Ago 30, 2017 | Chiara Lubich, Cultura
Occorre offrire alla famiglia un appiglio sicuro, un aiuto che venga dall’alto:una forte spiritualità che le sia congeniale,che valorizzi il suo essere di per sè comunità. in un’epoca in cui, grazie alle comunicazioni, potenzialmente tutto tende all’unità, occorre anche per la famiglia una spiritualità comunitaria, a sottolinearle che si va a Dio con il fratello, che ci si fasanti insieme; una spiritualità che porti ogni singolo componenete la famiglia ad attingere a Dio come fonte dell’amore e a scoprire nel fratello – quinid anche nel marito, nella moglie, nei figli, in ogni prossimo -, la strada per andare a Dio. Città Nuova Editrice
Ago 30, 2017 | Centro internazionale, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Abitare un luogo in due sole settimane. Un luogo per di più lontanissimo – geograficamente e culturalmente – dal proprio paese di origine. È la sfida di Habitandando: costruire ponti inediti tra Italia e Colombia. Da una parte un Paese celebrato per arte, storia e cultura, dall’altra un popolo giovane e contrastato, in cui ricchezze e disuguaglianze si riflettono anche sul territorio, fatto di megalopoli e immense regioni ancora vergini. Come si costruisce, in soli quindici giorni, un ponte tra Italia e Colombia? Come arrivare ad abitare un luogo, e a conoscerlo come se fosse la propria casa? “Il viaggio come metodo, il territorio come aula” è il segreto, la cornice che accompagna ogni workshop, anche se di anno in anno cambiano i luoghi visitati in Italia e il filo conduttore. Il viaggio come metodo, dunque. Conoscere un luogo facendone esperienza diretta, usandolo come banco di prova per generare e testare nuove idee. E le esperienze, anche quest’anno, sono state diverse: attraversare più volte in auto l’Italia centrale, attenti a come cambiano i paesaggi nel passaggio dal mare alla montagna; vivere Piazza del Campo a Siena per osservare come funzioni da secoli un perfetto luogo di sosta; macinare chilometri a piedi nel centro di Roma, notando come un’epoca storica si affianchi alle altre nei mille strati che compongono la città; esplorare Tor Bella Monaca, quartiere nella periferia romana dove progetti fallimentari di architettura si aggiungono alla fragilità del tessuto sociale. Ogni tappa del viaggio è dedicata ad uno specifico tema: ad esempio, le campagne della Toscana spiegano territorio e paesaggio, la Costiera Amalfitana racconta moderno e antico, i paesi colpiti da terremoti nell’Italia centrale mostrano il rapporto tra memoria e catastrofe. La scelta del territorio come aula permette di osservare ciascun tema in prima persona. Non solo un espediente per andare oltre le semplici spiegazioni di guide turistiche e manuali scolastici, ma piuttosto un’occasione per costruire da sé, in modo incrementale, il sapere su un dato luogo. Ai ragazzi in viaggio viene chiesto di esercitare, in modi diversi, il proprio sguardo sui luoghi visitati: scrivendo testi che abbiano in mente destinatari differenti, facendo fotografie che rispondano a diversi registri comunicativi, sviluppando proprie spiegazioni su specifici contesti e fenomeni. Con il passare dei giorni, alle prime reazioni si sostituiscono ragionamenti più profondi. L’esempio più interessante è forse dato da Tor Bella Monaca, la periferia romana dove lo scetticismo iniziale («Questo sarebbe un quartiere povero e degradato? Avercene di posti poveri così, in Colombia!») lascia spazio al dubbio e a nuove riflessioni («Forse la realtà è più complicata di quanto sembri, se i bambini di un centro estivo ci hanno appena detto “Noi sembriamo carini, ma in realtà facciamo schifo”»). Nei ragazzi, gli sguardi disorientati dei primi giorni svaniscono per fare strada ad un’attitudine differente, che entra in relazione con i contesti visitati e in qualche modo li sfida. La tensione tra memoria e innovazione, filo conduttore delle due settimane, emerge anche nei commenti che accompagnano la conclusione del viaggio. Agli occhi di un ragazzo colombiano, l’Italia porta con sé tracce di secoli di storia, ma forse non sa come gestire tanto patrimonio e come questo possa parlare in modo nuovo alle esigenze dell’habitat di oggi. Queste riflessioni nascono negli ultimi giorni, trascorsi a Montefalcone Appennino. Un primo germoglio di pensiero, spunti di un dialogo che potrebbero avere esiti diversi, ma già mostrano quel che può generare la semplice scelta di studiare l’habitat uscendo dalle aule, andando nel territorio, abitandolo in movimento: abitare un luogo non è soltanto conoscerlo, ma anche iniziare a immaginarlo in modo diverso da ciò che è. A cura di Dialoghi in Architettura (altro…)
Ago 28, 2017 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Provenivano da paesi diversissimi tra loro (Repubblica Democratica del Congo, Angola, Uganda, Nigeria, Costa d’Avorio, Camerun, Burkina-Faso, Madagascar, Bénin e Olanda) i 55 giovani imprenditori desiderosi di mettersi alla prova con 30 progetti imprenditoriali innovativi, accompagnati da un team internazionale di “mentori” (sette africani, cinque europei e una sudamericana). Il primo StartUp Lab 2017 africano si è svolto nel giugno scorso a Fontem, nel cuore della giungla camerunense: cinque giorni di studio per imparare e approfondire i temi dell’imprenditoria legata ai valori dell’Economia di Comunione, così come già sperimentato da tanti imprenditori a varie latitudini. L’idea della settimana d’incubazione di progetti era nata due anni prima. A Nairobi, nel 2015, durante l’assemblea internazionale dell’EdC, alcuni giovani avevano condiviso con la prima generazione di imprenditori il sogno di realizzare alcuni progetti. La loro energia, capacità e motivazione non potevano che essere sostenute. Venne lanciata così la proposta di realizzare, entro due anni, una attività di incubazione dedicata appositamente a loro. A giugno 2017, alla StartUp Lab nella cittadella Mafua Ndem di Fontem, alcuni di quei sogni hanno già cominciato a camminare come attività produttive. Il Laboratorio ha inizio. Anouk Grevin, docente francese al Polytech dell’Università di Nantes e al corso di Specializzazione in Economia e Management presso l’Istituto Universitario Sophia, presenta i valori dell’Economia di Comunione. L’argentina Florencia Locascio, esperta in comunicazioni sociali, spiega la tecnica dell’”elevator pitch”, che consente di descrivere la propria idea imprenditoriale a un potenziale cliente o investitore in maniera chiara, sintetica ed efficace, e in un tempo brevissimo, quello appunto di una rapida salita in un ascensore. Locascio fa parte di EoC IIN (Economy of Communion International Incubating Network) per l’incubazione di nuove aziende con lo spirito della comunione e della solidarietà. Pierre Chevalier, imprenditore francese, conduce un laboratorio dedicato alla ricerca delle idee più innovative e all’analisi dei progetti, senza dimenticare lo sforzo necessario per sostenerli. Come la parte sommersa di un iceberg che sostiene, invisibile, la parte in superficie: “l’illusione dell’iceberg” esprime al meglio la vita e l’impegno di un imprenditore, il cui successo si realizza al prezzo di grandi sacrifici, lavoro, fede e creatività. L’approfondimento delle nozioni di bilancio, budget (“budget di gestione, cash flow e piano degli ammortamenti”), vendita, costi di produzione, rendicontazione finanziaria è affidato a Giampietro Parolin, docente di Strategia aziendale presso l’IUS. Le esercitazioni pratiche su costi e prodotti aiutano a comprendere la componente finanziaria, con particolare riferimento al calcolo e alla previsione delle vendite, al costo della produzione e alla rendicontazione. Markus Ressl, consulente della Ressolution e imprenditore EdC, analizza con i giovani imprenditori, nella teoria e nella pratica, diversi modelli di business. Infine, si esaminano i processi e il funzionamento di un’impresa EdC. L’ultimo giorno, nuovamente con Locascio, è dedicato alle strategie di comunicazione: nome dell’impresa, marchio, slogan e utilizzo dei mezzi di comunicazione, diversificati per i vari target di clientela. Un’immagine-simbolo, consegnata insieme ai certificati di partecipazione, a conclusione del Laboratorio, ritrae una rete di persone, protagoniste di un nuovo modo di fare economia, strette attorno alla cittadella Mafua Ndem. Le braccia alzate, collegate con una cordicella, simboleggiano un patto di reciprocità. Forse l’inizio di una nuova storia per queste giovani startup. (altro…)
Ago 27, 2017 | Centro internazionale, Cultura, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Dopo aver illustrato i punti dell’arte di amare, secondo l’espressione cara a Chiara Lubich, Maria Voce si chiede: «Ma come fare a vivere quest’arte che non si basa su sentimenti o buoni propositi, ma che viene praticata nella misura voluta da Gesù, cioè fino a dare la vita. Esiste una chiave, un segreto, che ci fa sempre più capaci di vivere con tale misura?». E parla del “momento culmine” della passione di Gesù, quando si sente abbandonato dal Padre (Mt 27,46), eppure si affida nelle sue mani (Lc 23,46), superando «quell’immenso dolore, e con ciò ha riportato gli uomini in seno al Padre e nella comunione tra di loro». «Come possiamo vivere questo mistero di Gesù abbandonato-risorto? Come riuscire a progredire quando nel cammino ecumenico ci scontriamo sulla questione della verità?», si domanda ancora la presidente. «”Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: – scrive l’apostolo Paolo ai Filippesi – egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini” (Fil 2,5-7). In questo atteggiamento possiamo trasmettere in modo credibile la verità di Cristo. Cristo si è svuotato di tutto, come dono d’amore». E cita Papa Francesco a conclusione della Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani, il 25 gennaio scorso: “Se viviamo questo morire a noi stessi per Gesù, il nostro vecchio stile di vita viene relegato al passato e, come è accaduto a san Paolo, entriamo in una nuova forma di esistenza e di comunione”. «Chiara Lubich chiama questa nuova forma di esistenza e di comunione: “Gesù in mezzo a noi”. Questa espressione si riferisce alla promessa di Gesù di essere presente in mezzo a chi si trova riuniti nel suo nome, che significa nel suo amore (Mt 18,20). Questa presenza del Risorto tra i suoi è decisiva per l’ecumenismo». Dal 1996, dopo un incontro con un migliaio di anglicani e cattolici, Chiara comincia a parlare dell’ecumenismo “del popolo”. È su quello spirito che nasce il cammino di “Insieme per l’Europa”, comunione e collaborazione tra ormai più di 300 movimenti e comunità di diverse Chiese. «Senza una vera riconciliazione – afferma Maria Voce – non si progredisce nel cammino verso l’unità. E questa riconciliazione caratterizza fino ad oggi la comunione tra i movimenti». Infine, conclude la presidente: «Sulla scia di quanto è avvenuto a Lund il 31 ottobre 2016 – continua –, quando Papa Francesco, assieme al Presidente della Federazione Luterana Mondiale il vescovo Dr Munib Younan, hanno voluto commemorare insieme l’inizio dei 500 anni della Riforma, ho avvertito di dover dare una nuova spinta all’impegno ecumenico che caratterizza il nostro Movimento». È nata così nella cittadella vicina ad Augsburg “La Dichiarazione di Ottmaring” che «vuole aiutarci a pensare ecumenicamente: ricordare che qualunque fratello che incontro, che sia della mia Chiesa o che sia di un’altra Chiesa, appartiene al corpo di Cristo, a quel corpo per il quale Cristo ha dato la vita. Questo è un impegno assoluto che prendiamo come Movimento dei Focolari e che possiamo far penetrare nell’oggi in ogni dimensione della vita umana. L’ecumenismo è una necessità dei tempi. Deve andare avanti. Perché risponde al bisogno di Dio che tutti hanno, pur inconsapevolmente. Se le persone avranno l’occasione di incontrarsi con Gesù presente tra i cristiani che si amano, nascerà in loro la fede, cambieranno il modo di comportarsi, cercheranno la pace e soluzioni di giustizia, e si impegneranno per la solidarietà tra i popoli. Solo se saremo uniti tra cristiani, il mondo potrà incontrare Dio». Leggi il discorso integrale (altro…)
Ago 23, 2017 | Cultura
La croce è sempre stata il centro della Rivelazione. Oggi lo è più che mai. Sempre più la spiritualità e la teologia cristiana ricercano, con accenti di novità e con inedita profondità, la chiave del loro metodo e del loro contenuto nel mistero del Signore crocifisso. Da questa convinzione nasce la presente pubblicazione sul mistero dell’abbandono di Gesù nel pensiero di Chiara Lubich. «Il binomio Gesù Abbandonato e l’Unità è fondamentale nell’esperienza di Chiara. Per lei come per santa Chiara d’Assisi (di cui ha scelto il nome nel Terz’Ordine francescano), essere Sposa di Cristo significa “abbracciare Cristo Povero” nelle più grandi sofferenze della sua passione. È ricambiare la follia del suo amore per noi, che lo ha spinto a “sposare” fino in fondo la nostra umanità ferita dal peccato, per salvarla e santificarla, e questo in tutte le persone umane» (dalla Prefazione di François-Marie Léthel).
Città Nuova editrice
Ago 19, 2017 | Cultura, Focolari nel Mondo
O encontro de formação, com foco na reflexão do tema “Fraternidade” e sua aplicação no Direito, terá como um de seus palestrantes o Ministro do Superior Tribunal de Justiça (STJ), Reynaldo da Fonseca, tendo como público-alvo magistrados, membros do ministério publico, advogados, graduandos, além de outros profissionais da área. De acordo com a desembargadora Maria do Perpétuo Socorro Guedes Moura, o congresso é uma das atividades do grupo Comunhão e Direito, que atualmente contempla operadores do direito dos mais diversos ramos, como juízes promotores, advogados, defensores públicos, delegados, alunos, professores universitários, dentre outros.
“É um congresso que está sendo organizado criteriosamente e que pretende contribuir para a formação da comunidade acadêmica, trazendo à baila a temática Direito e Fraternidade que consideramos imprescindível para o estudo e aplicação do Direito atualmente”, destacou a magistrada.
A desembargadora frisou que o grupo Comunhão e Direito tem avançado significativamente na capital amazonense e o congresso Norte-Nordeste será uma das muitas ações práticas do colegiado. “Estamos, há aproximadamente dez anos trabalhando no grupo que, no último ano evoluiu de forma significativa, inclusive com um grupo de estudo e de pesquisa científica que hoje agrega todos os coordenadores de curso de Direito que se reúnem mensalmente e que dentre alguns avanços conseguiram trazer a temática da Fraternidade para o centro das discussões acadêmicas.” Tendo como tema “Direito e Fraternidade: em busca da concretização”, o 3º Congresso Norte-Nordeste de Comunhão e Direito, por meio de painéis de discussão e diálogo tratará dos seguintes temas:
- “Comunhão e Direito: proposta e trajetória de um percurso”,
- “A fraternidade como categoria jurídica”,
- “Fraternidade e Filosofia do Direito”,
- “Fraternidade e Direito Constitucional”,
- “O papel da Justiça na Proteção do Direito das Minorias”, dentre outros temas.
O congresso contará ainda com palestras do Ministro do Superior Tribunal de Justiça (STJ), Reynaldo da Fonseca e dos professores doutores, profissionais e especialistas na docência de Ciências Jurídicas: Carlos Augusto Alcantara Machado, Olga Oliveira, Luciane Barzotto, Luis Barzotto, Paulo Muniz, Josiane Verones, Geralda Rossetto, Clara Machado, Stéphano Pedroso, Carlos Eduardo Santos, Fábio Miranda e Munir Cury. O congresso conta com a mobilização da comunidade acadêmica das faculdades FAMETRO, UniNilton Lins, UNINORTE/Laureate, ULBRA, Martha Falcão/DeVry, CIESA, UNIP, além da Universidade Federal do Amazonas (UFAM) e Universidade do Estado do Amazonas (UEA).
Serviço: Data: 23, 24 e 25 de agosto Local: Avenida André Araújo, s/nº, Aleixo. Auditório Des. Arthur Virgílio do Carmo Ribeiro, situado no 2º andar do edifício Des. José de Jesus Ferreira Lopes – anexo à sede do TJAM.