Movimento dei Focolari
Arte e danza sulle orme di Francesco

Arte e danza sulle orme di Francesco

Andrea Cardinali, giovane scrittore, racconta la quarta edizione del Summer Camp dei ragazzi di Armonia tra i popoli che si è svolta a luglio in Terra Santa. È il racconto personale di un’esperienza e di una terra capaci di toccare l’anima come pochi posti al mondo. Ci sono viaggi dai quali si torna rilassati perché vissuti come vacanze, altri dai quali bisogna prendersi giorni di riposo ulteriori per il sonno accumulato e poi ci sono viaggi che al ritorno ci si domanda: “Ma… dove sono stato?”

IMG 20190630 WA0032A volte si vive tutto così intensamente che manca il momento della domanda, la fase nella quale l’uomo si interroga sul senso, sul dove, sul perché. Non è necessariamente un male. Tutt’altro. Soprattutto quando si tratta di trascorrere la maggior parte del tempo con bambini ancora inconsapevoli di essere “prigionieri” nel loro luogo di nascita, la Palestina. Il fatto che manchi il momento della domanda non è sintomo di poca riflessione. Per alcuni viaggi, forse i più grandi, funziona proprio così, parti quando dici un quasi inconsapevole “Sì” ed entri con forza nel pieno dell’avventura. Non è più possibile pensare il senso da un fuori, sei così in uscita da te stesso che il senso lo viaggi da dentro.IMG 20190715 WA0009

Sono stato in Palestina 18 giorni, trascinato da Antonella Lombardo e dalle meravigliose ragazze della scuola Dance Lab di Montecatini (Italia), alcune delle quali incontrate nell’indimenticabile Genfest Let’s Bridge del 2012. “Armonia tra i Popoli” nasce nel 2005 con l’intento di utilizzare l’arte e la danza come strumenti di unità tra popoli e culture. Dopo varie edizioni italiane e workshop con ragazzi provenienti da vari Paesi, alcuni anni fa è nato grazie alla collaborazione con padre Ibrahim Faltas il progetto “Children without borders” che quest’estate è arrivato IMG 20190711 WA0057alla quarta edizione in Palestina. Sono stato l’ultimo ad aggregarsi a questa comitiva di artisti-educatori e con Luca Aparo di Sportmeet abbiamo cominciato a muoverci anche sul fronte sportivo che sappiamo essere altrettanto prezioso per imparare a divertirsi rispettando diversità di ogni tipo. Dopo due settimane di workshop artistici siamo andati in scena con i bambini il 14 luglio al Teatro Notre Dame di Gerusalemme e il 16 luglio alla Fondazione Giovanni Paolo II di Betlemme, rappresentando l’incontro storico di San Francesco d’Assisi con il Sultano d’Egitto Malik Al-Kamil avvenuto 800 anni fa nel 1219. Ad impreziosire le due serate c’era con noi anche il cantante Milad Fatouleh, conosciuto in Italia per “Una stella a Betlemme” votata migliore canzone straniera allo Zecchino d’Oro del 2004. Molte le personalità politiche e religiose presenti ai due spettacoli per celebrare l’incontro del Cristianesimo e dell’Islam, segno profetico del dialogo interreligioso e di una pace possibile.

Andrea Cardinali

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Economia e giustizia nuove: l’impegno dei giovani dei Focolari

Economia e giustizia nuove: l’impegno dei giovani dei Focolari

Settanta giovani si sono dati appuntamento negli USA per uno degli eventi internazionali legati alla Settimana Mondo Unito 2019. Una settimana che ha chiuso il primo dei 6 “Percorsi per un mondo unito” lanciati dai giovani dei Focolari, incentrato su lavoro ed economia ed ha aperto il secondo su pace, giustizia e legalità. UCF FOTO SMU 2019 9Foglie di uno stesso albero o fili di una stessa trama. Diversi, ma legati dallo stesso sogno di fraternità, uniti dallo stesso impegno per realizzarlo. È quanto hanno sperimentato gli oltre 70 giovani, provenienti da Stati Uniti, Canada, Messico, Messico, Paraguay, Italia, Brasile, Libano e Repubblica Ceca, che si sono riuniti dal 9 al 16 giugno nella Mariapoli Luminosa, a nord di New York (USA), la cittadella internazionale dei Focolari del Nord America. Abbiamo chiesto a Chris Piazza, giovane statunitense presente all’evento, di raccontarci questi evento che era uno degli appuntamenti internazionali della Settimana Mondiale Unito 2019. Quale era la tematica principale dell’incontro? L’anno scorso, in occasione del Genfest 2018 a Manila (Filippine), i Giovani per un Mondo Unito (Y4UW) hanno lanciato  “Pathways for a United World”: 6 “Sentieri per un mondo unito” per 6 grandi tematiche da approfondire e da vivere in 6 anni. Il primo, che abbraccia i temi dell’economia, del lavoro e della comunione, è stato al centro anche dell’evento alla Mariaopli Luminosa. E come l’avete affrontata e sviluppata? Abbiamo fatto approfondimenti e workshop su tematiche legate a finanze, leadership, povertà delle risorse ed abbiamo riflettuto in piccoli gruppi su come vivere e diffonde una cultura fondata sul dare e sul condividere, partecipando anche ad un esercizio di sensibilizzazione dei consumatori chiamato “Into the Label”. Il titolo dell’ultimo giorno “Vivere affinché non ci sia più nessuno in necessità” riassume ciò che abbiamo vissuto. Erano presenti anche alcuni imprenditori che aderiscono all’Economia di Comunione, un nuovo modello economico che promuove la fraternità in tutti gli aspetti dell’impresa. SMU 2019_Mariapoli Luminosa_2Due di loro, di aziende concorrenti, hanno raccontato come hanno cercato di non compromettere il loro rapporto personale nonostante la concorrenza spietata del loro lavoro. Tra gli eventi della settimana anche “Hands4Humanity”: la visita a una casa di cura. E poi azioni anti-spreco e a favore del riciclo ed una mostra  d’arte dal titolo  “Trama di fraternità”, un viaggio su come divenire costruttori di tessuti di fraternità. Un giorno siete stati a New York City. Che cosa avete fatto? È stata una giornata dedicata alla crisi climatica. Insieme a Lorna Gold, autrice del libro “Climate Generation” e ad altri attivisti ambientali, si è parlato di come combattere l’ingiustizia climatica. Ognuno ha scritto su un foglio un suo contributo o un desiderio su questo tema e lo ha posto accanto al disegno di un grande tronco. I nostri impegni formavano così un grande albero, un appello all’azione individuale e collettiva. “Questo evento mi ha aiutato a capire che un mondo unito non solo è possibile, ma sta già diventando realtà!  – ha detto Maria Bisada di Toronto – Anche se questo percorso sta per finire, la nostra missione non finisce qui”. Facendo tesoro degli impegni presi e mettendoli in pratica, adesso infatti apriamo, con tutti i giovani dei Focolari, il secondo dei “Sentieri per un mondo unito”, incentrato su pace, diritti umani, giustizia e cultura della legalità.

Stefania Tanesini

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Una donazione fino alla fine

“Un mistero” e “uno choc” è stata definita la morte di Pierre André Blanc, focolarino svizzero, portato via da una forte depressione. In chi lo ha conosciuto resta comunque la convinzione che abbia trovato la pace in quel Dio-Amore di cui è stato per tanti un testimone convincente. “La tua partenza, Pierre-André, per noi è stata troppo brusca. Ma la tua Parola di Vita, tratta dal libro di Isaia (43,1) “Ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni” ci fa intuire lo sguardo d’amore con cui, pensiamo, Dio ti ha accolto in Paradiso“. È questa l’ultima frase del discorso che Denise Roth e Markus Näf, responsabili della cittadella dei Focolari a Montet (Svizzera), hanno tenuto durante il funerale di Pierre-André Blanc. Con essa riassumono i sentimenti contrastanti di tanti dei presenti: da un lato un’ineffabile perplessità per questa morte e, dall’altro, la fiducia, anzi la certezza che lui abbia trovato la vera vita. Quinto di sei figli, Pierre-André era nato il 2 aprile del 1962 a Sion (Svizzera) e cresciuto ad Ayent, un paesino del Vallese in un bel clima di amore familiare. Ha seguito una formazione per educatori specializzati e più tardi ha compiuto studi di teologia. Nel 1980 a Roma in occasione del Genfest, manifestazione internazionale dei giovani dei Focolari, viene in contatto con la spiritualità del Movimento. Rimane colpito “dalla qualità dei rapporti fra le persone e dalla gioia che si leggeva nei loro volti” come scriverà più tardi. Ritornato a casa, si impegna a vivere anche lui questo stile di vita evangelica. Abituato ad “incontrare” Dio sugli sci in occasione di ritiri in montagna, scopre ora nell’amore concreto verso chi gli è accanto, un nuovo modo di rapportarsi con Lui. Durante un workshop sui problemi sociali si trova improvvisamente ed in modo inaspettato a confronto con una persona che parla della propria donazione totale a Dio. In Pierre-André sorge una domanda: e se Dio mi chiamasse a vivere come questa persona? “Le mie paure di seguire Dio in modo totalitario – scriverà a proposito di quel periodo – non hanno resistito ai Suoi interventi. Avevo semplicemente cercato di vivere il Vangelo in modo coerente e Dio aveva fatto il resto. Ho capito quanto volesse la mia felicità e, soprattutto, che io avevo un enorme valore ai suoi occhi. Mi è sembrato ovvio dire di sì a Gesù, seguirLo là dove mi sentivo chiamato: nel focolare”. Nel 1989 incomincia la sua formazione e preparazione alla vita di donazione a Dio in un focolare. Chi lo ha conosciuto in questo periodo lo descrive sensibile a tutto quanto “parla” di Dio, uno che sapeva cogliere l’essenziale nelle circostanze e nei prossimi. Conclusa la scuola di formazione per focolarini, Pierre-André si inserisce nel focolare di Ginevra (Svizzera) e dal 2006 è nella cittadella di Montet. Ha dato per tanti anni un contributo prezioso e vigile alla vita della comunità dei Focolari  nella Cittadella mettendosi a disposizione degli altri con generosità, concretezza e discrezione. Nel campo professionale, lavorando come educatore, dapprima con ragazzi disabili e poi con giovani con difficoltà di apprendimento, ha dato prova di profonda capacità di vicinanza alle sofferenze altrui. Scherzoso e dotato di un fine senso dell’umorismo, Pierre-André si donava senza riserve. A fine maggio 2018 si mostrano in lui i primi sintomi di una depressione. È immediatamente seguito da un medico. Dopo un mese si rende necessario il ricovero in una clinica. Ad un certo punto può tornare durante i fine-settimana a Montet e, nell’ottobre 2018, può lasciare la clinica e tornare in focolare, sempre seguito da un medico specialista. In questo periodo è accompagnato con grande attenzione e dedizione dagli altri focolarini che lo vedono continuamente in donazione agli altri. Sembra che le sue condizioni inizino a migliorare, ma alla fine la malattia è più forte e il 28 novembre lo trascina via in un modo davvero brusco. Il funerale di Pierre-André è stato, pur nello sgomento, un momento di grande gratitudine di tutti per la sua vita e per l’amore delicato che ha dimostrato fino alla fine.

Joachim Schwind

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Portare il Risorto nel mondo

Portare il Risorto nel mondo

Al ritiro del Consiglio Generale in Terra Santa si sono conclusi i tre giorni di lavoro su comunione dei beni, nuove generazioni e Assemblea generale 2020.   “Quel Gesù che era sepolto qui ed è risorto, ora vuole vivere in mezzo a noi ed essere portato da noi in tutto il mondo”. Ha espresso così il Copresidente del Movimento dei Focolari Jesús Morán la sua emozione davanti al Santo Sepolcro dove ha celebrato l’Eucarestia insieme al Consiglio Generale. Una giornata intensa, ricca, quella del 13 febbraio iniziata con un risveglio all’alba per poter entrare in questo luogo straordinario che sembra avere molti punti in comune con la settimana di ritiro che il Consiglio Generale sta vivendo in Terra Santa. Al Santo Sepolcro ci si è trovati infatti davanti alla tomba lasciata vuota da Gesù Risorto. E, come essa provocò nei seguaci di Gesù tante domande sul futuro, così in questi giorni anche il Consiglio Generale si è lasciato interrogare facendo spazio alle domande sull’avvenire: dove il Risorto – anche attraverso i Focolari – vorrà arrivare oggi? Dove si dovrebbero, di conseguenza, concentrare le forze, le energie e le risorse? Domande che hanno pervaso i tre grandi argomenti affrontati in questi giorni a Gerusalemme. Riguardo all’aspetto “comunione dei beni, economia e lavoro”, il Consiglio Generale ha costatato in tutte le articolazioni del Movimento un grande desiderio di tornare alla radicalità dei primi tempi e di vivere con nuovo impegno e nuova coerenza la comunione dei beni. Ci si è interrogati su come dare concretezza a questo desiderio. La riflessione sulle nuove generazioni dei Focolari, secondo argomento trattato, è stata arricchita dalla retrospettiva sul Genfest a Manila e sulla recente GMG a Panama, due tappe che hanno evidenziato tutta la potenzialità di ragazzi e giovani. Lo dimostrano anche alcune iniziative che si stanno ampiamente diffondendo come il progetto “Pathways for a United World” oppure l’impegno verso “Fame Zero” per sconfiggere la fame entro il 2030. Tra gli argomenti di riflessione, come dare continuità alle singole iniziative in atto per aderire a questi impegni. E infine il terzo tema: la preparazione della prossima Assemblea Generale del 2020. Particolare attenzione del Consiglio è stata posta, da un lato, su come fare in modo che l’Assemblea rispecchi la varietà geografica, culturale e di vocazioni presente nel Movimento; dall’altra, ci si è chiesti come conciliare le esigenze di continuità e quelle di novità che caratterizzano il momento attuale del Movimento. A breve sarà costituita una commissione preparatoria che avvierà il lavoro partendo da queste due piste. Così descritto, però, potrebbe apparire un ritiro fatto di tante domande, ma senza risposte. Non è stato così. E’ venuto in luce un cammino già in atto, frutto della vita del Movimento presente in tutto il mondo. Porsi domande su questo cammino, lasciarsi interrogare dalle grandi questioni dell’umanità di oggi e cercare nuove risposte, attingere al percorso fatto per guardare al futuro, può produrre effetti inaspettati, può far incontrare il Risorto su strade inattese, proprio come è accaduto a quei due discepoli che, lasciata la tomba vuota, si erano incamminati verso Emmaus.

Joachim Schwind

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In Nepal per creare legami

In Nepal per creare legami

Quello che li spinge a partire per dar vita ad un focolare temporaneo è il desiderio di condividere la scoperta che ha dato senso e gioia alla loro vita. Perché altri possano sperimentare che vivere per la fraternità universale è la più bella delle avventure. Sono giovani, adulti e famiglie, che in piccoli gruppi partono verso paesi lontani, dove li aspettano comunità e villaggi per percorrere insieme un pezzo di strada e fare l’esperienza dell’accoglienza e dello scambio fra culture diverse, del donarsi all’altro e “farsi uno” nelle gioie e nei dolori. Perché – ne sono certi – l’uomo realizza pienamente sé stesso amando il suo prossimo. E la fraternità è possibile anche fra persone di fedi e convinzioni differenti: “Fai all’altro ciò che vorresti fosse fatto a te” è la Regola d’oro che tutti gli uomini possono far propria. Questi piccoli gruppi sono i cosiddetti “focolari temporanei”, traduzione itinerante dei tradizionali focolari, centri nodali del Movimento sul territorio e cuore pulsante della vita al suo interno. Negli ultimi anni ne sono nati a decine. Nel solco dei “pionieri” del Movimento dei Focolari, che a partire dagli anni ’50 furono inviati da Chiara Lubich nei diversi continenti per portare il carisma dell’unità. Come moderni apostoli. In Nepal, punto di incontro tra le popolazioni mongole dell’Asia e quelle caucasiche delle pianure indiane, con una spiritualità profonda che al buddismo affianca il cristianesimo e l’induismo, un gruppo di focolarini ha compiuto il suo viaggio. Dal 20 ottobre al 7 novembre, dalla capitale Kathmandu a Dharan, nel sud, e poi più a nord fino a Pokhara. Soprattutto creando legami. Provenienti da India, Italia e Gran Bretagna, fin da subito i membri del focolare si sono immersi nella cultura nepalese. Al loro arrivo era in corso il Dashain Hindu festival, il più grande festival indù che coinvolge l’intero Paese, e hanno partecipato al rito della Tika, ricevendo la tradizionale benedizione. A Daharan il gruppo è stato accolto in alcune parrocchie, ha raccontato della storia del Movimento e dell’impegno per la fraternità universale. Grande l’entusiasmo delle persone incontrate come dei sacerdoti. Nella capitale, al gruppo si sono uniti due giovani nepalesi che hanno partecipato al Genfest 2018 di Manila, condividendo la loro esperienza con gli studenti di una scuola guidata da padri gesuiti. A Pokhara l’incontro con alcune famiglie indù, povere e senza mezzi: armonia e dignità riempivano quelle case. I focolarini hanno parlato dell’ideale dell’unità, prima di essere invitati a pranzare insieme ascoltando musiche tradizionali. Il gruppo ha poi fatto visita al Vescovo Paul Simick, Vicario apostolico del Nepal, che si è detto felice per la loro presenza nel Paese e li ha invitati ad incontrare i sacerdoti. Un viaggio di arricchimento reciproco, quello in Nepal, dove l’ideale dell’unità ha incontrato la cultura locale. Un detto buddista lo descrive efficacemente: Coloro che hanno pensieri “alti”, non sono felici di restare nello stesso posto, ma come i cigni lasciano la loro casa e volano verso una casa più alta.

Claudia Di Lorenzi

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