Nov 7, 2022 | Dialogo Interreligioso, Testimonianze di Vita
A 25 anni dall’apertura del Focolare a Chiangmai (Thailandia), l’intervista a Metta Surinkaew, tra i primi membri buddisti del Movimento dei Focolari, oggi collaboratrice per il dialogo interreligioso. “Le religioni sono una variegata qualità di piante che sbocciano di continuo, conferendo bellezza e produttività in un equilibrio e un’armonia per tutta la terra”. Un’immagine bellissima che ci conduce tra le vette della Thailandia e di cui ci fa dono Preyanoot Surinkaew, soprannominata Tom, ma meglio conosciuta come Metta, che nella lingua Buddha significa “compassione”. “Sono nata in una famiglia del nord del Paese. Qui il buddismo è la radice della nostra cultura e fin da piccola ho vissuto in una comunità basata sullo stile di vita buddista proprio vicino ai monaci del tempio del nostro villaggio”. Metta, quando è avvenuto l’incontro con la spiritualità del Movimento dei Focolari? Ho conosciuto il Movimento dei Focolari nel 1993. All’età di 19 anni vedevo il mio villaggio spopolarsi e la società cambiare radicalmente. Il tempio, che durante l’infanzia era un posto dove poter correre, giocare liberi e osservare gli anziani partecipare alle cerimonie si era trasformato in un luogo dove ‘cercar fortuna’ e chiedere un numero buono per la lotteria. Mi chiedevo: “come posso, nel mio piccolo, aiutare la società?”. Proprio nel periodo in cui quelle domande sorgevano nella mia mente, ho avuto l’opportunità di frequentare un campo giovanile con tanti ragazzi del Movimento dei Focolari. Ciò che mi ha colpito di più è stato il clima di armonia e il rapporto fraterno che si era creato tra tutti, anche se di religioni diverse. Ogni parola che udivo si trasformava in vita vera per quei giovani e immediatamente decisi che anche io avrei seguito quello stile di vita. Inoltre, scoprivo sempre di più con gioia che alcuni degli insegnamenti proposti dal Vangelo erano simili anche nel buddismo e che anche tra noi di religioni diverse era possibile stabilire quell’unità. Cosa è necessario affinché questo avvenga anche nel quotidiano? Avere una mente aperta, desiderosa di accogliere l’identità altrui e imparare dalla bellezza degli insegnamenti e delle pratiche di altre religioni, con amore e rispetto. Questo fa nascere la consapevolezza che è possibile vivere insieme come “fratelli e sorelle”, superando le barriere che esistono tra le religioni stesse. L’evento organizzato il 12 e il 14 agosto 2022 per celebrare il 25° anniversario dall’apertura del primo Focolare a Chiangmai è stata un’ulteriore occasione per farne memoria. Che momento è stato? Una grande festa. Abbiamo organizzato un tour insieme alla nostra comunità composta da persone cristiane e buddiste nei posti visitati da Chiara Lubich nel 1997, un momento decisivo che ha aperto la strada per il dialogo interreligioso con gli amici buddisti in Thailandia. Fu durante quel viaggio, infatti, e grazie all’incontro con il Gran Maestro Phra Ajahn Thong, che Chiara Lubich intuì l’importanza che avrebbe avuto l’apertura del focolare: continuare a vivere e lavorare per il dialogo interreligioso. È stato bello durante quei giorni di festa vedere ciascuno pregare secondo la propria religione e, nel segno del rispetto, assistere alla preghiera dell’altro. È la conferma che quel legame di profonda amicizia nato tra Chiara e Phra Ajahn Thong e stato consegnato a tutti noi e, come un filo d’oro, continua ancora oggi a tenerci uniti. Papa Francesco nel suo recente viaggio in Kazakhstan ha affermato: “Abbiamo bisogno della religione per rispondere alla sete di pace del mondo”. Cosa ne pensi alla luce della tua esperienza? Ogni religione, diversa dalle altre e a seconda della cultura e dell’origine, mira a consentire agli esseri umani e alla società di raggiungere l’obiettivo finale della verità e della pace, ma gli insegnamenti e le varie pratiche devono trasformarsi in vita per essere una testimonianza affidabile. Il significato chiave dell’esistenza umana è questo: “Pace nel cuore delle persone e pace nella società”. La vera via del dialogo è prima di tutto comprendere appieno gli insegnamenti della propria religione per poi lavorare insieme agli altri, fraternamente, ad un progetto di vera pace.
Maria Grazia Berretta
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Nov 4, 2022 | Testimonianze di Vita
In occasione della Festa Liturgica della Beata Chiara “Luce” Badano, il 29 ottobre 2022, Sassello, la sua città natale, apre le porte e si riunisce per vivere insieme un momento di commemorazione in ricordo di questa giovane che ancora oggi continua a ispirare con la sua testimonianza. Avrebbe compiuto 51 anni in questo 29 ottobre 2022, la Beata Chiara Badano. Una giovane ragazza innamorata di Dio che, all’età di 17 anni, scoprì di avere un tumore osseo e, anche nella malattia, non smise mai di alimentarsi dell’amore per Dio, più forte di ogni altra cosa. Nella sua città natale, Sassello, un comune italiano nella provincia di Savona (Italia) circondato da boschi e bellissime colline, quel giorno erano tanti i giovani, i bambini e gli adulti venuti a salutarla in occasione del suo compleanno che coincide con la sua Festa Liturgica. A 32 anni dalla morte, la sua testimonianza continua ad arrivare a tanti e i frutti di una vita vissuta nella luce ispirano tanti ad andare oltre gli ostacoli, a scoprire una carezza dell’Amore di Dio anche nelle difficoltà e nei dolori; a dare la vita per chi ha più bisogno. Una giornata che ha avuto inizio a mezzogiorno al Camposanto presso la cappella della famiglia Badano, dove tantissime persone provenienti da vari Paesi, si sono trovate attorno alla tomba di Chiara per il “Time-Out”, un minuto di raccoglimento per chiedere la pace in tutto il mondo. È stato un momento semplice ma profondo, di riflessione e di preghiera, al quale hanno preso parte la mamma di Chiara, Maria Teresa, il Sindaco di Sassello, Daniele Buschiazzo, il Vescovo della Diocesi di Acqui, Mons. Luigi Testore e i componenti della Fondazione Chiara Badano. “Il 29 ottobre generalmente è un momento che arricchisce tutta la comunità. – ha affermato il Sindaco – E il fatto che poi siano soprattutto i giovani che riconoscono nella figura di Chiara un riferimento importante, ci inorgoglisce ancora di più. Che questo sia un momento d’incontro dove si affrontino temi importanti ogni anno, come appunto quest’anno sulla pace, è un elemento di vitalità anche per il nostro Comune e la nostra comunità”. Nel pomeriggio, presso la parrocchia della Santissima Trinità, nel centro di Sassello, in tanti hanno partecipato alla Santa Messa, celebrata da Mons. Testore, alla presenza del Parroco di Sassello don Enrico Ravera. “Chiara ci mostra appunto che cosa voglia dire accogliere l’Amore di Dio e scoprire costantemente questo Amore – ha detto il Vescovo -. Quindi ha saputo vivere la sua breve vita soprattutto con questa prospettiva, lasciandoci una impronta fortissima che ciascuno di noi può riprendere: scoprire l’Amore di Dio e lasciarsi guidare da questo Amore per costruire la propria vita”. 5ta edizione del “Premio Art 2022” Subito dopo la Santa Messa, la Fondazione Chiara Badano, ha annunciato i nomi dei vincitori del “Premio Art 2022”, che dà la possibilità ai giovani di testimoniare con i propri talenti quanto la storia di Chiara Badano, il suo ideale e il suo stile di vita li abbia affascinati, coinvolti e ispirati. I vincitori di quest’anno sono Manuel Arduini di Cattolica (Italia), nella categoria “ragazzi” (10-16 anni) con un disegno ispirato a Chiara, intitolato “Il cammino verso la luce”. “Quello che mi ha ispirato a fare questo disegno è stata la fede di Chiara ‘Luce’ nella Chiesa e in Dio” ha spiegato il vincitore. Hanno vinto il premio nella categoria giovani (17-35 anni) Guilaine, Darlene, Ashura, Evasta ed Erica del Burundi. Le 5 ragazze di Bujumbura in Burundi, del Centro Chiara Luce del Movimento dei Focolari, hanno scritto le parole per una canzone (sulla base di una musica tradizionale) e preparato una coreografia che esprime la gioia di aver conosciuto la vita di Chiara “Luce” e l’aiuto che il suo esempio rappresenta per le loro vite. Una menzione speciale della giuria è andata alla canzone presentata da un gruppo di bambini di Bujumbura per la categoria ragazzi. Il premio e la pergamena sono stati ritirati da Chiara Cuneo, consigliera al Centro Internazionale del Movimento dei Focolari che ha portato il saluto della Presidente Margareth Karram e del Copresidente Jesus Morán. Prima di concludere la cerimonia di premiazione, Pasquale Capasso e Martina Bolino di Arzano (Italia), vincitori della categoria giovani per l’anno 2020, hanno presentato la canzone con cui hanno vinto quell’edizione, “Qui per l’eternità”, la cui premiazione in presenza a causa della pandemia non era stata possibile. “Arrivato all’ultima pagina del libro su Chiara “Dai tetti in giù” scritto da Franz Coriasco – spiega Pasquale Capasso – mi sembrava che questa storia dovesse continuare. Mi sono venuti in mente tanti ragazzi, come me, come noi, che cercano di spendere la loro vita mettendo al servizio degli altri i propri talenti. E quindi, l’esperienza di questa canzone doveva sicuramente essere una esperienza comune, anche con gli altri ragazzi e amici… ed è venuta fuori questa canzone, che è uno stimolo a portare avanti il testimone che Chiara ci ha lasciato, perché è un impegno che ci sentiamo tutti noi di prenderci”. “È nata un po’ come gioco… – ha aggiunto Martina Bolino – abbiamo accolto questo gioco ed è uscita una condivisione di gioia pazzesca che, appunto, contagia, quindi ringraziamo chi ci ha fatto questo invito”. Premio “Solidarity Chiara Luce Badano” Al termine della premiazione dei vincitori di “Art 2022”, ci sono stati anche la presentazione ed il lancio del nuovo Premio “Solidarity 2022”: un’iniziativa annuale per promuovere progetti di solidarietà in ogni parte del mondo, che si unirà al premio artistico. “Chiara, fin da piccola, ha mostrato una vera passione per i più bisognosi, i più deboli, i più emarginati della società, anziani e bambini in particolare – ha spiegato Cristina Cuneo, componente della Fondazione Chiara Badano – per questo motivo, su ispirazione e sollecitazione di Ruggero Badano (papà di Chiara) e Delfina Giribaldi, la Fondazione, ha deciso di istituire il ‘Premio Solidarity Chiara Luce Badano’, in accordo con il mandato statutario di sostenere e incentivare progetti per la promozione di azioni positive rivolte alle fasce deboli della popolazione”. La scadenza per la presentazione dei progetti, secondo le modalità indicate dal bando presente sul sito ufficiale di Chiara, è il 20 gennaio 2023 alle ore 12 CET. Per maggiori informazioni sulla Beata Chiara “Luce” Badano e la sua storia: www.chiarabadano.org
Anita Martinez
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Ott 26, 2022 | Testimonianze di Vita
Andare incontro al prossimo, amarlo nella pienezza, vuol dire spesso ritornare sui nostri passi, anche quando pensiamo che le nostre ragioni meritino di essere ascoltate. Vuol dire riporre le armi e sfoderare atti di gentilezza. Il ritorno di papà Per motivi di lavoro mio marito si era assentato un’intera settimana, per cui mi ero trovata a gestire da sola quattro figli a casa in seguito alla chiusura delle scuole per il Covid-19. Scontenta, andavo rimuginando: “Era giusto per lui assumersi tante incombenze?”. E dentro di me montava l’ansia di sfogarmi al suo ritorno. A un certo momento però mi sono accorta che la più piccola dei bambini stava preparando con cura un disegno da regalare al papà al suo ritorno. Quel gesto gentile mi ha fatto riflettere, è stato per me un vero esame di coscienza. “Ed io? Che accoglienza gli farò? Lo assalirò con le mie recriminazioni elencando i pesi di cui mi sono dovuta sobbarcare?” mi sono detta. Quel disegno è stata l’occasione per cambiare direzione e per decidere – stavolta insieme ai figli, entusiasti all’idea – di accogliere il papà con una festa, preparando cose buone da mangiare e decorando gli ambienti. Quando mio marito è arrivato, è stato colto di sorpresa. Stanco, ma felice di essere a casa, ha commentato: “Voi non sapete cosa significhi per me avere una famiglia così!”. (M.S. – Ungheria) Ricucire i rapporti Anni fa il mio rapporto con un vicino di casa si è rotto. Inutili i miei sforzi per riconciliarci con lui. Di recente, vedendo il nome del suo santo sul calendario, mi è venuta un’idea. Prima però, avendo lui traslocato, ho dovuto fare qualche ricerca per rintracciarlo. La mattina del suo onomastico mi sono presentato a casa sua con un certo tremore e un cesto di doni. Ad aprirmi è la moglie, che mi accoglie cordiale: “Chi si vede! Mi scusi, ma non l’avevo riconosciuta”; e annuncia l’arrivo di suo marito. Mi chiedevo come avrebbe reagito. Mai però avrei immaginato il grande abbraccio con cui mi ha accolto, ripetendo: “Che regalo mi ha fatto venendo a trovarmi! Sono stato cattivo, ma sai, molto dipende dal mio caratteraccio!”. In salotto, ci siamo intrattenuti in cordiale conversazione per circa due ore. E al momento dei saluti, ha voluto offrirmi alcuni prodotti dei suoi campi. Per quest’incontro che ha recato gioia ad entrambi ho ringraziato Dio: solo lui poteva infondermi il coraggio per osare e credere di più al bene che si nasconde in fondo al cuore di ogni uomo. (E.B. – Italia)
A cura di Maria Grazia Berretta
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VIII, n.2, settembre-ottobre 2022) (altro…)
Ott 17, 2022 | Collegamento, Testimonianze di Vita
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Ott 12, 2022 | Focolari nel Mondo, Senza categoria, Testimonianze di Vita
Essere testimoni autentici senza mai rassegnarci. Vivere il Vangelo nella vita di ogni giorno ci richiede questo: mettere da parte le nostre paure e andare oltre i nostri limiti o le nostre convinzioni; confidare nei doni che Dio ci ha fatto perché è li che risiede la nostra forza. Senza rancore La messa era giunta alla conclusione. Mentre don Carlo, il nostro parroco, impartiva una benedizione particolare a uno dei parrocchiani che aveva compiuto quel giorno il suo novantesimo compleanno, io ero intenta a scattare qualche fotografia della scena. Era presente alla cerimonia anche sua sorella, venuta per l’occasione dalla Svizzera francese. All’uscita dalla chiesa mi sono avvicinata a lei e le ho chiesto il suo numero di cellulare così da poterle inviare l’intera serie di foto. Volentieri me l’ha fornito, ringraziando. Più tardi lei ha telefonato a casa mia, mentre io ero assente; le ha risposto mio marito, che al mio ritorno mi fa: “Ma tu parli con quella persona, malgrado tutto quello che ci ha fatto?” Si riferiva a vecchi dissapori intercorsi tra quella signora e noi. “Certo! – mi son sentita di rispondergli –. Non voglio partire da questo mondo avendo rancore verso qualcuno! La verità è che siamo tutti fratelli, anche se a volte ce ne dimentichiamo”. Mio marito non ha replicato, ma per un po’ l’ho visto piuttosto pensieroso. (Loredana – Svizzera) L’esame Vivo a Firenze con altri quattro amici, anch’essi studenti universitari che, come me, desiderano modellare la loro vita secondo l’esempio dato da Gesù. L’appartamento dove abitiamo è molto umido e per scaldarci usiamo la stufa a legna. Non è l’unica difficoltà, che però diventa un incentivo per volerci veramente bene. Per esempio, col collega col quale preparo un esame abbiamo tempi e metodi di studio diversi. Vorrei mollare e proporgli di studiare separatamente. Ma quando ne parlo agli altri ragazzi, mi consigliano di insistere, di provare a comprendere meglio il mio compagno di studi. Capisco che devo continuare ad amarlo. Non mancano i momenti di tensione e di scoraggiamento, ma lui mi dice che venire a studiare da noi gli piace, perché respira un’altra aria. Alla fine, l’esame va bene e lui vuole festeggiare in pizzeria, non solo con me, ma con tutti noi e dice: “l’esame superato è stato il frutto del nostro volerci bene, ma anche della comprensione dei tuoi amici”. (Gioacchino – Italia)
A cura di Maria Grazia Berretta
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VIII, n.2, settembre-ottobre 2022) (altro…)
Set 27, 2022 | Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Sociale, Testimonianze di Vita
Il 24 settembre 2022 papa Francesco si è recato ad Assisi per incontrare i giovani economisti, imprenditori e changemakers di Economy of Francesco giunti da oltre 100 Paesi del mondo per la terza edizione dell’evento, la prima in presenza. Pace, cura, servizio, tutela, amicizia, alleanza, riconoscimento, dignità, condivisione, felicità. Sono queste le dieci parole dell’economia della vita che i giovani economisti, imprenditori, changemakers hanno deciso di incarnare nella realtà, su invito di papa Francesco. Non un’utopia, “perché la stiamo già costruendo”, conclude il “Patto” firmato il 24 settembre scorso nel teatro Lirick di Assisi dalla quattordicenne Lilly Ralyn Satidtanasarn, a nome di tutti i partecipanti di The Economy of Francesco (EoF), e dallo stesso papa Francesco. Un’adolescente thailandese e il vescovo di Roma sono i custodi di questa “giara del futuro”. Un’anfora di carta e inchiostro in cui i ragazzi e le ragazze hanno raccolto i loro impegni personali, nati e maturati in tre anni di sessioni di lavoro online. “Insieme al testo del Patto, li affideremo alla terra come radici dell’economia di domani, nel roseto della Porziuncola, da dove i figli di Francesco partirono per il mondo”, ha detto Lourdes, uno dei tre conduttori che si sono alternati sul palco, su cui c’era una trentina di coetanei, tra cui gli otto testimoni. Sognatori con i piedi, però, ben piantati per terra, capaci di rivoluzionare il mondo con “l’amore, con l’ingegno e con le mani”. Come Facundo Pascutto, argentino di Lomas de Zamora, enorme città-satellite di Buenos Aires che, insieme alla facoltà di Scienze sociali, trasforma associazioni di quartiere, sindacati, università, cooperative, mense comunitarie, unità penitenziarie e imprese in “piccole Assisi”, cioè spazi di incontro tra i differenti attori sociali. O Henry Totin, del Benin, che, con l’associazione Javev, ha reso una pianta infestante – il giacinto d’acqua o togblé – una risorsa economica per i contadini della valle di Ouémé. O ancora Maryam, attivista per i diritti delle donne, fuggita all’Afghanistan dei taleban proprio grazie alla rete di contatti attivata da The Economy of Francesco. È impossibile sintetizzare il caleidoscopio di storie e storia su cui si fondano i dodici punti del Patto. Alcune nuovissime, come “la Fattoria di Francesco”, inventata da Mateusz Ciasnocha, contadino della Polonia del Nord, che proprio nel corso del processo innescato dal Papa ha trovato il modo di coniugare agricoltura e giustizia. “Come? Rispettando i campi e quanti li lavorano. Ora abbiamo creato una nuova impresa in Nigeria per sostenere la produzione famigliare di cinque villaggi della zona di Ibadan”, ha raccontato. Altre, invece, sono antiche. La Comunità di pace di San José de Apartadó ha venticinque anni. “È stata fondata il 23 marzo 1997 quando nessuno parlava di economia circolare e coltivazioni sostenibili. Non ne sapevamo molto nemmeno noi. È avvenuto tutto per ‘chiripa’”. Ha ripetuto questa parola più volte José Roviro. “Vuol dire ‘fortuna’ o ‘provvidenza’”, spiega. Costituito da un gruppo di contadini sfollati del conflitto colombiano, la Comunità ha scelto di dire no alla violenza. “Poiché l’avevamo sperimentata sulla nostra pelle – ha aggiunto Sayda Arteaga -, abbiamo deciso di non infliggerla ad altri”. Ora l’iniziativa – sostenuta da Operazione colomba – produce alimenti sostenibili grazie a un sistema di lavoro comune. Dal modello pioniere, poi, si irradiano altri percorsi. “La neo-nata Fondazione Rut partirà proprio dalla Comunità il processo di ascolto per elaborare una grande piattaforma digitale (Inter Zona) sulle violazioni dei diritti umani e le forme di resistenza nonviolenta”, hanno sottolineato Annamaria De Paola e Giovanna Martelli. Esempi piccoli e grandi di un’altra economia possibile in cui credono i giovani di Eof e, alcuni di loro, “in mattine particolarmente luminose, hanno già intravisto l’inizio della terra promessa”. Quanto ci vuole per raggiungerla? Troppo, sostengono gli scettici, spesso non proprio disinteressati. Il popolo di Eof non se ne preoccupa e ora prosegue il cammino con l’apertura di The Economy of Francesco 2.0. In questo sono profetici: abitano la notte, come la sentinella del brano di Isaia. Non hanno risposte per i passanti angosciati che domandano quanto manca allo spuntare del sole, eppure li ascoltano. Sono donne e uomini del dialogo notturno. Perché – è risuonato ieri con forza dal palco di Assisi – “non c’è alba più bella di quella che ci sorprende in compagnia dei profeti”.
Di Lucia Capuzzi
Fonte: Papa Francesco firma il “patto” con giovani: «Una nuova economia non è utopia» (edc-online.org) Discorso papa Franscesco: Visita del Santo Padre Francesco ad Assisi in occasione dell’evento “Economy of Francesco” (24 settembre 2022) (vatican.va) Video: – IT – Papa Francesco e la comunità EoF – YouTube