Mag 3, 2016 | Cultura, Spiritualità
«Io dov’ero?», cantava il Gen Verde sul palco del Primo maggio di Loppiano, nel brano “Chi piange per te”, ispirato alla tragedia dei migranti. Domanda risuonata potente tra i 1.200 partecipanti alla giornata di festa, certamente, ma anche di impegno per l’umanità che soffre. I ragazzi di Loppiano hanno quello sguardo che parte da loro stessi – come recita il sottotitolo “Inizia dove sei” – ma che raggiunge terre e popoli lontani, con una preferenza per quelli che sono piegati dalla sofferenza. C’è Aleppo, con l’escalation di bombe e morte che da 10 giorni la devasta; ci sono le popolazioni terremotate dell’Ecuador che domandano vita e ritorno alla normalità, ma c’è anche il variegato arcipelago di associazioni e iniziative che in Italia operano sul fronte dell’integrazione. “Scopo di questa giornata – spiegano i Giovani per un Mondo Unito, gli organizzatori, – era fare il punto, scambiarsi idee, progettare questa corrente – il “flow”, dal titolo – che rappresenta il mosaico d’iniziative che si snoda per tutto lo stivale sotto il segno dell’accoglienza, della legalità, della politica vissuta come servizio, della cura dell’ambiente e molto di più. In una parola, della fraternità”. «E noi, cosa stiamo facendo per fermare la guerra?», si sono chiesti questi ragazzi arrivati a Loppiano un po’ da tutt’Italia. Tarek e Lubna sono rispettivamente di Aleppo e Amman. Ad Aleppo la situazione è gravissima. «Da quando le bombe hanno ripreso a cadere a pioggia, sono tantissimi i gesti di solidarietà fra la gente – racconta Tarek. Questo rivela le qualità del mio popolo, che non si arrende, ma è ferito nella sua dignità. Diciamo a voce alta basta alla guerra e chiediamo con fede il dono della pace». «In Giordania abbiamo 3 milioni di profughi, la metà siriani – spiega Lubna – . Quando arrivano hanno occhi spenti, la speranza è morta. Noi cerchiamo di condividere la vita di paura che hanno affrontato fino a quel momento, dando loro ciò di cui hanno più bisogno amore e senso di famiglia». Poi, in un messaggio-video Wa’el Suleiman, direttore della Caritas giordana, rivolge un accorato appello ai giovani italiani ed europei: «Lavorate con noi per fermare la guerra, venite in Medio Oriente e aiutateci a ricostruire i nostri Paesi, affinché la gente non debba più fuggire, emigrare. Noi vogliamo vivere nelle nostre terre». Nahomy e Maria sono entrambe di origine ecuadoriana, ma una vive in Italia, mentre l’altra è a Loppiano per alcuni mesi. Raccontano della straordinaria forza del loro popolo: «La sofferenza di chi non aveva più niente era diventata di tutti, a tal punto che il Paese si è messo a fare ciò che poteva. I prigionieri dentro al carcere si sono messi a costruire bare in legno, persone di diversi schieramenti politici hanno fatto squadra, i cuochi sono diventati degli eroi che cucinavano un piatto caldo per tutti, i poveri hanno condiviso anche il poco che avevano». È chiaro che i ragazzi del Primo Maggio hanno davanti agli occhi il mondo, lo si vede dal loro sguardo proiettato oltre l’orizzonte personale, sempre e comunque. Anche le relazioni familiari, oggi profondamente compromesse dalla fluidità del concetto stesso di famiglia, vengono affrontate con una testimonianza potente e per molti versi spiazzante: quella di una famiglia che ha riaccolto a casa il padre, dopo anni di abbandono e separazione. Alla domanda su quale consiglio darebbe a chi si trova in situazioni simili, uno dei figli risponde: «Ai genitori direi di non mettere mai noi figli contro l’uno o l’altro genitore e ai figli: di amare i genitori qualunque cosa facciano, perché anche loro hanno bisogno del nostro amore». Balli, canzoni e tanta musica hanno fatto da cornice a queste storie di giovani che hanno deciso di prendere parte attiva nella costruzione di un mondo presente e futuro che vogliono diverso. «Sono stanco di scontri e contrapposizioni in politica come nella vita di tutti i giorni – scrive un ragazzo sul grande wall, il muro sul quale chi vuole può “lasciare” quella parte di sé che ostacola il fluire della corrente di fraternità –. Le uniche cose che m’interessano e per cui voglio vivere sono quelle che ci mettono insieme, non quelle che ci dividono». E a proposito di politica, Cristina Guarda, venticinquenne consigliera regionale veneta, racconta così le motivazioni che l’hanno spinta ad entrare nell’arena politica: «Sono sempre stata convinta che la politica è quella che noi costruiamo quando ci mettiamo a servizio del nostro prossimo. Sentivo che era arrivato il momento di mettermi in gioco». Un punto di vista quanto meno alternativo, stando allo scenario a cui la politica dei palazzi ci ha abituati, ma che ha riscosso applausi scroscianti dai ragazzi del Primo Maggio: chi ha orecchi, intenda! Sul grande schermo, una frase di Chiara Lubich introduce bene la tavola rotonda che conclude la mattinata: «Se volete trasformare una città, cominciate a unirvi con chi ha il vostro stesso ideale. Insieme cercate i più poveri, gli abbandonati, gli orfani, i carcerati, quelli che sono messi ai margini, e date, date sempre: una parola, un sorriso, il vostro tempo, i vostri beni….». Parte subito dopo una sventagliata di idee-progetti dei Giovani per un Mondo Unito in Italia: a Torino in un piccolo dormitorio, a Firenze con un gruppo di persone “diversamente libere”, i detenuti del carcere Gozzini; a Siracusa con il Summer Campus che si svolgerà anche la prossima estate e che prevede attività di sostegno e animazioni con bambini e ragazzi in difficoltà; a Napoli e Caserta dove il progetto “Officine di Fraternità” ha coinvolto centinaia di ragazzi delle periferie a rischio e si è concluso con workshop e concerto del Gen Rosso. Il pomeriggio prosegue all’aperto con la Expo dello United World Project su disarmo, ambiente, economia di comunione, arte, cultura con l’Istituto Universitario Sophia, Slotmob-contro il gioco d’azzardo, dialogo interculturale e interreligioso, ecc. La giornata si conclude con la “FlowRun”: una corsa a tappe che culmina in un’esplosione di festa, musica e colori quasi a dimostrare che entusiasmo e gioia sono imprescindibili per chiunque voglia contagiare altri nell’avventura di un mondo “per” e non “contro”. Fonte: Servizio Informazione Focolari Loppiano Foto su Flickr:
Dic 18, 2015 | Focolari nel Mondo
Dalle 11 a mezzogiorno in tutti i fusi orari, ragazzi di tutto il mondo corrono per la pace (un tratto di strada correndo a piedi o con le biciclette, roller skates, canoe) con un singolare passaggio del testimone, dalla città situata nel fuso orario precedente a un’altra. Come? Con una telefonata, o mettendosi in contatto con un messaggio o almeno “collegandosi idealmente” con gli altri. Alle 12 il Time-Out, un minuto di silenzio o di preghiera per la pace. La giornata in cui si svolge Run4unity verrà definita “Giornata mondiale della Regola d’oro”: vivendola e promuovendola si contribuisce ad edificare silenziosamente, ma efficacemente, un mondo più unito e di Pace. Il sito web http://www.run4unity.net è lo strumento che dà visibilità alla manifestazione mondiale, sempre connesso con i social media permettendo ai ragazzi di essere attivi nella costruzione e diffusione dell’Evento. Quattro sono state le edizioni internazionali: nel 2005, 2008, 2012 e 2015. R4U è un evento unico nel suo genere, perché mette in collegamento ragazzi di tutto il mondo che, nell’arco di 24 ore, da un fuso orario all’altro, si mobilitano per uno stesso obiettivo: l’unità della famiglia umana. Per questo attira naturalmente l’interesse dei mass media, di autorità civili, politiche e religiose. Run4Unity è un evento inserito nella Settimana Mondo Unito ed è parte di United World Project. Info: http://www.run4unity.net/ https://youtu.be/GCoOiWp0tes (altro…)
Mar 17, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
6 settimane di preparazione, 34 attori protagonisti, e 250 spettatori. 36mila rupie raccolte, l’equivalente di ca. 500 €, non male se si pensa che la cifra consentirà a ca. 10 ragazzi della città di partecipare al programma di 5 giorni che si svolgerà a Mumbai. Il Movimento dei Focolari è presente in India dal 1980. Oggi ci sono centri a Mumbai, Bangalore, Goa e New Delhi che promuovono varie attività: Mariapoli, incontri mensili per adulti, famiglie, e giovani. In diverse città –Vasai, Pune, Panjim, Margao, Vasco, Trichy – sono attivi gruppi di persone che aderiscono allo spirito dei Focolari. Quest’anno c’è una grande meta davanti: la Settimana Mondo Unito (SMU), appuntamento annuale dei Giovani per un Mondo Unito con l’obiettivo di rendere visibili i tanti passi che in varie parti del mondo si compiono nel cammino verso la fraternità. La SMU 2015 passa dall’India. Come l’anno scorso in Africa, attorno al concetto di Ubuntu, stavolta è il subcontinente culla di un’enorme varietà etnica e religiosa ad ospitare l’evento centrale della settimana a Mumbai, dal 27 aprile al 1° maggio, e la conclusione a Coimbatore, nel Tamil Nadu (sud dell’India), il 4 maggio. Già nel 2009 Coimbatore aveva ospitato il “Supercongresso Gen3”, con adolescenti da tutto il mondo, e con la collaborazione col movimento gandhiano Shanti Ashram. Si può immaginare il carico di lavoro per la preparazione di tutti i particolari. Per questo tutta la comunità dei Focolari sul posto ha deciso di rimboccarsi le maniche e sostenere i giovani nell’iniziativa. Una prima realizzazione è stata proprio il musical “Il ruscello nella foresta”, andato in scena il 22 febbraio scorso. Una storia scritta a partire dal messaggio di unità che i Gen4 (i bambini del Movimento dei Focolari) portano anche nelle loro canzoni. Ore di prove, con l’entusiasmo e l’impegno dei bambini, e con qualche inconveniente: il giorno prima del musical due di loro si sono ammalati con febbre alta e gli autori hanno dovuto cambiare il testo! «I miei figli sono strafelici! – spiega una mamma – Hanno fatto nuove amicizie e mi dicono che già hanno nostalgia delle prove. Gli mancano più che gli amici di scuola, perché, mi dicono, c’era una tale gioia di incontrarsi, diversa da quando incontrano i compagni di classe». «Anche se i bambini hanno talento, per cantare o ballare – racconta un’altra mamma – è bellissimo vedere questi talenti usati per una cosa così bella, con dei valori». भारत की ओर से आप सभी को बधाई (Bharat ki ora se aap sabhi ko badhai) A tutti un grandissimo saluto dall’India! https://vimeo.com/122305928 (altro…)
Giu 24, 2014 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
http://vimeo.com/98153070 (altro…)
Giu 13, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale, Spiritualità
«Mentre a Gerusalemme si svolgevano le celebrazioni per la Settimana Mondo Unito, anche noi preparavamo alcune attività qui a Manila», raccontano i Giovani per un Mondo Unito (GMU) delle Filippine. Per loro, il collegamento con la Terra Santa è stato il punto di partenza per la settimana, piena di appuntamenti: 10 “frammenti di fraternità” (così sono chiamate le azioni dei Giovani per un Mondo Unito raccolte nello United World Project) in contemporanea, il 4 maggio a Manila, e al nord, a Baguio e in altre città. La settimana è cominciata con una festa per l’unità, chiamata BRIDGE (ponte): tutti collegati con Gerusalemme, poi con i GMU di altre città delle Filippine, e infine pronti a partire per le diverse attività previste: da programmi alimentari, ad azioni ambientali, a visite negli ospedali e tra i meno fortunati. 379 i giovani iscritti, solo a Manila. Sono andati a Sulyap ng Pag-asa, centro abitativo dove opera il Movimento dei Focolari nei sobborghi disagiati e affollati di Quezon City. I GMU svolgono regolarmente l’attività di sostengo alimentare. Al Sinag Hospital, che offre cure e servizi ai pazienti in risposta all’invito di Gesù nel Vangelo ad amare soprattutto i più poveri, hanno sperimentato che trascorrendo il proprio tempo con i pazienti, il resto dei loro problemi sono sembrati piccoli. Altra attività alla città dei ragazzi, una casa per centinaia di bambini di strada, gestito dal Dipartimento del Welfare. I giovani ne hanno incontrati 147 tra gli 8 e i 17 anni. Tempo trascorso insieme, cura, canzoni e ballo: i GMU hanno potuto condividere anche il loro segreto, “l’arte di amare”. E i bambini hanno a loro volta offerto alcune canzoni e danze. Il Munting Tahanan ng Nazareth ospita, invece, persone con handicap fisico e mentale. «Con la nostra visita – spiegano i GMU – volevamo condividere l’amore di Dio presente nei nostri cuori, chiunque noi siamo». Giovani donne vittime di abusi vivono a Marillac Hills, dove da tempo le ragazze dei Focolari vanno a trovarle. Per la fiducia accresciuta, in questa occasione il centro ha permesso che anche i ragazzi partecipassero. E poi le azioni nei centri Bukas Palad (a mani aperte), espressioni sociali dei Focolari nate in risposta alla diffusa povertà, che col motto “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”, forniscono servizi nel campo della salute, educazione e costruzione della comunità. I giovani sono stati sia nel Social Center di Tramo, Pasay e Tambo, Paranaque che a La Union nel nord. Nel primo, con i ragazzi del centro si è svolta un’azione ecologica per ripulire una zona vicino a un torrente, felici di rendere Tramo, il loro quartiere, un posto più pulito. Nel secondo, i giovani del nord delle Filippine hanno realizzato 6 diversi workshop dalla cucina alla pallacanestro, con 55 bambini. Altra attività, sempre nel nord, è stata l’azione ecologica per ripulire Pagudpud, una meta turistica molto frequentata. E ancora il Fazenda U-Day a Masbate, dove invitare gli amici a passare alcune ore insieme tra musica ed esperienze su come vivere e promuovere la fraternità. A conclusione della settimana i tanti giovani coinvolti si sono ritrovati per la giornata “BRIDGE 2.0, un progetto per l’unità”. Era il momento, finite tutte le attività, di prendere un impegno per il futuro: con una firma su una grande bacheca, ciascuno poteva scegliere di impegnarsi ad essere un ponte per un mondo unito. A sottolinearlo, i Giovani per un Mondo Unito delle Filippine, usano le parole di Maria Voce, che il 1° maggio ai giovani radunati a Loppiano, in Italia, aveva detto: «Dopo aver costruito un ponte, se non si cammina, rimane un materiale inerte, un materiale che non serve. E allora, il ponte serve proprio per unire. Serve proprio per incoraggiarvi ad attraversarlo per incontrarvi. Non vi stancate. Il ponte c’è per questo. Fare il primo passo significa voltarvi verso i giovani che avete affianco e dire, se potete, o dimostrare, che veramente siete pronti a fare qualcosa per loro, con loro». (altro…)