Isaura Pereira dos Reis
- Data di Morte: 31/10/2022
- Branca di Appartenenza: Volontaria
- Nazione: Brasile
Essere testimoni autentici senza mai rassegnarci. Vivere il Vangelo nella vita di ogni giorno ci richiede questo: mettere da parte le nostre paure e andare oltre i nostri limiti o le nostre convinzioni; confidare nei doni che Dio ci ha fatto perché è li che risiede la nostra forza. Senza rancore La messa era giunta alla conclusione. Mentre don Carlo, il nostro parroco, impartiva una benedizione particolare a uno dei parrocchiani che aveva compiuto quel giorno il suo novantesimo compleanno, io ero intenta a scattare qualche fotografia della scena. Era presente alla cerimonia anche sua sorella, venuta per l’occasione dalla Svizzera francese. All’uscita dalla chiesa mi sono avvicinata a lei e le ho chiesto il suo numero di cellulare così da poterle inviare l’intera serie di foto. Volentieri me l’ha fornito, ringraziando. Più tardi lei ha telefonato a casa mia, mentre io ero assente; le ha risposto mio marito, che al mio ritorno mi fa: “Ma tu parli con quella persona, malgrado tutto quello che ci ha fatto?” Si riferiva a vecchi dissapori intercorsi tra quella signora e noi. “Certo! – mi son sentita di rispondergli –. Non voglio partire da questo mondo avendo rancore verso qualcuno! La verità è che siamo tutti fratelli, anche se a volte ce ne dimentichiamo”. Mio marito non ha replicato, ma per un po’ l’ho visto piuttosto pensieroso. (Loredana – Svizzera) L’esame Vivo a Firenze con altri quattro amici, anch’essi studenti universitari che, come me, desiderano modellare la loro vita secondo l’esempio dato da Gesù. L’appartamento dove abitiamo è molto umido e per scaldarci usiamo la stufa a legna. Non è l’unica difficoltà, che però diventa un incentivo per volerci veramente bene. Per esempio, col collega col quale preparo un esame abbiamo tempi e metodi di studio diversi. Vorrei mollare e proporgli di studiare separatamente. Ma quando ne parlo agli altri ragazzi, mi consigliano di insistere, di provare a comprendere meglio il mio compagno di studi. Capisco che devo continuare ad amarlo. Non mancano i momenti di tensione e di scoraggiamento, ma lui mi dice che venire a studiare da noi gli piace, perché respira un’altra aria. Alla fine, l’esame va bene e lui vuole festeggiare in pizzeria, non solo con me, ma con tutti noi e dice: “l’esame superato è stato il frutto del nostro volerci bene, ma anche della comprensione dei tuoi amici”. (Gioacchino – Italia)
A cura di Maria Grazia Berretta
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VIII, n.2, settembre-ottobre 2022) (altro…)
L’ incontro personale e profondo con Dio nella preghiera risignifica tutta la nostra esistenza. Riconoscere in Lui l’autore della grazia ci concede la possibilità di amare da figli, di perderci nel suo sguardo, fino a diventare preghiera vivente. […] Come sappiamo, la nostra spiritualità, personale e comunitaria insieme, ci porta ad estendere il nostro amore verticalmente, come si dice oggi, verso Dio e orizzontalmente verso il prossimo; e la santità, che ne deriva, è data dalla equilibrata presenza di questi due amori. Ma è facile per alcuni (e lo sta dimostrando la tendenza, alle volte, all’attivismo) sviluppare in modo particolare la dimensione orizzontale dell’amore e, forse, non altrettanto quella verticale. E’ vero che noi tutto quanto facciamo lo rivolgiamo in genere a Lui: è per Lui che amiamo, che operiamo, che soffriamo, che preghiamo… Ma, se col continuo “farci uno” con i prossimi siamo arrivati ad amarli spesso anche col cuore, siamo certi di amare pure Dio non solo con la volontà, ma insieme col cuore? Alla fine della nostra vita non potremo presentarci a Dio assieme agli altri, alla comunità, ma dovremo farlo da soli. E siamo sicuri che, in quel momento, tutto l’amore raccolto nel nostro cuore, durante la nostra esistenza, si verserà spontaneamente, come dovrebbe essere, su Colui che dovremmo aver sempre amato e che incontreremo e ci giudicherà? […] Arriverà senz’altro anche per noi quel momento e, tenendolo presente, dovremmo sin da adesso cercare di approfondire meglio ed al massimo il nostro rapporto con Dio. Si può, infatti, amare come servi e compiere tutto quanto il padrone vuole senza rivolgergli parola; o si può amare come figli col cuore, riempito dallo Spirito Santo, di amore e di confidenza nel proprio Padre: quella confidenza che porta a parlare spesso con Lui, a dirgli tutte le nostre cose, i nostri propositi, i nostri progetti; quella confidenza, quel divino desiderio che porta a non vedere l’ora che arrivi il momento dedicato esclusivamente a Lui, per mettersi in contatto profondo con Lui. E’ la preghiera, la preghiera vera! E’ ad essa che dobbiamo tendere, fino ad arrivare ad essere preghiere viventi. C’è una bella frase del teologo Evdokimov, a proposito della preghiera: “Non basta – dice – avere la preghiera, bisogna diventare, essere preghiera, costruirsi in forma di preghiera…”¹. Costruirsi in forma di preghiera, essere preghiera, come vuole Gesù, che ha detto: “Conviene sempre pregare”². Io credo che nel cuore di molti di noi ci sia un vero patrimonio d’amore soprannaturale che può trasformare la nostra vita in autentica preghiera, che può costruirci in preghiera. Si tratta di raccoglierlo nei momenti opportuni. In questo prossimo tempo impegniamoci allora a parlare spesso con Dio, anche in mezzo all’attività. Cerchiamo di migliorare proprio in questo. Già il dire un “Per Te” prima di ogni azione, trasforma questa in una preghiera. Ma non basta. Incominciamo un colloquio serrato con Lui ogni volta che è possibile. Solo così, alla fine della vita, potranno fiorire sulle nostre labbra espressioni d’amore a Dio, simili a quelle dei santi. […]
Chiara Lubich
https://youtu.be/mV3dPufxu74 (altro…)
Selezionati 15 progetti per il Seed Funding Program, programma di microfinanziamento che sostiene e incoraggia iniziative di ecologia integrale significative e promettenti in diverse parti del mondo. Il Movimento dei Focolari, FaithInvest e MundellEarth a supporto dell’iniziativa. Quella che il mondo si ritrova a vivere oggi è una crisi complessa, sociale e ambientale e ciò che anima maggiormente le persone sembra proprio il desiderio di trovare delle soluzioni per rispondere concretamente a questo problema. Agire per il bene della nostra “casa comune”, come ama definirla papa Francesco, ascoltando “il grido dei poveri, del pianeta e delle nuove generazioni”. Anche il Movimento dei Focolari ha deciso di voler fare la sua parte e ha compreso di avere la responsabilità di studiare a fondo i problemi che affliggono il mondo e di compromettersi in azioni concrete. Con questo desiderio di trovare strategie partendo da un approccio integrato, è nato il Seed Funding Program (SFP) in partnership con FaithInvest e MundellEarth. Questo programma di microfinanziamento mira a sostenere e incoraggiare iniziative significative e promettenti in diverse parti del mondo per la realizzazione di piani ecologici locali all’interno delle comunità dei Focolari per camminare insieme verso un’ecologia integrale. Dalle Filippine all’Argentina, dei 33 progetti che hanno risposto al bando, 15 sono stati selezionati per ricevere il finanziamento e sviluppare il loro lavoro con aspetti ambientali e sociali nelle loro comunità. I progetti sono guidati da giovani, con sforzi intergenerazionali, inseriti nelle loro comunità locali, orientati all’ecologia integrale e motivati da valori spirituali. Durante l’incontro di avvio del SFP, che si è svolto il 3 settembre 2022, tutti i partecipanti hanno potuto ispirarsi ai progetti degli altri, dalle cooperative di carpenteria riciclabile alla formazione integrale dei giovani. Un momento di grande condivisione a cui hanno preso parte anche Catherine Devitt (Faith Plans Programme Manager di FaithInvest) John Mundell (Presidente di MundellEarth) ed Etienne Kenfack (Consigliere del Movimento dei Focolari per l’aspetto della “Vita fisica e natura”).
Ana Clara Giovani e Bianca Carvalho
I 15 progetti selezionati Per saperne di più sul progetto: https://www.new-humanity.org/es/project/seed-funding-program/ (altro…)
Il 24 settembre 2022 papa Francesco si è recato ad Assisi per incontrare i giovani economisti, imprenditori e changemakers di Economy of Francesco giunti da oltre 100 Paesi del mondo per la terza edizione dell’evento, la prima in presenza. Pace, cura, servizio, tutela, amicizia, alleanza, riconoscimento, dignità, condivisione, felicità. Sono queste le dieci parole dell’economia della vita che i giovani economisti, imprenditori, changemakers hanno deciso di incarnare nella realtà, su invito di papa Francesco. Non un’utopia, “perché la stiamo già costruendo”, conclude il “Patto” firmato il 24 settembre scorso nel teatro Lirick di Assisi dalla quattordicenne Lilly Ralyn Satidtanasarn, a nome di tutti i partecipanti di The Economy of Francesco (EoF), e dallo stesso papa Francesco. Un’adolescente thailandese e il vescovo di Roma sono i custodi di questa “giara del futuro”. Un’anfora di carta e inchiostro in cui i ragazzi e le ragazze hanno raccolto i loro impegni personali, nati e maturati in tre anni di sessioni di lavoro online. “Insieme al testo del Patto, li affideremo alla terra come radici dell’economia di domani, nel roseto della Porziuncola, da dove i figli di Francesco partirono per il mondo”, ha detto Lourdes, uno dei tre conduttori che si sono alternati sul palco, su cui c’era una trentina di coetanei, tra cui gli otto testimoni. Sognatori con i piedi, però, ben piantati per terra, capaci di rivoluzionare il mondo con “l’amore, con l’ingegno e con le mani”. Come Facundo Pascutto, argentino di Lomas de Zamora, enorme città-satellite di Buenos Aires che, insieme alla facoltà di Scienze sociali, trasforma associazioni di quartiere, sindacati, università, cooperative, mense comunitarie, unità penitenziarie e imprese in “piccole Assisi”, cioè spazi di incontro tra i differenti attori sociali. O Henry Totin, del Benin, che, con l’associazione Javev, ha reso una pianta infestante – il giacinto d’acqua o togblé – una risorsa economica per i contadini della valle di Ouémé. O ancora Maryam, attivista per i diritti delle donne, fuggita all’Afghanistan dei taleban proprio grazie alla rete di contatti attivata da The Economy of Francesco. È impossibile sintetizzare il caleidoscopio di storie e storia su cui si fondano i dodici punti del Patto. Alcune nuovissime, come “la Fattoria di Francesco”, inventata da Mateusz Ciasnocha, contadino della Polonia del Nord, che proprio nel corso del processo innescato dal Papa ha trovato il modo di coniugare agricoltura e giustizia. “Come? Rispettando i campi e quanti li lavorano. Ora abbiamo creato una nuova impresa in Nigeria per sostenere la produzione famigliare di cinque villaggi della zona di Ibadan”, ha raccontato. Altre, invece, sono antiche. La Comunità di pace di San José de Apartadó ha venticinque anni. “È stata fondata il 23 marzo 1997 quando nessuno parlava di economia circolare e coltivazioni sostenibili. Non ne sapevamo molto nemmeno noi. È avvenuto tutto per ‘chiripa’”. Ha ripetuto questa parola più volte José Roviro. “Vuol dire ‘fortuna’ o ‘provvidenza’”, spiega. Costituito da un gruppo di contadini sfollati del conflitto colombiano, la Comunità ha scelto di dire no alla violenza. “Poiché l’avevamo sperimentata sulla nostra pelle – ha aggiunto Sayda Arteaga -, abbiamo deciso di non infliggerla ad altri”. Ora l’iniziativa – sostenuta da Operazione colomba – produce alimenti sostenibili grazie a un sistema di lavoro comune. Dal modello pioniere, poi, si irradiano altri percorsi. “La neo-nata Fondazione Rut partirà proprio dalla Comunità il processo di ascolto per elaborare una grande piattaforma digitale (Inter Zona) sulle violazioni dei diritti umani e le forme di resistenza nonviolenta”, hanno sottolineato Annamaria De Paola e Giovanna Martelli. Esempi piccoli e grandi di un’altra economia possibile in cui credono i giovani di Eof e, alcuni di loro, “in mattine particolarmente luminose, hanno già intravisto l’inizio della terra promessa”. Quanto ci vuole per raggiungerla? Troppo, sostengono gli scettici, spesso non proprio disinteressati. Il popolo di Eof non se ne preoccupa e ora prosegue il cammino con l’apertura di The Economy of Francesco 2.0. In questo sono profetici: abitano la notte, come la sentinella del brano di Isaia. Non hanno risposte per i passanti angosciati che domandano quanto manca allo spuntare del sole, eppure li ascoltano. Sono donne e uomini del dialogo notturno. Perché – è risuonato ieri con forza dal palco di Assisi – “non c’è alba più bella di quella che ci sorprende in compagnia dei profeti”.
Di Lucia Capuzzi
Fonte: Papa Francesco firma il “patto” con giovani: «Una nuova economia non è utopia» (edc-online.org) Discorso papa Franscesco: Visita del Santo Padre Francesco ad Assisi in occasione dell’evento “Economy of Francesco” (24 settembre 2022) (vatican.va) Video: – IT – Papa Francesco e la comunità EoF – YouTube
“Dare” è come un vento che apre tantissime porte. L’esperienza di alcuni Ragazzi per l’unità che hanno sostenuto una famiglia bisognosa alla periferia della grande Buenos Aires, Argentina, e un’amicizia che li ha portati a condividere momenti ed esperienze davvero inaspettate. Il lavoro iniziato pochi mesi fa dai Ragazzi per l’unità (RxU) delle città di Rodríguez e Luján, nella provincia di Buenos Aires, insieme ai Giovani per un Mondo Unito e ai membri della comunità, ha compiuto passi tanto inaspettati quanto provvidenziali. Tutto è cominciato nel Natale 2021, quando alcuni RxU, pensando al fatto che ci fossero molte famiglie impossibilitate a festeggiate con qualcosa di gustoso in tavola quei giorni, hanno deciso di agire concretamente. La prima mossa è stata contattare la famiglia di Tiziano, un ragazzino di cinque anni che viveva con i suoi genitori in condizioni davvero umili, e preparare per loro una ricca scatola, piena di cose prelibate da poter mangiare in un momento così speciale: un pollo, un’insalata, del buon vino, sidro, panettone, budino e qualche bibita gassata. Hanno anche pensato a qualche regalo. Ma la gioia del lavoro svolto non si sarebbe fermata lì. Quando i RxU hanno portato la scatola di Natale alla famiglia, hanno potuto conoscere da vicino la realtà in cui vivevano quelle persone. Avere un alloggio decente, anche solo per non rimanere al freddo durante l’inverno, sembrava un’utopia. “È stato scioccante”- ricordano i referenti dei RxU – ma, allo stesso tempo, un momento di vera gioia. Chiacchierando con i genitori di Tiziano, inoltre, è emerso l’entusiasmo del bimbo di iniziare il primo anno di scuola elementare ed ecco che la risposta concreta è stata unanime: “sosteniamolo!”. “Abbiamo deciso di comprargli tutto ciò di cui aveva bisogno per la scuola. Scarpe, calze, t-shirt, pantaloni, grembiule, zaino, quaderno, matite”, dicono i RxU, che hanno ricevuto l’aiuto finanziario anche di altri giovani, amici di Mendoza (altra città dell’Argentina) e del Guatemala. Ricordano ancora il primo giorno di scuola di Tiziano: “La mamma ci ha mandato le foto del bambino con le sue cose nuove, erano davvero molto felici.” Ma c’è dell’altro. Qualche tempo dopo, alcune volontarie di Dio, aderenti e simpatizzanti che compongono il gruppo delle casalinghe del Movimento Umanità Nuova, hanno comunicato loro di aver provvidenzialmente ottenuto dei soldi per comprare materiali per costruire una casa per la famiglia. Ricardo, il papà, conosceva bene il lavoro del muratore e aveva anche un po’ di sabbia e alcune pietre. In questo modo l’aiuto economico si è trasformato in mattoni e cemento e nel giro di 20 giorni, la casa era in piedi. L’inverno si stava avvicinando ed era molto importante per loro avere un riparo. Un messaggio vocale di Tiziano su WhatsApp lo ha confermato: “Grazie per aver donato i mattoni della mia stanza”.
(dalla rivista Ciudad Nueva Cono Sur)