Movimento dei Focolari

Ritrovare il sentimento di fraternità profonda

Gen 27, 2018

Giordani è da molti considerato un pioniere dell’ecumenismo. Alla conclusione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani proponiamo la lettura che Tommaso Sorgi, suo principale studioso e biografo, fa del suo percorso ecumenico.

IginoGiordani_unita_cristiani_bNella vita di Giordani troviamo un avvenimento che ci stimola ad una particolare riflessione: il primo a scrivere la sua biografia nel 1985 non è stato un cattolico, ma un pastore battista, lo scozzese Edwin Robertson . Non possiamo limitarci a dire che è “ironia della storia” […] Giordani tale atto di amicizia se lo è meritato, davanti al Cielo e davanti alla storia umana. Giordani presiedette un convegno di ecumenisti già nell’autunno 1967 presso la sede del Movimento a Rocca di Papa. Vi partecipava l’archimandrita mons. Eleuterio Fortino, che anni dopo (2004), ha dato questa testimonianza: «Giordani in quel convegno era riuscito per la sua serenità interiore a placare i toni accesi del dibattito; ed aveva chiarito gli aspetti teologici e pastorali del decreto del Vaticano II Unitatis redintegratio (1964), facendo cadere le ultime resistenze degli oppositori italiani alla preghiera in comune fra tutti i cristiani nella Settimana per l’unità delle Chiese» . Per parte sua Giordani seguiva già dal 1940 questa Settimana, che ad essere precisi è un Ottavario: dal 18 gennaio (festa della cattedra di S. Pietro a Roma) al 25 gennaio (festa della conversione di san Paolo). Scrive Giordani nel 1940: “Durante i preparativi di questa Ottava s’è sparsa la notizia, al principio assai imprecisa, che in un monastero di monache trappiste presso Roma, si pregava con un’intensità particolare, per la cessazione delle divisioni tra cristiani. Io venivo a sapere che, in quella Trappa, un’umile monaca s’era offerta vittima per l’unità della Chiesa e che la sua immolazione aveva colpito profondamente una comunità di fratelli separati in Inghilterra. La notizia, pur così vaga, allargava immensamente – agli occhi miei almeno – l’orizzonte del movimento unitario e apriva prospettive nuove, in cui, come lembo d’azzurro tra fenditure di tempesta, si mostrava il volto del cielo sopra l’umanità rissosa. Metteva, insomma, nella sua vera luce l’Ottava e i suoi fini. Ora queste monache probabilmente non sapevano nulla di tutti i dibattiti e commissioni e comitati fatti attorno a questo tema. Poste di fronte al problema della scissione, esse l’avevano contemplato con semplicità, al lume della Regola, che mai devia: e cioè avevano visto che l’unità andava cercata dove sta, cioé alla fonte, alla matrice: doveva in altri termini, chiedersi al Padre, nel quale e solo nel quale i fratelli si unificano. Ciò vuol dire che queste umili creature, che non incontreremo in nessun congresso, han visto subito il da farsi e han messo sulla strada diritta il movimento per l’unità. Qualcuno può essere tentato di domandarla a Hegel, a Loisy e magari a Marx; e nei giornali e nei convegni sono venuti fuori nomi di uomini, i quali non han dato e non possono dare che soluzioni incomplete: l’unità non è opera di uomini ma di Dio: non di studio, ma di grazia. Accetta, Padre, queste offerte pure, anzitutto per la tua Chiesa, perché ti degni di purificarla, custodirla, e unificarla…” . 20110524-02L’ecumenismo, impostato da Chiara Lubich come «ecumenismo della vita» e vissuto nel Movimento dei Focolari con sue proprie esperienze, maturato alla luce delle anime grandi di Giovanni XXIII e Paolo VI e dello spirito del Vaticano II, diventa l’impegno centrale di Giordani negli ultimi anni della sua vita. Si può dire che per lui ormai tutti i cristiani sono veramente fratelli ritrovati. Egli vive e diffonde il nuovo spirito ecumenico fatto essenzialmente di amore e teso alla comunione delle anime, nella certezza che «dall’unità dei cuori si svolge quella delle menti» . È commovente pensare che l’ultimo articolo sull’ecumenismo, Il viaggio verso l’unità, lo ha scritto nel dicembre 1979, quattro mesi prima della sua partenza per il Cielo. Anche qui coltiva tenacemente una visione profetica, in cui pone l’unità dei cristiani come base e lievito per «imprimere uno slancio all’ideale d’unità universale tra i popoli» . (Tratto da: Tommaso Sorgi, Il percorso ecumenico di Igino Giordani, «Nuova Umanità» n.199).

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