Giu 9, 2013 | Cultura, Focolari nel Mondo, Senza categoria
L’ONG MoveRSE, che ha sede a Rosario (Argentina), ha organizzato il 24 maggio scorso, nella sede della Borsa di Commercio, l’edizione 2013 del “Foro MoveRSE”. Si tratta di un convegno dedicato alla Responsabilità Sociale e Sostenibile (RSE) che ogni anno convoca responsabili dei settori imprenditoriali, governativi e civili, con l’obiettivo di confrontarsi sulle principali sfide che ogni gestione imprenditoriale deve affrontare in favore di uno sviluppo sostenibile, partecipativo e trasparente. In quest’ambito e nel settore delle “Iniziative Sostenibili” – una serie di progetti presentati alle 300 persone presenti nell’Auditorio – Francisco Buchara, della Commissione Giovanile di Economia di Comunione (EdC) ha presentato l’originale progetto nato in Brasile nel 1991 e al quale aderiscono un migliaio circa di aziende in tutto il mondo. “A differenza di altre imprese solidali – ha esordito Buchara – che prima producono e poi decidono come utilizzare gli utili (donarli, destinarli ad un progetto sociale, altre iniziative benefiche), le aziende di Economia di Comunione, sin dalla loro nascita puntano a generare ‘beni relazionali’. Cioè beni non materiali, non consumabili individualmente, ma legati ai rapporti interpersonali. Beni scarsi, quindi, che perché nascano hanno bisogno di almeno due persone, e che necessariamente generano reciprocità”. Buchara continua la sua esposizione definendo i pilastri dell’EdC: “…i poveri, i primi protagonisti dell’EdC che nasce, appunto, per ridurre il divario sempre più grande fra povertà e ricchezza; le aziende; i poli industriali; e una cultura della condivisione. Essa, sta a fondamento dell’EdC che vuole immettere nell’agire economico un nuovo modo di fare impresa”. Il giovane imprenditore sorprende quando spiega che “il progetto dell’EdC nasce da un carisma; come le banche che, come si sa, sono nate dal carisma francescano. Si può perciò affermare che i carismi sono importanti anche per l’economia, perché riescono a vedere prima e più lontano”. Il suo intervento viene corredato dalla presentazione di due aziende che aderiscono all’EdC: una Agenzia di Turismo, Boomerang Viajes (di Buenos Aires), e Dimaco, importante centro di distribuzione di materiale da costruzione (di Paraná, città al nord est dell’Argentina). In comune hanno l’atteggiamento di porsi al servizio, dando origine ad una catena positiva. Un esempio? “Un giorno – racconta German Jorge di Dimarco – mi chiama al telefono il nostro principale concorrente per chiedermi di anticipargli del cemento perché gli altri fornitori non gli davano più credito; attraversava una situazione finanziariamente difficile. Per anni aveva scommeso forte sul mercato, anche mettendomi contro il muro. Avevo l’occasione di vendicarmi o di restare fedele alle scelte dell’EdC e cambiare i nostri rapporti. La felicità che ho provato quando mi sono deciso a dargli quanto mi chiedeva valeva per me molto di più del cemento. Ed è questo modo di rapportarci, anche con la concorrenza, che rafforza la nostra reputazione. E spesso ci vengono offerte nuove possibilità di lavoro, quasi senza bisogno di andare a cercarle”. (altro…)
Giu 5, 2013 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
- Data di Morte:6/6/2013
- Branca di Appartenenza:volontaria
- Nazione:Libano
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Giu 3, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
«“Saper guardare” è forse il primo atto creativo per Ciro; lì può avvenire quello scatto nella consapevolezza del Bello che ci circonda, seppure spesso nascosto dietro le apparenze del disfacimento». Così si presenta nel suo sito Roberto Cipollone, originale artista italiano che ha il suo laboratorio presso la cittadella internazionale di Loppiano (Firenze). Al rientro dall’inaugurazione di una mostra in Giappone gli rivolgiamo alcune domande: Com’è stata accolta la tua arte nel Paese del Sol Levante? «L’accoglienza è stata formidabile, con la tipica gentilezza asiatica. Sono arrivato a Kyoto tramite un’agenzia Toscana che collabora allo sviluppo dei rapporti tra Firenze e quella città giapponese. Mi ha fatto piacere trovare che l’allestimento fatto da loro rispettava in pieno quanto desideravo. Qualcuno ha commentato che sembravano ikebana fatti col ferro». Come vivi l’atto creativo? «Il processo creativo per me è come una forma di terapia. Più che con le parole, mi esprimo attraverso la trasformazione di questi oggetti comuni che poi, messi in un certo modo, sorprendono anche a me. Da questo processo, viene fuori qualcosa che stupisce, che crea emozioni». Da che cosa prendi spunto, cosa ti ispira? «Traggo ispirazione soprattutto dalla natura, dal materiale che trovo, dove a volte ci sono le tracce del vissuto; soprattutto oggetti che vengono dal mondo contadino. Anche naturalmente dalle letture, da qualche film che ho visto, immagini che ho colto così di sfuggita…, o cose che ti sorprendono che poi traduci in una forma». I luoghi che scegli per le tue mostre alle volte sono originali… «Fino adesso ho scelto di fare esposizioni anche in posti non consueti: sull’acqua ad esempio, oppure all’aperto e nelle più varie situazioni. E senti le reazioni delle persone, a volte non preparate ad accogliere in questi modi un messaggio artistico. Sono reazioni positive che aiutano a cambiare l’uomo, il quale senza l’arte non vivrebbe». Certo, c’è arte e arte… «Cioè dall’inizio non è detto che l’arte si sia sviluppata per il benessere dell’uomo, ma io credo che l’uomo, prima ancora di mangiare, ha bisogno della bellezza. Io cerco di avere tanto rispetto per il lavoro che altri hanno fatto, il lavoro del mondo contadino soprattutto, a volte dettato anche dalla necessità, ma dove non escludevano la bellezza, il voler passare questi valori ad altri. Bellezza intesa non nel senso di leziosità, ma di messaggio di valori profondi». La mostra è in corso a Kyoto dal 21 maggio fino al 9 giugno. Per informazioni: info@labottegadiciro.it Sito ufficiale: www.labottegadiciro.it (altro…)
Mag 24, 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Senza categoria
“Continuate a lavorare con il Cuore in azione!”. Così Papa Francesco ha esortato due emozionatissimi gen 3 – paraguaiano ed ecuadoregna – che, a nome dei circa 800 presenti all’udienza generale di mercoledì 22 maggio, gli hanno consegnato un album di foto delle numerose iniziative svolte in diverse parti del mondo. Il Papa ha iniziato a sfogliarlo soffermandosi sulle immagini ed aggiungendo che lo avrebbe guardato poi con più attenzione. Papa Francesco aveva desiderato salutare “i ragazzi del Movimento dei Focolari riuniti nel Congresso Internazionale ‘Gen 3’, che spinti dal motto ‘Un cuore in azione’ hanno seguito quest’anno la pratica delle opere di misericordia”. Nelle parole del Pontefice sull’unità, sulla comunione e sull’azione dello Spirito Santo i gen 3 hanno sperimentato grande sintonia con lo stile di vita che cercano di fare proprio; “Ho provato una felicità che non so spiegare…impressionante!”, confida uno di loro; “quello che ci ha detto combaciava esattamente con quello che ci ha sempre detto Chiara (Lubich)”, osserva un’altra. Provenienti da varie nazionalità, di età compresa tra i 9 e i 13 anni, le gen 3 danno inizio al loro Congresso domenica 19 maggio, unitamente ai gen 3 che concludono il proprio (più di 1200 in tutto), con un programma che subito punta in alto, presentando alla cittadinanza di Castelgandolfo (Italia) ed al sindaco Milvia Monachesi la “Regola d’oro” con danze e giochi. Nel pomeriggio in diretta streaming, vivono insieme un ‘a tu per tu’ con Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari. A lei presentano i contributi dal mondo al progetto “Un cuore in azione”: l’aziendina “Insaporire con un po’ d’amore” in Ungheria; non sprecare cibo nelle mense scolastiche di una città italiana; la semina di un orto in un quartiere di Los Angeles la cui frutta e verdura sarà destinata ai meno abbienti; la raccolta di scarpe per un gruppo di bambini nelle Filippine; attività per pagare le cure per un’amica ammalata in Nigeria, solo per citarne alcune. Seguono poi le domande sul bullismo, sull’identità del gen 3, sulla sofferenza, a chi “sa mettersi nei nostri panni, e, con un po’ di esperienza sappia darci un consiglio”. Maria Voce, con determinazione, invita ad “amare, sapendo che alla radice del bullismo non c’è la forza ma la debolezza, e senza avere paura”; “nei gen 3 – afferma – ho trovato una vivacità eccezionale, una capacità di iniziative, sempre pronti a inventare modi nuovi di trasmettere l’ideale dell’unità agli altri, con una vita piena. Ma la cosa più bella è che in tutto il mondo per i e le gen 3 Gesù è veramente un amico!”; e conclude: “Chiara Lubich ha cominciato dal Vangelo, che ci chiede di fare comunione, di dare con generosità…il vostro cuore in azione vi spinge a dare l’amicizia ai bambini che sono in una casa famiglia, la vicinanza ai malati di Alzheimer, quello che avete guadagnato con le vostre attività; Gesù in cambio vi dà, vi dà, vi dà…è una gara di generosità tra voi e Gesù…per cambiare la mentalità del mondo, dove tutti vogliono avere”. Particolarmente toccante è la lettura della lettera inviata dalle gen 3 di Aleppo (Siria), che avrebbero voluto essere presenti: “Ci stiamo impegnando ad essere una irradiazione d’amore per far sì che i terroristi lascino i loro pensieri neri…abbiamo cominciato a fare dei progetti a nostra misura per i poveri che sono aumentati tantissimo, chi ha perso casa, lavoro, figli. Siamo molto contente del Time Out per la pace, grazie perché pensate a noi!” Congedandosi, Maria Voce condivide e affida a tutti i gen 3 del mondo l’impegno di questo appuntamento quotidiano: “Pregare, col Time Out, ogni giorno, e far sentire che siamo una cosa sola, a vivere insieme a loro questa situazione”.
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Mag 24, 2013 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
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Mag 10, 2013 | Cultura, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Dov’è il confine tra la vita e la morte? Come assistere un malato “fino alla fine”? Il volume offre una visione della complessità dell’argomento e dei diversi approcci. È un libro che non contiene risposte, ma aiuta chi si interroga profondamente su come assistere un malato fino agli ultimi momenti dell’esistenza, nel pieno rispetto della sua dignità. I temi di bioetica provocano facilmente contrapposizioni irriducibili, in quanto fanno riferimento ai valori fondamentali di ogni persona. Quando poi si parla di fine vita, ogni parola, ogni azione acquista un peso e una delicatezza estrema. Episodi noti della cronaca hanno posto l’opinione pubblica di fronte ad interrogativi quanto mai problematici. L’autore Valter Giantin, geriatra, docente di geriatriamedicina interna e bioetica presso la Clinica geriatrica dell’Università di Padova, è coordinatore del corso di perfezionamento “Comunicazione emotiva e relazione terapeutica” presso la stessa Università. È docente di bioetica presso la fondazione Marcianum e presidente dell’associazione di utilità e promozione sociale Panthakù. Lavora quindi quotidianamente in questo campo, con la responsabilità di prendere decisioni difficili. Dalla sua esperienza è nato questo volume che affronta il tema della nutrizione e idratazione artificiale dal punto di vista clinico, psicologico, sociologico, legale, bioetico, attraverso dati scientifici. Mettendo a confronto circa 25 autori, fa dialogare esperienze, posizioni filosofiche, casi di cronaca, professionalità diverse, dimostrando che è spesso possibile (e utile) trovare insieme la pista da seguire. Caso per caso. – Nel testo sono analizzati alcuni rilevanti casi giudiziari sull’argomento, approfondendo anche l’approccio medico-legale. – In appendice il documento del Comitato Nazionale di Bioetica sull’alimentazione ed idratazione artificiale di pazienti in stato vegetativo persistente. Il volume inaugura la collana Borderline, che affronta argomenti attuali e di frontiera (scienza e fede, new media e società, biotecnologie e umanità, cultura e bene comune) trattati con serenità e linguaggio non specialistico con l’obiettivo di far dialogare punti di vista e competenze diverse. Citta Nuova Editrice (altro…)