Movimento dei Focolari
Asia, giovani e ragazzi per un continente di pace

Asia, giovani e ragazzi per un continente di pace

eventSono Lilia e Paul, e parlano a nome dei loro coetanei siriani. Vivono ad Aleppo. Il loro messaggio, rivolto ai Ragazzi per l’Unità dell’Argentina, ha rapidamente fatto il giro del mondo: «Grazie, sentiamo il vostro amore, e che condividete il nostro dolore, anche se siete lontani. Noi, Ragazzi per l’Unità della Siria, viviamo in 3 città: Damasco, Aleppo, Kfarbo (vicino Hama). Siamo 125. Qui ad Aleppo siamo in 25. Eravamo molti di più prima, ma a causa della situazione tanti amici hanno dovuto emigrare». È la storia di Marian, partita per il Belgio. Lei non voleva, perché tutte le sue amiche sono rimaste in Siria, ma ha dovuto seguire la famiglia. «Un momento molto sentito per noi è il Time Out alle ore 12. Cerchiamo di pregare non solo tra noi, ma anche con i nostri parenti e amici. Uno di noi lo ha proposto ad un amico musulmano e così adesso alle 12, ciascuno prega nel suo cuore, secondo la sua religione. Vogliamo proporlo anche a tutti voi, perché giunga la pace non solo in Siria, ma in tutto il mondo. Vi vogliamo bene!». In Libano la Settimana Mondo Unito comincia con la tutela dell’ambiente, con un’azione ecologica di pulizia delle spiagge, insieme a #Recycle Lebanon e agli Scout. Il tema è caro ai Giovani per un Mondo Unito libanesi, che già erano scesi per strada a prendersi cura del proprio Paese, a partire dalla capitale, Beirut. Per continuare con un cineforum e concludere con un weekend dedicato ai senza tetto della città. https://vimeo.com/148093476 A Taiwan, si corre la Run4Unity, nel nord (Taipei), e nel sud (Kaohsiung). A Taipei, ha partecipato anche il vicepresidente. Nel Sud-est asiatico si prepara un appuntamento per giovani provenienti da molti Paesi: Thailandia, Corea, Bolivia, Myanmar, Laos, Cambogia, Malesia, Indonesia e Singapore, mentre a fine mese un appuntamento sportivo coinvolgerà i teenager sotto la bandiera di Run4Unity. Così come si correrà a Manila e a Cebu, nelle Filippine. 20160506-02Numerosi gli appuntamenti in India, che nel 2015 è stato il Paese centrale della Settimana Mondo Unito: a Bangalore un International Food Festival, con oltre 500 giovani, con l’idea di unire le culture attraverso il cibo, e sostenere così le cure mediche di Solomon Ellis, un giovane gravemente ferito in un incidente; a Mumbai, presso la YMCA Chembur, in un quartiere della metropoli, gara di murales ispirati al tema della pace; si svolgerà inoltre la Run4Unity con giochi e una maratona breve. A New Delhi invece, presso Fr Agnel Bal Bhavan a Greater Noida, 300 bambini di un orfanotrofio saranno coinvolti in vari giochi e sport con i messaggi della Regola d’Oro. I bambini appartengono a religioni diverse: indù, cristiani, musulmani e sikh, e provengono da varie parti dell’India e del Nepal, di età compresa tra 5 e 17 anni. È inoltre previsto un collegamento con il Messico l’8 maggio per Run4Unity, perché l’evento sportivo messicano, in un luogo simbolo per la pace, si concluderà proprio nel “Parco Gandhi”. A Lahore, in Pakistan, attività in una scuola tenuta dalle suore di Madre Teresa: erano 120 i bambini coinvolti da un gruppo di ragazze animate dal solo desiderio di portare un po’ di gioia. «All’inizio era difficile creare un rapporto con questi bambini, alla fine però era così bello che non volevamo più andare via. – scrive una di loro –. In questi due giorni sono tanto cambiata». Infine è in preparazione a Medan, Indonesia, un concerto per la pace il prossimo 14 maggio, il cui ricavato sarà destinato ad un Paese in guerra. Per coprire le spese organizzative stanno lavorando da mesi, vendendo succo di frutta, andando a cantare nei ristoranti, cercando sponsorizzazioni. Attraverso canzoni e testimonianze i giovani condivideranno la loro proposta per essere costruttori di pace nel quotidiano. Maria Chiara De Lorenzo (altro…)

Burundi, perdono che ferma l’odio

Burundi, perdono che ferma l’odio

Foto: stocksnap.io

Foto: stocksnap.io

«Ho concluso gli studi di Ingegneria Civile nel dipartimento di Scienze Applicate, ma per il momento sono ancora senza lavoro. Il 12 maggio 2015, rientrando da un funerale, ci è stato annunciato che uno zio, fratello di mio padre era appena stato ucciso nella sua casa. Nove giorni più tardi mio padre viene accusato del delitto e arrestato. Per me e tutta la famiglia è stato un grande dolore, anche perché ben sapevamo che nostro padre era innocente. E pensarlo in carcere con una simile accusa ci dava una grande angoscia. Ho condiviso questo mio dolore con la comunità del Focolare e questo mi ha davvero aiutato a non sentirmi sola in questa assurda situazione. La comunità mi ha anche aiutata a trovare un buon avvocato che ha preso a cuore la situazione presso le autorità competenti. La giustizia ha fatto il suo corso e un mese più tardi mio padre è stato liberato. È stata una grande gioia per noi e la situazione è ritornata alla normalità. Ma nel pomeriggio di Natale, mentre stavano rientrando a casa, un giovane ha colpito mio padre in testa ripetutamente con una pietra, ferendolo a morte. Contemporaneamente, altri due ragazzi hanno preso e legato mia madre, ma, grazie a Dio, l’hanno lasciata in vita. Un bambino che pascolava le capre in quei paraggi è corso a darci la notizia. Era difficile per noi credergli, ma ugualmente con i miei fratelli siamo andati a vedere cosa fosse accaduto. Trovandolo agonizzante, abbiamo subito portato nostro padre in un presidio della Croce Rossa dove, però, poco dopo è deceduto. La mattina successiva, mia madre è andata al posto di Polizia dove ha denunciato quei ragazzi che aveva riconosciuto. Così sono stati arrestati. Da quel giorno però, da parte dei loro genitori sono iniziate le minacce: se lei non li avesse fatto liberare, io e i miei fratelli saremmo stati uccisi. Mia madre ha subito esposto denuncia al tribunale residenziale, ma, nonostante ciò, dopo tre settimane quei ragazzi erano liberi! Come se  non bastasse i loro genitori hanno diffuso la notizia di aver dato dei soldi a mia madre affinché ritirasse la denuncia. Naturalmente questa era pura menzogna. Sconvolti dal dolore per la perdita del papà e oppressi per quanto ci stava accadendo, mia madre e noi figli eravamo in preda alla paura e pieni di interrogativi. Non sapevamo come regolarci. Un giorno sono andata in Focolare. Ascoltando un discorso di Chiara Lubich, mi ha colpito una frase : «L’amore è la chiave dell’unità, la soluzione a tutti i problemi». Sono rientrata a casa più sollevata. La sera stessa ho sentito che Dio mi domandava di perdonare gli assassini di mio padre e di aiutare la mia famiglia a fare lo stesso. Ho condiviso questo pensiero con mia madre e anche lei è riuscita col tempo a perdonarli. Così pure i miei fratelli e sorelle. Ora in noi regna la pace. Insieme preghiamo per le persone che direttamente o indirettamente hanno ucciso mio padre, affinché sia Dio stesso a convertirle. Da soli non saremmo riusciti a farlo. Ad aiutarci sono state le preghiere della comunità che tuttora continua a sostenerci affinché riusciamo a vedere queste persone, ogni giorno, con occhi nuovi ».

A.M.N.

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