Movimento dei Focolari

Omelia del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I di Costantinopoli

Il 20 ottobre scorso Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, ha fatto visita al Centro Internazionale dei Focolari. Dopo una visita sulla tomba di Chiara Lubich, si è intrattenuto con una rappresentanza del consiglio generale del movimento. Di seguito il discorso che ha pronunciato.  

Omelia di Sua Santità Bartolomeo, Arcivescovo di Costantinopoli – Nuova Roma,

e Patriarca Ecumenico per i Cento anni dalla nascita di Chiara Lubich

Rocca di Papa-Roma, 20 Ottobre 2020

  Gentilissima Maria Voce, Emmaus, Presidente del Movimento dei Focolari, Eminenze, Eccellenze, Fratelli e Sorelle amati nel Signore, con grande gioia abbiamo accolto l’invito di giungere, alla fine di questo viaggio alla Città Eterna, l’Antica Roma, qui a Rocca di Papa, dove riposa, in attesa della Resurrezione, la nostra amatissima Chiara. E particolarmente significativo il fatto che giungiamo nel centenario della sua nascita, – infatti Chiara era nata nel 1920, – a renderle omaggio e a esprimere il nostro grazie al Signore della vita, per avercela concesso a lungo, ma soprattutto per averla inondata della sua sfolgorante grazia, espressa nella frase che qui la ricorda: “E noi abbiamo creduto nell’Amore”. L’Amore in cui ella ha creduto e nel quale ha innestato tutta la sua vita non appartiene a questo mondo, ma si è incarnato nel mondo perché noi potessimo fare esperienza di Lui, lo potessimo conoscere, lo potessimo incontrare nei nostri fratelli e sorelle, ovunque nel mondo; lo potessimo gustare, diventando uno con Lui, nella Santa e Divina Eucarestia. Quante altre cose avrebbe fatto la nostra Chiara se fosse ancora tra noi! Ma non sono gli anni che danno significato alla vita, non è la quantità, la lunghezza, ma è il come impegniamo i talenti che Lui ci ha offerto, è la qualità della vita, spesa per testimoniare Lui che è la Vita. Se pensiamo ad esempio a San Basilio di Cesarea, il grande Padre della Chiesa, il primo dei Padri Cappadoci, egli ha avuto una vita decisamente breve, neppure di cinquant’anni, eppure quella breve vita interamente offerta al Signore, ha prodotto opere teologiche, liturgiche, dogmatiche, ascetiche, le quali “portano inconfondibile la traccia della sua penna, della sua mente e del suo cuore”. Egli è stato un antesignano nell’occuparsi dei poveri e dei sofferenti, facendo costruire una cittadella della carità con locande, ospizi e lebbrosario, chiamata Basiliade: fu il primo ospedale della storia. Egli si occupò anche della natura e degli animali, a proposito dei quali emergono tematiche moderne, nella sua celebre preghiera dedicata agli animali. Se in così pochi anni san Basilio ha compiuto tali opere, è perché Egli aveva impregnato tutta la sua vita nell’Amore per Cristo, dandogli ogni momento del suo respiro fino a dare la sua anima a Dio, provato dalle austerità, dalle malattie e sfinito dalle preoccupazioni. La nostra Chiara ha vissuto una vita più lunga, ma allo stesso modo ci ha lasciato una eredità sulla quale dobbiamo ancora molto meditare. Ella ci ha lasciato il carisma dell’unità a tutti i livelli, lo ha vissuto, sperimentato, si è spesa per esso con tutte le sue forze e ha insegnato a tutti a svolgere nel migliore dei modi il proprio ruolo nella società. Possiamo tranquillamente affermare che Chiara ha assunto questo impegno per la fraternità, l’unità e la pace in tutti i campi della vita dell’uomo, consegnandoci un messaggio attraverso la sua vita e i suoi scritti, che non possiamo ignorare. Il Movimento e tutte le opere che oggi esistono, grazie al suo carisma, sono la testimonianza di una vita spesa per il Signore, passata anche attraverso la Croce, ma sempre volta alla Resurrezione. Il timone di Chiara è passato poi ad una nostra carissima sorella, la cui amicizia con noi e con il nostro Patriarcato Ecumenico è lunga e solida, fin dagli anni della sua permanenza a Costantinopoli, dove ha veramente lasciato un’impronta indelebile del ministero della fraternità, dell’unità e dell’amore per tutti: Maria Voce-Emmaus. Accogliendo il testimone di Chiara, Maria Voce ha saputo in questi anni essere come il servo buono della Parabola dei talenti. Non ha nascosto il talento sottoterra, ma lo ha fatto fruttare ancora e ancora, e il suo Signore saprà certamente esserle riconoscente. Giunta alla fine del suo mandato come Presidente, vogliamo ringraziarla anche noi del suo grande contributo all’opera; il ricordo che abbiamo di lei, come tutti voi, è nel nostro cuore, ed ella sicuramente continuerà il carisma, lì dove il Signore la chiamerà. Voglia Dio, nella sua immensa misericordia, concedere a quest’opera a Lui gradita, un degno successore, capace ancora di meravigliarci e stupirci con tutti voi, per illuminare ogni popolo del mondo con la forza dell’Amore che vince ogni cosa, perché “per amare, il cristiano deve fare come Dio: non attendere di essere amato, ma amare per primo”. (cit. Chiara Lubich). La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo, sia con tutti voi. Leggi anche l’articolo della visita del Patriarca al Centro Internazionale del Focolari (altro…)

Sherin Helmi: l’ecumenismo della quotidianità

Sherin Helmi: l’ecumenismo della quotidianità

L’esperienza di Sherin, focolarina copta – ortodossa che sperimenta ogni giorno che l’unità fra cristiani di Chiese diverse è possibile. La Chiesa di domani sarà “sull’esempio della Santissima Trinità, dove ci sarà l’unità in una sola verità, e ci sarà la varietà di tutte le tradizioni; saranno aspetti diversi di un’unica verità”. Così Chiara Lubich parlando del cammino ecumenico verso l’unità delle Chiese cristiane in un passaggio del libro Una spiritualità per l’unità dei cristiani. Pensieri scelti, edito da Città Nuova. E Sherin Helmi, focolarina copta ortodossa che vive al Cairo (Egitto), concorda e anzi sostiene che è possibile sperimentare l’unità fra cristiani di Chiese diverse ogni giorno. Cosa ti ha colpito della spiritualità dell’unità quando hai conosciuto Chiara e il Movimento dei Focolari? “Ho scoperto che il Vangelo, vissuto da un popolo che ha uno stile di vita, una lingua ed una cultura nuovi, è lievito per una umanità nuova. Che la fraternità universale e la nostra vita non sono cassetti distinti. Che si può vivere la fede 24 ore al giorno e lasciarsi trasformare da Gesù per essere un altro Lui, affinché Egli stesso viva fra la sua gente, secondo la promessa del Vangelo”. Appartieni alla Chiesa Copta-Ortodossa. Far parte del Movimento dei Focolari, nato da una donna cattolica e a prevalenza cattolica, ti ha portato a prendere le distanze dalla tua Chiesa? “Certo che no! Ma forse Dio ci prepara. Sono cresciuta in una scuola di suore cattoliche, dove c’era rispetto e amore e non sentivo alcun conflitto per il fatto di appartenere a un’altra Chiesa. Nel far parte del Movimento questa esperienza si è approfondita, e il mio cuore si è aperto a tutta la Chiesa. Ho desiderato anche andare più in profondità nella conoscenza della Chiesa Copta per cercare la somiglianza con la vita del Focolare e ho scoperto per esempio che Sant’Antonio il Grande invita tutti i cristiani, in quanto fratelli, a “diventare un’anima sola con un’unica volontà, e una sola fede”. Così col passare del tempo ho sentito di volermi impegnare a vivere per l’unità della famiglia umana. Sentivo tanta gratitudine per Chiara”. Vivi la tua quotidianità insieme ad focolarine cattoliche. Cosa significa costruire con loro l’unità? “Significa non aver paura di affrontare le differenze, che sono un’opportunità per amare, credendo che questo costruisca l’unità e ci faccia sperimentare la presenza di Gesù fra noi. E questo vale anche con persone di etnia, condizioni sociali, credo politico diversi: se pensiamo che siamo tutti figli di Dio Padre allora l’altro è un fratello da amare”. Per Il Papa Copto-Ortodosso, Sua Santità Tawadros II, il cammino di comunione fra le Chiese ha il suo fulcro in Cristo. E le “vie” che portano a Lui sono dialogo, studio, preghiera, relazione. Cosa significa, concretamente, ricercare l’unità in questi ambiti? “Nel Movimento il dialogo ecumenico è inteso come “dialogo della vita”: cerchiamo di amarci reciprocamente nella vita quotidiana come Gesù ha fatto. Poi attraverso il dialogo ci confrontiamo su temi di fede ricercando ciò che unisce. La chiesa Copta Ortodossa dà una grande importanza alla preghiera e al digiuno, e allora insieme preghiamo perché l’unità è un dono che solo Dio dà, e pratichiamo il digiuno perché l’anima trascenda il livello della materia e si avvicini spiritualmente a Dio. Nel Movimento inoltre c’è un gruppo di studiosi che approfondiscono insieme molteplici argomenti, ciascuno secondo la prospettiva della propria Chiesa. Lo fanno con un atteggiamento di amore reciproco, ascolto, accoglienza e rispetto. E pregano per arrivare a comprendere qual è lo sguardo di Dio sulle cose”.

Claudia Di Lorenzi

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Gennadios Zervos: per l’unità delle due Chiese sorelle

Un lunga e profonda amicizia ha unito il Metropolita recentemente scomparso al Movimento dei Focolari. Il ricordo di Gabriella Fallacara, focolarina, esperta di ecumenismo, per molti anni responsabile del Centro “Uno” per l’unità dei cristiani del Movimento dei Focolari. “Quando sono entrata la prima volta nella semplice casa di Gennadios Zervos,[1] – sono stata accolta con particolare cordialità: sua madre parlando poco italiano e un bel greco, m’ha offerto un suo strano dolce: un piccolo bianco nodo cremoso, tutto aderente ad un lungo cucchiaio immerso in un bicchiere di acqua limpida. Il suo sapore sottile sembrava contenere ogni sfumatura orientale”. Iniziava così il mio articolo-intervista a Gennadios Zervos realizzato per la rivista Città Nuova. Quel primo incontro risale al novembre 1970. Non sapevo che dopo pochi mesi sarebbe stato eletto dal Patriarca Atenagora di Costantinopoli e dal suo Sinodo con il titolo di vescovo di Cratea. Con ciò, dopo 275 anni, la prima volta nella storia era ordinato in Italia di nuovo un Vescovo ortodosso. Quell’atmosfera di “casa” ha accompagnato l’amicizia di cui il vescovo Gennadios da allora ci ha onorato per lunghissimi anni. Zervos venne giovanissimo tra i napoletani: nel 1961, quando aveva ventiquattro anni. Già allora era professore del suo liceo, docente di patrologia greca a Bari nell’Istituto Superiore di Teologia, scrittore del foglio più importante del mondo greco-ortodosso, la rivista Stakis. Era già laureato in teologia ortodossa a Costantinopoli e in teologia cattolica alla Pontifica Facoltà di Teologia a Napoli. Una carriera prestigiosa la sua, ma come era maturata? Pensava – in verità – di svolgere la sua missione in Grecia, ma il Patriarca Atenagora gli cambiò meta: è l’Italia – disse – perché “centro del cattolicesimo. Lì dobbiamo avere dei giovani teologi […], per l’unità delle due Chiese sorelle”. Una profezia che si è realizzata. Nell’ultimo scambio di qualche mese fa esprimeva così la nostra comune gioia: “Non dimenticherò mai i nostri incontri[2] a Rocca di Papa, mi hanno dato la vera gioia di conoscere Chiara Lubich, che ho ammirato in tanti anni, nei nostri incontri con gli Ortodossi, come anche nei nostri incontri con i Vescovi Amici del Movimento. L’ultima volta l’ho vista nell’Ospedale Gemelli; vive nella mia anima la sua splendida figura, la sua splendida personalità. Per noi lei è una colonna di amore e di unità che ci ha fatto conoscere il supremo testamento del nostro Salvatore, la Volontà di Dio: ‘che tutti siano una cosa sola’”. Gennadios è stato protagonista umile e tenace dei “tempi nuovi” aperti con il Concilio Vaticano II e tradotti in storia anche attraverso il carisma dell’unità di Chiara Lubich, da lui condiviso e vissuto. Ha portato la ricchezza della Sua Chiesa d’Oriente con semplicità e interezza creando ponti nuovi di rispetto, collaborazione e comprensione. Ha scritto un pezzo di storia della Chiesa che ci riempie di gratitudine.

Gabri Fallacara

  [1] G. Fallacara, “Atenagora l’ha scelto per i nuovi tempi”, Città Nuova, febbraio 1971, pp.32-34. [2] Si tratta degli incontri ecumenici promossi dal Centro “Uno”, la segreteria per l’unità dei cristiani del Movimento dei Focolari. Foto: Metropolitan Gennadios Zervos & Gabriella Fallacara at the 59th week long Ecumenical Meeting, promoted by Centro “Uno”, Castel Gandolfo, Italy, 13th May 2017. (altro…)

Gennadios Zervos: mistico apostolo dell’unità

Gennadios Zervos: mistico apostolo dell’unità

Ad alcuni giorni dalla dipartita del Metropolita pubblichiamo il ricordo che ne ha tratteggiato Mons. Piero Coda, docente di Ontologia Trinitaria presso l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (Italia) dov’è stato Preside dal 2008 al 2020. “Ebbi una visione: una porta era aperta in cielo…”. Con queste parole, tratte dal libro dell’Apocalisse, il Metropolita Gennadios Zervos, Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta, amava descrivere con sguardo sapienziale l’incontro tra il Patriarca Athenagoras e Chiara Lubich. Perché – diceva già Athenagoras – se la porta è ormai aperta, siamo chiamati ad attraversarla insieme: per condividere lo stupore e la gioia del dono divino dell’Unità. Non trovo parole più appropriate per descrivere la fiamma che aveva acceso il cuore e illuminava l’azione del Metropolita Gennadios. Facendone quello straordinario e infaticabile apostolo dell’Unità tra la Chiesa d’Oriente e la Chiesa d’Occidente che abbiamo conosciuto, dal Concilio Vaticano II ad oggi. Da quando, nel lontano 1960, era approdato in Italia dalla nativa Grecia, inviato dal Patriarca Athenagoras. Discepolo umile e ardente della bimillenaria tradizione della Chiesa d’Oriente, impersonata dalla profetica figura del Patriarca Athenagoras e in cui si era formato sin dagli studi nella storica Scuola teologica di Chalki, la cui esperienza aveva condiviso con il futuro Patriarca Bartolomeo; e del carisma dell’unità donato dallo Spirito Santo a Chiara Lubich per la Chiesa tutt’intera del nostro tempo, al di là delle distinzioni confessionali. Egli ha così vissuto, da protagonista attivo e discreto, l’entusiasmante stagione inaugurata dalla riconciliazione tra Roma e Costantinopoli in chiusura del Vaticano II, sigillata nello storico abbraccio tra Papa Paolo VI e il Patriarca Athenagoras a Gerusalemme. Per proseguire poi con tenacia e senza tentennamenti su questa strada, contribuendo in maniera unica, in Italia, alla reciproca conoscenza delle due Chiese sorelle. Sempre nutrendosi a piene mani e con intima gioia della luce del carisma dell’unità. Con questo spirito il Metropolita Gennadios ha animato il suo ministero nella Diocesi Ortodossa d’Italia e Malta, guidandola con lungimiranza come Arcivescovo – il primo dopo quasi tre secoli – a una magnifica fioritura nella costante ricerca della comunione con la Chiesa cattolica e in dialogo sincero con tutti. Da ultimo, quasi fosse la preziosa eredità che ha voluto lasciarci, ha intensamente voluto la Cattedra ecumenica Patriarca Athenagoras-Chiara Lubich presso l’Istituto Universitario Sophia in sinergia con il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli: “segno – ha sottolineato il giorno dell’inaugurazione – del nostro infinito amore a questi due straordinari protagonisti del dialogo dell’amore”. Sono testimone, sempre di nuovo stupito e grato, di quanto portasse nel cuore quest’ultima sua creatura. Vi vedeva lo strumento indispensabile perché il ‘miracolo’ piovuto dal Cielo – così ne parlava – con l’incontro tra Athenagoras e Chiara – ove Chiara s’era fatta ponte vivo tra il Patriarca di Costantinopoli e il Papa di Roma, Paolo VI – potesse dare un contributo nuovo, che lui pensava persino indispensabile, al cammino ecumenico verso la piena e visibile unità: «l’amore fra Athenagoras, Chiara e Paolo VI – ripeteva – è una realtà così potente che nessuno può più cancellare, perché si tratta della presenza di Gesù in mezzo a loro”. Con immensa gratitudine raccogliamo dalle sue mani il testimone che ci trasmette. Ricordandolo commossi con le parole del Patriarca Bartolomeo che ne ha voluto celebrare i molti e luminosi carismi di cui abbiamo gioito, e che ora in più piena luce contempliamo: “tra essi i più grandi l’umiltà e la dolcezza, la pace e la sapienza, e più grande di tutti l’amore e la fede verso la Madre Chiesa”.

Piero Coda

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Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, in visita al Centro internazionale del Focolari

Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, in visita al Centro internazionale del Focolari

Questa mattina Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, ha fatto visita al Centro internazionale dei Focolari a Rocca di Papa.  Ad accoglierlo la Presidente Maria Voce con cui ha visitato la casa dove ha vissuto Chiara Lubich e si è raccolto in preghiera sulla sua tomba. Poi uno scambio di saluti e di doni, presenti anche il Copresidente Jesús Morán ed una piccola delegazione del Movimento. Il Patriarca si trova a Roma per lIncontro Internazionale di Preghiera per la Pace promosso oggi in Campidoglio dalla Comunità di Sant’Egidio e il conferimento, domani, di un dottorato Honoris Causa in Filosofia presso l’Università Antonianum. Il Patriarca avrà anche un incontro con Papa Francesco.

©J. García – CSC Audiovisivi

Chiara ha assunto l’impegno per la fraternità, l’unità e la pace in tutti i campi della vita dell’uomo, consegnandoci un messaggio attraverso la sua vita e i suoi scritti, che non possiamo ignorare”. Con queste parole il Patriarca Bartolomeo I ha ricordato questa mattina Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, visitando il Centro internazionale dei Focolari a Rocca di Papa. Della delegazione facevano parte anche Sua Eminenza Emmanuel, Metropolita di Francia, Sua Eccellenza Cassianos, Igumeno del Monastero di Chalki (Grecia), il Reverendo Iakovos, Diacono Patriarcale. Ad accompagnarli Mons. Andrea Palmieri, Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani (PCPUC). “Il Movimento e tutte le opere che oggi esistono, grazie al suo carisma – ha dichiarato – sono la testimonianza di una vita spesa per il Signore, passata anche attraverso la Croce, ma sempre volta alla Resurrezione”. La visita del Patriarca si inserisce nell’anno del Centenario della nascita di Chiara Lubich: “Quante altre cose avrebbe fatto Chiara se fosse ancora tra noi! – ha detto ancora S. S. Bartolomeo I ricordandola Ma non sono gli anni che danno significato alla vita, non è la quantità, la lunghezza, ma è il come impegniamo i talenti che Lui ci ha offerto, è la qualità della vita, spesa per testimoniare Lui che è la Vita”.

©J. García – CSC Audiovisivi

Il Patriarca è arrivato nella tarda mattinata a Rocca di Papa. Ad accoglierlo la Presidente del Movimento Maria Voce, il Copresidente Jesús Morán. Con loro ha visitato la casa dove ha abitato Chiara Lubich e la cappella del Centro internazionale dove si trova la tomba della fondatrice dei Focolari. Qui ha lasciato una lunga dedica scritta in greco nel Libro dei visitatori. Poi nell’Auditorium, nel rispetto delle norme sanitarie di sicurezza, è stato possibile un breve incontro tra il Patriarca ed alcuni membri del Consiglio Generale dei Focolari, alcuni componenti del Movimento appartenenti alla Chiesa ortodossa e una piccola delegazione di giovani. Il Patriarca ha avuto parole di affetto e stima per Maria Voce, che ha definito “carissima sorella”, “la cui amicizia con noi e con il nostro Patriarcato Ecumenico è lunga e solida, fin dagli anni della sua permanenza a Costantinopoli dove ha veramente lasciato una impronta indelebile del ministero della fraternità, dell’unità e dell’amore per tutti”. “Giunta alla fine del suo mandato come Presidente – ha detto ancora rivolto a Maria Voce – vogliamo ringraziarla anche noi del suo grande contributo all’opera; il ricordo che abbiamo di lei, come tutti voi, è nel nostro cuore, ed ella sicuramente continuerà il carisma lì dove il Signore la chiamerà”.

©J. García – CSC Audiovisivi

Sono stati poi presentati al Patriarca alcuni eventi realizzati in occasione del centenario di Chiara Lubich ed alcuni giovani dei Focolari gli hanno parlato del progetto “United World Project”, che con il motto “dare to care” (osare prendersi cura) quest’anno pone il focus sulla cura dell’ambiente e delle parti più fragili delle società in tutto il mondo. Il Patriarca ha commentato: “Idee e azione, teoria e pratica.  Spero che alcuni giovani ortodossi saranno inclusi in questo progetto per collaborare con voi per il bene dell’umanità”. A conclusione dell’incontro uno scambio di doni. La Presidente Maria Voce ha donato una scultura rappresentante la Vergine Maria con Gesù Bambino che era nella casa di Chiara Lubich in Svizzera, ed il Patriarca ha donato una meravigliosa icona.

Stefania Tanesini

Per leggere l’omelia di Sua Santità Bartolomeo, Arcivescovo di Costantinopoli, clicca qui     https://vimeo.com/470228270 (altro…)

Il Metropolita Gennadios Zervos: uomo del dialogo e dell’unità

Il Metropolita Gennadios Zervos: uomo del dialogo e dell’unità

Un breve profilo del Metropolita che è stato un grande amico dei Focolari e l’espressione della preghiera e della vicinanza di Maria Voce a nome del movimento.

© CSC Audiovisivi

Oggi 16 ottobre, l’Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta ha annunziato che il Metropolita Gennadios è “transitato al cielo”[1]. Ha vissuto 57 anni in Italia dapprima come parroco a Napoli, nel 1970 come Vescovo di Kratea e poi dal 1996 come arcivescovo della diocesi di Italia e Malta e esarca dell’Europa meridionale, con sede a Venezia. Per i fedeli della sua Arcidiocesi ha avuto un amore grande che emerge da una lettera del 3 ottobre scorso, in cui scriveva: “Siete nel mio cuore. Siete la mia vita!”.[2] Nel 2007 il Patriarca Bartolomeo disse del lui: “con immenso amore […] avete lavorato per moltissimi anni in modo missionario per il vostro gregge, distinguendo Vi per molti e vari carismi, che esprimono la personalità di Vostra Eminenza, tra i quali i più grandi sono l’umiltà e la dolcezza, la tranquillità e la saggezza del vostro carattere, ma più grande di tutti è il vostro amore e la fede verso la Madre Chiesa”.[3] E’ stato un uomo del dialogo che ha partecipato attivamente all’attività ecumenica in Italia e oltre come si coglie in quest’intervista a Radio Vaticana nel 2015: “Pregare significa camminare insieme e, come mi ha detto una volta Papa Francesco, ‘camminare significa unione. Quando camminiamo insieme, l’unità è più vicina a noi’”[4]. Parlando delle divisione dei cristiani afferma “Noi adesso dobbiamo essere crocifissi, noi uomini dobbiamo salire sulla croce, per far sparire le nostre passioni, i nostri difetti, i nostri errori. Non viene più, Gesù Cristo, per essere crocifisso ma dobbiamo essere noi sulla croce per cancellare il fanatismo, l’odio, l’egoismo”[5]. Grande amico del Movimento dei Focolari, il Metropolita  ricordava spesso un colloquio con  Athenagoras nel 1970. “Egli mi ricevette per ben 48 minuti! Numerosi vescovi, sacerdoti, teologi ed altri erano nel corridoio ad attendere la benedizione del Patriarca. Tutti erano stupiti del fatto che fossi rimasto in udienza così tanto tempo […] Cosa era accaduto? Il Patriarca aveva parlato di me per 2 minuti, di papa Paolo VI per 5 minuti e per ben 40 minuti di Chiara!”[6] Prendeva parte a molti eventi dei Focolari: dagli incontri dei vescovi amici del Movimento, alle scuole di ecumenismo e le settimane ecumeniche organizzate dal Centro “Uno”[7]. Durante l’ultima edizione, nel 2017, consegnò a Maria Voce una medaglia in riconoscenza per il lavoro ecumenico dei Focolari. E’ stata sua l’idea d’iniziare la “Cattedra Ecumenica Internazionale Patriarca Athenagoras – Chiara Lubich”, di cui era co-titolare, all’Università Sophia e ha tenuto nel 2017 la Prolusione di inizio attività sul tema “Il Patriarca Athenagoras e Chiara Lubich, protagonisti dell’unità”.[8] Il Metropolita Gennadios ha potuto incontrare Chiara pochi giorni prima della sua morte quando l’ha visitata assieme al Patriarca Bartolomeo al Policlinico “Gemelli”.  Di quell’ultimo incontro ricordava: “Era piena di gioia, sorridente come sempre, dolce, serena ed il suo “Carisma” era ben vivo. Infatti le sue ultime parole prima di congedarci furono: “Sempre uniti!”. [9] Sembra che il Metropolita Gennadios abbia adempiuto quanto gli disse profeticamente il Patriarca Athenagoras nel 1960: “Tu andrai in Italia, abbiamo bisogno di nuovi sacerdoti per i tempi che vengono, tempi di riconciliazione e di dialogo con la Chiesa cattolica”[10].

Joan Patricia Back

[1] Sito ortodossia.it [2] Sito ortodossia.it [3] Sito ortodossia.it [4] Intervistato alla Radio Vaticana 23 gennaio 2015 sul sito ortodossia.it [5] Intervistato alla Radio Vaticana 23 gennaio 2015 sul sito ortodossia.it [6] 50° del Centro “Uno”, Trento 12 marzo 2011 [7] Il Centro “Uno”, per l’unità dei cristiani, si occupa del dialogo ecumenico del Movimento dei Focolari [8]  www.sophiauniversity.org/it [9]  50° del Centro “Uno” Trento, 12 marzo 2011 [10] Sito ortodossia.it (altro…)

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