Set 23, 2022 | Testimonianze di Vita
Avvicinarsi all’altro significa diminuire la distanza tra noi e lui e questo comporta il perdere quella fetta di spazio che è solo nostra; significa mettere da parte quanto abbiamo da fare per abbracciare la vita dell’altro. Scegliere l’ultimo posto per mettersi a servire. Una paziente esigente Nel reparto dove lavoravo come infermiera una signora ricoverata in camera singola pretendeva di essere servita per ogni piccola necessità. Io vedevo che soffriva: forse sentiva avvicinarsi la fine. Un giorno, dopo aver mandato via sgarbatamente il sacerdote in visita ai degenti, ha fatto scrivere sulla porta un avviso: non voleva visite, soprattutto di preti. Ogni mattina, iniziando il mio turno di lavoro, per amare Gesù sofferente in quella signora cercavo di accontentare tutti i suoi desideri: metterle a posto il cuscino, portarle un bicchiere d’acqua, aprire di più la finestra, chiuderla ecc… Un giorno mi ha chiesto: “Come fa ad avere così tanta pazienza con me?”. Ho indicato il Crocifisso appeso alla parete: “È lui che me la dà”. Da allora il rapporto fra noi è cresciuto. Una notte in cui stava peggio ha insistito con l’infermiera di turno perché telefonasse in parrocchia per far venire subito un sacerdote. Poco dopo si è confessata ed ha ricevuto la Comunione. Quando sono arrivata al lavoro, lei era tranquilla. Alle dieci si è spenta. (Vreni – Svizzera) Far sorridere il mondo Mohammed non ha ancora 22 anni, è curdo iracheno e ha già vissuto alcuni anni in Svezia. Ora è venuto in Italia per una questione di documenti. Ha due occhi limpidi e buoni. Lo faccio accomodare nell’ufficio per spiegargli come funziona il dormitorio Caritas dove verrà accolto temporaneamente. Grazie all’inglese, possiamo capirci un po’. Cerco di interessarmi a lui e alla famiglia, ai motivi che lo hanno spinto a lasciare la sua terra e al suo breve ma già intenso passato, dimenticando le situazioni – comunque dolorose – che ho conosciuto prima del suo arrivo. Quando è entrato, mi sembrava stanco e teso, ora lo vedo pian piano distendersi. Spesso sorride. Alla fine, mi dice: “In sei anni non ho mai incontrato una persona che mi accogliesse come hai fatto tu questa mattina. Mi hai fatto passare lo stress”. E mi ringrazia. Poi mi chiede di scrivergli su un foglio il mio nome, ma quando il colloquio finisce e mi saluta, mi chiama “papà”. (S.U. – Italia)
A cura di Maria Grazia Berretta
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VIII, n.2, settembre-ottobre 2022) (altro…)
Ago 19, 2022 | Testimonianze di Vita
Amare ci spinge ad uscire fuori da noi stessi, facendo il bene e accostandoci all’altro sconfiggendo l’indifferenza. Sporcarsi le mani, impegnarsi, ci ricorda quanto Dio ci abbia amati per primo e quale sia il sogno che ha riposto nel nostro cuore. Diciassette quintali di libri Parlando con amici della crisi in Argentina, abbiamo saputo della grave carenza di testi scolastici nel Pease. Di qui è nata l’idea di una raccolta da far girare tra famiglie di nostra conoscenza. La risposta è stata immediata e generosa. Non sono mancate altre iniziative: inserzioni sui giornali, appelli sulle radio, interventi nelle parrocchie e in diverse associazioni di genitori. Molti si sono impegnati in prima persona anche in altre città. Abbiamo raccolto diciassette quintali di libri di tutti i livelli scolastici da inviare in Argentina via mare. C’è stato anche chi, nel giro di un mese, coinvolgendo altri, ha raccolto altri due quintali di libri e il denaro per il trasporto. In alcuni casi è stato difficile, per mancanza di esperienza, aver presenti tanti particolari importanti (per esempio le scatole adatte per il trasporto, le pratiche doganali ecc…). Ma per tutto si è trovata una soluzione. Abbiamo anche potuto raccontare a molti cosa ci spingeva a fare questa azione: l’ideale di un mondo più unito e solidale. (S.A. – Spagna) Insieme nel servizio Sono infermiera in un centro di servizi sociali. Una coppia disagiata con un bambino di nove mesi si era rivolta a me per ricevere dei servizi. Non avevano neanche i soldi per l’autobus, la moglie si era ferita a una mano e il bambino aveva bisogno di completare le sue vaccinazioni. Non avrei potuto soddisfare le loro richieste a causa di certe procedure molto rigide, ma dentro di me avvertivo la spinta a fare qualcosa per quei prossimi. Dopo aver portato a termine un’emergenza, ho fatto in modo di rispondere a tutte le esigenze della famigliola pur di evitare loro di dover comprare i biglietti dell’autobus per un altro appuntamento. A un certo punto, spontaneamente, un’altra infermiera si è prestata a occuparsi di loro al mio posto: ha curato la mano della signora, a cui ha fornito materiale per altre medicazioni ed ha anche vaccinato il bambino. Era felice di essere stata in grado di aiutarli e lo ero anche io. (Maina – Canada)
A cura di Maria Grazia Berretta
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VIII, n.2, luglio-agosto2022) (altro…)
Ago 5, 2022 | Testimonianze di Vita
Il perdono è un esercizio costante nella nostra quotidianità ed è quella esperienza che permette all’amore di Dio di rimetterci in piedi. Riconoscere di essere perdonati è il punto di partenza per provare ad essere misericordiosi, aprire lo sguardo verso l’altro ed essere davvero liberi. Fila di attesa Soddisfatto per essere arrivato in tempo per l’appuntamento con il medico, tutto a un tratto nella fila una signora mi passa davanti come nulla fosse. Dentro di me monta la ribellione e sto per farmi sentire, ma… al pensiero di certe scene della guerra in Ucraina, di colpo, decido di trasformare i miei diritti in cortesia, in accoglienza. Ma quanto è difficile mettere da parte l’idea di ciò che si ritiene un proprio diritto! A casa poi racconto quello che mi è successo e anche il travaglio intimo. La nostra figlia maggiore, dopo un lungo silenzio, interviene raccontando l’ultima esperienza: anche lei è stata in fila alla segreteria dell’università e, di fronte a uno sgarbo di uno studente maleducato, lo ha fortemente rimproverato fino a farlo vergognare. “Forse ho sbagliato” – aggiunge. Finiamo per concludere che, piccola o grande, la guerra si annida dentro di noi ma che è possibile vincerla con il perdono. (F.I. – Italia) Una lezione da ricordare Mia moglie è un’insegnante e un giorno, mentre era a scuola, stando a casa, per farle una sorpresa mi sono messo a fare quei piccoli lavori di riparazioni e pulizia che i tanti impegni talvolta fanno trascurare. Ero felice all’idea che lei ne avrebbe gioito, ma appena a casa si è lamentata perché aveva trovato la porta di accesso aperta: “Non pensi ai ladri?”. Ero confuso. Non ricordavo di averla lasciata aperta, ma non volevo recriminare, per cui, pur dispiaciuto, ho deciso di non alimentare la rabbia. Nel pomeriggio mia moglie mi ha chiesto di parlare. Voleva farsi perdonare: “Vedendo quante cose hai fatto e pensando a come ti ho rimproverato per una inezia, mi sono sentita umiliata dalla mia cecità. Col tuo silenzio mi hai dato una vera lezione”. Qualche giorno dopo mi ha confidato che, avendo raccontato a scuola quello che era successo tra noi, nella classe si era creato un clima di grande rispetto come mai c’era stato prima. (L.D. – Ungheria)
A cura di Maria Grazia Berretta
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VIII, n.2, luglio-agosto2022) (altro…)
Lug 30, 2022 | Testimonianze di Vita
Scegliere di andare incontro al prossimo, fare un passo indietro sulle proprie convinzioni, abbattendo i muri dell’orgoglio, significa trovare la strada del cuore dell’altro e, in questo cammino, imparare a riconoscere quella del proprio: entrare in comunione e ricostruire. Finalmente amici Un compagno di classe mi punzecchiava spesso, mettendomi sempre in cattiva luce verso gli altri e soprattutto con le ragazze. La cosa cominciò a darmi fastidio. Provai a dirglielo, ma si scusò dicendomi che non c’era nessuna cattiveria in ciò che faceva. Più tardi ne parlai a casa e ciò che mi stupì fu che i miei non mi sembrarono dalla mia parte: “Hai provato a rispettarlo di più, non soltanto a difenderti?”. Cosa fare? A un compito di matematica, materia dove sono abbastanza ferrato, mi accorsi che quel compagno era in difficoltà. Gli feci un cenno e gli passai gli elementi necessari per procedere. Nell’intervallo venne da me quasi commosso e mi diede metà della sua merenda. Non so se avessi veramente capito cosa volessero dirmi i miei genitori, ma in me s’era cancellata ogni traccia di rancore verso di lui. La ragazza di cui s’era invaghito si avvicinò a noi e, forse conoscendo le passate tensioni, commentò: “È bello vedervi così amici”. Riconosco che i miei genitori, volendo il mio bene, mi aiutano a vivere con la massima dignità. Li ho ringraziati per il loro consiglio. (R.G. – Italia) Il primo passo In Colombia è il padre il punto forza della famiglia ma ultimamente, da quando nostra figlia studia alle superiori, il rapporto con lei è diventato difficile e da qualche tempo le scenate si susseguono. Lei è forte di carattere, come me, ma io sono l’adulto e ho una certa esperienza della vita. Diverse sere fa l’ho vista incollata al computer che era già tardi. Quando le ho fatto notare che era ora di andare a letto, ha replicato che doveva finire un lavoro. La cosa che mi ha urtato è che non mi ha preso sul serio, anzi, per la prima volta, ha alzato anche lei la voce. Allora ho staccato il modem in modo che non potesse più navigare. Da quel momento non mi ha più parlato. Per giorni in casa il clima è rimasto teso e l’aria sembrava irrespirabile. A un certo punto ho avuto un ripensamento sul mio modo di fare e ho chiesto a Dio la forza di essere più calmo, meno orgoglioso, di fare il primo passo per poter creare con lei un rapporto nuovo. Nel notare questo travaglio, lei stessa un giorno mi è venuta incontro e mi ha chiesto scusa. (G.G. – Colombia)
A cura di Maria Grazia Berretta
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VIII, n.2, luglio-agosto2022) (altro…)
Lug 12, 2022 | Testimonianze di Vita
Aprire la nostra casa a Gesù, come Marta e Maria nel Vangelo, e alleggerire il nostro cuore dagli affanni mettendoci in ascolto. Vivere la Parola nella vita di ogni giorno, incarnarla, è un’occasione preziosa per “scegliere la parte migliore”. Solidarietà Giorni fa Elisa, la mamma di una bimba alla quale faccio catechismo, mi ha invitata a contribuire a una raccolta di generi alimentari e di abiti da inviare, tramite alcune donne ucraine, nel loro Paese martoriato. Coinvolgendo altre persone di mia conoscenza, la risposta è arrivata puntuale e siamo riusciti in soli due giorni – con grande meraviglia di Elisa – a confezionare pacchi contenenti generi alimentari e vestiario per oltre due quintali. Dopo di che è toccato anche a me stupirmi in seguito al mio messaggio di ringraziamento a quanti avevano partecipato a questa azione di solidarietà, nel quale precisavo che avrei inviato un bonifico a un sacerdote di mia conoscenza rimasto in Ucraina. Non immaginavo che diverse persone mi avrebbero contattata per contribuire! A fine giornata, l’importo raggiunto era di 1.000 euro. Ho ringraziato commossa tutti. Un giovane mi ha suggerito: “Hai presente il miracolo dei pani e dei pesci?”. Come concludere se non “Signore, accresci la mia fede?”. (Carmela – Italia) Un gioco per bambini e per grandi Quando i figli erano piccoli, con loro avevo inventato un gioco: mettere una caramella in un cesto ogni volta che facevano un gesto d’amore. Ora sono grandi e hanno famiglia. Un giorno il mio primogenito mi ha raccontato come quel gioco per lui fosse tornato attuale: metteva infatti in un cestello una caramella tutte le volte che riusciva a superare un ostacolo con la moglie, quando frenava uno scatto di rabbia, quando sapeva accogliere un suo pensiero del tutto contrario al proprio, quando sbrigava un lavoro trascurato da lei, quando invece di giudicarla la ascoltava con attenzione. Accortasi dell’andirivieni dalla cucina alla sala, la moglie fu curiosa di scoprirne il significato. Dopo un po’ lui glielo confidò e lei, toccata dai trucchi che il marito usava per volerle bene, volle partecipare allo stesso gioco. Ne risultò una nuova impostazione della vita familiare, tanto che col tempo vennero coinvolti anche figli. Quel gioco per bambini si era rivelato importante anche per i grandi. (F.Z. – Francia) Mettersi a servizio Nel nostro lavoro al Ministero per la gioventù, cerchiamo di operare con spirito di famiglia, ciò che richiede da noi una duplice tensione: da un lato evitare che le questioni politiche nazionali, le urgenze e i problemi più grossi ci impediscano di stringere relazioni personali con tutti; dall’altro lato, non dimenticare in nessun momento che siamo lì per servire la parte di società che ci è stata affidata. Porre al primo posto il servizio ai giovani, specialmente quelli che più hanno bisogno, stando attenti alla gestione dei fondi pubblici nell’organizzare un’azione del segretariato, evitando di spendere inutilmente; avere cura nell’assumere persone, badare alla professionalità e non all’affinità politica o all’amicizia, senza abusare dei beni dell’amministrazione pubblica per interessi particolari e personali. Come nella famiglia naturale, anche la vita nell’ambito politico è fatta di piccole e grandi occasioni per scegliere e ricominciare ad amare e servire la nostra gente. (N.T. – Argentina)
A cura di Maria Grazia Berretta
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VIII, n.2, luglio-agosto2022) (altro…)
Giu 30, 2022 | Testimonianze di Vita
Gesù, attraverso la sua vita, ci porta il messaggio meraviglioso della misericordia di Dio, l’Amore che tutto avvolge e perdona. Costruire la pace significa realizzarla ogni giorno nella quotidianità per scoprire la bellezza di un dono che fa rivivere le persone e rende liberi. Pace fatta Da mesi mia sorella aveva litigato con un’amica. Per tentare di farle riappacificare, l’ho invitata un giorno a casa mia. Prima che lei arrivasse, però, ho raccontato il problema alla mia nipotina Sandra, di otto anni, e le ho chiesto di aiutarmi. Ben volentieri la piccola ha detto di sì. Con mia sorella sono andata subito al sodo, ma non c’era niente da fare, lei non intendeva perdonare. Prima di andarsene, si è avvicinata a Sandra che stava giocando, le ha chiesto della scuola, se aveva imparato a scrivere_ “Sì – ha risposto la bambina –, se mi dai un foglio te lo faccio vedere”. E avuto il foglio, ha scritto con disinvoltura qualcosa. Mia sorella leggendo è subito diventata pensierosa e i suoi occhi si sono riempiti di lacrime. Sandra, infatti, aveva scritto questa frase: “Per vivere l’arte di amare bisogna amare tutti, amare per primi, amare i nemici…”. “Ci voleva lei per dirmi cosa dovevo fare da tanto tempo!”, ha concluso mia sorella e subito è andata a riconciliarsi con l’amica. (N.G. – Camerun) Il perdono che risana Quando avevo diciannove anni, mio padre ci ha abbandonati e dolore e rancore mi hanno accompagnata per anni. Quasi per compensare quel vuoto, quando mi sono sposata, io e Nat abbiamo sempre cercato di tenere unita la nostra famiglia. I figli hanno respirato questa atmosfera di amore al punto che, quando mio marito era nervoso, perdeva la pazienza e alzava la voce, era commovente vedere come i bambini, per niente spaventati, lo abbracciavano, quasi per placargli l’agitazione. La loro tenerezza verso il papà aiutava a sciogliere in me l’astio verso mio padre; iniziava a risanarsi la piaga aperta dall’abbandono patito. E un giorno ho avvertito fortemente la spinta a perdonarlo. L’ho fatto nel profondo del cuore, ma non bastava. Allora ne ho parlato con Nat e insieme siamo andati a cercarlo. L’abbiamo trovato ed io, pur tremando, ho potuto riconciliarmi con lui, a nome anche degli altri della mia famiglia. Non dimenticherò mai la sensazione di serenità e libertà sperimentata in quell’occasione. (N.M.A. – Filippine) Il bucato Vivo in un quartiere di casette separate l’una dall’altra solo da un muro sul quale, di solito, stendiamo i panni ad asciugare. Un giorno, accortami che il bucato della mia vicina era già asciutto, ho chiesto a suo figlio di toglierlo perché anch’io dovevo stendere. Si sono offesi e hanno cominciato ad imprecare. Su quel muro c’erano due piantine che avevo cresciuto con tanta cura. La sera nel sentire un tonfo, decido di controllare e mi accorgo che i miei vicini stavano facendo cadere anche il secondo vaso. Dentro mi sono sentita ribollire d’indignazione, ma ricordando che ai miti è promessa la terra, mi sono detta: “Non importa”. Mia suocera, vedendo che non reagivo, mi ha detto: “Dammi il bastone, vado a dare loro una lezione”. Ho dovuto convincere anche lei ad avere pazienza. Per diverso tempo la situazione è rimasta tesa. Ma un giorno, a sorpresa, la vicina ha bussato alla porta. A casa sua mancava l’acqua e chiedeva di poter venire a lavare da noi. È stata l’occasione per riallacciare i rapporti e nell’accoglierla, mi sono resa conto di quanto fosse cambiata. (R. – Pakistan)
A cura di Maria Grazia Berretta
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VIII, n.2, maggio-giugno 2022) (altro…)