Movimento dei Focolari

L’Europa nel presente

Lug 2, 2016

A Monaco, la seconda giornata del Congresso della rete ecumenica di Insieme per l'Europa, si è aperta alla cittadinanza con 17 tavole rotonde, con rappresentanti del mondo politico, delle chiese, ed esperti nel campo economico e sociale.

(C) Foto HaafQuali sono le sfide dell’Europa oggi? Qual’è la responsabilità sociale, politica nei confronti degli altri continenti? Quale contributo possono portare i movimenti cristiani? Molte le domande che hanno aperto la seconda giornata di Congresso, il 1° luglio, con focus sull’oggi del continente europeo con le sue sfide locali e mondiali. “Occorre passare dall’Europa dei padri e fare quella dei figli – ha esordito Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di S. Egidio – i cristiani devono riscegliere l’Europa, insieme, non possiamo farla da soli. Non può vivere per se stessa, deve vivere un cristianesimo per gli altri e con gli altri. E’ ora il tempo di un ‘umanesimo spirituale’, la vita delle Chiese e delle comunità deve emergere e portare il proprio contributo”. Gérard Testard di Efesia (Parigi) pone l’accento della necessità dell’azione cristiana nello spazio pubblico. Non ci può essere da una parte la cittadinanza celeste e dall’altra quella terrestre. Occorre vivere insieme. Michael Hochschild, sociologo e docente di pensiero post-moderno al Time-Lab di Parigi, ha sottolineato l’importanza sociopolitica dei Movimenti e delle Comunità spirituali in Europa. Ma perche’ cio’ sia, afferma “dovete considerarvi e dimostrare con maggiore decisione di essere forze “plasmanti” del panorama culturale. Dovete diventare ‘Movimenti socio-civili‘”. Ha inoltre affermato che in un tempo di incertezza e povertà di visioni, le Comunità come quelle impegnate in Insieme per l’Europa offrono modelli di vita alternativi. “Può essere proprio la paura del futuro che ci costringe a fare di tutto affinché esso sia migliore”, ha affermato Herbert Lauenroth, esperto in intercultura presso il Centro ecumenico di Ottmaring (Augsburg). Nella sua analisi l’attuale situazione in Europa nasce come reazione alla paura e all’insicurezza causata da un senso di soffocamento esistenziale. Situazione che, al contempo, rappresenta una sfida: La paura potrebbe diventare un’esperienza di apprendimento. “Si tratta di preferire ciò che è sconosciuto, estraneo, ciò che sta all’estremità come luogo in cui imparare la fede.” Attraverso il confronto con gli abissi che la società sta incontrando comprendiamo che un nuovo orientamento sulla base della fede è possibile. “L’Europa sta attraversando la notte dei suoi principi, la notte del suo ruolo nel mondo, la notte dei suoi sogni”, ha affermato la presidente dei Focolari Maria Voce nel suo intervento. “L’Insieme per l’Europa ci sembra proprio il soggetto capace di ispirare persone singole o associate nel loro impegno per una Europa libera, riconciliata, democratica, solidale e fraterna e che può essere dono per il resto dell’umanità”. Steffen Kern della Federazione evangelica di Wuerttemberg prosegue la riflessione su Europa e speranza: “Dove riponiamo la speranza noi cristiani? Occorre senso di responsabilità e prenderci su i dolori e le oscurità delle nostre città. Abbiamo fondato a Stoccarda la Casa della Speranza che accoglie donne e persone sole per testimoniare con il nostro impegno che Dio non abbandona nessuno”. Thomas Roemer (YMCA, Monaco) chiarisce che se non sostituiamo l’Europa della paura con quella della speranza, quest’ultima rischia la morte. Anche l’Europa, come i discepoli un tempo, è sulla barca con Gesù. “Gesù c’è anche nelle tempeste, bisogna avere fede. Lui è salito sulla barca per salvarci”. Nel pomeriggio “Insieme per l’Europa” ha aperto i propri luoghi di dialogo, confronto e progettualità a quanti desideravano incontrare i protagonisti e le tematiche di queste giornate. Alla tavola rotonda su “Cristiani e musulmani in dialogo” è emersa la necessità di conoscersi, incontrarsi e lavorare insieme attorno alle sfide sociali e culturali. Pasquale Ferrara, neo ambasciatore italiano ad Algeri ha sottolineato che il dialogo non lo fanno le culture o le religioni, ma le persone. E’ necessario un bagno di concretezza e realtà. E l’imam Baztami ha invitato ad incontrare l’altro, a conoscerlo. Molte le idee e i progetti emersi dal dibattito tra la filosofa delle Religioni Beate Beckmann-Zoeller, il dr. Thomas Amberg della Chiesa Evangelica, il vescovo francese M. Dubost. Alla tavola rotonda “Verso una sostenibilità in Europa” il card. Turkson, l’ingegnere ambientale Daniele Renzi, Hans-Hermann Böhm, e altri esperti hanno seguito l’invito di Papa Francesco per un dibattito serio e aperto sui cambiamenti climatici e le sfide ecologiche. “Scienze e religioni dovrebbero dialogare – ha affermato il card. Turkson – per dare un contributo comune alla società”. “La mistica dell’incontro” ha messo in dialogo esponenti della sinistra europea con teologi e filosofi di movimenti cristiani. “Riguardo alle domande ultime del senso: siamo più vicini tra noi di quanto pensiamo”, ha affermato Walter Baier, membro del partito comunista austriaco e coordinatore della rete europea “transform! Europe”. Jesús Moran, copresidente del Movimento dei Focolari si è espresso a favore di nuove ed inclusive forme dell’integrazione di persone di diverse convinzioni. E ha concluso: “L’armonia tra noi quest’oggi è motivo di grande speranza”. Il cardinal Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani parla di Incontro, riconciliazione, futuro (le tre parole che danno il titolo della manifestazione). “E’ Dio che viene incontro e fa il primo passo”. “E si può perdonare solo quando si riconosce il male, il negativo per questo è un lavoro duro dei cuori”. I movimenti cristiani sono così “chiamati a essere missionari della riconciliazione a cominciare dalla preghiera, poi, tradotta in vita quotidiana”. Fonte: www.together4europe.org

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