Mag 30, 2023 | Ecumenismo, Focolari nel Mondo
Di recente è stata inaugurata una Cappella Ecumenica presso il Centro Educativo Fiore (CEF), situato a Mixco (Città di Guatemala). I direttori Maresa Ramírez e Luis Martinez ci raccontano come è nata l’idea realizzata in concomitanza alla Pentecoste quando nell’emisfero sud si celebra la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. “Non ci concentriamo solo su una denominazione cristiana, ma cerchiamo ciò che ci unisce all’interno della cristianità. Ecco perché la nostra cappella è ecumenica, vogliamo che nessuno si senta al di fuori della famiglia del nostro Centro Educativo, vogliamo includerci a vicenda”. Con queste parole Maresa Ramírez, spiega l’obiettivo della nuova cappella ecumenica realizzata nel Centro Educativo Fiore (CEF), situato a Mixco (Guatemala), del quale è direttore generale insieme a Luis Martinez, che è il direttore amministrativo. Da 10 anni il Centro accoglie bambini di diverse confessioni cristiane e, in seguito alla pandemia, il numero è man mano aumentato. La cappella fa parte del percorso formativo della scuola che si basa sul processo educativo, fisico-emotivo e spirituale. La cappella presenta diversi elementi che cercano di creare una relazione con Dio tenendo conto dell’età dei bambini che frequentano la scuola. Così ci racconta Luis Martinez: “Il progetto della cappella include processi ludici, utilizzando giochi per avvicinare i bambini a Dio e avere un rapporto con Lui. Ad esempio, abbiamo collocato dei tubi che dall’ingresso della cappella si muovono verso la Croce, in modo che il bambino, qualora senta il bisogno può inviare un messaggio segreto a Gesù. Poi, le nuvole servono a creare l’atmosfera del cielo, perché noi mettiamo Dio in relazione con il cielo. I bambini sono il pezzo forte e quando fanno il loro ingresso in questo luogo subito si crea un rapporto divertente e allo stesso tempo serio”. La scuola offre ai bambini questo spazio che possono raggiungere quando sentono il bisogno di trascorrere un momento con Dio. Nella materia dell’Educazione alla fede e ai valori, i bambini si esercitano nella realizzazione di origami e così possono scrivere i loro atti d’amore, e metterli lì, offrendoli a Gesù, “sulla base di ciò che Chiara Lubich ha insegnato ai bambini: dopo aver fatto un atto d’amore, farne come un piccolo pacchetto e inviarlo verso il Cielo”. La collaborazione è stata fondamentale per il momento dell’inaugurazione, poiché il dialogo tra il Movimento dei Focolari in Guatemala e il Consiglio Ecumenico Cristiano del Guatemala è ampio. “Abbiamo costruito un rapporto con ognuno di loro, in particolare con il Vescovo cattolico, Monsignor Valenzuela. Parlando con lui ci siamo resi conto di quanto la presenza di questa cappella sia importante, poiché nella realtà ecumenica guatemalteca il dialogo è qualcosa di necessario” afferma Luis Martinez. A questi contatti basati sulla fraternità si sono unite persone provenienti da 7 Chiese cristiane e circa 25 persone hanno partecipato all’inaugurazione della cappella. Il programma dell’inaugurazione è stato organizzato tra il Centro Educativo Fiore e Monsignor Valenzuela e comprendeva salmi, lettura della Parola e diverse preghiere di benedizione e lode. Gli studenti hanno partecipato recitando una preghiera per la pace. “È stato un momento molto bello – conclude la direttrice Ramírez – chi è intervenuto ci ha detto che i bambini, nel nostro percorso formativo, vengono messi al centro e che siamo la prima scuola del Paese ad avere una cappella ecumenica”.
Diego Santizo
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Mag 11, 2023 | Ecumenismo, Sociale
Ecumenical Youth Festival nasce dal cuore di molti giovani cristiani e ha come motto “Camminare tutti insieme nella luce di Cristo”. L’evento si è svolto a Timisoara (Romania), capitale europea della cultura, dal 1 al 7 maggio 2023. L’evento Una vera e propria festa in cui i giovani sono protagonisti e in cui ciascuno è testimone della fratellanza che si genera dall’incontro con Cristo. É questo il cuore dell’ Ecumenical Youth Festival, il festival ecumenico che si è svolto dall’1 al 7 maggio in Romania, a Timisoara. La motivazione dell’evento è nata dopo la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2022, da un gruppo di giovani di 6 diverse confessioni: cattolica romana, greco-cattolica, ortodossa rumena, servita, luterana e calvinista. Il vescovo romano-cattolico József-Csaba Pál racconta che i 14 mesi di lavoro insieme sono stati “una vera scuola di unità”. Il programma del Festival è stato ricco di incontri conferenze, dibattiti e laboratori momenti arricchiti anche da un bellissima processione ecumenica, dalla visita alle chiese e ai musei delle varie confessioni di Timisoara. Non sono mancate le attività di svago come quelle che si sono svolte nel parco Carmen Sylva, la serata giovanile a Casa Kolping e la gita in barca sul fiume Bega. Il gruppo Insieme per l’Europa, è stato coinvolto in un workshop con la partecipazione di 100 giovani sul tema della partecipazione cittadina e della trasformazione della città. Una iniziativa importante parte del Progetto Dialogue. Il 6 maggio, il gruppo Gen Verde si è esibito in concerto nella Sala Capitol della Filarmonica del Banato a Timisoara. Una rappresentazione frutto del progetto Start Now: 5 giorni di workshop di danza, canto, percussioni e teatro che hanno coinvolto i giovani rumeni di diverse confessioni nella realizzazione dello spettacolo al quale erano presenti circa 850 spettatori La città Timisoara è stata scelta come Capitale culturale d’Europa per l’anno 2023. La città di oltre 300.000 abitanti rimane fedele al suo spirito, ospitando attualmente 21 culture e 18 religioni. In un’atmosfera accogliente, questo luogo riunisce comunità culturali diverse, tra cui romeni, tedeschi, ungheresi, serbi, croati, italiani, spagnoli e bulgari. “Timisoara è il luogo dove si può vivere al meglio l’ecumenismo”, spiega la giovane ortodossa, Cezara Perian. La città prende ispirazione dal suo passato (ha ospitato la prima biblioteca pubblica con sala di lettura nell’Impero asburgico o la prima proiezione cinematografica), esplorando al contempo il potere trasformativo della cultura per plasmare il suo futuro. Timisoara è una città facile da percorrere, con oltre 40.000 studenti, un vivace settore creativo e una serie di accoglienti istituzioni culturali. La ricchezza della trama urbana, che comprende oltre 10.000 edifici storici, spazi pubblici generosi e quartieri storici con identità distinte, unita allo sviluppo di corridoi blu-verdi lungo il Canale Bega, rende la città attraente per le famiglie, il trasferimento di professionisti da tutto il mondo, ma anche per gli spiriti liberi che viaggiano con lo zaino in spalla in Europa. I giovani Durante questi giorni del Festival camminando per le strade di Timisoara, numerosi erano i giovani che indossavano la maglietta caratteristica dell’evento. Diversi hanno partecipato come volontari, organizzando pranzi pubblici, passeggiate e attività in tutta la città.Il giovedì 4 maggio, ragazzi e ragazze di diverse confessioni, insieme alle loro comunità e ai sacerdoti, hanno tenuto una processione che ha toccato come tappe ben 4 Chiese. Partendo dalla chiesa greco-cattolica Sfânta Maria Regina Păcii, 300 persone hanno occupato le strade di Timisoara cantando l’inno del Ecumenical Youth Festival. La prima tappa è stata la Parohia Reformată Timișoara, della Chiesa riformata, dove i i giovani hanno potuto camminare in silenzio e in preghiera, sollecitati dai messaggi sui muri che incoraggiavano la riflessione. Arrivati alla Mitropolitană Orthodoxă Cathedrala, i partecipanti alla processione hanno pregato insieme e hanno assistito a un coro lirico ortodosso. Infine, alla Cattedrale Romana Cattolica San Giorgio, tutti hanno deposto le loro candele formando un cuore davanti alla chiesa. Ciobotaru Luca Paul, giovane romano-cattolico condivide: “In questo festival ecumenico rinnoviamo la nostra fede, collaboriamo e non lasciamo che le nostre credenze ci dividano”. Due donne di passaggio in città hanno chiesto cosa fosse quella manifestazione. Sono rimaste colpite perché, in quanto giovani ortodosse, hanno riconosciuto che le candele utilizzate provenivano dalla loro tradizione nonostante non conoscessero i i canti . Quando hanno capito che si trattava di una processione ecumenica, si sono chieste: “Ma come è possibile che ci siano così tanti cristiani insieme?”. Questo è il messaggio di unità nella diversità che l’evento ha inteso trasmettere.
Ana Clara Giovani
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Mar 24, 2023 | Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Nuove Generazioni
“Together – Raduno del Popolo di Dio” è la veglia di preghiera ecumenica che si terrà il 30 settembre 2023 a Roma in vista dell’Assemblea sinodale di ottobre. Damian, cattolico polacco, e Masha, ortodossa russa, sono due giovani del Movimento dei Focolari ed hanno recentemente partecipato all’ incontro di preparazione per l’evento al quale è seguita un’udienza privata con il Papa. Pregare insieme riuniti sotto la stessa tenda per scoprirsi fratelli e sorelle in Cristo. È questo il cuore della veglia di preghiera ecumenica che si svolgerà il 30 settembre 2023 in Piazza San Pietro, evento annunciato durante l’Angelus del 15 gennaio 2023 da Papa Francesco per affidare a Dio i lavori della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, sul tema della Sinodalità, che si svolgerà in ottobre 2023. Un vero e proprio raduno del Popolo di Dio e l’invito, come spiega anche il nome pensato per questo momento (Together), a camminare insieme; ad “allargare lo spazio della tua tenda”, come indica il versetto di Isaia (cfr. Is 54, 2) scelto per l’occasione. Animata dalla Comunità di Taizé, la veglia, che si svolgerà alla presenza di Papa Francesco e dei rappresentanti di varie Chiese cristiane, nonché molte realtà e organizzazioni, è aperta a tutti, in particolare ai giovani che sono invitati dal venerdì sera fino alla domenica pomeriggio, e saranno accolti per un fine settimana di vera condivisione. Nel team che si occupa dell’organizzazione di Together ci sono anche Damian Skłodowski, polacco, e Masha Iasinskaia, dalla Russia, due giovani del Movimento dei Focolari che dal 12 al 15 marzo 2023 hanno avuto modo di incontrarsi con tante altre persone per cominciare a portare avanti i lavori. Masha, che momento è stato per te? Questo incontro di preparazione è stato davvero forte per me, soprattutto perché sono rimasta piacevolmente impressionata nel vedere tante persone appartenenti a diverse Chiese, a varie confessioni, lavorare insieme. Io sono ortodossa e, facendo parte da quando sono nata del Movimento dei Focolari, ho sempre vissuto nella normalità del dialogo tra le varie Chiese, ma sono stata felice di sorprendermi questa volta. Ho scoperto che in tantissimi, ciascuno nella propria realtà, sentono questa necessità di fratellanza e lavorano fortemente per raggiungere questo obiettivo nelle loro comunità. Damian, come vi siete suddivisi dal punto di vista organizzativo? Il weekend di Together sarà un cammino a tappe. La mattina del 30 settembre saranno organizzati dei percorsi tematici, laboratori, in varie zone di Roma. Seguirà un tempo dedicato alla preghiera per tutti i giovani adulti nel centro della città e poi la marcia che ci condurrà tutti in Piazza San Pietro. Questo momento di preparazione è stato un modo certamente per conoscerci, fare un po’ brainstorming sui temi e capire come dividere il lavoro tra noi. Io e Masha ci occuperemo di preparare uno dei workshop per la mattina. Masha, in questo contesto che ruolo ha per te la parola “Together”? La prima volta che ho sentito di vivere a pieno questo “insieme” è stato in Ungheria, durante il GenFest del 2012, un raduno che coinvolge i giovani dei Focolari ogni 5 anni. Un evento diverso da quello che organizziamo qui, ma ciò che non potrò mai dimenticare è quel mandato che ci è stato consegnato ad essere “ponti”. Il ponte rappresenta qualcosa che unisce, capace di creare un legame tra noi, tra i nostri Paesi, le nostre Chiese, le nostre differenze, e più saremo uniti più questo ponte sarà incrollabile. Penso che questo essere “insieme” sia una necessità, soprattutto per me, per il mio Paese. Io sono fortunata perché ho avuto la gioia di ricevere questo mandato, ma è necessario farsi testimonianza, diventare davvero ponti e questa veglia può essere una bellissima occasione. Damian, secondo te qual è il punto di partenza per stabilire un vero rapporto di comunione? Il punto di partenza è incontrare davvero l’altro, mettere al centro la persona, conoscersi e chiedersi “come stai?”. Bisogna crearlo quel rapporto. Si, è vero, siamo diversi, ci sono differenze tra le varie Chiese, tra le confessioni, tra le religioni ma anche tra le persone, in generale. Prima di trovare soluzioni o fare grandi discorsi ciò che è importante è l’ascolto. Io, cattolico, e Masha, ortodossa, lo stiamo sperimentando già nella condivisione di questo lavoro e anche durante i pranzi e le cene di questi giorni di preparazione, è stato bello incontrarsi con gli altri in un momento di convivialità, senza troppe pretese, con tanta semplicità. Anche Papa Francesco, nell’accoglierci in udienza privata e ringraziandoci per la nostra disponibilità, ha più volte usato la parola “sinodalità”. È questo il cammino del popolo di Dio: camminiamo, apriamo il nostro cuore, i nostri orecchi per ascoltare, i nostri occhi per vedere e per procedere man mano insieme.
Maria Grazia Berretta
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Feb 28, 2023 | Dialogo Interreligioso, Ecumenismo
Il 1 febbraio 2023 il Centro Internazionale del Movimento dei Focolari, ha avuto la gioia di accogliere la Rabbina argentina Silvina Chemen, amica di lunga data impegnata nel dialogo interreligioso. In un dialogo aperto e fraterno ha raccontato della partecipazione al Forum dei leaders religiosi in Indonesia (R20) svoltosi poco prima del G20 e di un pellegrinaggio in Terra Santa con un gruppo di ebrei e cristiani. “Se do uno sguardo a quella che è la mia vita, il mio impegno nel dialogo interreligioso, posso dire che tutte le strade cominciano qui, con il Movimento dei Focolari”. Parole di estrema felicità, quelle che la Rabbina Silvina Chemen, in visita all’inizio di febbraio 2023 presso il Centro Internazionale di Rocca di Papa (Italia), ha pronunciato dinanzi ad una folta assemblea di persone desiderose di darle un saluto e porle qualche domanda. Argentina, di Buenos Aires, Silvina Chemen è professoressa presso il Seminario Rabbinico latino-americano e svolge il suo servizio nella comunità Bet-El fondata dal Rabbino Marshall Meyer. Il suo impegno nel dialogo tra le fedi è una scelta che radicalmente pervade la sua vita e che l’ha portata a conoscere profondamente il carisma nato da Chiara Lubich, condividendo il desiderio profondo del “ut omnes” lavorando intensamente in favore della pace e della fraternità universale. A novembre del 2022 Silvina ha partecipato all’R20, il Forum delle religioni in Indonesia, un momento storico che, alla presenza di tantissimi capi religiosi, ha definito a gran voce quanto le religioni possano davvero essere partner e aiutare alla costruzione di una società più pacifica. “Noi- afferma la Chemen- i religiosi del mondo, siamo parte della società e abbiamo tantissimo da offrire ad un mondo così ferito. È vero, in questo momento storico, a livello internazionale, politico e religioso, stiamo muovendo i primi passi verso un dialogo comune, ma dobbiamo fare un altro passo, guardando maggiormente a quelli che sono i problemi della gente comune”. È un cammino lungo ma che nel tempo, pazientemente, è capace di lasciar intravedere i frutti più belli, valorizzando le differenze l’uno dell’altro, custodendole, porgendo l’orecchio con interesse e guardando tutti verso un unico obiettivo. Così, ricorda Silvina, come è accaduto nelle prime esperienze di dialogo tra persone di diverse religioni che ha potuto vivere: “La mia tradizione, la tradizione ebraica, non è solo un insieme di precetti, rituali o una liturgia, ma si impasta con la quotidianità, con ogni istante della vita dell’uomo, i nostri comportamenti, azioni, con quello che siamo. È una cosmovisione di vita reale, per cui l’ebraismo non si vive solo dentro la Sinagoga, ma fuori. Essere comunità coese e testimoniare con la nostra vita: è questo quello che credo valga per tutti. Spesso si pensa che noi persone di varie religioni non siamo parte integrante della società e che dobbiamo vivere dentro le mura delle nostre comunità. Io penso invece che non possiamo perdere questa opportunità di parlare al mondo e di parlare di dialogo, di quello che abbiamo imparato con la nostra esperienza, non per convincere qualcuno, ma per piantare semi di bene, avere un’incidenza sulla realtà. Io sono innamorata di questa possibilità di leggere una religione con gli occhi dell’attualità. Siamo qui per scomodare i comodi e per sostenere gli scomodi. Quando uno si sente troppo comodo significa che è completamente scollegato dalla realtà, che per natura è scomodissima. Ecco, la nostra missione è scomodarci”. Silvina ha da poco concluso un pellegrinaggio in Terra Santa, frutto di un percorso cominciato nella sua città, Buenos Aires, circa sette anni fa, dal nome “letture condivise”: “Ogni primo lunedì del mese ci siamo incontrati, ebrei e cristiani, per studiare i testi della Bibbia- racconta -. Uno spazio di verità e di conoscenza, che ha visto la partecipazione anche di un teologo cattolico, José Luis D’Amico, dell’ordine delle suore di Sion, un centro biblico di Buenos Aires. In alcuni momenti abbiamo avuto la gioia anche di avere tra noi dei fratelli mussulmani e abbiamo potuto leggere insieme la Torah, il Vangelo e alcuni passi del Corano. Questa esperienza ha portato ciascuno di noi ad avere un sogno: un pellegrinaggio in Terra Santa insieme per far rivivere i testi nel loro contesto di riferimento”. È così che dal 9 al 22 gennaio 2023, 45 persone, tra ebrei e cristiani cattolici, accompagnate da una guida israeliana, hanno vissuto questa esperienza davvero intensa: partecipare alla commozione gli uni degli altri nei posti che per ciascuno avevano un valore e comprendere il messaggio ultimo dei testi che si leggevano. “Ci siamo recati tra Gerico e Gerusalemme- racconta Silvina- nel luogo dove si racconta sia avvenuto l’incontro tra il buon samaritano e il moribondo, un testo che per noi ebrei è un po’ problematico, che potrebbe far passare gli ebrei come persone senza pietà, così come vengono descritti il levita, il sacerdote della parabola. Era importante confrontarci con questo testo in quel luogo, dare una lettura diversa e capire che la misericordia era la chiave di quella Parola così come si legge anche nell’ Ecclesiaste: meglio due che uno, perché se uno cade, l’altro lo aiuta (cfr. Ec 4,9-10). Subito dopo abbiamo fatto un esercizio, quello di parlare con qualcuno con il quale durante il viaggio non avevamo ancora parlato. È stato un momento davvero unico: avere l’opportunità di ascoltarsi, confrontarsi e trovare un messaggio comune. Non eravamo un “noi” e un “voi” separati, ma eravamo insieme. Un momento prezioso, direi anche profetico, di un mondo veramente unito”.
Maria Grazia Berretta
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Feb 15, 2023 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo
Immergersi nel senso del dialogo e confrontarsi per poterlo vivere concretamente ogni giorno. È questo l’obiettivo principale degli 8 webinar promossi dal progetto “DialogUE: Diverse identità alleate aperte per generare un’Europa unita”. Un percorso per approfondire e cogliere la bellezza di questa arte, aperto a tutti. Ci si può capire tra cristiani, musulmani e altre religioni? Si può lavorare insieme a chi, pur dello stesso credo, lo vive con espressioni d’avanguardia o al contrario ancorato alle tradizioni? Ci si può capire tra chi crede in un Dio eterno, e chi non ha aldilà? Come possiamo costruire un’Europa unita fra Paesi dell’est e dell’ovest così diversi in storia, cultura, sviluppo, tradizione? Sono questi i quesiti che muovono il progetto DialogUE – Diverse Identities Allied Open to Generate a United Europe, un progetto nato in Europa in particolare attraverso l’Associazione Internazionale New Humanity, espressione del Movimento dei Focolari che, fin dalla sua nascita, ha fatto del dialogo uno stile di vita; una missione per la quale si impegna quotidianamente a vari livelli insieme a tante organizzazioni che sentono la stessa passione per edificare società più fraterne. Dopo avere ricevuto un riconoscimento e finanziamento dal programma CERV della Commissione Europea, l’obiettivo di questo progetto che mette al centro persone e valori, è quello di raccogliere nell’arco di due anni i frutti che nascono dal dialogo spesso sfidante fra gruppi diversi, per plasmare un’Europa che sia sempre più espressione di quell’”unità nella molteplicità” che è il suo motivo di essere. Su questa base, e in collaborazione con Fondazione per Sophia, dal 18 febbraio 2023 sarà possibile partecipare ad un approfondimento sul dialogo attraverso un corso online articolato in 8 appuntamenti; dei webinar aperti a tutti da poter seguire in lingua italiana con traduzione in inglese, francese, ungherese. I primi quattro ci permetteranno di immergerci nel senso del dialogo e saranno condotti da Roberto Catalano, esperto internazionale di dialogo. Seguiranno 4 approfondimenti in ambiti specifici, offerti a più voci ed espressione di altrettanti laboratori in corso sul territorio nonché fra persone e cittadini di vari Paesi in Europa. Il calendario, con le varie tematiche da affrontare, sarà articolato in questo modo:
18/02/2023 dalle ore 15 alle 17 – La necessità dell’identità
21/02/2023 dalle ore 19 alle ore 21 – Al di là dell’impossibile. Esperienza di 2 anni di dialogo online tra est-ovest Europa
25/02/2023 dalle 15 alle 17 – L’inevitabilità dell’ ‘altro’
03/03/2023 dalle ore 19 alle 21 – Insieme per l’Europa
04/03/2023 dalle 15 alle 17 – Il segreto del vero rapporto: la Regola d’oro
11/03/2023 dalle 15 alle 17 – Dialogo e fraternità o fraternità e dialogo
23/03/2023 dalle ore 17 alle 19 – Secolarità contro religione? Imparare dagli opposti. L’esperienza fra Cristiani e Marxisti
25/03/2023 dalle ore 15 alle -17 – Dialogo Interreligioso: nascita, sviluppi e profezia
Un vero e proprio cammino che risponde al bisogno di comunicare e di scoprire le ricchezze di ognuno, valorizzando nello specifico ciò che unisce e guardano alle differenze come un terreno fecondo per crescere pazientemente nel rispetto di tutti. È possibile partecipare compilando il modulo di iscrizione al seguente link: https://forms.gle/mhvoaTkdrfdqc9kV9 Per ricevere maggiori informazioni rivolgersi all’indirizzo: dialogue@new-humanity.org.
a cura di Maria Grazia Berretta
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Gen 25, 2023 | Ecumenismo, Testimonianze di Vita
Un passo avanti per conoscersi e per camminare insieme. A conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, da Bari (Italia) un’esperienza di sinodalità, dialogo e di vicinanza con i fratelli di varie Chiese. Da alcuni anni io e mio marito Giulio seguiamo il dialogo ecumenico nell’ambito della diocesi insieme ad altri movimenti e per conto del Movimento dei Focolari. Tempo fa ci è arrivata la lettera del Cardinale Kock, Prefetto del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e del Cardinale Grech, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, sulla necessità di coinvolgere i fratelli delle altre Chiese nei Tavoli Sinodali, momenti in piccoli gruppi, organizzati per elaborare riflessioni e proposte idonee al cammino della nostra Chiesa diocesana proprio in occasione del Sinodo avviato nell’ottobre 2021. Cogliendo l’occasione sono andata da don Alfredo, il delegato del nostro Vescovo per il dialogo ecumenico e interreligioso, invitandolo a considerare questa ipotesi ed egli, dopo qualche tempo, mi ha contattata per invitarmi a partecipare ad un corso per facilitatori dei Tavoli Sinodali in Diocesi che è stato molto interessante. Il passo successivo è stato iniziare ad immaginare il nostro incontro con i nostri fratelli cristiani, e poi man mano concretizzarlo: abbiamo cercato una sala adatta, abbiamo coinvolto nella preparazione gli amici degli altri movimenti, ognuno dei quali conosceva persone di altre Chiese, che sono diventati a loro volta altri facilitatori. Abbiamo fissato la date e sin dal mattino siamo andati insieme con la mia famiglia a preparare la sala per renderla accogliente: abbiamo apparecchiato 6 tavoli con tovaglie colorate, cartelloni, pennarelli colorati, ma anche cioccolatini, bevande, bicchieri ecc. Non sapevamo quante persone sarebbero venute per cui abbiamo voluto esagerare ed abbiamo messo 6 sedie per tavolo. Nel primo pomeriggio sono arrivati i nostri ospiti e alla fine eravamo 38 persone di 9 Chiese diverse e abbiamo dovuto aggiungere 2 sedie. È stata un’esperienza bellissima in cui siamo entrati come estranei e siamo usciti come fratelli, con il desiderio di conoscerci sempre più per poi poter pregare insieme e vivere la carità fraterna. C’era un grande entusiasmo per la scoperta di poter stare insieme con la gioia di essere un solo Popolo di Dio.
Rita e Giulio Seller
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