Personalità della Chiesa cattolica, esponenti del mondo islamico, autorità civili, rappresentanti di associazioni e persone di Brescia e delle città vicine hanno riempito lo scorso 23 settembre la cattedrale della città italiana per partecipare all’evento “Paolo VI, un ritratto spirituale”, con la testimonianza di Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, proposta da Rosi Bertolassi del Movimento stesso. L’intervento tocca tre aspetti della personalità di Giovanni Battista Montini: profeta, apostolo, mediatore. In esso, la presidente dei Focolari esprime innanzitutto una gratitudine profonda che lega il Movimento da lei rappresentato al beato Paolo VI, “uno dei doni che Dio ha voluto fare all’umanità nel nostro tempo”. E ricorda il periodo in cui la Chiesa studiava il Movimento nascente: «Divenuto papa, il suo ruolo è stato determinante nel discernere il carisma di Chiara Lubich e nel rendere possibile ciò che agli inizi degli anni sessanta sembrava ancora “impossibile”, individuando sapientemente vie giuridicamente praticabili per esprimere la fisionomia specifica di quest’Opera nuova nella Chiesa». Quindi sottolinea che, proprio perché «intrisa della Parola, la figura di Giovanni Battista Montini – Paolo VI – ci appare nella sua triplice dimensione di profeta, apostolo, mediatore. Nella dimensione profetica, Maria Voce evidenzia «la capacità di aprire con coraggio e sapienza strade nuove» e di «abbattere muri e di esprimere il rinnovamento della Chiesa cui la sua anima anelava» . Come lo storico abbraccio di pace con il patriarca Atenagora nel gennaio 1964 in Terra Santa; nel 1970, quando con una storica decisione, eleva a dottore della Chiesa – titolo da sempre accordato solo agli uomini – due donne: Teresa d’Avila e Caterina da Siena; o ancora quando, nell’Anno Santo del 1975, s’inginocchiò per baciare i piedi del metropolita ortodosso Melitone. «Paolo VI fu veramente il Papa del dialogo» così si espresse Giovanni Paolo II a Concesio durante la sua visita pastorale nel 1982, sottolineando nel suo predecessore la capacità di dialogare con l’umanità intera». Maria Voce sottolinea anche la sua dimensione apostolica: «Nell’Ecclesiam Suam (…) sentiamo vibrare il pensiero e l’animo dell’apostolo di cui aveva scelto il nome, l’apostolo missionario e il primo teologo di Cristo, colui che si era fatto tutto a tutti e non si era risparmiato perché l’annuncio del Vangelo giungesse a tutte le genti». A questo riguardo Maria Voce ricorda i viaggi apostolici «che li ha avvicinati ai popoli della terra, rendendo la chiesa più una e più “cattolica” come Paolo VI amava sottolineare, nel senso etimologico del termine. Di grande levatura e di portata universale resta lo storico e profondamente umano discorso pronunziato all’ONU. Mi è caro richiamare ancora l’innovativo inserimento dei laici in punti vitali dell’istituzione ecclesiastica, la sua fiducia nell’apporto delle loro idee e il suo riconoscere, nell’Octogesima adveniens, la legittimità della pluralità di opzioni in campo politico pur nella fedeltà ai principi evangelici». Infine, la sua capacità di “Mediatore nell’unico Mediatore”: dopo aver ricordato la sorprendente lettera alle Brigate Rosse «scaturita dal suo animo nel tempo doloroso del rapimento dell’onorevole e amico Aldo Moro», la presidente afferma il suo ruolo di mediatore e aggiunge: «Paolo VI – sulle orme del Maestro – prende su di sé l’angoscia e il tormento del mondo sentendolo profondamente suo, ne porta il peccato avvertendone realmente il peso e patendone fino in fondo, come spesso tradisce il suo volto. Ed è così che in lui la paternità di Dio si manifesta nitidamente, annullando ogni distanza tra cielo e terra, sanando ferite, asciugando lacrime, portando pace e unità». Leggi: Il discorso integrale
Leggi anche: La Voce del Popolo – L. Febbrari, Meditazione su Paolo VI di Maria Voce
Il Giornale di Brescia –Parola di focolarini: Paolo VI profeta, apostolo, mediatore, di Adalberto Migliorati
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