Brasile: il Senato Federale ricorda la fondazione dei Focolari
Il 7 dicembre 1943, Chiara Lubich non aveva in cuore nessuna intenzione di fondare un movimento. Semplicemente «sposava Dio», si consacrava a Lui e questo era tutto per lei. Solo più tardi si attribuì a quella data l’inizio simbolico del Movimento dei Focolari. In ogni caso, come scrisse Chiara in seguito, in quel giorno «la gioia interiore era inspiegabile, segreta, ma contagiosa». A Brasilia, il 7 dicembre scorso, il Senato Federale riunito in seduta plenaria , ha voluto ricordare, con una solenne cerimonia, quella data e la fondatrice dei Focolari Chiara Lubich. Erano presenti personalità della politica brasiliana. Presieduta dal senatore Wellington Dias, la sessione solenne tenutasi nell’Aula del Senato, ha visto, tra gli altri, la partecipazione di Luiza Erundina – membro del Congresso, del senatore Pedro Simon, del deputato dello Stato di Amazonas José Ricardo Wendling, del giudice federale Reinaldo Fonseca e del Segretario per la Giustizia ed i diritti umani dello Stato di Acre Nilson Mourao. Monsignor Marcony, parroco della Cattedrale di Brasilia, ha portato il suo saluto.
Guliana Fonseca, a nome dei Focolari, ha letto, poi, il messaggio della presidente del Movimento, Maria Voce, che ringrazia ” quanti hanno promosso, sostenuto e concretizzato l’iniziativa” . Menziona, tra le varie realizzazioni del Movimento in Brasile, le tre cittadelle di testimonianza e, in modo speciale, il progetto dell’economia di comunione (EDC) “nato nel 1991, proprio nel contesto sociale brasiliano e che ormai si sta affermando in tante altre parti del mondo“. “Colgo l’occasione – conclude il messaggio – per rinnovare I’impegno a collaborare con tanti “uomini e donne di buona volontà”, perché la società sia orientata verso forti valori etici, come la giustizia, l’uguaglianza, la libertà, la solidarietà, il bene comune, la pace (… ). Per la costruzione di una civiltà che mira a fare dell’umanità una grande famiglia, nel pieno rispetto delle culture e tradizioni religiose”. Hanno preso la parola anche Sergio Previdi, presidente del Movimento politico per l’unità brasiliano (MPPU) , e André Rodrigues Pereira, che a nome dei giovani dei Focolari ha presentato l’ “United World Project” lanciato al Genfest 2012. Fonte / galleria fotografica: www.focolares.org.br (altro…)Messico: giovani contro la violenza
«La violenza – racconta Willie ai 12.000 giovani radunati al Genfest 2012 di Budapest – si è impossessata del Messico a causa del narcotraffico: la paura, l’odio e la sfiducia avvolgono molte delle nostre città. Alcune famiglie, avendo subito forti minacce, si sono viste obbligate a nascondersi o a fuggire in altre città. Sono scoppiate lotte violente tra bande rivali per impadronirsi del potere su un certo territorio, provocando veri e propri massacri di molti giovani innocenti in bar, discoteche e in altri posti pubblici. Uno dei giovani assassinati è stato mio cugino Mauricio, che, tornando dall’inaugurazione di un bar, è stato ucciso, con altri giovani, da un gruppo di “narcos” che hanno sparato tra la folla. È stato un colpo molto forte per me, ho sperimentato sconcerto e rabbia. Due giorni dopo, mentre ci trovavamo riuniti in famiglia, è arrivato un parente che si sentiva soddisfatto perché era stata fatta giustizia: avevano, infatti, trovato i corpi di 10 giovani, presunti colpevoli del massacro. Ho sperimentato un dolore ancora più grande perché, nonstante la gravità del fatto, per me era chiaro che non è con la vendetta e l’odio che si sarebbe risolta la situazione. Potevo scegliere se cominciare ad odiare anch’io o provare a rompere il cerchio della violenza con il perdono. Ho scelto quest’ultima via: potevo continuare a costruire rapporti di fraternità con quelli che mi stavano accanto anche se mio cugino non era più vicino a me. Con un gruppo di Giovani per un Mondo Unito che mi ha sotenuto in questo difficile momento, abbiamo continuato con forza e più decisione ancora, le numerose iniziative che stavamo portando avanti per diffondere la cultura della non violenza. Siamo certi che, insieme, si può frenare l’odio e ridare al nostro Paese quel clima di pace, armonia e ospitalità che, da sempre, caratterizza il popolo messicano. Il nostro primo appuntamento è stata “la festa dell’amicizia”, che puntava proprio a suscitare rapporti nuovi e positivi. Con i fondi raccolti abbiamo aiutato un giovane rimasto paralizzato in seguito ad un incidente. Un’altra iniziativa: siamo andati allo stadio di calcio per distribuire calcomanie e cartelli con il messaggio “La pace nasce dall’Amore”. Ma oltre le tante iniziative, crediamo che siano soprattutto i tanti piccoli gesti quotidiani di pace che generano, in silenzio, un clima di fraternità anche a Torreón» Da Genfest 2012
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NetOne, meeting online: bastano le buone notizie?
Bastano buone notizie? Questa tematica è stata al centro del meeting online di NetOne che venerdì 9 novembre 2012 ha collegato via internet 301 punti di varie nazioni. Vi si poteva accedere dalla home del sito: www.net-one.org NetOne riunisce le più svariate professionalità del mondo dei media e della comunicazione: giornalisti, registi, studenti, docenti, fotografi, pubblicitari… Il suo carattere internazionale e il suo approccio ai temi e ai problemi del settore, il puntare al ‘fare’, all’impegno personale accanto al ‘pensare’ e al ‘parlare’, sono espressione concreta dell’idea di fraternità universale di Chiara Lubich, su cui NetOne fonda la propria mission: media for a united world. La diretta ha preso spunto da una costatazione: “bastano buone notizie” per rispondere alle pressanti domande della società? Come interpretare o recuperare il lavoro da comunicatori in un’ ottica di servizio al prossimo? «Se il giornalismo (con i giornalisti) non guarda alla relazione e agli esseri umani, ma solo alla notizia, esso rimane fondato sulla sola libertà di stampa (…), ma tante volte essa diventa la giustificazione per una metodologia immorale con scopi apparentemente positivi (…) per scoop e gossip con fini puramente commerciali»: questa l’analisi di Valter Hugo Muniz, giornalista brasiliano che ha evidenziato quanto il giornalismo dovrebbe essere consapevole che la notizia dovrebbe anzitutto essere al servizio dell’uomo e della comunità umana. Sono inoltre intervenuti in collegamento Internet: dal Belgio Paolo Aversano, ricercatore in Business Modelling & Smart Cities all’università VUB di Bruxelles; da Bari Emanuela Megli Armenio, formatrice professionale specializzata in comunicazione e Domenica Calabrese, Presidente della locale Associazione Igino Giordani. Si è parlato di commistione dei saperi, di frontiere nuove concesse dal web, di opportunità quali l’intercultura e il dialogo. Tra gli ospiti, José Andrés Sardina, architetto spagnolo, che ha soggiornato e lavorato per alcuni anni a Cuba, ha offerto uno spaccato della parzialità dell’informazione in merito alla devastazione dell’uragano Sandy. Ha mostrato immagini del disastro riportando alcuni dati della Croce Rossa relativi alla città di Santiago: 9 decessi, 5.000 case distrutte, 27.000 i senza tetto, più di 100.000 le case colpite con danni stimati di 88 milioni di dollari. È seguito il racconto di due appuntamenti dei Focolari dalla viva voce di chi li ha vissuti: Jessica Valle del Social communication team del Genfest 2012 (manifestazione mondiale di giovani tenutasi a Budapest) e Michele Zanzucchi, direttore di Città Nuova, tra i promotori di LoppianoLab: un laboratorio per riflettere sull’Italia e le sue sfide, e per ideare progetti che le affrontino nel concreto. Nedo Pozzi, Coordinatore della commissione internazionale di NetOne, ha chiuso il meeting online ricordando l’intervento di Chiara Lubich all’ONU (maggio 1997), in cui sottolinea l’importanza di mettere in pratica il Vangelo. «Bisogna vivere! Non insegnare, fare.[…] Proviamo a metterci ad amare, anche qui all’ONU, uno con l’altro, un ambasciatore con l’altro, un funzionario con l’altro. Vediamo cosa viene fuori. Dovrebbe venire fuori la presenza di Cristo in mezzo a loro. E che cosa significherebbe questo? Sarebbe garantita la pace per loro e anche per tanti». Un invito che, nella sua sostanza, può sicuramente essere raccolto da tutti coloro che fanno comunicazione. di Maria Rosa Logozzo (Fonte: ZENIT.org, 14 novembre 2012) (altro…)
Colorare Scampia
È il 1967: Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, si rivolge ai giovani con queste parole “Giovani di tutto il mondo unitevi!”. Una frase, la sua, che segnerà, nell’anno successivo, l’atto di nascita del Movimento Gen (Generazione nuova): la prima generazione lasciava il testimone alla nuova; è l’immagine di una cordata che insieme, ma attraverso esperienze diverse, vuole realizzare il testamento di Gesù: “che tutti siano una cosa sola” (Gv 17,21). Nel 1985 sarà il momento dei Giovani per un Mondo Unito: il loro obiettivo è costruire la fraternità universale, attraverso iniziative concrete quali raccolte fondi per progetti di solidarietà e attività di valorizzazione del territorio. In tutto il mondo ci sono tantissimi giovani che vivono per questo ideale, ma hanno l’opportunità di incontrarsi tutti insieme? Chiara aveva pensato a tutto: il Genfest. La prima edizione si tenne nel 1973 a Loppiano (Toscana) con circa 8000 giovani. Soltanto due anni dopo ben 20000 giovani si ritrovarono al PalaEur di Roma alla presenza del papa Paolo VI che li salutò dicendo: «Nasce un mondo nuovo». Seguirono altre edizioni del Genfest, fino all’ultima, la decima, che si è svolta quest’anno dal 31 agosto al 2 settembre. I giovani di Chiara, ben 12500 provenienti dai 5 continenti, hanno potuto ritrovarsi a Budapest, che per 3 giorni si è trasformata in “capitale della cultura dell’unità”. Il titolo del Genfest 2012 “Let’s Bridge!” è esplicativo dell’esperienza vissuta; tre giorni trascorsi a costruire ponti di condivisione tra giovani diversi per culture e tradizioni religiose e no, ma tutti mossi dallo stesso desiderio di vivere seguendo la Regola d’Oro, “Fai all’altro quel che vorresti fosse fatto a te” trasversale ad ogni credo, accogliere il prossimo che ci passa accanto come un fratello da amare senza riserva alcuna. Su questa scia, il 3 novembre circa 200 Giovani per un Mondo Unito si sono ritrovati presso l’istituto Don Luigi Guanella di Scampia (NA). Hanno così dato inizio al loro Let’s bridge… NOW!!! È lì che vogliono far sentire la loro presenza, portare la fiamma viva del loro amore. Il parroco ha messo a disposizione la struttura, il suo tempo; il presidente della municipalità, ha accolto con entusiasmo questa presenza. «Noi volevamo fare qualcosa per i giovani di quel quartiere (raccontano i GMU). Ci siamo organizzati con attività di animazione nelle piazze, abbiamo dato vita ad un’attività ecologica per ripulire un campo da basket e permettere ai bambini di tornare a giocare; alcuni di noi sono stati con un padre gesuita, nel campo rom, per riparare una tettoia e costruire un muretto per impedire all’acqua di entrare in una baracca. Il tutto accompagnato da canzoni e musiche di un gruppo di ragazzi che ha allietato noi e le persone che, curiose, si affacciavano dai balconi. Un pomeriggio per colorare Scampia, per rendere la città più accogliente. Siamo entrati lì in punta di piedi, non volevamo che la nostra fosse un’iniziativa isolata che diventasse una vetrina da mostrare ai media o alle istituzioni, vogliamo che sia il punto di partenza di una serie di iniziative che matureranno nel tempo e con i rapporti». Al termine della giornata i piedi erano ancorati a terra: lì abbiamo trovato una famiglia nelle persone, nei bambini che salutandoci ci hanno detto: “Ritornate presto ché vi aspettiamo”. Le fondamenta del ponte sono state gettate; la strada è lunga, ma noi ci crediamo! Il 1° dicembre ci troveremo ancora a Scampia. Un popolo di santi? Sì, se viviamo la santità come Chiara ci ha insegnato: pensare e agire con amore». Fonte: La discussione (altro…)