Ogni vita ha in sé una speranza. Anche nel tunnel oscuro della dipendenza si può accendere una luce. Nel 1983, nella città di Guaratinguetá, nello Stato di San Paolo (Brasile), Nelson Giovanelli si avvicina a un gruppo tossicodipendenti, incoraggiato da Padre Hans Stepel, francescano tedesco. Il giovane Nelson si conquista la loro fiducia. Uno di loro, Antonio Eleuterio, chiede aiuto per uscire dal giro della droga. Sono i primi passi della grande famiglia della Fazenda da Esperança. Nel 1989, Iraci Leite e Lucilene Rosendo, due giovani ragazze della stessa parrocchia, seguendo l’esempio di Nelson lasciano tutto per dedicarsi totalmente a questa nuova missione. Nel 2007 papa Benedetto XVI visita la comunità di Pedrinhas, in Brasile, nei pressi del santuario di Aparecida. Da allora la proposta di vita della Fazenda da Esperança inizia a diffondersi in tutto il mondo. Gli operatori delle attuali 118 Fazende, sparse in 17 nazioni, sono persone volontarie, spesso reduci da un passato di droga e alcol, che dopo un cammino di recupero hanno avvertito la chiamata di Dio a diventare a loro volta portatori di speranza per quanti sono precipitati in quello stesso buio. Ai primi di maggio 2017, 60 volontari di varie Fazende del mondo si recano ad Assisi, la cittadella di San Francesco e Santa Chiara, e a Loppiano (Italia), per iniziare una nuova “missione di speranza” lungo le strade d’Europa. Per due settimane accanto a loro ci sarà anche il gruppo internazionale Gen Rosso. Germania, fine maggio. Raccontano alcuni componenti della band: «Ogni mattina una carovana di auto e minibus parte alla volta di una nuova destinazione, in un’area di 400 chilometri: scuole, comunità, gruppi, carceri. I ragazzi e le ragazze della Fazenda condividono la loro vita travagliata, suscitano interrogativi, rispondono a domande. Soprattutto accendono la speranza: se loro ce l’hanno fatta perché io no? Sono storie di droga, disperazione, solitudine, paura, crimini, carcere. Quando il buio è totale, una luce si è accesa nella loro vita: Dio mi ama, così come sono, così come mi sono ridotto. A cosa aggrapparsi per rinascere? Alla “Parola di vita”, all’amore scambievole, pane quotidiano per rialzarsi e ripartire». Un messaggio dirompente, che viaggia al suono delle parole, ma anche al ritmo della musica e su passi di danza, facendosi sempre più coinvolgente. Dapprima suscita semplice curiosità e momenti di sospensione. Poi la titubanza si scioglie, sulla bocca di tanti ragazzi si apre il sorriso. Fino ad arrivare a momenti di scambio profondo. «Anche oggi l’annuncio di speranza ha fatto breccia in molti cuori». Il tour “Every Life Has Hope” percorre chilometri, attraversa città e regioni diverse, testimoniando la presenza di Dio nell’oggi della società, e la possibilità per tutti, nessuno escluso, di ricominciare. Nel carcere di Bielefeld, la “carovana” incontra cento detenuti. Ad Arnsberg, città del nord-est della Germania, i componenti del Movimento Shalom. Il giorno di Pentecoste, a Colonia, il viaggio prevede una tappa in una comunità parrocchiale, e nel pomeriggio l’incontro con la Caritas. Su invito del Vescovo ausiliare, la band canta alla messa in Cattedrale, proponendo “Io ero lì”, composta appositamente per l’occasione. A Gut Hange si festeggiano i primi 5 anni di apertura di una Fazenda femminile. E ancora: visite a strutture di accoglienza per barboni, malati terminali, incontri con studenti e con ragazzi drogati ospiti di una struttura pubblica, con una congregazione di suore che si dedica all’accoglienza di ragazze in serie difficoltà. Il tour fa tappa anche in Belgio, presso la comunità di Peer, cittadina che vedrà a breve l’apertura di una nuova Fazenda. Dopo due settimane intense e gioiose, il gruppo della Fazenda prosegue per Berlino e la Polonia, mentre il Gen Rosso torna a Loppiano in vista delle prossime tappe del musical “Campus” in Puglia (sud Italia), dove vi sarà l’inaugurazione di una nuova Fazenda. Ancora insieme, per accendere nuova speranza.
Mettere in pratica l’amore
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