Per comprendere meglio cosa fare per gli altri, Gesù ci invita a metterci nei loro panni; proprio come ha fatto lui, che per amarci ha preso la nostra carne umana. Lo fai per te o per gli altri? Mi trovavo in una strana situazione: pregavo ogni giorno, frequentavo regolarmente la Messa, ero impegnato in opere di carità … eppure non avevo una fede viva. Era come se un velo mi impedisse di vedere chiaramente. Un giorno, accompagnando mia nonna dal medico, ci siamo addentrati in discorsi profondi; conoscendo quanto fosse credente, le ho raccontato il mio stato d’animo. E lei, fissandomi negli occhi: “Figlio mio, tutto quello che fai, lo fai per te o per gli altri?”. Quella semplice domanda mi ha sconvolto. C’era da cambiare completamente rotta! Ho cominciato a riflettere, costatando che anche gli atti di carità erano riempitivi di un sistema di doveri. Periodicamente visitavo un anziano. Andando da lui, dopo quella volta, più che parlare di pratiche da sbrigare o di medicine, gli ho chiesto cosa avesse in cuore. Mi ha parlato della guerra, dei commilitoni morti, della malattia della moglie … Alla fine mi ha ringraziato per il grande dono che diceva di aver ricevuto quel giorno. (U.R. – Argentina) Fedeltà Invaghitasi di un collega, mia moglie mi aveva lasciato con quattro figli. Non potevo esternare la mia disperazione per non accrescere il loro dolore, ma non riuscivo ad evitare di interrogarmi in cosa potessi aver sbagliato con lei. La stessa mia fede veniva messa alla prova. Ora la sfida era far pesare il meno possibile ai figli questo dramma e fare in modo che lei non avvertisse giudizi da parte loro. Qualche volta le portavo la più piccola di quattro anni, altre volte facevo in modo che lei partecipasse alle riunioni dei genitori con gli insegnanti degli altri figli. Lentamente si creò una situazione in cui sembrava che la mamma, pur essendo via di casa, in qualche modo continuasse ad essere presente nella vita di famiglia. Quando però lei chiese il divorzio, mi sembrò di ripiombare al punto zero. Un nuovo passo da affrontare con i figli. Fu il più grande, vedendomi un giorno triste e pensieroso, a darmi coraggio dicendo: “Papà, stai tranquillo. Stiamo imparando a prendere in mano le redini della vita”. (B.d.P. – Croazia) Il corredino Abituata da giovane ad avere soldi, vestiti, lusso, dopo il matrimonio a poco a poco ho dovuto ridurre drasticamente ogni spesa. Giorni fa mi è arrivata dal lavoro una cifra extra: subito ho pensato al nostro bambino che stava per nascere, al corredino che avrei potuto comperargli. Poi però, ricordando quanti poveri ci sono in città, mi sono detta che quei soldi potevano servire ad aiutare qualcuno di loro. Per la nascita del nostro bebè ho ricevuto in dono molti vestitini usati. Certo, avrei desiderato un corredo tutto nuovo, ma quelle cose ricevute per amore mi sembrava avessero un valore e una bellezza ancora più grandi. (Anita – Venezuela)
a cura di Stefania Tanesini (tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VI, n.2, marzo-aprile 2020)
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