Movimento dei Focolari
I giovani e la tratta di esseri umani

I giovani e la tratta di esseri umani

Dal 2 all’8 febbraio 2024 una settimana di mobilitazione e preghiera contro la tratta di esseri umani. A Roma (Italia) l’incontro di 50 giovani di tutti i continenti fra cui alcuni ragazzi e ragazze del Movimento dei Focolari. La tratta di esseri umani è il processo attraverso il quale le persone vengono costrette o attirate da false prospettive, reclutate, trasferite e obbligate a lavorare e vivere in condizioni di sfruttamento o di abuso. È un fenomeno, come avvertono i recenti rapporti delle Nazioni Unite, in continua e drammatica evoluzione. Dal 2 all’8 febbraio 2024 si è svolta la settimana di preghiera contra la tratta di persone. Istituita da Papa Francesco nel 2015 la settimana include sempre l’8 febbraio, festa di Santa Bakhita, una suora sudanese che da giovane fu schiava, venne venduta e maltrattata, fu vittima di tratta e simbolo universale di lotta contro questa piaga dell’umanità. Il tema di questo anno era Camminare per la dignità. Ascoltare, sognare e agire. Migliaia di persone in tutto il mondo si sono radunate per riflettere, pregare e condividere la propria esperienza di impegno contro questo fenomeno globale. A Roma (Italia) tanti giovani provenienti da diversi Paesi – Kenya, Giappone, Stati Uniti, Thailandia, Albania, Canada, Messico, Francia, Italia – hanno partecipato a conferenze, flash mob, momenti di preghiera sul tema, all’Angelus e all’udienza con Papa Francesco tenutesi durante la settimana. Fra di loro anche alcuni Gen2, giovani del Movimento dei Focolari. Prisque Dipinda, della Repubblica democratica del Congo racconta: “L’evento più significativo per me è stata la preghiera vigil of prayer nella Chiesa di Santa Maria in Trastevere, nel cuore di Roma. È stato un momento importante davanti a Dio, l’emozione nel condividerlo insieme ad altri giovani che portano nel cuore la sfida sulla tratta umana. Ma anche una responsabilità di far parte dei protagonisti contro questo fenomeno. Penso che per i giovani che hanno partecipato sia servito anche per prendere coscienza che tanti nel mondo soffrono, per vari motivi: economici, politici, religiosi. È stata l’opportunità per riflettere e iniziare insieme a progettare qualcosa contro la sofferenza”. Fra i Gen2 presenti c’erano anche Michel Haroun, franco libanese e Miriana Dante, italiana. “Non ho mai avuto un impegno particolare contro la tratta umana – afferma Michel -. Ho qualche esperienza nel servizio ai migranti che arrivano nella mia città o ai confini fra Stati. Ad esempio qualche anno fa sono stato a Trieste (Italia), punto di arrivo della rotta balcanica attraverso la quale giungono in Italia migranti da tante parti del mondo devastate dai conflitti. Ma non ero abbastanza consapevole del fatto che i profughi, prima di arrivare in Europa – ma è valido anche per l’America Latina, gli Stati Uniti o altre parti del mondo – subiscono violenze e abusi in maniera organizzata. Questi giorni vissuti a Roma insieme ad altri giovani provenienti da diversi continenti, con lingua, culture, appartenenti a varie Chiese cristiane, sono stati un’esperienza ricca di rapporti personali che spero dureranno, perché alla fine affronteremo (ma affrontiamo già) il mondo insieme, in quanto parte della stessa generazione”. “Mi ha emozionato scoprire la storia di Santa Bakhita – gli fa eco Miriana -. Era stata schiava, fu venduta. Successivamente affrontò con coraggio tutto quello che aveva vissuto in passato, lanciando messaggi contro il traffico di esseri umani. Mi son chiesta da dove abbia preso tutta quella forza. Mi ha fatto molto bene aver incontrato tanti miei coetanei che si impegnano su queste tematiche. Non persone adulte con una lunga esperienza alle spalle, ma giovani della mia stessa età, provenienti da tutto il mondo che hanno sogni e speranze in un futuro migliore. La differenza culturale non l’abbiamo sentita, perché ci legava l’unità fra di noi grazie all’obiettivo comune: lottare contro il traffico di esseri umani”.

Lorenzo Russo

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Don Cosimino Fronzuto: insieme tra parrocchia e impegno nella città

Don Cosimino Fronzuto: insieme tra parrocchia e impegno nella città

Un sacerdote di Gaeta (Italia), che essendo parroco non solo si è speso per i suoi parrocchiani, ma li ha coinvolti in favore della città. Don Cosimino Fronzuto fu un sacerdote italiano che nacque a Gaeta nel 1939. È morto a 49 anni, nel 1989 dopo una intensa vita spesa al servizio del prossimo, dei più bisognosi e della società della sua città. Viveva vicino al mare, ma non amava fare il bagno e aveva paura di andare in profondità. Un giorno, da bambino, volendo vincere questa difficoltà, si tuffò e, per dimostrare che aveva toccato il fondo, mise la mano nella sabbia raccogliendo, con grande meraviglia, un piccolo crocifisso di ferro, che poi portò con sé per tutta la sua vita. Nel 1963 fu ordinato sacerdote e iniziò il servizio come vicerettore del locale Seminario diocesano. Venuto in contatto con la spiritualità dell’unità, aderì al Movimento dei Focolari. Nel 1967 venne nominato parroco della parrocchia S. Paolo Apostolo a Gaeta, incarico che ricoprì fino agli ultimi giorni della sua vita. In quegli anni fiorì il Movimento Parrocchiale, espressione del Movimento dei Focolari nella Chiesa locale, che generò tanti frutti soprattutto tra i giovani, che oggi sono impegnati in città come sacerdoti, nella famiglia, nella vita politica e in vari ambiti civili e professionali, nelle diverse realtà nel Movimento dei Focolari e che continuano ad essere molto attivi anche vita parrocchiale. Durante il ministero pastorale esercitato in parrocchia, con il suo stile pieno di amore e di attenzione verso tutti, in particolar modo verso gli ultimi (ragazze madri, ex detenuti, tossicodipendenti, sfrattati, sbandati), impostò la comunità puntando semplicemente, ma con forza e decisione, solo a vivere il Vangelo in tutte le situazioni e nelle realtà più diverse. Così non gli mancarono occasioni per prendere posizione anche nei confronti di tante realtà sociali lontane da una dimensione veramente umana e cristiana. Scriveva nel suo diario: “Abbiamo osservato che nelle ore di catechesi c’erano dei bambini che erano piuttosto malandati, denutriti, mi sono anche ricordato che in quella stessa famiglia i ragazzi grandi non avevano ricevuto né la Cresima né la Comunione, proprio niente. Stavamo verso la metà di marzo, ed ho pensato: se non li prendiamo adesso, non li prendiamo più. Allora andai in quella casa e mi accorsi (erano le 12,30) che si stava semplicemente cucinando della pasta e che non ci sarebbe stato altro da mangiare per tutti quanti. Mi accorsi che, nonostante il capo famiglia fosse un piccolo imprenditore, addirittura mancava il vetro alla porta che pendeva sulla balconata e in questa stanza, dove mancava il vetro, dormivano alcuni dei dieci figli. Immediatamente cominciai a parlare del catechismo, ma cercai anche di guardarmi intorno e di rendermi conto. Poi la sera, dopo l’adorazione, parlai alla comunità di questa situazione. Mano mano che anch’io me ne rendevo conto, raccoglievo tutti i dati: dissesto economico, avvisi di sequestro, problemi di salute dei bambini. Allora si passava la mattina pensando solo a questa famiglia, per vedere secondo diversi aspetti come stavano le cose, condividere il lavoro, assicurare il cibo e, nello stesso tempo, tener in mano i grandi perché ricevessero una vera catechesi. Una sera mi sono reso conto che dovevo fare a tutti una proposta. Dentro di me avevo deciso, ma cosa valeva la mia decisione di parroco? Poteva anche valere, ma volevo che la decisione venisse da Dio e quindi scelta nell’unità con la comunità che mi dava la garanzia che fosse Dio stesso a fare le cose. Così proposi di mettere a disposizione di questa famiglia i circa due milioni (di lire) che avevamo in parrocchia per risolvere il caso fino a rimetterli in grado di nuovo di tornare al lavoro. Posso dire che sin dal primo momento tutti si mostrarono favorevoli. Questo è stato l’inizio, poi questa situazione ha avuto diversi sviluppi. Ancora ieri ho partecipato ad una riunione di condominio in cui avevano deciso di togliere al padre il lavoro che aveva cominciato e non aveva finito. Ho fatto di tutto perché lo portasse a termine e potesse avere anche dei soldi. Il cammino sarà ancora molto lungo,  è più di un mese che gli stiamo accanto, vicini e lui dice: “Mi sta ritornando la voglia di vivere, mi sta ritornando la voglia di vivere”. Ma l’intervento non è stato operato soltanto da me, l’intervento è stato un po’ collettivo, molti vanno a portare continuamente tutto quello che è necessario e non ci preoccupa tanto la mancanza di cose, ma ci preoccupa non far mancare l’amore, perché sono state delle persone evidentemente non amate, sono state infatti calpestate in certi diritti (…)”. Domenica 21 gennaio 2024, l’Arcivescovo di Gaeta, mons. Luigi Vari in una cattedrale gremita di personalità civili, religiose e di fedeli, ha dato inizio alla causa di beatificazione di Don Cosimino Fronzuto.

Carlos Mana

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Come discepoli – missionari

Come discepoli – missionari

Dal 26 al 30 dicembre 2023, presso il Centro Mariapoli Internazionale di Castel Gandolfo (Roma) si è svolto il congresso “Dare radici di gioia. La chiamata ad essere discepoli-missionari e la spiritualità di comunione”. Un momento di incontro tra seminaristi, diaconi e giovani sacerdoti che ha messo al centro meditazione, riflessione e condivisione con la partecipazione internazionale di alcuni gruppi collegati via internet da Congo, Argentina e Romania. Ce ne parla Antonio Carozza, seminarista di Sulmona (Italia). Come possiamo diventare radici di gioia? È questa la domanda che Papa Francesco ci ha posto alla vigilia della GMG in Portogallo e che ci ha interrogati anche nell’incontro per seminaristi, diaconi e giovani sacerdoti che si è tenuto a Castelgandolfo (Roma) dal 26 al 30 dicembre 2023, con l’intento di approfondire il contributo della spiritualità di comunione del Movimento dei Focolari, alla sinodalità e alla missionarietà della Chiesa. Mi trovo a vivere per il terzo anno consecutivo questo appuntamento del tempo di Natale e per la terza volta mi sono lasciato sorprendere dalla bellezza di ritrovarsi insieme; provenendo da luoghi lontani ci siamo ritrovati, conosciuti e riconosciuti, incontrati. È sempre un’esperienza entusiasmante riconfermare la bellezza della nostra spiritualità incentrata sull’unità e sulla fraternità tra tutti, affinché non sia solo uno slogan ma un’esperienza di vita sperimentata e incarnata. Un momento vissuto con particolare emozione è stato l’incontro con Margaret Karram, Presidente del Movimento dei Focolari, che ha voluto ascoltare le nostre reazioni sul tema da lei proposto quest’anno: “Chiamati e inviati”; ci siamo sentiti accolti ed ascoltati nelle nostre diverse esperienze. In particolare, Margaret ha condiviso il suo cuore commosso di fronte all’esplodere della violenza in Terra Santa. Forte è stato il suo invito a testimoniare l’amore di Dio facendoci prossimi attraverso parole vere che scaturiscano da una profonda vita interiore e dall’autenticità di una vita vissuta perché solo chi ha sperimentato l’amore può amare, solo chi ha sperimentato il fallimento e il perdono può farsi testimone credibile. Lo stesso amore e la stessa passione sono emersi dalle parole di Jesús Morán, Copresidente del Movimento dei Focolari. Abbiamo compreso come non si possa essere padri se non si impara prima ad essere figli; il Natale ci ricorda proprio questo, tutta la nostra vita è chiamata ad essere Natale. In effetti, Jesús ci ha ricordato come nell’impegno pastorale, al quale siamo tutti chiamati a vario titolo, bisogna far nascere Gesù e per far questo bisogna innanzitutto farsi come Maria. La pastorale non può che essere mariana. Altro momento forte è stato l’intervento di S.E. Mons. Brendan Leahy, vescovo di Limerick in Irlanda, che ci ha testimoniato la sua esperienza di partecipazione al Sinodo, facendoci comprendere come Sinodo voglia dire innanzitutto conversione. Infatti, il Sinodo ci invita a perseguire un processo di conversione fatto di reciproco ascolto e di un rinnovato ascolto del Vangelo e del magistero della Chiesa. Un particolare momento di grazia è stata la partecipazione all’Udienza Generale di Papa Francesco che ci ha esortati a farci custodi del nostro cuore. Abbiamo sentito riecheggiare le parole di Chiara Lubich: “se il cuore è puntato su Dio solo, tutto il resto cade”. Con tante nuove consapevolezze e con il cuore colmo di gioia siamo tornati nelle nostre parrocchie e nei nostri seminari dove, come discepoli-missionari, siamo chiamati a farci radici di gioia per gli altri ogni giorno con lo spirito che Chiara stessa ci ha lasciato: “far l’unità attorno a noi, nell’ambiente dove siamo” per essere uno, per esser tutti Gesù, perché il suo amore ci fa entrare fino in fondo nel cuore degli altri.

Antonio Carozza

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80° del Movimento dei Focolari: il carisma come dono

80° del Movimento dei Focolari: il carisma come dono

Rimanere “nei crocevia dell’oggi” con lo stesso atteggiamento fiducioso e generoso di Maria. È quanto ha augurato il Card. Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, nell’omelia pronunciata nella Basilica di Santa Maria Maggiore (Roma) durante la Santa Messa di ringraziamento del 7 dicembre 2023, in occasione dell’ottantesimo anniversario della nascita del Movimento dei Focolari. “Carissimi, nel giorno in cui 80 anni fa ha avuto inizio il carisma focolarino, qui, nella casa di Maria, vicini alla mangiatoia e al mistero della sua maternità divina, ringraziamo il Signore per il dono di Chiara Lubich e della grande famiglia che attorno a lei ha preso vita. Ripeto a voi le parole dell’Angelo Gabriele a Maria: “Non temete!”. Anche voi “avete trovato grazia presso Dio!”. Con queste parole S.E. il Card. Kevin Joseph Farrel, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, ha incoraggiato il Movimento dei Focolari, presiedendo la S. Messa che si è svolta, presso la Basilica di Santa Maria Maggiore, in Roma, il 7 dicembre 2023. A 80 anni dal “Sì” di Chiara Lubich a Dio, il Card. Farrell, durante la liturgia con cui la Chiesa celebra la solennità dell’Immacolata Concezione, ha invitato i presenti a fare memoria dell’incontro con il carisma, “certo- dice- che tutti voi avete abbracciato l’ideale focolarino come un grande dono di grazia, come favore di Dio”, spronando ciascuno continuare con fedeltà a portarlo nel mondo. Per leggere l’omelia integrale è possibile visitare la seguente pagina sul sito ufficiale del Dicastero.  

a cura di Maria Grazia Berretta

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Papa Francesco ai Focolari: maturità ecclesiale, fedeltà al carisma e impegno per la pace

Papa Francesco ai Focolari: maturità ecclesiale, fedeltà al carisma e impegno per la pace

Nella mattina del 7 dicembre 2023, Papa Francesco ha ricevuto in udienza Margaret Karram e Jesús Morán, Presidente e Copresidente del Movimento dei Focolari, insieme ai membri del Consiglio dei Focolari e i responsabili delle diverse aree geografiche, in occasione dell’80.mo anniversario di fondazione. Ecco il discorso che il Papa ha rivolto loro nel corso dell’udienza. “Cari fratelli e sorelle, benvenuti! Saluto il Cardinale Farrel, la vostra Presidente, Dottoressa Margaret Karram, il Co-presidente, don Jesús Morán, i membri del Consiglio Generale, i delegati delle aree geografiche e tutti voi. Vi sono grato di essere venuti mentre celebrate l’ottantesimo anniversario di fondazione del Movimento dei Focolari, detto anche Opera di Maria. Grazie! Essa coincide col giorno in cui la Serva di Dio Chiara Lubich decise di consacrarsi totalmente al Signore. Da un’ispirazione ricevuta in un contesto di vita assolutamente ordinario – mentre andava a fare la spesa per la sua famiglia – scaturì un atto radicale di donazione a Dio, come risposta alla sua chiamata che aveva sentito dolce e forte nel cuore. Era il 7 dicembre 1943, a Trento, in piena guerra; proprio alla vigilia della Solennità dell’Immacolata, il “sì” di Maria divenne il “sì” di Chiara, generando un’onda di spiritualità che si è propagata in tutto il mondo, per dire a tutti che è bello vivere il Vangelo con una sola semplice parola: unità. Ma unità dice anche armonia: unità armonica. In questi ottant’anni, avete fatto risuonare questo messaggio in mezzo ai giovani, alle comunità, alle famiglie, alle persone di vita consacrata, ai sacerdoti e ai vescovi; e anche in diversi ambienti sociali: dal mondo della scuola a quello dell’economia, da quello dell’arte e della cultura a quello dell’informazione e dei media; e in particolare negli ambiti dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso. Siete stati così strumento attivo di una grande fioritura di opere, di iniziative, di progetti e soprattutto di “rinascite”, di conversioni, di vocazioni, di vite donate a Cristo e ai fratelli. Di tutto questo oggi vogliamo rendere grazie a Dio. Nel febbraio 2021, parlando alla vostra Assemblea Generale, sottolineavo tre atteggiamenti importanti per il vostro cammino: vivere con fedeltà dinamica il vostro carisma, accogliere i momenti di crisi come opportunità per maturare, incarnare con coerenza e realismo la spiritualità (Discorso, 6 febbraio 2021). Vivere la spiritualità. Voglio ricordarli oggi per incoraggiarvi a viverli e promuoverli secondo tre linee: la maturità ecclesiale, la fedeltà al carisma e l’impegno per la pace. La maturità ecclesiale. Vi invito a lavorare perché sempre più si realizzi il sogno di una Chiesa pienamente sinodale e missionaria. Cominciate dalle vostre comunità, favorendo in esse uno stile di partecipazione e corresponsabilità, anche a livello di governo. I “focolari” accrescano al loro interno e diffondano attorno a sé un clima di ascolto reciproco e di calore familiare, in cui ci si rispetta e ci si prende cura gli uni degli altri, con particolare attenzione a chi è più debole e, a chi è più bisognoso di sostegno. Vi sarà utile, a tal fine, percorrere vie di partecipazione e consultazione vicendevole a tutti i livelli, curando in modo speciale la comunicazione e il dialogo sincero. In merito alla seconda linea, la fedeltà al carisma, vi ricordo alcune parole della vostra Fondatrice: «Lascia a chi ti segue solo il Vangelo. Se così farai l’ideale dell’unità rimarrà […]. Ciò che resta e resterà sempre è il Vangelo, che non subisce l’usura del tempo» (C. LUBICH, in La Parola di Dio, Roma 2011, 112-113). Seminate, per favore, unità portando il Vangelo, senza mai perdere di vista l’opera di incarnazione che Dio continua a voler realizzare in noi e attorno a noi per mezzo del suo Spirito, perché Gesù sia buona notizia per tutti, nessuno escluso, e «perché tutti siano una sola cosa» (Gv 17,21). E veniamo così alla terza linea: l’impegno per la pace, oggi tanto importante. Dopo due millenni di cristianesimo, infatti, l’anelito all’unità continua ad assumere, in tante parti del mondo, la forma di un grido straziante che chiede risposta. Chiara l’ha sentito durante la tragedia della Seconda Guerra Mondiale, e ha deciso di dare tutta la sua vita perché quel “testamento di Gesù” potesse realizzarsi. Oggi, purtroppo, il mondo è ancora dilaniato da molti conflitti e continua ad aver bisogno di artigiani di fraternità e di pace tra gli uomini e tra le nazioni. Chiara diceva: «Essere amore e diffonderlo è lo scopo generale dell’Opera di Maria» (Veglia di Pentecoste, Piazza San Pietro, 30 maggio 1998). Essere amore e diffonderlo: questo è lo scopo principale. E sappiamo che solo dall’amore nasce il frutto della pace. Per questo vi chiedo di essere testimoni e costruttori della pace che Cristo ha realizzato con la sua croce, sconfiggendo l’inimicizia. Pensate che, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino ad adesso, non sono finite le guerre. E noi non siamo consapevoli del dramma della guerra. Vi faccio una confidenza. Quando sono andato nel 2014 a Redipuglia per il centenario della Prima Guerra, e ho visto quel cimitero, ho pianto, ho pianto. Quanta distruzione! E tutti i 2 novembre vado a celebrare in qualche cimitero, anche l’ultima volta nel Cimitero del Commonwealth, e vedo l’età dei soldati: 22, 24, 18, 30… Tutte vite spezzate. Per la guerra. E la guerra non finisce. E nella guerra tutti perdono, tutti. Soltanto guadagnano i fabbricanti di armi. E se per un anno non si facessero armi, potrebbe finire la fame nel mondo. È terribile questo. Dobbiamo pensare a questo dramma. Prima di concludere, vorrei farvi un ultimo invito, appropriato in questo tempo di Avvento: quello alla vigilanza. L’insidia della mondanità spirituale rimane sempre in agguato. Occorre, perciò, che anche voi sappiate reagire con decisione, coerenza e realismo. Ricordiamoci che l’incoerenza tra ciò che diciamo di essere e ciò che siamo realmente è la peggiore anti-testimonianza. L’incoerenza.

Per favore, state attenti. E il rimedio è sempre tornare al Vangelo, radice della nostra fede e della vostra storia: al Vangelo dell’umiltà, del servizio disinteressato, della semplicità. E a me piace ricordare sempre che voi siete molto vicini al segreto di Dio, ai quattro segreti di Dio. Dio quattro cose non riesce a capire: non sa quante congregazioni di suore ci sono; cosa pensano i gesuiti; quanti soldi hanno i salesiani; e di che ridono i focolarini! Cari fratelli e sorelle, come già abbiamo ricordato, voi siete l’Opera di Maria: è Lei che vi ha accompagnato in questi ottant’anni e sapete bene che non smetterà mai di farlo. Sia dunque la Vergine di Nazaret la fonte della vostra consolazione e della vostra forza, perché possiate essere apostoli di unità a servizio della Chiesa e dell’umanità. Grazie per quello che siete e che fate! Continuate con fiducia il vostro cammino. Vi benedico di cuore. E vi raccomando: non dimenticatevi di pregare per me.  Grazie”.

Papa Francesco (Source: www.vatican.va – Photo: ©Vatican media)

Margaret Karram tra i nuovi Membri del Dicastero

Il 25 novembre 2023, Margaret Karram, Presidente del Movimento dei Focolari, è stata nominata Membro del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Papa Francesco ha nominato ad quinquennium 11 nuovi Membri del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e tra questi anche la Presidente dell’Opera di Maria (Movimento dei Focolari), Margaret Karram.  Con lei e tra coloro che andranno a rappresentare e arricchire il volto universale della Chiesa accanto alle persone già in carica, uomini e donne, celibi e coniugati, impegnati nei diversi campi di attività e provenienti dalle diverse parti del mondo: S. Ecc. Mons. Josep Ángel Saiz Meneses – Arcivescovo di Sevilla (Spagna); Rev. Andrea D’Auria, F.S. C.B – Direttore del Centro Internazionale di Comunione e Liberazione; Rev. Luis Felipe Navarro Marfá – Rettore Magnifico della Pontificia Università della Santa Croce a Roma (Italia); Sigg. Benoît e Véronique Rabourdin – Responsabili internazionali di Amour et Verité della Communauté de l’Emmanuel;  Sigg. Joseph Teyu Chou e Clare Jiayann Yeh – rispettivamente docente presso il Department of Public Finance della National Chengchi University a Taipei (Taiwan) e Fondatrice e Direttrice del Marriage and Family Pastoral Center della Conferenza Episcopale Regionale Cinese; Prof.ssa Ana María Celis Brunet – Presidente del Consejo Nacional para la Prevención de abusos y acompañamiento de víctimas della Conferenza Episcopale del Cile; Prof.ssa Maria Luisa Di Pietro – Direttore del Centro di Ricerca e Studi sulla Salute Procreativa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma (Italia); Prof.ssa Carmen Peña García – docente di Diritto Matrimoniale presso la Facultad de Derecho Canónico dell’ Universidad Pontificia Comillas a Madrid (Spagna). I nuovi Membri, la cui nomina è stata pubblicata in data 25 novembre 2023 sul Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, si aggiungono a quanti sono già stati nominati in precedenza e a tutti coloro ancora in carica, i cui nominativi aggiornati sono consultabili sul sito del Dicastero i Laici, la Famiglia e la Vita alla pagina Membri e Consultori. (altro…)

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