Movimento dei Focolari
Dalla comunità dei Focolari del Messico

Dalla comunità dei Focolari del Messico

IMG-20170926-WA0005«Fin dai primi momenti molti di noi, così come la stragrande maggioranza del popolo messicano, ci siamo fatti avanti, pur nello sgomento e l’emergenza, per accogliere la richiesta di aiuto che giungeva da tutti i quartieri di Città del Messico e da altre località dell’entroterra colpite dal sisma. Un profondo senso di solidarietà è scattato ovunque. Gli alberghi hanno aperto le porte a quanti avevano perso la casa, medici e psicologi prestano servizi gratuiti; non manca mai una famiglia che non offra un piatto di minestra calda. Centinaia di volontari lavorano duramente e senza sosta; sono cittadini che fino a poche ore prima erano impiegati, venditori ambulanti, casalinghe e operai. Ancora una volta si costata che, in seguito ad una tragedia, emerge la vera natura messicana, che non perde la speranza, sa contagiarsi di gioia ed entusiasmo perfino nei momenti più bui. Fiumane di persone aiutano nei modi più semplici e creativi, dando l’impressione di un popolo vivo che si solleva come un gigante dalle macerie. IMG-20170926-WA0007L’emergenza ha anche colpito stati come Puebla, Stato del Messico, Morelos, Chiapas e Oaxaca. Vari membri della nostra comunità hanno offerto il proprio aiuto, specialmente a Puebla e Morelos,  nei paesini nei quali i soccorsi sono arrivati con maggiore lentezza. Una famiglia di Città del Messico ha organizzato un centro di raccolta nella propria casa e poi si è trasferita nello stato di Morelos per distribuire alimenti e generi di prima necessità ai più bisognosi. I giovani della cittadella El Diamante sono andati a Contla, una località dello stato di Puebla duramente colpita dal terremoto. Hanno rimosso macerie, scaricato e consegnato viveri e consolato chi aveva perso tutto. Per raggiungere questa comunità, situata in una zona di difficile accesso, hanno attraversato un fiume e oltrepassato un profondo burrone con un ponte di corda improvvisato. Contemporaneamente il gruppo di Economia di Comunione di Puebla ha organizzato attività di soccorso a Sant’Antonio Alponocan, un’altra comunità di quella regione. Infine, allo scopo di coordinare gli aiuti, abbiamo creato a Città del Messico un comitato di emergenza che ha dato il via a un censimento dei danni e delle necessità, per organizzare una raccolta di beni materiali e competenze. IMG-20170926-WA0001In questi momenti difficili abbiamo sempre in mente, e sono per noi fonte di coraggio e consolazione, le parole che la Madonna di Guadalupe, sul monte Tepeyac, ha chiesto a San Juan Diego di ricordare sempre: “Metti questo nel tuo cuore, figlioletto mio: non temere. Non sono forse qui, io che sono tua Madre? Non ti trovi forse alla mia ombra, sotto la mia protezione? Non sono forse io la fonte della tua gioia? Non stai forse tu tra le pieghe del mio manto, sulle mie braccia? Hai forse bisogno di altro?”. Come Movimento dei Focolari abbiamo rafforzato il nostro impegno di amore e fraternità per la ricostruzione materiale e spirituale del nostro amato Paese». Città del Messico, 25 settembre 2017 (altro…)

Il Movimento dei Focolari in movimento

Il Movimento dei Focolari in movimento

Vietnam

Focolare temporaneo in Vietnam

Incontrano, accorciano le distanze, collegano, connettono. Sono i “focolari temporanei”, piccoli gruppi, composti da giovani e adulti, appartenenti alle diverse vocazioni del Movimento dei Focolari, che per un periodo breve, da pochi giorni a qualche settimana, lasciano la propria casa per visitare comunità lontane, spesso in zone isolate. Una quarantina di viaggi solo negli ultimi mesi, dallo Sri Lanka alle isole Azzorre, dal Vietnam a Santo Domingo, dal Brasile alla Tanzania. Tutti “autofinanziati” con le più varie iniziative e spesso con grandi sacrifici. Gli alloggi, in genere, sono messi a disposizione dalla chiesa locale o dalla comunità stessa. Ognuno di questi viaggi ha una storia diversa, ma con un denominatore comune: come temporanei “focolari”, accendono nuova vita. Idalina e Toni sono una famiglia del Portogallo. Insieme ad altre sette persone, tra cui due giovani, durante il mese di agosto sono partiti per Saurimo, in Angola. «Siamo stati alloggiati nella casa dell’arcivescovo. Insieme a lui abbiamo condiviso i pasti e tanti altri momenti della giornata». Durante le due settimane di permanenza hanno intrecciato molti rapporti con adulti e ragazzi della comunità: «Al termine dei quindici giorni di permanenza, ci chiedevano quando saremmo ritornati. L’arte di amare di Chiara Lubich è per tutti una grande scoperta». Canada_03Di ritorno da un mese di permanenza tra i popoli indigeni dei Territori del Nord-Ovest, in Canada, Father Harry Clarke (sacerdote della British Columbia, provincia occidentale del Canada), Marilena e Mike Murray (una coppia di sposi di Washington DC), Maria Santana (Montreal) e Ljubica Dekic (Toronto) scrivono: «A Yellowknife, capoluogo della regione e sede della diocesi, siamo stati accolti dal Vescovo emerito, che ha trascorso tutta la sua vita tra le popolazioni indigene del nord. Da lì siamo partiti per Wha Ti, uno dei quattro villaggi della tribù Tlicho, a 40 minuti di aereo. Eravamo ospiti nella casa della parrocchia. La gente del villaggio è semplice e molto riservata. Uno dei problemi della tribù è la mancanza di comunicazione tra gli anziani, radicati nella cultura indigena, e i giovani, che non parlano più la lingua della tribù. Alcolismo, gioco d’azzardo e droga complicano la situazione. Abbiamo presentato la spiritualità dell’unità, poi ci siamo dedicati alle varie attività della piccola comunità cattolica per bambini e adulti. Le circostanze ci hanno messo in contatto con due luterani e una coppia di mennoniti in missione, ed è sorta una bella collaborazione. Spostandoci in canoa lungo il fiume, abbiamo partecipato agli eventi della tribù, che proprio in quel periodo riuniva l’assemblea annuale dei villaggi. Di questo viaggio ci sono rimaste soprattutto le storie di vita, i problemi, i rapporti di fiducia costruiti». Angola_02A Bambio, 300 chilometri da Bangui, nella Repubblica Centrafricana, un “focolare temporaneo” ha incontrato un gruppo di pigmei che da vent’anni conosce e vive l’Ideale dell’unità. Fidelia scrive: «È impressionante entrare nei loro villaggi e sentirsi salutare con un “ciao”! I pigmei hanno tanti valori: la fedeltà, la monogamia, la purezza, il senso del sacro. Ci hanno raccontato le loro esperienze sull’arte d’amare e sulla Parola di vita. Ogni villaggio ha scelto un giorno alla settimana in cui incontrarsi, dalle 6 alle 8 di mattina, prima di cominciare le attività. Raccontavano: “Il focolare ci ha insegnato a vivere, ad amare, a farci uno con gli altri. Non c’è più voi e noi, siamo tutti noi. I pigmei non si mescolano con gli altri perché ci guardano male. Ma i focolari ci hanno considerato uguali e sono venuti a vivere con noi, a condividere le nostre gioie e sofferenze. Non ci hanno chiesto di diventare cattolici, ma ci hanno insegnato l’amore”. E ancora: “Noi pigmei abbiamo tante pratiche nella nostra tradizione. Ma da quando siamo “dei focolari”, ne ho lasciate cadere alcune. Ad esempio, quando mio figlio si è ammalato, non sono andato dallo stregone come facevo prima, ma l’ho portato in ospedale. Appena i focolarini l’hanno saputo, sono venuti ad aiutarmi finché non è guarito”». La gratitudine e l’arricchimento sono grandi, in chi parte e in chi resta, mentre cresce la consapevolezza di essere un’unica famiglia. (altro…)

Il Genfest 2018 in Asia

Il Genfest 2018 in Asia

Genfest2018È partita dalla convinzione di voler riscrivere una nuova geografia che punta ad abbattere limiti e steccati personali e planetari la marcia mondiale dei Gen e Giovani per un Mondo Unito verso l’undicesima edizione del Genfest che si terrà dal 6 all’8 luglio 2018 a Manila (Filippine). Il programma centrale si terrà al World Trade Center Metro Manila, mentre tutti i workshops si svolgeranno presso l’Università De La Salle e altri atenei. Il titolo sarà “BEYOND ALL BORDERS” (oltre ogni frontiera). Sarà dunque l’Asia, il continente del futuro e dei giovani ad ospitare questa convention. Secondo i dati del U. S. Census Bureau, sono tre miliardi i giovani nel mondo di età inferiore ai 25 anni e il 60% di loro vive in Asia. Quindi, quasi la metà della popolazione asiatica (oltre 4 miliardi di persone) è under 25. «Dunque non poteva svolgersi che nel nostro continente», – spiega Kiara Cariaso filippina, del team organizzatore. «Vogliamo mostrare al mondo la rete di progetti, campus, azioni di solidarietà, di sostegno alla legalità, il no alla guerra e agli armamenti, ma anche alla solitudine, all’abbandono e ai rapporti superficiali, che le migliaia di giovani sparsi per il mondo stanno già portando avanti». Aleppo, Betlemme, Turunga, Mumbai: il Genfest riparte dalle periferie del mondo. «Anche questa volta il Genfest sarà una pietra miliare, imprescindibile al cammino verso un mondo unito – spiegano  Maria Guaita e Marco De Salvo della segreteria centrale GMU – sia per condividere gli sforzi di pace e unità in atto, sia per prendere forza e coraggio gli uni dagli altri. Tanti dei giovani vivono in territori di guerra, conflitto, disagio sociale. È questa la prima linea che molti hanno scelto per iniziare a cambiare il mondo». «Ci muoviamo su fronti numerosi e diversi: siamo nelle periferie, ma ci occupiamo anche di formazione, di sport, di solidarietà – precisa Rafael Tronquini, brasiliano, del team Marketing del Genfest, a Manila già da 5 mesi –. Vogliamo esserci laddove avvertiamo i bisogni o le grida di aiuto della nostra gente, a tutte le latitudini. Potremmo riassumere il logo del Genfest con il motto “less is more” (meno è meglio): le sfide e le barriere sono infinite, ciò che conta è superarle insieme e fare passi avanti verso l’unità». Sito ufficiale: y4uw.org/ https://youtu.be/C8NvjNYgNEc (altro…)