Movimento dei Focolari

Vangelo Vissuto: Il coraggio di “fare” la pace

Nov 24, 2021

Essere operatori di pace vuol dire anche agire con generosità, essere solidali con coloro che ci circondano, andare oltre e aprire strade che ci permettano di avvicinarci all’altro facendolo sentire abbracciato.  

Essere operatori di pace vuol dire anche agire con generosità, essere solidali con coloro che ci circondano, andare oltre e aprire strade che ci permettano di avvicinarci all’altro facendolo sentire abbracciato.   Un dolce Nel nostro caseggiato abita una famiglia musulmana. In occasione della loro festa per la fine del Ramadan, abbiamo pensato di andare da loro per gli auguri portando un dolce (avevamo saputo che è d’uso regolarsi così). Poiché non erano in casa, abbiamo scritto un biglietto e deposto il pacchetto col dolce e il biglietto davanti alla loro porta. Più tardi ci siamo incontrati. Erano stati via per i festeggiamenti e al ritorno avevano trovato con gioia il piccolo dono. Con un grande sorriso, il marito ha ringraziato dicendo: «Da 25 anni siamo in Svizzera e nessuno mai ci ha fatto gli auguri. Ci ha fatto molto molto piacere».  In cuor mio la gioia era doppia. (Adriana – Svizzera) Da un panino al centuplo In tasca avevo soldi sufficienti per un solo panino. Uscendo dalla paninoteca, ho notato una signora che guardava speranzosa tutti quelli che mangiavano. Certamente aveva fame e aspettava l’offerta di qualcuno. In fondo, avrei potuto mangiare qualcosa più tardi, a casa. Così ho preso il mio panino e gliel’ho dato, facendola felice. Poi l’ho accompagnata da un fruttivendolo, al quale ho chiesto se poteva darle della frutta che gli avrei pagato il giorno dopo. Lui invece le ha consegnato una borsa piena di frutta, gratis. Ero così felice di vedere come da un panino può derivare il centuplo. (F.M. – India) È bastato un caffè Al lavoro dopo il rientro dalle vacanze, mi aspettava una sorpresa: un nuovo impiegato, finito l’apprendistato, era stato sistemato nel mio stesso ufficio. Non perché avesse invaso il “mio” spazio, ma sin dal primo momento mi risultò una persona antipatica a motivo dei suoi modi di fare, del suo sparlare di tutto e di tutti… Ce l’avrei fatta a lavorare con lui? E pensare che ero tornato ritemprato nelle forze, ma soprattutto nello spirito. Infatti, con tutta la famiglia, avevo partecipato a un ritiro basato su come vivere il Vangelo nella quotidianità. Ed eccomi messo alla prova: lavorare gomito a gomito con quel tipo “difficile”. Mi chiedevo come fare ad amare qualcuno così, quando mi arrivò da lontano un aroma di caffè… Idea! Senza indugio, andai a prenderne due, per me e per l’altro. Sorpreso dall’inaspettato gesto, il collega mi chiese: «Come hai fatto a sapere che avevo bisogno proprio di un caffè?». Ho buttato lì, ridendo, che ero un indovino. Da quel semplice atto di cortesia le cose sono cambiate e in seguito siamo diventati veramente amici. (V.J.M. – Spagna)

a cura di Maria Grazia Berretta

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VII, n.4, novembre-dicembre 2021)

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