Movimento dei Focolari
Learning Fraternity: Thailandia, sostegno ai bambini birmani

Learning Fraternity: Thailandia, sostegno ai bambini birmani

Il progetto “Diritto allo Studio per i bambini birmani”, garantisce l’educazione primaria ai bambini birmani immigrati con le famiglie in Thailandia, per sfuggire a persecuzioni e condizioni di vita poverissime. Nello scorso anno scolastico, sono stati 640 i bambini coinvolti. I genitori, scappati spesso senza portare nulla con sé, lavorano come contadini, con stipendi non garantiti e saltuari. Sovente i bambini devono rimanere a casa ad aiutare i genitori nei campi. L’impossibilità di pagare le rette scolastiche e gli altri costi per lo studio, scoraggia le famiglie, contribuendo all’abbandono scolastico precoce. Il progetto è promosso dall’ong AMU (Azione Mondo Unito), in collaborazione con la controparte locale Good Friend Center, che dal 2006 lavora nella provincia thailandese di Mae Sot. Il Good Friend Center garantisce attraverso 8 scuole situate lungo il confine tra la Thailandia e il Myanmar, l’accesso gratuito all’istruzione a centinaia di bambini. Per aiutare le scuole a raggiungere una maggiore autonomia economica, si sono avviate delle attività produttive le cui entrate vanno a coprire parte dei costi scolastici (stipendi e corsi di aggiornamento per gli insegnanti, un pasto per i bambini, divise e materiale scolastico). Nel 2011 accanto alla scuola New Blood l’AMU ha sostenuto un progetto di allevamento di polli e maiali: un primo aiuto a sostegno dei 450 bambini che la frequentano. Da alcuni mesi, accanto alla scuola, si è affittato un terreno di 5 ettari per avviare una coltivazione di mais e fagioli, che dovrebbe dare un ulteriore contributo alla sostenibilità del progetto. Per questo nuovo anno scolastico sono iniziate anche 2 attività produttive a sostegno delle scuole di Mae Wah Khee e Pa Lu Gyi frequentate da 190 bambini: oltrea all’ allevamento di maiali, un allevamento di pesci. Il progetto prevede un investimento iniziale per l’acquisto di 3.000 pesci e di 10 maiali, lo stipendio per un anno del personale e per i mangimi. L’allevamento dei maiali dovrebbe diventare sostenibile dopo 15 mesi, mentre l’allevamento di pesci dovrebbe dare i primi contributi alle scuole già dopo 5 mesi. Queste attività vanno nella direzione di svincolare le scuole dagli aiuti esterni, continuando cosi a fornire un servizio gratuito a minori che altrimenti non avrebbero accesso allo studio. Fonte: New Humanity    –    AMU Notizie,  (altro…)

Oikoumene – da tutta la terra

Oikoumene – da tutta la terra

Venerdì 1 marzo si è concluso nella storica città di Augsburg in Germania il 40° Convegno ecumenico di Vescovi amici del Movimento dei Focolari. 60 i partecipanti provenienti da 26 nazioni e appartenenti a 29 Chiese cristiane. “Dare to Be One. A call from Jesus to live the future, now” il titolo e più ancora la realtà dell’incontro. 1518 – Ad Augsburg (Germania) si trovano a discutere il cardinale romano Caetano, noto teologo tomista, e il monaco agostiniano Martin Lutero, docente di Sacra Scrittura all’università di Wittenberg (Germania), sulle 95 tesi sulle indulgenze che ha avanzato Lutero. Nulla da fare. Non si intendono. Lutero teme per la sua vita e sfugge di notte. 1530 – La Dieta del Sacro Impero Romano conduce ad Augsburg l’imperatore Carlo V che intende rimettere insieme protestanti e cattolici ormai divisi. Per l’occasione Filippo Melantone, teologo amico di Lutero, ha preparato la Confessio Augustana, una confessione di fede redatta per mettere tutti d’accordo. Il tentativo fallisce. 1555 – Durante un’ulteriore Dieta ad Augsburg si firma la Pace religiosa che assicura la coesistenza tra cattolici e luterani. Ogni principe dell’Impero stabilisce quale confessione si seguirà nel suo territorio, una decisione riassunta nell’espressione latina cuius regio eius religio (di chi è la regione è la religione) 1650 – Dopo la sanguinosa guerra dei 30 anni, che ha toccato pure Augsburg, si sanziona la libertà d’espressione religiosa e la parità di protestanti e cattolici in tutti gli uffici pubblici. Nasce l’Alta Festa della Pace che si celebra ancora oggi ogni 8 agosto. È in questo luogo carico di storia, Augsburg, che, su invito del Vescovo cattolico del posto Bertram Meier, si è svolto dal 27 febbraio al 1 marzo il 40° Convegno ecumenico di Vescovi amici del Movimento dei Focolari. Vi hanno partecipato 60 Vescovi di 26 nazioni, appartenenti a tutte le grandi famiglie di Chiese: ortodossi, Chiese orientali ortodosse, anglicani, metodisti, evangelici, riformati, cattolici di rito latino, armeno e bizantino. Mai erano stati tanti e con una provenienza così universale, che è stata rilevata anche dalla Sindaca della città, Eva Weber, quando ha ricevuto i Vescovi nel Municipio. Sin dagli arrivi, colpisce il rapporto tra questi Vescovi, tra cui sono anche due donne Vescovo di Chiese nate dalla Riforma. Ogni Chiesa viene accolta così com’è. Uno spirito semplice di fraternità permea le giornate, senza misconoscere le ferite e i punti di non accordo fra le Chiese che ci sono tuttora. Ma tutto è sotteso da quel patto di amore vicendevole che ha caratterizzato sin dall’inizio questi Convegni e che i Vescovi rinnovano solennemente pure quest’anno, promettendosi di condividere le gioie e le croci l’uno dell’altro. Ne nasce un’originale sinodalità ecumenica, com’è stata definita da vari partecipanti. Dare to Be One. A call from Jesus to live the future, now (Osare essere uno. Una chiamata di Gesù a vivere il futuro, ora) è l’ardito motto del convegno e, più ancora, del cammino al quale partecipano anche la Presidente e il Copresidente dei Focolari, Margaret Karram e Jesús Morán. Tre i temi principali approfonditi, ciascuno illustrato da esperienze: l’ecumenismo ricettivo come metodologia ecumenica che porta ad imparare gli uni dagli altri; la comune chiamata a testimoniare il Vangelo in un mondo diviso in cerca di pace; Gesù crocifisso e abbandonato come via per affrontare la notte del mondo e rispondervi in modo generativo. Ancora una data: il 31 ottobre 1999. Sono 25 anni da quando la Federazione Luterana Mondiale e la Chiesa cattolica hanno siglato proprio ad Augsburg la “Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione”, riconoscendo che, su questo punto chiave del dissenso nel 16° secolo, oggi non c’è più motivo di separazione. Una Preghiera ecumenica commemora lo storico evento nel luogo della firma: la chiesa evangelica di Sant’Anna. Il giorno dopo una tavola rotonda ne approfondisce la portata. Il Rev. Ismael Noko, allora segretario generale della Federazione Luterana Mondiale, illustra il cammino umile e tenace che ha reso possibile la firma e ha visto la successiva adesione di altre tre Comunioni Mondiali (metodista, riformata e anglicana). Il dott. Ernst Öffner, allora Vescovo evangelico regionale di Augsburg, racconta come si era adoperato, insieme al Vescovo cattolico dell’epoca, a coinvolgere la popolazione e tutta la città era in festa. Il Vescovo cattolico Bertram Meier parla delle sfide e delle opportunità del cammino che è ora davanti a noi. Durante tutto il convegno si è sempre di nuovo guardato alle attuali minacce per la pace e la giustizia. Molto importante a questo riguardo il video messaggio sulla situazione che si vive in Terra Santa, che il card. Pizzaballa ha mandato ai Vescovi partecipanti al convegno. Su questo sfondo, due realtà hanno dato particolare speranza: lo sviluppo della rete ecumenica “Insieme per l’Europa” che coinvolge circa 300 Movimenti e comunità di varie Chiese, e la visita alla Cittadella ecumenica di Ottmaring (Germania) dove da 56 anni cattolici e luterani di diversi Movimenti danno una testimonianza di unità nella diversità, un cammino non sempre facile in cui da ogni crisi sono nati nuovi sviluppi. Per il futuro si punta alla crescita delle reti locali, al collegamento fra tutti attraverso periodici collegamenti web e  newsletter, in vista di un prossimo incontro internazionale fra due o tre anni.

Hubertus Blaumeiser

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Chiara Lubich in dialogo con il mondo: la parola si fa dono

Chiara Lubich in dialogo con il mondo: la parola si fa dono

Il 21 gennaio 2022 si terrà presso l’auditorium della sede internazionale del Movimento dei Focolari (Rocca di Papa – Italia) la presentazione del libro ‘Chiara Lubich in Dialogo con il mondo, prospettive interculturali, linguistiche e letterarie nei suoi scritti’, edito dalla casa editrice Rubbettino. “Gli scritti di autori ed autrici definiti ‘maestri di spirito’ sono “spesso considerati solo come libri di edificazione spirituale (…) offerti al pubblico in versioni antologiche e con apparati critici sintetici. In realtà sono spesso opere di grande valore letterario, testimonianze di una lingua viva, creativa e coraggiosa[1]”. Con queste parole, Anna Maria Rossi, linguista, docente, collaboratrice del Centro Chiara Lubich, introduce il lettore all’interno di un cammino di conoscenza, quello proposto dal libro “Chiara Lubich in Dialogo con il mondo, prospettive interculturali, linguistiche e letterarie nei suoi scritti’ (edito da Rubbettino) di cui è curatrice insieme a Vincenzo Crupi. Questa opera raccoglie le relazioni presentate durante l’omonimo Convegno tenutosi a Trento (Italia) dal 24 al 25 settembre del 2020, in occasione del Centenario della nascita di Chiara Lubich. La proposta di pubblicare questo libro “è stata accolta di buon grado e senza riserva in quanto perfettamente rispondente alle linee guida della collana ‘Iride’ della Rubbettino, nata con l’intento di ‘diventare un punto di incontro fra studiosi italiani e stranieri per rispondere ad un’esigenza di informazione dialettica’ su quanto di meglio si produce nel campo della critica letteraria, della linguistica e della filologia” afferma Rocco Mario Morano, Direttore della collana. “Il volume su Chiara Lubich – continua – aggiunge a questo filone di ricerca, il pregio della vastità e profondità di analisi riscontrabile nei saggi dei 25 studiosi che, da varie parti del mondo, hanno messo a frutto le proprie esperienze di lettura e le proprie sensibilità e competenze nei vari settori disciplinari oggetto di studio”. Per descrivere la propria esperienza spirituale, Chiara Lubich autrice, aggiunge Morano, ha un’attenzione particolare nell’utilizzare “modelli di scrittura resi di volta in volta consoni all’esigenza primaria di comunicare i propri moti interiori e il proprio pensiero permeati di  una elevata spiritualità e di una grande religiosità (…). E da qui deriva inoltre l’esigenza di sottoporre i suoi testi a revisioni continue per consentire a chi ne fruisce di penetrarne i significati più profondi in tutte le sfumature (…), un affinamento che non prescinde mai (…) dal desiderio vivo e dalla gioia immensa di far dono della Parola come atto d’amore a tutti gli uomini di buona volontà  del mondo intero, indipendentemente dal loro credo religioso, politico e filosofico”. Il libro, che verrà presentato il 21 gennaio 2022 presso la sede interazionale del Movimento dei Focolari approfondisce, di fatto, in una prima parte la lettura di quei testi scritti da Chiara Lubich tra il 1949 e il 1951, meglio noti come “Paradiso ‘49”. La parola, attraverso un’attenta analisi testuale e lo studio dettagliato del linguaggio mistico, veicola il messaggio di un’esperienza  molto profonda che “attraverso immagini e metafore – afferma Anna Maria Rossi- offre spunti per raffronti intertestuali”. Ma la parola è anche vista come mezzo che conduce a un ideale, all’unità. La seconda parte del libro, infatti, analizza gli scritti della Lubich rivelandoci il suo essere “donna del dialogo”, rivolta sempre all’altro, attenta alla dimensione multiculturale dei suoi interlocutori; una donna capace di edificare con la parola, costruire abbattendo le differenze, vivendo in pieno l’amore evangelico. Un amore che, perfino nel passaggio da una lingua a un’altra, attraverso il delicatissimo compito della traduzione, prevede il confronto, lo scambio con l’altro, l’esistenza di un rapporto tra traduttore e autore, come ci spiega Regina Célia Pereira da Silva, Docente di Lingua Portoghese presso l’Università per Stranieri di Siena (Italia), specializzata in Traduzione, Strategie e Tecnologie di Informazione Linguistica: “Le parole di Chiara non provengono da una semplice teoria religiosa, ma sono frutto di una vita reale, concreta, scaturita dall’incontro con il divino. Soltanto se il traduttore fa la stessa esperienza, del donarsi dicendo, riuscirà a capire tali realtà, vivendole, non singolarmente, ma in modo collettivo”. Al fine di ridonare al mondo un’esperienza tanto forte rispettando le volontà dell’autore e eliminando ogni possibilità di ambiguità nel linguaggio, non serve soltanto esprimersi nella stessa lingua, ma è necessario che il traduttore doni la propria idea, si svuoti, sia disposto a perderla; è necessario che si stabilisca un dialogo tra “autore, traduttore e fruitori del testo d’arrivo che – continua Regina Pereira – presuppone una nuova dinamica che è tipica di Chiara Lubich (…) penetrare nella necessità dell’altro per condividerla e se possibile fare il primo passo. Esige umiltà e amore. Il rapporto autore-traduttore s’innesta nella nuova comunicazione basata su quel nulla che, perché vuoto, accoglie totalmente l’altro con la sua identità e bagaglio culturale. Il traduttore o il lettore entra nel testo, nell’autore e acquisisce la sua esperienza che lo arricchisce”.

Maria Grazia Berretta

[1] Rossi, Anna Maria in Chiara Lubich in Dialogo con il mondo, prospettive interculturali, linguistiche e letterarie nei suoi scritti, a cura di Anna Maria Rossi, Vincenzo Crupi, Rubbettino Editore, 2021, p. 11. (altro…)

Prima giornata mondiale dei nonni e degli anziani

Papa Francesco ha indetto questa ricorrenza al 25 luglio per sottolineare la vocazione della Terza età. “Custodire le radici, trasmettere fede ai giovani e prendersi cura dei piccoli” sostiene Francesco nel suo messaggio. Per l’occasione abbiamo raccolto alcune esperienze di nonni e nipoti che testimoniano l’amore fra generazioni.  “Quando tutto sembra buio, come in questi mesi di pandemia, il Signore continua ad inviare angeli a consolare la nostra solitudine e a ripeterci: ‘Io sono con te tutti i giorni’”. Nel suo messaggio per la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che si celebra il 25 luglio 2021, Papa Francesco ha voluto dare un messaggio di speranza e vicinanza ai nonni e agli anziani di tutto il mondo. Vorrei che “ogni nonno, ogni anziano, ogni nonna, ogni anziana – specialmente chi tra di noi è più solo – riceva la visita di un angelo!” attraverso un nipote, un familiare, un amico. Durante questo periodo di pandemia abbiamo compreso quanto siano importanti gli abbracci, le visite, i gesti d’amore. Segni che si vivono quotidianamente fra nonni e nipoti o con i vicini di casa anziani. Martin, ad esempio, ha 8 anni ed è un Gen4 – i bambini dei Focolari – che vive in Uruguay. Abita vicino ad una anziana nonnina, che nel suo giardino coltiva fiori. Alcuni bambini qualche volta buttano il pallone nel suo giardino facendola arrabbiare, poi ridono di lei. Martin ha pensato che così non va bene e allora ha deciso di aiutare la signora. Ha preso una carriola e ha portato via le erbacce e i rifiuti dal giardino. La signora lo ha ringraziato e, ogni volta che l’aiuta, gli regala qualche soldino, che lui dà per i poveri. Nicola invece è nonno di 8 nipoti. Un giorno viene invitato da un Gen4 a parlare al catechismo sulla famiglia. Andando all’incontro si chiede come interessare i bimbi su questo argomento. Mentre cammina il suo sguardo è attirato da un nido caduto da un ramo e ormai abbandonato. Lo raccoglie e lo porta al catechismo. Che bella idea, ora spiega come nasce un nido ma anche come nasce una famiglia. Tutti hanno qualcosa da aggiungere e l’ora di catechismo passa in fretta. Rosaria ha 70 anni ed è una nonna che si dedica tanto sia per i propri nipoti che per i Gen4 della sua comunità locale. “Mi sembra sempre di fare poco – racconta – però mi accorgo che qualcosa passa, fanno delle esperienze che non mi aspetto. Per esempio Tommaso, a scuola riceve un graffio sulla guancia da una bimba. Quando la maestra se ne accorge, chiede perché non glielo avesse detto. E lui ha risposto scusando la compagna perché non lo aveva fatto apposta. Quando la maestra lo racconta ai genitori, rimangono stupiti positivamente perché non era mai successo un comportamento così”. Nonna Rosaria ha un segreto: prega ogni giorno per tutti i Gen4 e per tutti i bambini del mondo. “Credo che questa sia la cosa più importante”. Nonna Mary da New York racconta a Living city: “Qualche anno fa prima di Natale la nostra nipote Cecilia, allora undicenne, tornò a casa da scuola con una borsa piena di regali con i soldi che le aveva dato la mamma. Era così felice mentre ci mostrava quello che aveva preso per un paio di amici ed alcuni familiari. Mi meravigliavo con quanto amore avesse scelto quei regali! Ho iniziato a raccontarle com’era il mio Natale quando ero bambina e vivevo nelle Filippine. Eravamo abbastanza poveri. Dopo la messa di mezzanotte andammo a casa dei nostri vicini per cenare insieme. Ognuno di noi ricevette una mela rossa deliziosa come regalo di Natale. Era qualcosa di veramente speciale! Cecilia ascoltandomi, dice: “Davvero? Una mela rossa deliziosa?”. “Sì”, ho detto, “una mela rossa deliziosa!”. E appena suo padre è tornato a casa, gli ha detto: “Sai cosa ha ricevuto la nonna per Natale? Una mela rossa deliziosa!”. Il giorno di Natale, stavamo festeggiando nella nostra casa di New York con alcuni dei nostri figli e le loro famiglie. Mia nuora ha portato un cesto con la scritta “Buone Feste” con dentro una dozzina di mele, dicendo: “Cecilia mi ha chiamato e mi ha chiesto: ‘Compreresti 12 mele per la nonna, così che non ne abbia solo una ma 12 per Natale? Che regalo di Natale! Abbiamo scoperto più e più volte che non abbiamo bisogno di molti regali per amare Dio e gli altri a Natale. A volte basta una mela rossa e deliziosa”.

Lorenzo Russo

  Videomessaggio del Papa per la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani  https://youtu.be/1qhzDGFl-6w (altro…)

Vangelo vissuto: cambiare lo sguardo

Vivere per lunità, significa contribuirvi in prima persona, quotidianamente, iniziando dai rapporti in famiglia, sul lavoro, nella certezza che con essa si trasformano le situazioni, si creano comunione, fraternità e solidarietà. Un’altra logica Quella mattina, di ritorno dalla messa domenicale, avevo trovato il caos in cucina, segno che la notte nostro figlio e i suoi amici avevano gozzovigliato. Sarebbe stato giusto ed educativo lasciare le cose come stavano in modo che si “vedessero”: così ne avremmo parlato. Ma la lettura del Vangelo appena ascoltata non mi lasciava in pace: riguardava il perdono. Perdonare settanta volte sette. Mentre cominciavo a fare ordine, avvertivo farsi strada in me una “giustizia” diversa, secondo un’altra logica. Era come se quel disordine esterno dovesse prima trovare spazio in me stessa. Rabbia e delusione verso nostro figlio hanno perso forza. Quando il ragazzo si è svegliato, mi ha chiesto cosa mi rendesse così felice. Non avvertendo risposta, dopo un certo silenzio si è aperto: era entrato nel giro della droga e chiedeva aiuto. Più tardi ci siamo confrontati col padre. Come un seme, la Parola cominciava a germogliare. In seguito la situazione di nostro figlio e, di conseguenza, di tutta la famiglia, è cambiata. (M. J. – Norvegia) La lezione di mia figlia Come responsabile di un importante settore dell’azienda presso cui lavoro, il mio impegno è stato subito di aiutare i dipendenti a dare il massimo con competenza e precisione. Ma dopo qualche anno qualcuno ha chiesto di essere licenziato, altri si lamentavano. Cos’era che non andava? Non capivo…Un giorno la mia bambina più piccola mi ha dato una grande lezione. Stavo aiutandola a fare i compiti e scorrendo il suo quaderno le facevo notare tutte le correzioni della maestra. E lei, tra le lacrime: “Papà, ma tu vedi solo gli errori? Non vedi le pagine con il voto massimo?”. Lo stesso errore che commettevo al lavoro: vedere soltanto i difetti altrui. È stata una luce. Si trattava ora di mettere un altro paio di occhiali, quelli che dà l’amore. Non è stato facile. Di nascosto ho cominciato a contare le volte che riuscivo e ogni giorno aumentava il numero. Un giorno uno dei collaboratori mi ha domandato come mai fossi così contento. È venuto a proposito raccontargli della lezione che mi aveva dato mia figlia. (J. G. – Portogallo) Marito alcolizzato Con un marito dedito all’alcol non esistevano più feste, ricorrenze, amicizie. E sarebbe stato sopportabile se non ci fossero stati anche gli scatti violenti. Vivevamo della sua pensione (quando riuscivamo a non fargliela spendere) e dei lavori di pulizia che svolgevo nel palazzo. In certi momenti andare avanti così richiedeva eroismo. «Perché non lo lasci?», mi ripetevano i parenti e gli stessi figli, andati via di casa per causa sua. Ma poi sarebbe finito sulla strada. Questo mi tratteneva: era il padre dei miei figli. Nei giorni nei quali ha dovuto subire un’operazione l’assenza di alcol lo rendeva ancora più agitato. Tuttavia ha accettavo di sottoporsi a una cura disintossicante. È stata lunga, ma ha cominciato a fare qualche passo. Mi sembrava di vedere un bambino che impara a camminare. Dopo qualche anno gli è ritornata la voglia di vivere, di godersi la famiglia e anche il primo nipotino. Ci avviamo alla fine della vita. Posso dire che senza la fede non avrei avuto la forza per stargli accanto. (M. D. – Ungheria)

a cura di Stefania Tanesini

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VII, n.1, gennaio-febbraio 2021) (altro…)