Il 20 ottobre scorso Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, ha fatto visita al Centro Internazionale dei Focolari. Dopo una visita sulla tomba di Chiara Lubich, si è intrattenuto con una rappresentanza del consiglio generale del movimento. Di seguito il discorso che ha pronunciato.
Omelia di Sua Santità Bartolomeo, Arcivescovo di Costantinopoli – Nuova Roma,
e Patriarca Ecumenico per i Cento anni dalla nascita di Chiara Lubich
Rocca di Papa-Roma, 20 Ottobre 2020
Gentilissima Maria Voce, Emmaus, Presidente del Movimento dei Focolari, Eminenze, Eccellenze, Fratelli e Sorelle amati nel Signore, con grande gioia abbiamo accolto l’invito di giungere, alla fine di questo viaggio alla Città Eterna, l’Antica Roma, qui a Rocca di Papa, dove riposa, in attesa della Resurrezione, la nostra amatissima Chiara. E particolarmente significativo il fatto che giungiamo nel centenario della sua nascita, – infatti Chiara era nata nel 1920, – a renderle omaggio e a esprimere il nostro grazie al Signore della vita, per avercela concesso a lungo, ma soprattutto per averla inondata della sua sfolgorante grazia, espressa nella frase che qui la ricorda: “E noi abbiamo creduto nell’Amore”. L’Amore in cui ella ha creduto e nel quale ha innestato tutta la sua vita non appartiene a questo mondo, ma si è incarnato nel mondo perché noi potessimo fare esperienza di Lui, lo potessimo conoscere, lo potessimo incontrare nei nostri fratelli e sorelle, ovunque nel mondo; lo potessimo gustare, diventando uno con Lui, nella Santa e Divina Eucarestia. Quante altre cose avrebbe fatto la nostra Chiara se fosse ancora tra noi! Ma non sono gli anni che danno significato alla vita, non è la quantità, la lunghezza, ma è il come impegniamo i talenti che Lui ci ha offerto, è la qualità della vita, spesa per testimoniare Lui che è la Vita. Se pensiamo ad esempio a San Basilio di Cesarea, il grande Padre della Chiesa, il primo dei Padri Cappadoci, egli ha avuto una vita decisamente breve, neppure di cinquant’anni, eppure quella breve vita interamente offerta al Signore, ha prodotto opere teologiche, liturgiche, dogmatiche, ascetiche, le quali “portano inconfondibile la traccia della sua penna, della sua mente e del suo cuore”. Egli è stato un antesignano nell’occuparsi dei poveri e dei sofferenti, facendo costruire una cittadella della carità con locande, ospizi e lebbrosario, chiamata Basiliade: fu il primo ospedale della storia. Egli si occupò anche della natura e degli animali, a proposito dei quali emergono tematiche moderne, nella sua celebre preghiera dedicata agli animali. Se in così pochi anni san Basilio ha compiuto tali opere, è perché Egli aveva impregnato tutta la sua vita nell’Amore per Cristo, dandogli ogni momento del suo respiro fino a dare la sua anima a Dio, provato dalle austerità, dalle malattie e sfinito dalle preoccupazioni. La nostra Chiara ha vissuto una vita più lunga, ma allo stesso modo ci ha lasciato una eredità sulla quale dobbiamo ancora molto meditare. Ella ci ha lasciato il carisma dell’unità a tutti i livelli, lo ha vissuto, sperimentato, si è spesa per esso con tutte le sue forze e ha insegnato a tutti a svolgere nel migliore dei modi il proprio ruolo nella società. Possiamo tranquillamente affermare che Chiara ha assunto questo impegno per la fraternità, l’unità e la pace in tutti i campi della vita dell’uomo, consegnandoci un messaggio attraverso la sua vita e i suoi scritti, che non possiamo ignorare. Il Movimento e tutte le opere che oggi esistono, grazie al suo carisma, sono la testimonianza di una vita spesa per il Signore, passata anche attraverso la Croce, ma sempre volta alla Resurrezione. Il timone di Chiara è passato poi ad una nostra carissima sorella, la cui amicizia con noi e con il nostro Patriarcato Ecumenico è lunga e solida, fin dagli anni della sua permanenza a Costantinopoli, dove ha veramente lasciato un’impronta indelebile del ministero della fraternità, dell’unità e dell’amore per tutti: Maria Voce-Emmaus. Accogliendo il testimone di Chiara, Maria Voce ha saputo in questi anni essere come il servo buono della Parabola dei talenti. Non ha nascosto il talento sottoterra, ma lo ha fatto fruttare ancora e ancora, e il suo Signore saprà certamente esserle riconoscente. Giunta alla fine del suo mandato come Presidente, vogliamo ringraziarla anche noi del suo grande contributo all’opera; il ricordo che abbiamo di lei, come tutti voi, è nel nostro cuore, ed ella sicuramente continuerà il carisma, lì dove il Signore la chiamerà. Voglia Dio, nella sua immensa misericordia, concedere a quest’opera a Lui gradita, un degno successore, capace ancora di meravigliarci e stupirci con tutti voi, per illuminare ogni popolo del mondo con la forza dell’Amore che vince ogni cosa, perché “per amare, il cristiano deve fare come Dio: non attendere di essere amato, ma amare per primo”. (cit. Chiara Lubich). La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo, sia con tutti voi. Leggi anche l’articolo della visita del Patriarca al Centro Internazionale del Focolari
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