Ago 18, 2023 | Chiesa, Nuove Generazioni, Testimonianze di Vita, Vite vissute
Due intense settimane di tour per il Gen Verde in Portogallo che, da fine luglio a inizio agosto 2023, da nord a sud del Paese, tra laboratori artistici e concerti, con l’aiuto di tantissimi giovani, ha avuto modo di trasformare la musica in strumento di testimonianza e incontro con l’altro. Sono partite da Braga (Portogallo) per poi dirigersi verso il sud del Paese, in Algarve, e concludere il loro percorso a Lisbona, nel clima festoso e inebriante di una Giornata Mondiale della Gioventù di cui ancora si respira il bellissimo ricordo. È questo il percorso che dal 23 luglio al 4 agosto ha portato avanti il Gen Verde international Performing Arts Group, il gruppo musicale al femminile nato nel 1966 da un’ispirazione di Chiara Lubich, Fondatrice del Movimento dei Focolari. Un tour intenso all’insegna dell’incontro e dell’amicizia e in cui, dopo aver seminato in parole e note, si è davvero raccolto molto in termini di esperienza viva. Ne è un esempio lo Start Now Workshop Project, progetto musicale e artistico pensato per educare alla pace e al dialogo portato avanti dal Gen Verde che ha goduto, a Braga, della partecipazione di un bellissimo gruppo di giovani provenienti da Spagna e Portogallo e della speciale collaborazione del Projeto Homem Braga, specializzato nel trattamento, nella prevenzione, nella riduzione danni e nel reinserimento di persone con dipendenze. “Noi di solito abbiamo un po’ di paura quando invitiamo gente da fuori a conoscere gli utenti del nostro centro- dice uno degli educatori della sede del Projeto Homem Braga dopo l’incontro con le artiste- perché non vogliamo disturbare il loro processo di recupero. Oggi vi ringraziamo per aver diffuso tanta gioia in tutti noi”. “Abbiamo scoperto che la musica, la danza, l’arte davvero possono aiutarci a superare tante barriere, come quella linguistica, culturale- dice un ragazzo spagnolo che ha partecipato al workshop. A volte è difficile remare nella stessa direzione, ci vuole pazienza perché non andiamo tutti allo stesso ritmo, ma una cosa che ci portiamo dietro è la gioia che si trasmette, al di là delle difficoltà. L’amore ci fa superare ogni conflitto”. Al suono di Girl On A Mission (Magnificat), il brano composto dal Gen Verde per la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, il gruppo si è spostato a Faro (Algarve- Portugal) dove ha partecipato alle Giornate nelle diocesi che hanno preceduto la GMG, concludendo con un concerto nello Stadio Algarve il 31 luglio; il viaggio è continuato verso la capitale portoghese per un’altra edizione dello “Start Now” al quale hanno preso parte circa 100 giovani che, a conclusione, il 2 agosto, si sono esibiti con le artiste sul palco dell’Auditório da Faculdade de Medicina Dentária di Lisbona gremito di pubblico: “È stato molto gratificante partecipare ad un’attività come questa- dice una ragazza portoghese- perché possiamo imparare e conoscere altri. Abbiamo capito che è importante sia dire la nostra opinione sia, quando necessario, sapere perdere quella idea nel lavoro in squadra. La parola che sintetizza tutto quello che abbiamo imparato è umiltà, per dare all’altro la possibilità di esprimersi”. Imparare a superare le sfide come- dice un’altra ragazza- “quella di saper ascoltare, cogliere le idee degli altri, imparare ad interagire; lasciare andare la timidezza e creare qualcosa di bello, ma insieme”. Marita Alvarez (Argentina), cantante del Gen Verde, ci racconta: “abbiamo trovato tanti giovani che in tanti Paesi hanno partecipato ai nostri laboratori artistici in questi anni, e così abbiamo capito quanto questi rapporti siano stati profondi, veri e duraturi. Dalla Slovacchia, Polonia, Ucraina, alla Spagna, Austria, Germania e Italia, per nominarne alcuni, abbiamo visto questi giovani come leader delle loro comunità, impegnati e pronti a moltiplicare la gioia attraverso il “Magnificat anima mea” che Dio ha fatto nella loro vita”. Nel vivo della GMG, Lisbona si colora di giovani e si fa occasione unica per testimoniare e, allo stesso tempo, sperimentare la vivacità di una Chiesa pellegrina che, da tutte le parti del globo, chiama per nome. Ed è in questo spirito di famiglia che il Gen Verde, ha preso parte al secondo giorno delle catechesi Rise Up organizzato dal Movimento dei Focolari, dove ha cantato e animato la messa insieme ad oltre 7000 ragazzi, per poi concludere il suo viaggio in Portogallo con un concerto, il 4 agosto, ad Alameda Dom Afonso Henriques, in chiusura del Festival Halleluya: “ Mi ha colpito molto l’unità tra di loro – ha detto Jesús Morán, Copresidente del Movimento dei Focolari – e i giovani erano strafelici, erano tutti coinvolti nel ritmo, nella musica, ma anche nei momenti di profondità, che non mancano nelle canzoni, e i ragazzi sapevano anche raccogliersi. Pensando alla Via Crucis è stato come la ‘quindicesima stazione’, che non esiste però che, come tutti dicono e immaginano, è il segno della Resurrezione. È stato un canto alla Resurrezione, alla gioia. Credo che questa è la strada giusta per comunicare il Vangelo con linguaggio musicale che tanto piace ai giovani”.
Maria Grazia Berretta
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Ago 15, 2023 | Centro internazionale, Chiesa, Spiritualità
Dopo la Giornata Mondiale dei Giovani di Lisbona si è tenuto dall’8 al 10 agosto 2023, a Braga, nel nord del Portogallo, il Convegno internazionale dei Vescovi amici del Movimento dei Focolari Sull’onda della Giornata Mondiale della Gioventù che ha inondato Lisbona, 87 vescovi da 42 Paesi si sono fermati in Portogallo per riflettere su “La mistica dell’incontro – Contemplazione e missione in un cambiamento di epoca”, al convegno organizzato dai Vescovi amici del Movimento dei Focolari. Il 7 agosto, in viaggio per Braga, la prima tappa non poteva che essere il Santuario della Madonna di Fatima, proprio nel giorno della festa dei due santi pastorelli, Francesco e Giacinta. Coscienti dei cambiamenti epocali che esigono una risposta adeguata anche da parte della Chiesa, a partire dall’8 agosto, per tre giorni, i vescovi hanno voluto riflettere, e mettere in pratica, la “mistica del noi” come risposta alla nuova tappa di testimonianza e annuncio del Vangelo a cui lo Spirito Santo oggi chiama la Chiesa. Con questo intento, hanno ripreso quanto Papa Francesco ha detto nella sua visita a Loppiano, cittadella del Movimento, nel maggio del 2018, dove aveva affermato che il carisma dell’unità donato da Dio a Chiara è uno “stimolo provvidenziale e un aiuto potente a vivere questa mistica evangelica del noi”. Margaret Karram, Presidente del Movimento dei Focolari, e Jesús Morán, Co-presidente, presenti a tutto l’incontro, hanno offerto il loro contributo. Margaret ha invitato i Presuli a “Partire dall’unità per essere e parlare oggi”. L’unità è la vita di Dio, ha ricordato, e noi che la vogliamo imitare siamo invitati a viverla con il dovere di annunciarla coraggiosamente. La comunione in sala che ne è seguita, ha sottolineato la rinnovata fede nell’importanza di cercare l’unità, nella Chiesa e nel mondo, e la successiva condivisione in vari gruppi linguistici ha permesso di approfondire l’argomento. Si può dire che ogni giornata, con i suoi contenuti, ha contribuito a sperimentare la “mistica del noi”: lo scambio con un gruppo di giovani che hanno partecipato alla GMG; le testimonianze dei Vescovi sul percorso sinodale; l’incontro con il dolore e l’attualità delle Chiese particolari. Approfondimenti A pochi mesi dall’Assemblea Sinodale dell’ottobre prossimo, il Card. Mario Grech, Segretario del Sinodo, e il prof. Piero Coda, membro del gruppo teologico del medesimo, in collegamento video, hanno dato il loro contributo. Il Sinodo ha lo scopo di farci riscoprire l’unità nell’unico battesimo, allenarci a vivere insieme nonostante le differenze ed insegnarci ad abitare le tensioni nelle quali inevitabilmente ci troviamo. Una tavola rotonda con l’intento di presentare alcune risposte alle problematiche vive nella Chiesa e nelle società oggi ha suscitato numerose domande e interesse: Padre Fabio Ciardi, OMI, ha sottolineato la ricchezza dei carismi nella Chiesa di ieri e di oggi; Francesca Di Giovanni, già sottosegretario dello Stato Vaticano, ha parlato del posto della donna nella Chiesa, che non deve essere soltanto valorizzata per il “ruolo” che deve occupare, ma concepita nel “dono” che è per la Chiesa. Rosinha e Amândio Cruz, sposati, impegnati nelle strutture dell’Arcidiocesi di Braga, hanno poi presentato alcune dinamiche per il rinnovamento della Chiesa e dell’evangelizzazione sostenute proprio dalle famiglie. L’ultimo giorno, Padre Fabio Ciardi, ha introdotto un tema sulle “piaghe” della Chiesa oggi, presentando la luce che Chiara Lubich ha trovato nella scoperta-rivelazione di Gesù Abbandonato che prende su di sé ogni divisione e genera la riconciliazione, base della mistica del noi. Non sono mancati anche i momenti ricreativi e di arricchimento culturale, come la visita al vicino Santuario Bom Jesus do Monte, dove il Card. Francis Kriengsak, Arcivescovo di Bangkok, ha presieduto la celebrazione eucaristica. Poi, di fronte ad un suggestivo tramonto, la comunità locale dei Focolari ha offerto una cena dai tipici sapori portoghesi, accompagnata da coinvolgenti danze tradizionali. A conclusione dell’incontro, nella Messa presieduta dal Card. Lazzaro You, Prefetto del Dicastero per il Clero, i Vescovi hanno rinnovato l’impegno di mettere in pratica il comandamento di Gesù: “amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15,12).
Carlos Mana
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Ago 8, 2023 | Centro internazionale, Chiesa, Nuove Generazioni
Queste le ultime parole con le quali Papa Francesco ha salutato i giovani e tutti i partecipanti alla S. Messa conclusiva della GMG 2023.
È difficile descrivere ciò che abbiamo vissuto in questi indimenticabili giorni di grazia. So bene che è un luogo comune dire, in questi casi, che bisogna viverlo per capirlo. Ma è vero! È certamente vero in questa occasione. Ho partecipato a quattro GMG, le prime due e le ultime due, e posso testimoniare che c’è qualcosa che circonda questi giorni che non si può spiegare. Un noto personaggio pubblico portoghese, agnostico e amante del cinema, ha scritto in un articolo di giornale che quello che ha contemplato per le strade di Lisbona in questa rovente estate è stato il più bel film che abbia mai visto. Era impossibile non essere contagiati dall’allegria e dalla vivacità che i giovani giunti nella “città della luce” – e che l’hanno riempita con l’altra luce che portavano dentro di sé – riversavano a torrenti: nei quartieri, nei centri commerciali, nella metropolitana, sugli autobus, nei bar, nelle aree verdi o sul cemento, in piccoli gruppi o in grandi piene umane multicolori, sonore, loquaci, multi-carismatiche, con una simpatia che scaldava il cuore.
Camminando in mezzo a loro, vedevo gli abitanti della città, tra il perplesso e il curioso. Se Lisbona, con la sua magica e indescrivibile bellezza, è stata un dono per questi giovani, essi non sono stati di meno per questa città, che sarà orgogliosa di aver visto un milione e mezzo di giovani riunirsi per celebrare la fede in Cristo, cosa assolutamente inedita.
Straordinario il lavoro fatto dalla Chiesa portoghese così come dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, organizzatore dell’evento”. Così come la città, appunto, e le sue autorità civili. Ma non c’è dubbio che la corona d’alloro sia andata ai giovani. Ma chi avrebbe potuto immaginarlo dopo tre anni di grave pandemia e nel bel mezzo di una crisi istituzionale, come quella che sta attraversando la Chiesa cattolica a causa degli abusi di vario genere! Se oggi la stampa spagnola ha dato risalto al caso di una ragazza con il 5% di capacità visiva che sostiene di aver recuperato la vista nei giorni scorsi, per me il vero miracolo è stata la fede viva di questi giovani, espressa con il loro tipico linguaggio e con un’infinità di gesti audaci e sconcertanti. Infatti, se da un lato hanno mostrato un entusiasmo straripante cantando e ballando, il momento più emblematico – tra l’altro il vero centro di questa giornata – è stata ancora una volta l’adorazione eucaristica della veglia: più di un milione di persone si sono inginocchiate senza che nessuno lo abbia indicato per adorare in un silenzio “assordante” Colui che considerano il “cuore del mondo”!
Era impossibile non commuoversi. E in quel momento, il fado regalatoci dalla cantante Carminho ci ha fatto venire la pelle d’oca: “Tu sei la stella che guida il mio cuore/ Tu sei la stella che ha illuminato il mio cammino/ Tu sei il segno che io guido il destino/ Tu sei la stella e io sono il pellegrino”. E ci si chiede: ma quale forza di attrazione può esercitare un piccolo pezzo di ostia su una così grande folla di giovani sparsi su un campo di oltre 3 km di lunghezza (100 campi di calcio).
Si potrebbe pensare che i giovani che si sono riuniti a Lisbona siano brave persone, con una vita in ordine, giovani educati, che non si sporcano con i problemi degli altri. Niente di più sbagliato. Un gruppo internazionale di loro ha faticato per anni per elaborare un quadro artistico di straordinaria bellezza ed efficacia visiva, attraverso un palcoscenico monumentale, una sorta di impalcatura gigante su cui hanno sfilato quali mimi eterei, lasciandosi cadere legati a delle corde e portando la croce da una parte all’altra, su e giù. La sensazione di vertigine era continua, e la scelta di questo gesto non era casuale: in ogni stazione, con poche note di riflessione orale e molta visualità, veniva espressa con crudezza la vertigine che informa la vita dei giovani d’oggi: dipendenze, mancanza di senso, futuro incerto, disprezzo per la vita, relazioni tossiche. Tutti motivi che la croce portava, o meglio, il crocifisso portava sulle spalle, per essere poi trasfigurati in nuova vita.
Certamente i momenti chiave di questa GMG, come delle precedenti, sono stati gli incontri con il Papa. Un altro elemento sconcertante e tipico di questo evento: perché i giovani amano così tanto i papi, indipendentemente dal loro carattere (dei papi), sia esso tradizionale, intellettuale o riformista?
Ma al di là di questi punti salienti, il programma di questi giorni è stato costellato da molti altri eventi, minori ma non per questo meno significativi, come i concerti musicali nei centri nevralgici della città, gli incontri per nazionalità, la condivisione con persone impegnate nella Chiesa a livello parrocchiale o associativo, e soprattutto le varie catechesi guidate dai giovani stessi e che hanno avuto come relatori principali i Vescovi di diverse parti del mondo. Tutte occasioni per approfondire il motto della GMG: Rise up.
“Non abbiate paura, fatevi coraggio! Papa Francesco sembrava rivolgersi con queste parole a tutta la Chiesa. Perché non c’è dubbio che ci sia bisogno di coraggio. E in questo i giovani sono chiamati a essere protagonisti.
Sono il presente e il futuro di una Chiesa rinnovata dallo Spirito. Una Chiesa che, come Francesco ha ripetuto più volte, vuole essere una casa per tutti, senza esclusioni, e recuperare l’impulso profetico che la impregna. Una Chiesa che cammina con nuova fiducia, quella che trova in se stessa e oltre se stessa: in Gesù Cristo. Una Chiesa che vuole dare ospitalità a tutta l’umanità nell’umanità risorta di Gesù di Nazareth, come dice un noto teologo.
Forse sono un po’ ottimista, ma in questi giorni ho visto una Chiesa giovane che è un po’ al di là della prova, o almeno è fiduciosa di superarla. Me lo hanno insegnato le migliaia e migliaia di giovani che ho incontrato a Lisbona. Non problematizzano, non si fossilizzano nella critica, anzi, qualcosa (la loro purezza, forse, affinata nel dolore e nell’incertezza) li porta a concentrarsi sul centro della fede con il cuore dei semplici. E, come dice il Maestro, di loro è il Regno dei Cieli (cf. Mt 5, 1-12).
Riassumo in tre immagini tutto ciò che ho voluto esprimere in questo articolo: giovani che camminano, che camminano per tutta Lisbona (simbolo del mondo), a volte stremati dal caldo e dalla fatica accumulata dopo notti di poco sonno. Giovani con la vertigine della croce sulle spalle, su cui sono scritte tutte le loro sofferenze. Giovani inginocchiati in adorazione, consapevoli che in un pezzo di pane c’è tutta la vita, una vita che non passa. La Chiesa viva, quella di sempre, quella di oggi, quella del futuro.
Jesús Morán
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Ago 4, 2023 | Chiesa
Durante la Giornata Mondiale della Gioventù 2023 in Portogallo, il viaggio di DIALOP fa un ulteriore passo avanti. Da 20 Paesi 134 giovani hanno partecipato al workshop “La comunicazione in tempo di guerra” promosso da DIALOP durante la GMG per discutere su come i social media e la tecnologia digitale possano diventare trappole di cospirazione e interessi tendenziosi durante i conflitti. Il viaggio Il cristianesimo e il socialismo – due movimenti dalle caratteristiche molto diverse – sono stati a lungo ai ferri corti tra loro, ma hanno comunque entrambi plasmato la storia del mondo nei secoli passati. Basandosi sull’idea che le maggiori sfide del mondo di oggi non possono essere risolte da sole. DIALOP promuove il dialogo tra persone di buona volontà, con background laici e religiosi, in particolare tra socialisti/marxisti e cristiani, per creare un’etica trasversale trasformativa. Portare DIALOP alla Giornata Mondiale della Gioventù fa parte del “Progetto DialogUE” che, in collaborazione con la Comunità Europea e coinvolgendo 14 organizzazioni della società civile, esplora e sviluppa il dialogo, spesso impegnativo, tra gruppi diversi, per dare forma a un’ Europa che sia sempre più espressione di quella “unità nella molteplicità”. La preparazione, che ha coinvolto esperti sia cristiani che marxisti-socialisti, è iniziata 6 mesi prima dell’evento, un percorso impegnato e faticoso verso la GMG. Le sfide sono state molte, come quella di trovare un modo dinamico di mediare contenuti pesanti come il conflitto e la comunicazione, lingue, Paesi e provenienze diverse. “L’emozione di trovarsi di fronte a una generazione affamata di verità e speranza tranquillizzante, ragionata e chiara e di poterne dare un po'”, racconta Luisa Sello, una delle coordinatrici del progetto. Giovani in dialogo La guerra e il suo potenziale distruttivo influenzano la struttura della comunicazione, trasformano la percezione dei fatti e strumentalizzano il linguaggio e le mentalità. In questo contesto, i social media e la tecnologia digitale possono diventare trappole per cospirazioni e interessi tendenziosi. Possiamo avvicinarci alla verità? Possiamo reagire o siamo condannati a distruggere relazioni con esseri umani, Paesi, popolazioni a causa di bugie e disinformazione? Come possiamo continuare a fare scelte, costruire relazioni e stare dalla parte della verità e della giustizia? Il workshop ha affrontato tutte queste sfide e ha impegnato i giovani a costruire proposte per l’Unione europea, che saranno raccolte e presentate all’UE nell’ambito del progetto di finanziamento della Commissione europea CERV (Citizens, Equality, Rights and Values Programme) nel marzo 2024. Dopo i panel e le discussioni dinamiche, la domanda “cosa possiamo fare?” ha risuonato tra i giovani. Il desiderio di essere parte di una trasformazione come changemaker è al centro di ogni giovane presente. Steven, dagli Stati Uniti, che vuole diventare sacerdote e viaggiare oltreoceano per aiutare le persone, ha condiviso le sue perplessità: “Non riesco nemmeno a dire ai miei genitori di smettere di leggere fonti di informazione che sono problematiche. Quando Gesù tornò da Nazareth fu rifiutato dalla sua famiglia. Molti di noi hanno perso la speranza. Dove possiamo ritrovare la speranza? Ecco perché siamo qui alla GMG”. Adriana, una studentessa di giornalismo argentina, si è sentita incoraggiata dal workshop: “Il nostro ruolo di giovani è molto importante per combattere la disinformazione e può essere fatto anche in modo divertente. Se creiamo una comunità possiamo essere più forti”. Verso un’etica trasversale Il corso della storia non dipende solo dalla forza delle idee, ma soprattutto dall’evoluzione degli interessi politici ed economici che integrano più di una volta solo pallidi riflessi di queste idee. La chiamata di Papa Francesco nel 2014 che ha ispirato DIALOP ad avviare un dialogo trasversale continua a svolgersi. Alla domanda di un giovane su come creare un quadro etico comune in presenza di tante divisioni, Walter Baier, presidente del Partito della Sinistra Europea, ha risposto: “Papa Francesco ha detto che dobbiamo accettare il conflitto come qualcosa di naturale, quello che dobbiamo sapere è cosa fare con il conflitto. Il fatto che cristiani e marxisti provenienti da tradizioni molto diverse, anche con lingue molto diverse, possano sedersi insieme e lavorare su un quadro comune è un esempio di dialogo.” Sono intervenuti anche Angelina Giannopoulou, di transform!europe e José Manuel Pureza di Bloco de Esquerda, oltre a Michele Zanzucchi e Ana Clara Giovani dell’Università di Sophia e Maria Chiara de Lorenzo del Movimento dei Focolari. In futuro, nell’ambito del progetto DialogUE, DIALOP organizzerà altri simposi su ecologia e politiche sociali. Per maggiori informazioni, accedere a https://dialop.eu.
Ana Clara Giovani
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Ago 4, 2023 | Centro internazionale, Chiesa
I giovani attendono i prossimi appuntamenti con il Papa a cui si sono preparati da tempo e, in queste prime giornate a Lisbona (Portogallo), hanno partecipato agli incontri “Rise Up”. Scopriamo cosa sono.
Mentre scriviamo, la XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù ha appena fatto il suo giro di boa e le prime 4 intensissime giornate sono ormai parte della vita di oltre mezzo milione di giovani che il 3 agosto 2023 ha accolto Papa Francesco nel cuore di Lisbona (Portogallo), al Parque Eduardo VII, ribattezzato “Collina dell’incontro”, ad indicare la dimensione fondante di questa GMG: la relazione con Dio, con sé stessi e poi con gli altri, per costruire un mondo in pace, sostenibile e fraterno.
Al grido di “Dio ama tutti”, in una Chiesa in cui c’è spazio per tutti, Francesco ha inaugurato ufficialmente la GMG portoghese la cui cronaca quotidiana possiamo leggere nei media. Ciò che invece rischia di passare in secondo piano è il grande lavoro di attualizzazione che la Chiesa, nel senso più universale del termine – fatta dai giovani insieme ai loro educatori, ai sacerdoti e ai Vescovi, alle varie realtà ecclesiali – ha fatto, affinché questa Giornata Mondiale fosse un luogo in cui i ragazzi “si ritrovassero” nelle loro domande, nella ricerca consapevole o meno di Dio per averlo come compagno di vita; nella realizzazione di spazi di condivisione, ispirazione ed ascolto reciproco.
“Rise Up” Meetings: spazi per pensare, condividere, farsi ispirare
Senz’altro una delle novità più grosse di questa edizione sono gli incontri “Rise Up”, il nuovo modello di catechesi della Gmg che invita i giovani a riflettere sui grandi temi affrontati durante il pontificato di Papa Francesco: l’ecologia integrale, l’amicizia sociale e la fratellanza universale, la misericordia.Sono 270 incontri svolti in 30 lingue che si ricollegano tutti al tema generale della GMG: ““Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39).
Anche il Movimento dei Focolari è stato coinvolto negli incontri Rise Up – 3 appuntamenti di mezza giornata l’uno – per i pellegrini di lingua inglese, incontrando in media 5000 giovani al giorno. “Mi sono sentita fin da subito protagonista – racconta Eunice, una gen del team organizzatore – e il tema di questa GMG mi ispira molto: anch’io mi sento spinta ad alzarmi ed andare in fretta, come Maria; sento una forte motivazione a dare di più, a superare limiti, stanchezza e difficoltà, come ha fatto lei quando è andata da Elisabetta. Non si è fermata, ma ha amato”. Agli incontri hanno preso la parola Margaret Karram e Jesús Morán, Presidente e Copresidente dei Focolari, insieme al Card. Patrick O’Malley di Boston (Usa), all’Arcivescovo Anthony Fisher di Sydney (Australia) e al Vescovo Robert Barron di Winona-Rochester nel Minnesota (Usa).
I ragazzi della GMG di Lisbona
Fare esperienza dell’amore di Dio e portarlo ovunque ci si trova o ci si sente chiamati è stato il filo conduttore degli incontri scanditi da dinamiche, musica, preghiera e tanta condivisione. “Sentivo che dopo un anno e mezzo di ‘isolamento’ dopo il Covid qualcosa in me era cambiato” – racconta Pete, degli Stati Uniti, alla sua prima GMG. “Ho deciso di venire con i ragazzi della mia Diocesi per mettermi in gioco. Volevo uscire dalla mia zona di confort, conoscere ragazzi di altri Paesi, vedere come loro affrontano i problemi. Ho ancora tante domande, a qualcuna qui ho trovato risposte”.
Anche per i ragazzi della Slovacchia non è stato facile decidere di partire e aprirsi a persone di altre culture e modi di fare. C’è grande attesa per quanto il papa dirà nei prossimi giorni. “Siamo sicuri che le sue parole rimeranno nei nostri cuori per sempre e ci aiuteranno nelle diverse situazioni della vita”.
Questo incontrarsi, riconoscersi fratelli e sorelle è forse il tratto più caratteristico di questo evento; perciò, le testimonianze sono centrali negli incontri Rise Up.
La vita vera al centro
Come quella di Lucas, che vive nell’Amazzonia brasiliana. Alla GMG di Panama è rimasto affascinato dalla figura di Gesù e, tornato a casa, si è impegnato in un progetto di aiuto alle comunità indigene della sua terra. Per 15 giorni, con un team di medici, infermieri e psicologi, insieme ad una ventina di giovani portano aiuti, cure e supporto a molte persone lontane dai centri di cura. “Un’esperienza incredibile: quella di donarmi dalla mattina alla sera, senza sosta” racconta Lucas. “Il Progetto Amazzonia mi ha fatto crescere molto come persona. Il primo frutto di tutto questo sono io: sono cambiato, non sono più lo stesso”.
Sofia, argentina, racconta del suo percorso esistenziale di forte ricerca di senso. Ad un certo punto ha conosciuto la figura della beata Chiara Luce Badano il cui sì a Dio, anche nel dolore, le ha dato la forza di donare la propria vita nella strada di consacrazione nel Movimento dei Focolari. E potremmo andare avanti ancora perché le testimonianze raccontate sono molte, come pure le domande che i giovani hanno rivolto ai vescovi e ai leader che hanno parlato.
“Sono venuta con il mio gruppo di amici a questa GMG – racconta Pat, 19 anni, di Sydney – e questo per me è importante perché credo che per riuscire a fare la differenza nel mondo, ma anche per prendere decisioni personali abbiamo bisogno degli altri. La solitudine è un problema di tanti ragazzi della mia età e io voglio fare qualcosa per questo, cominciando con il voler bene ai miei amici e qui ho capito che questa è la strada giusta”.
Sono tante le domande e anche le paure di questi ragazzi, ma non c’è solo questo: questi ragazzi hanno voglia di aprirsi, conoscere; vengono da storie ed esistenze diverse, spesso opposte eppure sono qui incontrare Papa Francesco e per trovare Dio nella propria vita e incontrare amici con cui condividerlo. La GMG di Lisbona è entrata nel vivo del suo viaggio.
Stefania Tanesini
Per leggere gli interventi integrali:
Margaret Karram, Intervento del 2 agosto 2023, Incontro Rise Up, GMG Lisbona (Portogallo) Jesús Morán, Intervento del 2 agosto 2023, Incontro Rise Up, GMG Lisbona (Portogallo) Margaret Karram, Intervento del 3 agosto 2023, Incontro Rise Up, GMG Lisbona (Portogallo) Jesús Morán, Intervento del 3 agosto 2023, Incontro Rise Up, GMG Lisbona (Portogallo) (altro…)
Lug 31, 2023 | Chiesa, Nuove Generazioni
Un canto all’unisono per i giovani di tutto il mondo. Padre João Paulo Vaz, sacerdote di Coimbra (Portogallo) è l’ideatore del testo dell’inno della GMG di Lisbona 2023, trasformato in musica da Pedro Ferreira, insegnante e musicista. Due giovani del Movimento dei Focolari (Gen), Lourdes Catalán e Ivan Ho, lo hanno intervistato. Manca davvero poco alla Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) 2023 e già tra i vicoli di Lisbona (Portogallo), città dove avrà luogo questo evento globale, è possibile ascoltare la voce dei primi giovani in arrivo cantare “Há Pressa no Ar” (C’è fretta nell’aria), inno ufficiale ispirato al tema “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39). Scopriamo insieme a Padre João Paulo Vaz, sacerdote della diocesi di Coimbra e ideatore del testo, come è nato. Lourdes: Padre João Paulo, cosa rappresenta per lei la GMG e come mai ha deciso di partecipare al concorso per la selezione dell’inno di Lisbona 2023?
Padre João Paulo Vaz: Ho partecipato a ben 6 GMG nella mia vita (Parigi, Roma, Toronto, Colonia, Sydney e Madrid), alcune anche come responsabile della pastorale giovanile della diocesi. Ciascuna di queste ha segnato il mio percorso come uomo, come cristiano e come sacerdote. Sono state esperienze molto intense di fede e di comunione e, alcune cose in particolare, hanno lasciato l’impronta. Una di queste è sempre stata l’inno. Quando è arrivata la notizia che avremmo potuto partecipare al concorso per la realizzazione dell’inno di Lisbona 2023 ne sono stato molto contento, sia per la mia esperienza personale, sia in quanto compositore. Mi ero deciso a presentare il testo ma, a un certo punto, ho scoperto di aver dimenticato di iscrivermi per tempo perché bisognava dichiarare l’intenzione di partecipare, ancora prima di presentare il brano. Quando me ne sono reso conto ero molto triste, ma Dio non mi lascia mai solo. Un gruppo di partecipanti che si era iscritto per tempo e aveva solo pronta la base musicale mi ha chiesto comunque di poter ricevere le mie parole e sono entrato nel concorso. Poco dopo, ho appreso con grande gioia che la mia canzone era stata scelta. Ero felicissimo perché l’ho sentita davvero come una risposta di Dio al mio desiderio.
Ivan: Quale messaggio voleva trasmettere attraverso la composizione di questo inno? Padre João Paulo Vaz: In primo luogo, il messaggio che ho pensato di rivolgere a ciascun giovane è “Cristo è sempre con te, non ti abbandona mai e con Lui potrai amare molto di più”. Per questo, con Lui, “la mia voce si eleva più in alto e tutti la sentiranno”, come spiega la canzone, perché non si ha più paura. L’intero testo va in questa direzione e Maria, protagonista principale di questa GMG, nella semplicità e nell’umiltà della sua figura, rappresenta tutte queste cose: Colei che per prima eleva la sua voce perché porta Cristo con sé; la prima evangelizzatrice che rivela anche a noi, con il suo “sì” e in cammino verso Elisabetta, come portarlo agli altri. Ivan: A Lisbona si attendono tantissimi giovani da tutto il mondo. Come ci si sente a pensare che tutti insieme canteranno questo inno? Padre João Paulo Vaz: È molto importante dire che, dal momento in cui la canzone è stata scelta come l’inno della GMG, non ci appartiene più, non è più nostra. Non sono più le mie parole né la musica creata da Pedro Ferreira. È l’inno della GMG di Lisbona 2023. Io canterò con gli altri: questa sarà la più grande gioia. Lourdes: Se potesse sintetizzare in una o due parole l’inno, quali sarebbero? Padre João Paulo Vaz: la prima è “profondità”, che significa scoprire chi siamo, scoprire Cristo in noi e vivere a partire da lì; la seconda è “coraggio”, per essere la presenza di Dio nel mondo, per annunciare la vita. È in queste due parole che, a mio avviso, fiorisce l’esperienza della fede. Ivan: Qual è il suo messaggio personale per i giovani di oggi? Padre João Paulo Vaz: Vorrei usare le parole di Papa Francesco, pronunciate in uno dei video promozionali della GMG in cui invita ad andare avanti senza paura, costruire un mondo migliore ed essere protagonisti. Abbiamo tanto bisogno che i nostri giovani diano più valore al mondo, che tornino ai veri valori. È necessario abbandonare la paura ed essere consapevoli che sono loro stessi, i giovani, coloro che costruiranno un futuro migliore. E allora, caro giovane, non puoi star fermo ad osservare il mondo dalla poltrona: devi alzarti e andare, come Maria. La GMG, e questa in particolare, è un’opportunità per dire che ci credi e che sei disposto a fare quello che Dio ti chiede; più di ogni altra cosa, ti dice che non sei solo in questo. Un intero mondo di giovani e il Papa sono pronti a camminare insieme a te.
Lourdes Catalán e Ivan Ho
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