Mar 10, 2018 | Chiara Lubich, Spiritualità
Signore, dammi tutti i soli … Ho sentito nel mio cuore la passione che invade il Tuo per tutto l’abbandono in cui nuota il mondo intero. Amo ogni essere ammalato e solo: anche le piante sofferenti mi fanno pena … , anche gli animali soli. Chi consola il loro pianto? Chi compiange la loro morte lenta? E chi stringe al proprio cuore il cuore disperato? Dammi, mio Dio, d’essere nel mondo il sacramento tangibile del tuo Amore, del tuo essere Amore: d’esser le braccia tue che stringono a sé e consumano in amore tutta la solitudine del mondo. Da CHIARA LUBICH – Meditazioni – Città Nuova 1959 – pp 19 (altro…)
Mar 9, 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Ecumenismo
Dopo l’inaugurazione solenne della Cattedra Ecumenica Internazionale Patriarca Athenagoras-Chiara Lubich avvenuta lo scorso 14 dicembre all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, con i messaggi di augurio e di sprone di papa Francesco e del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, i lavori entrano ora nel vivo con un ciclo di lezioni dal 5 al 27 marzo su “L’ecclesiologia della Chiesa Ortodossa”. Sono co-titolari S.E. Maximos Vgenopoulos, Metropolita di Selyvria, e il Prof. Piero Coda. La Cattedra, un unicum nel panorama accademico e culturale internazionale, vede la luce a 50 anni dal primo incontro tra il Patriarca Athenagoras I e Chiara Lubich. Vuole rivisitare e attualizzare l’eredità di quell’incontro, secondo quanto il Patriarca allora confidò a Chiara: «È una gran cosa conoscersi; siamo vissuti isolati, senza avere fratelli, senza avere sorelle, per molti secoli, come orfani! I primi dieci secoli del cristianesimo sono stati per i dogmi e per l’organizzazione della Chiesa. Nei dieci secoli seguenti abbiamo avuto gli scismi, la divisione. La terza epoca, questa, è quella dell’amore». Nel saluto di apertura pronunciato il 5 marzo scorso Piero Coda, Preside di Sophia, richiamandosi alla metodologia specifica del cammino di studio e di vita dell’Istituto, basata sull’impegno a vivere l’amore reciproco secondo il comandamento nuovo di Gesù, ha affermato: «Vogliamo prepararci con competenza e con stupore a essere servitori e testimoni di un ecumenismo che scaturisce dall’amore della Santissima Trinità, principio, forma e meta di ogni unità nella ricchezza e bellezza della diversità. Solo così possiamo ricevere scambievolmente i doni che gli uni offrono agli altri, attingendo ai tesori inestimabili di grazia custoditi dalle Tradizioni delle nostre Chiese. Solo così possiamo colmare con l’amore le distanze che ancora ci separano. Solo così possiamo arricchirci vicendevolmente. Solo così possiamo giungere con la grazia di Dio alla piena e visibile unità». Sullo sfondo della crisi degli equilibri politici, sociali e religiosi sia nel Vicino e Medio Oriente sia tra le due sponde del Mediterraneo, l’istituzione della Cattedra assume una rilevanza culturale e sociale sul piano internazionale, proponendo l’attivazione di laboratori di studio e di ricerca per le nuove generazioni. Suoi obiettivi specifici sono studiare il significato culturale, rivisitare le tappe storiche e sviscerare le implicazioni esistenziali e sociali del cammino ecumenico verso la piena unità delle Chiese, nello scambio delle ricchezze spirituali, teologiche e culturali dell’Oriente e dell’Occidente cristiani. Inoltre, offrire un luogo e percorsi di formazione accademicamente qualificati a coloro che vogliano prepararsi per offrire il proprio contributo di pensiero, dialogo e vita alla promozione dell’unità tra la Chiesa Ortodossa e la Chiesa Cattolica a servizio dell’incontro tra i popoli e le culture. In allegato il programma (altro…)
Mar 6, 2018 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo
Foto © CSC Audiovisivi
È iniziato con un evento all’insegna della musica, della poesia, delle immagini in movimento, della coreografia, del canto, per sottolineare e accompagnare le parole dei testimoni, l’anno dedicato al ricordo della fondatrice dei Focolari, nel decennale della sua morte. Oltre duemila persone provenienti da tutto il mondo (lo rivelano anche i costumi tipici), autorità religiose – in prima fila il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin – e personalità del mondo della cultura, della comunicazione e delle istituzioni hanno partecipato, sabato 3 marzo, al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo, vicino Roma, a quella che da molti è stata definita non una commemorazione, ma una festa della vita. Quella scaturita dal carisma dell’unità di Chiara Lubich in innumerevoli e diversissimi contesti del mondo, spesso in territori ostili, di guerra, di degrado, dando vita ad opere di trasformazione sociale dal timbro evangelico. Adriana è un’artista brasiliana: «Non volevo stare chiusa dentro un atelier. Chiara mi ha detto: scegli Dio, che ti ha fatto artista». Dall’amore per i fratelli e dalla disponibilità a mettersi in gioco in un progetto sociale nella favela di Pedreira, a sud di San Paolo, per dare un tetto a 500 famiglie in situazione di povertà estrema, rinasce per lei la possibilità di mettere a frutto il proprio talento di pittrice. «Sono venuta qui – dice Adriana – per rendere omaggio a Chiara». Roberto e Maurizio, in Italia, hanno inaugurato una pescheria all’insegna dell’economia di comunione, perché «se basiamo la nostra vita sul profitto, a che serve? Nessuno ci ricorderà per i soldi che avevamo, ma per il bene che abbiamo fatto». Maria lavora da 15 anni in una scuola nella difficile periferia di Parigi, da cui solitamente i professori scappano appena possono. «Quei bambini devono poter avere le stesse possibilità di chi frequenta le scuole dei migliori quartieri di Parigi». Letizia e suo marito, imprenditori, hanno rifiutato una importante commessa e rischiato di fallire, pur di non produrre componenti per l’industria della guerra. Jesús Morán. Foto © CSC Audiovisivi
Ancora. Una coppia siriana offre la propria testimonianza attraverso un videomessaggio: «Non siamo voluti scappare dalla guerra per non chiudere la nostra scuola per bambini sordi. Da chi sarebbero andati?». La storia di una bambina filippina viene affidata alla voce e all’espressione intensa di un’attrice: accolta nel centro sociale Bukas Palad (“a mani aperte” in lingua tagalog), a Manila: «Sono grata, perché da povera sono diventata una persona speciale, amata. Qui è cominciata la mia rinascita». Sono solo alcuni dei frutti dell’“intrinseca socialità” del carisma di Chiara Lubich, come viene definita dal copresidente dei Focolari Jesús Morán: «Chiara non è stata una riformatrice, il suo sogno punta più in alto, al fondamento antropologico e teologico di ogni riforma sociale: la fratellanza universale». L’opzione preferenziale per gli ultimi – “riscattati dall’anonimato e resi protagonisti” – caratterizza fin dagli esordi la storia dei Focolari. Foto © CSC Audiovisivi
È Maria Voce a ricordare le premesse di una esperienza che ha raggiunto 182 Paesi nel mondo, con frutti tangibili di fraternità, come le 25 cittadelle, “bozzetti di mondo unito” presenti in tutti i continenti. Racconta: negli anni della Seconda Guerra Mondiale, «le prime focolarine non si risparmiavano nel correre da una parte all’altra di Trento a portare il loro aiuto a chiunque avesse bisogno. Invitavano i poveri a pranzare nella loro casa e, mettendo la tovaglia più bella che avevano, si sedevano a tavola: una focolarina, un povero, una focolarina, un povero; davano da mangiare ma da fratelli, non da benefattori. Il Vangelo, letto insieme a lume di candela nei rifugi antiaerei, riscoperto e vissuto con l’intensità dell’irrompere di questa Luce, si rivelava sorgente della più profonda trasformazione sociale». Sulla grande parete della sala, resa schermo cinematografico, scorrono, come parte integrante del racconto, le immagini in movimento di una lunga storia, partita da un sogno: “la grande attrattiva del tempo moderno: penetrare nella più alta contemplazione e rimanere mescolati tra tutti, uomo accanto a uomo”. In tutti i Paesi del mondo, dove Chiara Lubich verrà ricordata, questo sogno oggi si rinnova. Chiara Favotti (altro…)
Mar 3, 2018 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Spiritualità
https://vimeo.com/258422297 (altro…)
Mar 3, 2018 | Chiara Lubich, Spiritualità
«Ecco la grande attrattiva del tempo moderno; penetrare nella più alta contemplazione e rimanere mescolati fra tutti, uomo accanto a uomo. Vorrei dire di più: perdersi nella folla, per informarla del divino, come s’inzuppa un frusto di pane nel vino. Vorrei dire di più: fatti partecipi dei disegni di Dio sull’umanità, segnare sulla folla ricami di luce e, nel contempo, dividere col prossimo l’onta, la fame, le percosse, le brevi gioie. Perché l’attrattiva del nostro, come di tutti i tempi, è ciò che di più umano e di più divino si possa pensare, Gesù e Maria: il Verbo di Dio, figlio d’un falegname; la Sede della Sapienza, madre di casa». (altro…)