Movimento dei Focolari
[:de]Wo Einheit wächst [:]

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Spirituelle Impulse für die Ökumene, um sich in der verbindenden Mitte finden zu können. Mit einer ausführlichen Einführung von Walter Kardinal Kasper. Chiara Lubich (1920-2008) hat vielfältige Anregungen für den Prozess wachsender Einheit zwischen den Kirchen gegeben. Sie hatte viele persönliche Begegnungen mit hochrangigen Vertretern der großen Kirchen und bekam für ihr ökumenisches Engagement u. a. den Friedenspreis der Stadt Augsburg. Die zum Reformationsgedenken posthum erscheinende Publikation versammelt u. a. Vorträge im Rahmen ihres letzten ganz im Zeichen der Ökumene stehenden Besuchs in der Schweiz, u. a. beim Ökumenischen Rat der Kirchen in Genf 2002. Chiara Lubich erläuterte dort, ausgehend von ihrer Erfahrung und der Fokolar-Spiritualität, wie die Gemeinschaft unter den Christen belebt und vertieft werden kann.Aus dem Inhalt: Auf dem Weg zu einer Spiritualität der Einheit – Für eine Erneuerung in Kirche und Gesellschaft – Der gekreuzigte und verlassene Jesus oder: Wo Einheit wächst – Leben aus dem Wort Gottes oder: Wo Einheit wächst – Auch als Kirchen die gegenseitige Liebe praktizieren – Gebet um die Einheit»Die in diesem Band neu veröffentlichten Texte von Chiara Lubich, der Gründerin und langjährigen Präsidentin der Fokolar-Bewegung, die ausgehend von der Gottverlassenheit Jesu am Kreuz (vgl. Markus 1,34) sich weltweit in der Ökumene engagiert, bieten viele tiefe und kostbare Anregungen für den gemeinsamen ökumenischen Weg, zu dem durch die eine Taufe alle Christen berufen sind. Ich bin dankbar für diese Neuausgabe und wünsche dem vorliegenden Band viele Leserinnen und Leser, die Förderer der Einheit aller Jünger Jesu sind oder neu dazu werden.« Aus der Einführung von Walter Kardinal Kasper

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L’unité

L’unité

Si un mot caractérise le charisme de Chiara Lubich c’est bien le mot « unité », l’unité et rien d’autre. Toute jeune, tout en puisant dans l’Ecriture elle en en fait son programme de vie : que tous soient un afin que le monde croie (Jn17). Les textes présentés dans cette anthologie vont à la source de sa compréhension et de son expérience de l’unité qui, pour elle, est indissociable du mystère de la Trinité. Dans la vision de Chiara Lubich, l’unité est une proposition qui se traduit en « fraternité universelle » et n’exclut aucune personne humaine.L’unité est un don de Dieu à demander, le dessein merveilleux de Dieu sur l’histoire, le dessin de Dieu sur l’humanité.   Nouvelle Cité

Chiara Lubich: Ho un sogno

Chiara Lubich: Ho un sogno

«Se osservo ciò che lo Spirito Santo ha fatto con noi e con tante altre “imprese” spirituali e sociali oggi operanti nella Chiesa, non posso non sperare che Egli agirà ancora e sempre con tale generosità e magnanimità. E ciò non solo per opere che nasceranno ex-novo dal suo amore, ma per lo sviluppo di quelle già esistenti come la nostra. E intanto per la nostra Chiesa sogno un clima più aderente al suo essere Sposa di Cristo; una Chiesa che si mostri al mondo più bella, più santa, più carismatica, più famigliare, più intima, più configurata a Cristo suo Sposo. La sogno faro dell’umanità. E sogno in essa una santità di popolo, mai vista. Sogno che quel sorgere – che oggi si costata – nella coscienza di milioni di persone d’una fraternità vissuta, sempre più ampia sulla Terra, diventi domani, con gli anni del 2000, una realtà generale, universale. Sogno con ciò un retrocedere delle guerre, delle lotte, della fame, dei mille mali del mondo. Sogno un dialogo d’amore sempre più intenso fra le Chiese così da far vedere ormai vicina la composizione dell’unica Chiesa. Sogno l’approfondirsi d’un dialogo vivo e attivo fra le persone delle più varie religioni legate fra loro dall’amore, “regola d’oro” presente in tutti i libri sacri. Sogno un avvicinamento e arricchimento reciproco fra le varie culture nel mondo, sicché diano origine a una cultura mondiale che porti in primo piano quei valori che sono sempre stati la vera ricchezza dei singoli popoli e che questi s’impongano come saggezza globale. Sogno che lo Spirito Santo continui a inondare le Chiese e potenzi i “semi del Verbo” al di là di esse, cosicché il mondo sia invaso dalle continue novità di luce, di vita, di opere che solo Lui sa suscitare. Affinché uomini e donne sempre più numerosi s’avviino verso strade rette, convergano al loro Creatore, dispongano anima e corpo al suo servizio. Sogno rapporti evangelici non solo fra singoli, ma fra gruppi, movimenti, associazioni religiose e laiche; fra i popoli, fra gli Stati, sicché si trovi logico amare la patria altrui come la propria. È logico il tendere a una comunione di beni universale: almeno come punto d’arrivo. [..] Sogno perciò già un anticipo di cieli nuovi e terre nuove come è possibile qui in terra. Sogno molto, ma abbiamo un millennio per vederlo realizzato». Chiara Lubich Da: Attualità. Leggere il proprio tempo, Città Nuova, Roma 2013, pp. 102-103 (altro…)

L’arte della gratuità si impara in famiglia

L’arte della gratuità si impara in famiglia

Economia è una parola greca che rimanda direttamente alla casa (oikos nomos, regole per gestire la casa), quindi alla famiglia. Eppure l’economia moderna, e ancor più quella contemporanea, si è pensata come un ambito retto da principi diversi, distinti e per molti versi opposti ai principi e ai valori che hanno sempre retto e continuano a reggere la famiglia. Un principio fondante la famiglia, forse il primo e quello sottostante gli altri, è quello di gratuità, che è quanto è di più distante dall’economia capitalistica, che conosce surrogati della gratuità (sconti, filantropia, saldi) che svolgono la funzione di immunizzare i mercati dalla gratuità vera. La famiglia, infatti, è il principale luogo dove apprendiamo, per tutta la vita e in un modo tutto speciale da bambini, quella che Pavel Florensky chiamava “l’arte della gratuità”. E’ lì che soprattutto da bambini impariamo anche a lavorare, perché non c’è lavoro ben fatto senza gratuità. La nostra cultura, però, associa la gratuità al gratis, allo sconto, alla mezza ora in più al lavoro non remunerata, al prezzo zero (San Francesco ci ha invece detto che la gratuità è un prezzo infinito: non si può né comprare né vendere perché è impagabile). […] La gratuità è un modo di agire e uno stile di vita che consiste nell’accostarsi agli altri, a se stesso, alla natura, a Dio, alle cose non per usarli utilitaristicamente a proprio vantaggio, ma per riconoscerli nella loro alterità e nel loro mistero, rispettarli e servirli. Dire gratuità significa dunque riconoscere che un comportamento va fatto perché è buono, e non per la sua ricompensa o sanzione. […] Se la famiglia vuole, e deve, coltivare l’arte della gratuità, deve fare molta attenzione a non importare dentro casa la logica dell’incentivo che oggi vige ovunque. […] Uno dei compiti tipici della famiglia è proprio formare nelle persone l’etica del lavoro ben fatto, un’etica che nasce proprio dal principio di gratuità. Se, invece, si inizia a praticare anche in famiglia la logica e la cultura dell’incentivo, e quindi il denaro diventa il ‘perché’ si fanno e non si fanno compiti e lavoretti di casa, quei bambini da adulti difficilmente saranno dei buoni lavoratori, perché il lavoro ben fatto di domani poggia sempre su questa gratuità che si apprende soprattutto nei primi anni di vita, e soprattutto a casa. L’assenza del principio di gratuità nell’economia dipende anche, e molto, dall’assenza dello sguardo femminile. […] Le donne guardano alla casa e all’economia vedendo prima di tutto il nesso di rapporti umani che si svolge in esse. I primi beni che vedono sono quelli relazionali e i beni comuni, e dentro a questi vedono anche i beni economici. Non è certo un caso che l’Economia di comunione sia nata da uno sguardo di una donna (Chiara Lubich), né che la prima teorica dei beni comuni sia stata Katherine Coman (nel 1911), e che Elinor Ostrom sia stata insignita (unica donna finora) del premio Nobel in economia proprio per il suo lavoro sui beni comuni. E ci sono due donne (Martha Nussbaum e Carol Uhlaner) all’origine della teoria dei beni relazionali. Quando manca lo sguardo femminile sull’economia, le sole relazioni viste sono quelle strumentali, dove non è la relazione ad essere il bene, ma dove i rapporti umani e con la natura sono mezzi usati per procurarsi i beni. Se lo sguardo e il genio femminile della oikos, casa, fossero stati presenti nella fondazione teorica dell’economia moderna, avremmo avuto una economia più attenta alle relazioni, alla redistribuzione del reddito, all’ambiente e forse alla comunione. È, infatti, la comunione una grande parola che dalla famiglia può passare all’economia di oggi. […] La profezia della famiglia oggi, per essere credibile, deve prendere la forma dei figli e la forma dell’economia, e quindi della condivisione, dell’accoglienza e della comunione. Perché sia i figli che l’economia non sono altro che la vita ordinaria di tutti e di ciascuno, che è il solo luogo dove la profezia si nutre e cresce. Fonte: www.avvenire.it, “Così lo sguardo femminile può cambiare l’economia”, 23 agosto 2018 (altro…)

Méditations

Méditations

Méditations” est le premier recueil publié par Chiara Lubich, vendu en français jusqu’à aujourd’hui à plus de 50 000 exemplaires. Ces notes rédigées au fil du temps, à l’occasion d’une méditation intime, contiennent déjà dans son intégralité la spiritualité de l’unité qui s’est affirmée, au cours de plus de 70 ans maintenant, comme le charisme de Chiara Lubich, reconnu publiquement par l’Église. Ces textes sont le fruit de l’Évangile vécu et peuvent étancher en chacun la soif de beauté et de vérité.   Nouvelle Cité

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