Il colle del Pincio è un balcone privilegiato sulla città di Roma. Dal suo celebre terrazzo si gode di una vista mozzafiato, che dalla sottostante Piazza del Popolo abbraccia la città fino alla sagoma rotondeggiante del cupolone. Ma dal 21 al 25 aprile non è stata questa la visione più significativa, sebbene spettacolare, che si apriva dalla terrazza. Un popolo festoso ha rubato la scena allo skyline della città, divenendo protagonista indiscusso: i partecipanti al “Villaggio della Terra”, la manifestazione organizzata da Earth Day e Movimento dei Focolari nella cornice di Villa Borghese, centralissimo polmone verde della capitale. 130mila visitatori, famiglie, bambini, giovani, cittadini di passaggio, ma anche ministri, personalità di spicco della vita economica e culturale, cardinali e responsabili delle diverse religioni. Cinque giorni di eventi, incontri istituzionali, forum a tema, corsi, spettacoli (anche big della musica), un villaggio dei bambini – nel contesto delle celebrazioni dedicate in tutto il mondo ai temi dell’ecologia e al rispetto dell’ambiente – che hanno contagiato anche i turisti o gli ignari cittadini, che a frotte passeggiavano, pattinavano o pedalavano, complici il sole radioso e i giorni di festa. Dentro il Villaggio della Terra, il Movimento dei Focolari ha trovato, già dall’anno scorso, il luogo ideale in cui realizzare una delle sue manifestazioni più significative, la Mariapoli: Nata nel 1949, ora diffusa in più di 180 paesi del mondo, la Mariapoli è una temporanea, ma incisiva città, i cui abitanti si ripropongono di vivere una legge, la Regola d’oro comune a tutte le grandi religioni, che invita a “Fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. «Questa regola è per noi il cuore vivo dell’ecologia integrale» spiegano gli organizzatori all’apertura della manifestazione, che l’anno scorso aveva avuto la visita inaspettata di papa Francesco. Concetto ripreso dal Card. Parolin, Segretario di Stato vaticano, durante una messa celebrata al Villaggio della Terra: «la scintilla d’interesse per le cose di Dio» equivale a una «scintilla di interesse per noi stessi, per la parte più vera, più profonda, più essenziale di noi (…). Un atteggiamento nuovo nei confronti del creato, di promozione di una ecologia integrale vissuta con gioia e autenticità sull’esempio di san Francesco d’Assisi». Molti gli argomenti affrontati. impossibile citarli tutti. Un tema specifico a cui il “villaggio focolarino” si è dedicato, con un convegno e la presentazione di diversi progetti, è stato quello dell’Economia di Comunione. Nata in Brasile nel 1991 da un’idea di Chiara Lubich, l’EdC si basa su un concetto di mercato inclusivo e sociale, che supera le logiche del capitalismo selvaggio e si prefigge l’obiettivo di rendere l’economia uno strumento di umanizzazione dei rapporti. L’Economia del Villaggio. La Comunità e le Imprese, il 24 aprile, ha visto la partecipazione, tra gli altri, dell’economista Stefano Zamagni. Tappa di un percorso di formazione che ha proposto ai partecipanti – cittadini e operatori economici e culturali – uno spazio di condivisione di idee, esperienze e progetti basati su pace ed economia. Binomio che oggi sembra irrealizzabile, visto che dietro ogni conflitto, ogni “pezzo” dei tanti che compongono la guerra mondiale in atto, dietro ogni ecatombe umana, finanche dietro le migrazioni di migliaia di profughi, si celano sempre enormi interessi finanziari. Eppure ci sono – e al Villaggio li abbiamo visti – economisti e imprenditori che hanno scelto, controcorrente, di costruire imprese che producono utili da destinare, in parte, a sollevare situazioni di povertà. Nel panorama attuale, sono risposte concrete che portano speranza. Altro tema centrale il dialogo interculturale e interreligioso. Significativa la testimonianza proveniente da Fontem, offerta da Maria Bencivenni e Martin Nkafu. Nel piccolo paese nel nord-ovest del Camerun, chiuso tra le colline, stretto dalla foresta pluviale equatoriale, si trova il Mary Health of Africa, ospedale fondato nel 1966 dai Focolarini. A causa di una gravissima epidemia, la malattia del sonno, in quegli anni responsabile di una altissima mortalità infantile, il re del villaggio aveva chiesto aiuto. Il Movimento dei Focolari, in risposta, aveva inviato in Africa medici, infermieri, ingegneri civili e tecnici, dando inizio così a una straordinaria storia di amicizia e convivenza armoniosa tra cristiani e fedeli di altre religioni, neri e bianchi, europei ed africani.
Due donne impegnate nelle istituzioni, Livia Turco, più volte deputata e Ministro della Salute, e Beatrice Lorenzin, attuale Ministro italiano della Salute, insieme a Vittorio Pelligra, docente di Economia all’Università di Cagliari, moderati da Ignazio Ingrao, hanno presentato il 24 aprile il volume Fedeltà creativa. Le sfide dell’attualizzazione di un carisma di Jesús Morán, attuale copresidente del Movimento dei Focolari. Uno scambio su politica e carismi, sul rapporto e le analogie tra due ambiti solo apparentemente lontani, al punto che la stessa Chiara Lubich aveva definito la politica, strumento per eccellenza atto a rispondere ai bisogni e alle sfide dell’oggi, l’“amore degli amori”. Fedeltà creativa: idealità e sua inverazione, ispirazione e concretezza, novità e fedeltà. Una sfida identitaria per tutti, in ogni ambito. «Fedeltà creatrice significa non avere paura di guardare in faccia i cambiamenti, ma al tempo stesso rimanere fermi nei propri princìpi e valori. Non è facile nel mondo della globalizzazione costruire un mondo di equità e giustizia sociale – ha affermato la Turco -. È una grande, difficilissima sfida». Un forte messaggio di pace è stato lanciato l’ultimo giorno (in Italia, giorno dell’anniversario della Liberazione). Mentre i bambini partecipavano al laboratorio Giochiamo insieme per la pace imparando le differenze che intercorrano tra le religioni cattolica, ebraica, musulmana e buddista e i diversi luoghi di culto, costruendo poi un mosaico con delle parole appena imparate, sette donne di cinque fedi diverse davano vita al panel “Madri della Terra”, tavolo di dialogo interreligioso (il primo tutto al femminile) sulla tutela dell’ambiente da un punto di vista delle religioni. «Le donne – ha dichiarato Franca Coen, presidente della comunità ebraica progressista Beth Hillel – per loro natura sanno cosa significa curare e proteggere un seme perché possa svilupparsi in un essere sano ed armonioso. Attraverso il dialogo tra varie culture e credi religiosi possono superare il timore del diverso e operare in sinergia onorando l’opera dell’unico creatore». «Secondo la nostra tradizione – ha aggiunto Lilamaya Devi, membro dell’Unione Induista Italiana – Dio riposa sulle pietre, respira con gli alberi, dorme con gli animali e si risveglia nell’uomo. Le religioni hanno una funzione molto importante, quella di ricordare a tutti l’unione profonda con la Terra». «La natura – Mervat Kelli, siriana, di confessione siro-ortodossa – è un santuario che ci insegna come avere un rapporto reciproco e vivere in profonda sintonia». Il Villaggio per la Terra ha chiuso i battenti e aperto molti cuori. Il popolo del Pincio è tornato a immergersi nella realtà metropolitana, con il proposito di vivere pienamente in comunione con l’ambiente circostante e l’umanità intorno.Mettere in pratica l’amore
Mettere in pratica l’amore
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