a diverse religioni. Imparare dall’esperienza di dialogo dei Focolari è un dono meraviglioso.
Lorenzo Russo
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Set 18, 2021 | Focolari nel Mondo, Senza categoria, Sociale
È una esperienza di tenacia quella della Cittadella Victoria di Man (Costa d’Avorio) vissuta durante il periodo di pandemia. Il Covid-19 non ha fermato le attività del Centro Sanitario e del Centro Nutrizionale che anche grazie all’aiuto della Comunione dei beni straordinaria lanciata dal Movimento dei Focolari, hanno sostenuto i bisogni di molti. Monica Padovani è una focolarina italiana, ha 53 anni e da venti vive in Africa. Da due anni all’interno della Cittadella dei Focolari di Man (Costa d’Avorio), svolge il ruolo di Educatrice professionale e coordinatrice delle attività al Centro Nutrizionale Supplementare del Focolare (CNSF). Durante la pandemia questo cuore pulsante che coraggiosamente soccorre non ha smesso di battere dando esempio di grande ingegno ed audacia. La creazione di un atelier per la produzione di mascherine, introvabili sul mercato, ha garantito servizi indispensabili ai malati presso il CNSF e il Centro Medico adiacente e gli aiuti ricevuti sono stati fondamentali per poter continuare ad accogliere. Cosa ha significato per la Cittadella Victoria vivere l’emergenza in questa catena d’amore continua? Molte sono le sfide che si sono affrontate in questo anno ma con gioia possiamo affermare di averne superate tante. Le misure di restrizione prese nel Paese a inizio pandemia hanno permesso di contenere la diffusione della malattia nella zona limitrofa alla capitale, Abidjian. A Man, dove si trova la nostra Cittadella, le conseguenze sono soprattutto di carattere economico-sociale ed hanno purtroppo inciso su una situazione già fragile, colpendo in particolare le fasce più povere della popolazione. Fortunatamente le attività del Centro Sanitario e del Centro Nutrizionale sono continuate, seppur con un rallentamento, e gli aiuti ricevuti hanno sostenuto varie attività d’emergenza, permettendo inoltre l’impiego di una infermiera aggiuntiva. Con un’équipe rafforzata si sono potuti accogliere meglio i casi di malnutrizione infantile, sostenere tantissime mamme in difficoltà e dare risposte concrete alle varie necessità. Soccorrere sembra essere stato il vostro modo di “abbracciare” l’altro. Qualche esperienza che portate particolarmente nel cuore? Ogni caso è unico ma, tra i tanti, quello della piccola di un giorno, nata prematura, ci ha commosso particolarmente. Dopo il parto la bimba pesava solo un kg e i genitori sono stati indirizzati alla pediatria con l’esigenza urgente di un lettino termico. Per difficoltà varie non hanno potuto adeguarsi a questa necessità ed è stato al CNSF che hanno ricevuto i primi soccorsi. La bimba e la mamma sono state aiutate nelle prime poppate ed è stato assicurato loro un ambiente sereno e tranquillo dove poter restare al caldo e a stretto contatto. Grazie a questi piccoli gesti la piccolina ha preso forza e peso e presto festeggerà un anno in gran forma. Il verbo “nutrire” ha assunto nuovi significati durante la pandemia? Il termine nutrire, nell’esperienza quotidiana al CNSF, ha un significato sicuramente più ampio. Certamente riguarda il cibo, la prevenzione e la lotta contro la malnutrizione. Tuttavia, “nutrire”, riguarda anche la possibilità di dare ciò di cui quella persona ha realmente bisogno in quel momento, come un consiglio, un incoraggiamento, un’attenzione speciale. Ecco, il Covid ha sottolineato proprio questo aspetto: una maggiore attenzione all’altro. È così che abbiamo compreso che le cose che ai nostri occhi risultano spesso“semplici” per altri possono essere vitali.
Maria Grazia Berretta
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